Adelina 112, una donna formidabile - Più di
cinquecento donne, schiave del mercato del sesso, salvate grazie a lei e le
forze dell’Ordine
Una Odissea durata
tanti anni e conclusasi felicemente grazie alla sua grinta e alla costanza di
carabinieri e polizia - Il riscatto della dignità umana raccontata in un libro
Una storia
tristissima quella raccontata oggi dal “Guardian”
inglese che illustra le vicissitudini di una ragazza nicaraguense, Natasha, che a 16 anni vinse il suo primo concorso di
bellezza, una premessa importante per lanciarsi nel campo della moda, della
pubblicità e dello spettacolo. Una storia che è simile, per certi versi, alla
nostra, ma che ha un inizio diverso e una conclusione umanamente e moralmente
migliore.
Infatti, Natasha, oggi, diciannovenne, a causa della guerra civile
che pervade quel Paese, è finita male. Per sopravvivere, fa la prostituta in un
bordello di Managua. Un sogno spezzato, infranto sul nascere e una miserevole
fine di una emancipazione cercata e agognata a lungo.
La nostra storia,
invece, è cominciata malissimo, con la tratta delle schiave del sesso ma,
grazie alla fiducia di questa eroina nelle forze dell’Ordine, e soprattutto
alla sua costanza e fermezza, è finita benissimo, consentendo, peraltro, di
sgominare una banda di delinquenti che sono stati assicurati alla giustizia e
liberando molte donne dalla schiavitù e dal mercato del sesso.
Ne hanno parlato giornali e televisioni nei
mesi scorsi. Noi ce ne occupiamo ancora una volta perché la nostra “eroina”,
dopo essere divenuta, finalmente, un essere libero, ha scritto un libro molto
interessante nel quale narra la sua storia. E’ un incitamento e un appello alle
tante ragazze che vivono la sua passata esperienza, a reagire, a riscattarsi,
ad anelare di essere persone normali. Oltre cinquecento donne sono state tolte
dalla strada grazie all’azione combinata di Adelina e
di carabinieri e polizia. Un successo straordinario, un esempio concreto di
come fare per uscire dal racket del sesso.
Adelina nasce a Durazzo, in
Albania, 33 anni fa. Figlia di una famiglia in contrasto con il
regime stalinista di Enver Hoxho,
conduce una vita grama e di stenti a causa delle idee familiari. Era una
ragazzina quando, alla fermata di un bus, viene rapita da una banda di
malviventi. Viene segregata in un bunker, torturata, violentata e avviata
al mercato del sesso. I suoi aguzzini la vendono ripetutamente ora a una
banda, ora all'altra. Adelina più volte
riesce fuggire e tornare in Albania dove la polizia locale invece di
proteggerla, abusa di lei e la riconsegna più volte alle bande del sesso.
Avviata alla prostituzione in Italia, trova la forza di ribellarsi e
assume un nuovo nome, Adelina 112, divenendo una
confidente dei carabinieri e della polizia. Con l'aiuto delle forze
dell'ordine italiane, che lei chiama angeli, e con il lavoro encomiabile
del capitano Mario Tusa, oggi maggiore dei
carabinieri, del generale Sergio Sorbino, supporter e
grande stimolatore e coordinatore delle sue squadre, la collaborazione della
polizia di Stato e della caserma dei carabinieri di Tricarico, dopo ben quattro anni di indagini e pedinamenti,
si riesce a strappare dalla morsa del racket della prostituzione oltre
500 giovani donne tra cui molte minorenni con i conseguenti arresti e
fermi delle persone coinvolte e responsabili dei fatti. Insomma, una disfatta
per la malavita.
Al centro congressi Mondo Migliore, in
località Rocca di Papa (Roma), ha avuto luogo come ogni anno
(quest'anno a Capodanno), un raduno di circa 200 giovani, oltre agli
invitati, per condividere momenti di fede spirituale e divertimento per le
feste di fine anno. Insieme soprattutto per riflettere ed elaborare alternative
alle problematiche di carattere sociale. Ospite applauditissima della
serata, Adelina 112, che ha raccontato la sua
drammatica odissea come schiava della tratta delle ragazze nel giro
della prostituzione. I ragazzi, all'unanimità, hanno preso posizione e stilato
un documento, cosiddetto d'intesa, identificandosi nella lotta contro
tali crimini e rendendosi disponibili a supportare tali azioni di pulizia
civile. Da evidenziare il valore etico e morale di questi giovani che
si schierano dalla parte degli emarginati, giovani che credono e
si adoperano per divulgare con la fede e in prima persona, l'affermazione
del rispetto per la dignità umana.
Nel suo primo libro “Libera dal racket della
prostituzione”, Adelina descrive
minuziosamente fatti a dir poco “raccapriccianti”. Lei porta sul
suo corpo i segni di torture atroci subite quale punizione alla sua
ribellione. Oggi è libera e dichiara che, così come madre Teresa
di Calcutta riteneva di essere la matita di Dio, anche i
carabinieri di Tricarico, in primis il
colonnello Giacomo Vilardo e il maggiore Mario Tusa, sono stati uno strumento nelle mani di Dio perché
cessasse la sofferenza di oltre cinquecento donne fra le quali essa stessa.
Nel suo secondo libro intitolato “Dio e
le stelle del cuore” (riferendosi alle stellette della divisa), ripercorre i
quattro anni leggendari contro il traffico di esseri umani, guidati dalla forza
di Dio, cioè dai rappresentanti delle forze dell’Ordine italiani.
Nel convegno di fine anno, che ha visto la
partecipazione di moltissimi giovani e che ha avuto quali ospiti speciali come,
Adelina 112 e il pastore Daniel Esposito,
conferenziere, è stato preso un solenne impegno a difesa delle persone più
deboli e che sono sottoposte alla sofferenza determinata dalla schiavitù
sessuale organizzata da bande criminali che sempre più, negli ultimi anni,
hanno vita dura grazie al coraggio e al sacrificio, qualche volta pagato con la
vita, di donne come Adelina, un fulgido esempio di
riscatto e di rettitudine morale e della dignità umana, nonostante tutto.
Presentato a
Milano Saro Salemi un imprenditore-cantante che in Moldavia ha ottenuto il
doppio successo - La nazione moldava, dopo l’entrata in Europa della Romania, è
al centro delle attenzioni di molte imprese estere - Una nuova porta per il
mondo asiatico, una Repubblica tutta da scoprire e raccontare
Un
evento canoro, ma non solo, quello di ieri che ha avuto come proscenio
Storia di un italiano all’estero ma anche di
uno Stato, quello moldavo, che forse molta parte degli italiani non conoscono,
o conoscono poco. Storia di un giovane geometra che inizia a lavorare
nell’azienda di famiglia e poi in Moldavia, della quale si innamora. Saro
Salemi, con la sua professione e la sua serietà conquista le simpatie e le
attenzioni di molte persone e istituzioni. Infatti, il suo lavoro è quello di
costruire, su progetto della Comunità europea, una intera cittadina, satellite
della capitale Chisinau, in grado di ospitare circa 35mila abitanti. Un’impresa
grandissima che vede joint-venture di aziende importanti come Italcantieri,
Caprini e tante altre, e che in Italia si può paragonarla soltanto in parte a
quella che molti anni fa realizzò Berlusconi, quando costruì ex novo Milano2.
Intanto il giovane cresce e dà sfogo alla sua
passione, che coltiva fin da bambino e trasmessa dal suo papà, musicista.
Cimentarsi con il canto. Quasi per gioco e con l’aiuto dell’allora ministro
della Cultura Ghenadie Ciobanu,
presidente dei compositori e musicisti della Moldavia, scrive alcuni testi e li
incide. Il successo è inaspettato quanto graditissimo. I dischi si
commercializzano sia in Moldavia, sia in molti Stati ex Urss. Si unisce a loro,
nel frattempo, il pianista Alexandru Brasovean e un fonico eccezionale, Sergiu
Teaca. In breve i suoi dischi “volano” e le radio e le televisioni di quei
Paesi non fanno che proporre i suoi successi. Si vendono in breve oltre 500mila
copie. E’ un successo strepitoso quanto inatteso. In quegli anni, dal 2002 al
2005 diviene consulente del ministro della Cultura, Nicolae Dudeu,
ora ambasciatore a Roma, con accreditamento diplomatico. Insomma, il
personaggio si delinea sempre più come
persona e professionista di grande talento internazionale.
Ora, dopo il successo consolidato negli ex
Stati sovietici, Saro rivolge le sue attenzioni al Paese natio. Stringe accordi
con Franco Caminiti, della Suonimmagini, una società molto rinomata e seria,
dotata di mezzi tecnici e promozionali di primissimo piano, una società snella,
professionalmente valida e soprattutto con un deus-machina, Caminiti, che crede
molto in lui. Il titolare della Suonimmagini è il classico talent-scout, una
professione appannata e che poche persone, invece, dotate di capacità e
professionalità, sono in grado di svolgere, un importante ruolo che assicura
nuova linfa in ogni campo, soprattutto canoro. Una persona dal fiuto
eccezionale e infallibile.
Per sfociare, appunto, ritornando a bomba,
nella serata di lancio svoltasi al Circolo della Stampa, alla presenza di molte
personalità politiche, culturali e socioeconomiche della grande Milano. Una
serata davvero piacevole, allietata dalle musiche e dalle immagini di questo figliuol
prodigo che vive con sua moglie e il figlio, fra Arona e Chisinau.
Così la serata è filata liscia e allietata
dalle sue interpretazioni, accompagnato dalle scenografie del sontuoso salone
che del Palazzo Serbelloni, che fu residenza
dell’imperatore Napoleone Bonaparte, e un pubblico distinto e raffinato che ha
seguito con molta attenzione ed entusiasmo le sue performance. Naturalmente
l’artista ha presentato le sue ultime “creature” dell’Album “Non sono questo
Dio”, e dal suo ultimo cd “Sei tu”. Il pubblico e i molti giornalisti presenti
non hanno potuto fare a meno di complimentarsi con Saro Salemi per
l’interpretazione, e con gli organizzatori, leggasi “Mediawatch”,
nella persona di Carlo Vittorio Giovannelli, Radio
Italia Network con il suo direttore Tony Vadoni, e le
personalità intervenute, per l’ottima organizzazione e la riuscita della
serata. Inoltre, ha preso parte con piacere e interesse, il Console della
Repubblica moldava, dott. Maria Vittoria Jonutas Puscasiu, che non ha mancato di complimentarsi con tutti a
nome del suo Governo auspicando che questi scambi culturali abbiamo seguito e
riscuotano sempre più il successo che meritano.
Uno Stato, quello moldavo, come tutti quelli
lontani, sconosciuti, venuti fuori all’improvviso come punti di un mappamondo o
di una cartina geografica, soltanto perché fino a qualche anno fa, facente
parte di una grandissima confederazione: parliamo, naturalmente, dell’ex Unione
Sovietica. Dalla caduta del Muro di Berlino, determinata dalle volontà
politiche dell’occidente ma soprattutto dalla necessità di una nuova svolta
nelle relazioni politiche mondiali immaginata e voluta dall’allora presidente
Gorbaciov, si sono affacciate sullo scenario mondiale Stati e regioni fino ad
allora facenti parte di un impero immenso che non lasciava spazio a nessuno per
divenire entità univoche, reali, sostanziali. Insomma popoli e civiltà sociali
ed economiche ai molti sconosciuti. Anche noi, che oggi scriviamo di questo
popolo, di questa novella nazione che faticosamente cerca di farsi strada nel
novero dei grandi Paesi mondiali, non ne sappiamo molto.
Per scrivere qualcosa sulla loro realtà ci
siamo letti qualcosa in Internet, sull’enciclopedia, qua e là su qualche libro.
Ma, come tutti gli Stati che si affacciano sulla scena democratica soltanto da
qualche anno, quelle notizie ci sembrano vecchie, non veritiere. Almeno
obsolete. E allora, abbiamo deciso di allacciare un più stretto contatto con il
Console dello Stato moldavo in Italia, la dott. Puscasiu
che si è detta ben lieta di aiutarci su questo nostro obiettivo: saperne di più
di uno dei Paesi che, dopo l’ingresso della Romania nell’Europa dei 25, è
divenuta
Una nuova America europea, uno Stato che
strategicamente si trova ad essere cerniera fra l’Europa e l’Asia, un Paese al
centro delle attenzioni di tutto il mondo economico e commerciale del Vecchio
Continente ma anche del Giappone, della Cina, e di molti altri Stati che
vogliono arrivare per primi a conquistarsi un posto di favore negli scambi
commerciali, culturali, imprenditoriali, economici ecc.
Parliamo di una regione che è situata fra i
Monti Urali e la catena dei Carpazi. Una “vallata” che proprio per la sua
connotazione orografica ha ancora la fortuna di conservare un clima “normale”,
cioè con le quattro stagioni ben distinte, con un clima temperato, mite,
soprattutto pulito. Una notizia che ci ha sorpreso non poco è stata quella,
verificata, che in Moldavia, si produce tanto vino. Un vino buonissimo che non
tutti hanno avuto la fortuna di assaggiare, non tutti conoscono. Se ne produce tanto
e soltanto da poco tempo si esporta. Ma quello che rende interessante la
notizia e che secondo noi non ha uguali al mondo è che, questo vino, una volta
imbottigliato, o lasciato invecchiare in botti di legno pregiato, viene
immagazzinato in cantine-gallerie lunghe oltre 350km. Quando abbiamo appreso
questa notizia, stentavamo a crederci, ma i fatti e la conferma di quanto
scriviamo è stata inequivocabile. La cosa è vera!
Pertanto, se tanto mi dà tanto, per dirla
alla milanese, le informazioni future dovrebbero essere una vera e propria
fonte di conoscenza a noi ancora ignote del tutto. Insomma, costumi e società,
abitudini e modi di vita, produzioni, commercializzazioni e manufatti scomparsi
da tempo per colpa della rivoluzione industriale, che dal
Rimandiamo i nostri lettori ai prossimi
articoli che, ne siamo certi, non mancheranno di stupirci ancora.
Stefano Ferragamo: un
astro della moda che risplende di luce propria
Presentata a
Milano
In una
cornice raffinata ed elegante molti gli operatori italiani ed esteri che hanno
potuto ammirare le nuovissime creazioni mozzafiato
Le collezioni di un
certo livello non hanno bisogno di alcun giornale, né di appuntamenti
fieristici dove il sacro si confonde con il profano. Ferragamo, Stefano
Ferragamo, ha scelto uno Show Room particolare: quello di Staff Servici, via Decembrio
Una collezione mozzafiato, dicevamo, per
l’eleganza, la ricercatezza, i materiali di prima grandezza e qualità, il
design, l’arte della creatività combinata alla calzabilità
e all’ostentazione di un vero e proprio podogioiello.
Scarpe, saldali, calzari, veri e propri lampi
di luce che attanagliano chi cerca raffinatezza e buongusto coniugato con la
comodità e la calzabilità dei pezzi d’arte
contemporanea che in ogni scarpetta, in ogni sua particolarità, si
contraddistingue da altre pur importanti collezioni.
Quella di Stefano Ferragamo è senza dubbio un
omaggio al bello e al raffinato che non può assolutamente essere né imitato, né
uguagliato.
E’ per questo che le sue creazioni le
definiamo un tocco di altissima arte. E l’arte è arte.