Antisismica: la Nidyon tra le prime aziende in Italia e a San Marino ad applicare la nuova norma finalmente divenuta Legge

Le nuove linee guida ministeriali per la classificazione sismica e il “sismabonus

Primo intervento nel Comune di Poggio Torriana (RN) che, grazie all'impiego della tecnologia Nidyon, vedrà ricostruita una struttura con le nuove asseverazioni della classificazione sismica - Sorpresa dell’ufficio tecnico che non era al corrente delle nuove modalità di una nuova legge entrata in vigore in quasi assoluto silenzio

 

Da un rapporto del Cresme, associazione di geologi italiani, in caso di terremoti o frane è imperativo evitare scuole e ospedali. A rigor di logica dovrebbero essere gli edifici-rifugio, quelli più sicuri. Invece risultano tra quelli più a rischio. Un paradosso in un Paese che dal 1944 a oggi ha speso la cifra monstre di 245 miliardi di euro - 3,5 miliardi all'anno - per riparare i danni derivanti da catastrofi naturali, ritrovandosi 80 anni dopo all'anno zero della messa in sicurezza del territorio. Quasi la metà della Penisola (il 44%) si distribuisce in aree a elevato rischio sismico interessando un Comune su tre (2893 in totale) e 21,8 milioni di persone. Mentre le zone a elevata criticità idrogeologica occupano il 10% della superficie, riguardando l'89% dei Comuni e 5,8 milioni di abitanti. Eppure terremoti, frane, alluvioni sono considerati ancora oggi eventi eccezionali cui porre riparo con meccanismi di emergenza, invece che fenomeni ciclici che è possibile ridimensionare - almeno nelle conseguenze - con una buona politica di prevenzione.

La mappa italiana del rischio sismico-idrogeologico è contenuta nel primo rapporto Ance-Cresme su «Lo stato del territorio italiano. Rischio sismico e edifici industriali». I dati fotografano l'esplosione della spesa per interventi post-calamità: dal 2010 a oggi si contano 20,5 miliardi, considerando i 13,3 miliardi per il terremoto in Emilia Romagna. Nonostante ciò, lo stato del patrimonio edilizio e del territorio rimane largamente a rischio. Basta pensare che tra gli edifici esposti a un elevato rischio sismico ci sono 24.073 scuole e 1.822 ospedali. Oltre a ben 95.044 capannoni industriali. Negli ultimi 20-30 anni il territorio è stato lasciato in uno stato di incuria eccezionale quando, invece, la prima infrastruttura del Paese dovrebbe essere la manutenzione diretta e la prevenzione del pericolo sismico e idrogeologico. Inutile, inoltre, opporre l'alibi delle risorse.

A nostro parere, un falso problema.

A tale proposito oggi ci occupiamo di una legge entrata in vigore il 1° marzo del 2017 e passata, come spesso incomprensibilmente accade in Italia, senza alcuna pubblicità e clamore sia istituzionale, sia per quanto attiene agli organi di stampa, eppure è una legge importantissima per aggredire tale situazione di grandissima attualità e gravità.

Da qualche tempo era sulla bocca di tutti gli “addetti ai lavori”, e cioè che con la Legge di stabilità 2017 si sarebbero finalmente emanati provvedimenti volti alla incentivazione della prevenzione in campo antisismico, compresi gli aiuti economici riferiti al cosiddetto Sismabonus, che comprende detrazioni fiscali premianti a seconda della qualità dell’intervento del miglioramento sismico messo in atto.

Tuttavia questo provvedimento per poter essere incisivo, necessitava dell’atteso documento sulla “Classificazione Sismica” delle strutture, che non è stato pubblicato assieme alla Legge di bilancio, ma soltanto da pochi giorni e senza alcuna pubblicizzazione tanto da ricordare di striscio le tre scimmiette di Simenon.

In questo lasso di tempo, caratterizzato da una limitatissima fuga di notizie, non è stato possibile per i professionisti preposti documentarsi per potersi adeguatamente preparare “all’evento”. Infatti, si tratta (Classificazione Sismica), di una novità assoluta sia per l’Italia, sia per l’estero.

Abbiamo voluto saperne di più, pertanto per fare cosa gradita sia ai lettori di questo giornale, sia agli operatori del settore affinché ne fossero informati, rivolgendoci direttamente alla Nidyon, una delle aziende leader del settore (Nidyon® da 30 anni opera autorevolmente nel settore delle costruzioni impiegando l'omonimo metodo costruttivo sismoresistente - n.d.r). Ed ecco quanto dichiarato dall’ing. Daniele Malavolta.

La premessa:

“Quando il 1° marzo mi sono letto per la prima volta queste Linee Guida, le ho divorate come se si trattasse di un best-seller inedito. A dire il vero, ero interessato anche per il fatto che avevo un progetto di ristrutturazione edilizia pronto per la presentazione al Comune di Poggio Torriana, allorché sul Decreto (all’art. 3, comma 3) ho letto che l’Asseverazione della Classe di rischio sismico deve essere allegata al progetto strutturale. Così mi sono messo al lavoro per effettuare la classificazione del rischio sismico dell’edificio esistente, nonché effettuare la nuova classificazione del rischio sismico dell’edificio ricostruito (trattasi nel mio caso di un intervento di demolizione e ricostruzione a parità di volume). In un paio di giorni - continua l’ing. Malavolta - sono venuto a capo della procedura, mettendo a punto una schematica relazione illustrativa e persino approntando secondo i parametri ora noti, un semplice file excel con il quale disegnare il grafico delle perdite annue medie (PAM) e calcolare velocemente la corrispondente area da associare alla classe di rischio. Insomma, una procedura schematica, snella e di immediata applicazione”.

Il primato:

"Il Comune presso cui ho presentato il progetto il 7 marzo 2017, è quello di Poggio Torriana (prov. di Rimini). All’ufficio protocollo hanno controllato che la pratica fosse completa di tutti gli elaborati previsti. Quando hanno notato la presenza della Relazione illustrativa e in aggiunta l'Asseverazione della Classificazione sismica, ne hanno preso atto senza problemi, ma ho capito che non ne avevano ancora vista una! Allora gli ho spiegato che il progetto riguardava la Ristrutturazione edilizia di un edificio esistente mediante demolizione e ricostruzione a parità di volume. Il progetto è stato poi protocollato e trasmesso al Servizio Tecnico regionale competente (ex Genio Civile), per la relativa istruttoria. Noi in Nidyon (l'ing. Malavolta è anche Responsabile Tecnico dell'azienda n.d.r) sosteniamo da tempo che progettare una struttura con un sistema modulare, caratterizzato da particolari costruttivi in qualche modo ‘ripetitivi’ e, soprattutto, con uno schema portante a pareti con comportamento scatolare, faciliti notevolmente la difficile attività di calcolo strutturale in zona sismica. Infatti, una struttura a scatola possiede un'intrinseca rigidezza che la rende più idonea a sopportare gli scuotimenti orizzontali, come quelli conseguenti ai terremoti, con risultati di sismo-resistenza senza precedenti. La progettazione strutturale avviene secondo la strategia di resistenza, prevista dalle nostre norme tecniche per le strutture ‘non dissipative’. All’atto pratico, le verifiche di resistenza vengono effettuate considerando un comportamento ‘elastico lineare’ e l'elevata resistenza delle pareti Nidyon consente il più delle volte di utilizzare quantitativi di armatura contenuti; in ogni caso, una volta verificate le pareti più sollecitate, tutte le altre possono essere armate allo stesso modo, poiché i dettagli costruttivi risultano standardizzati e semplificati. Ultimo dettaglio, ma non meno importante: il reale comportamento di una struttura siffatta corrisponde perfettamente al modello di calcolo teorico; invece, una tradizionale struttura “dissipativa” viene calcolata attraverso l’adozione di ipotesi convenzionali (il fattore di struttura q è uguale per tutte le strutture della medesima tipologia; si trascura il contributo determinante dei tamponamenti), che di fatto danno luogo ad un edificio reale che non è detto si comporti esattamente come da calcolo teorico. La struttura per la quale ho effettuato la classificazione sismica è prevista con l'impiego del pannello doppio e solai Nidyon. I dettagli costruttivi sono risultati essere quelli standard, senza armature aggiuntive particolari. Una volta modellata la struttura (in questo caso avevamo le pareti perimetrali più un pilastro interno), il procedimento di verifica è andato immediatamente a buon fine, senza ulteriori iterazioni. E in questo modo si è ottenuta una struttura sicura”.

Ricordiamo che nella nuova legge è previsto un Sismabonus rafforzato per chiunque adotti la nuova normativa, ripetiamo, sconosciuta a molti operatori del settore e ai tanti cittadini che vorrebbero mettere in sicurezza le loro strutture abitative. Approfondimento su Sismabonus: le detrazioni per la prevenzione sismica aumentano notevolmente qualora si migliori l’edificio di una o due classi di Rischio Sismico.

Per abitazioni, prime e seconde case ed edifici produttivi

           detrazione al 70% se migliora di 1 classe di rischio

           detrazione all’80% se migliora di 2 o più classi di rischi

Per condomini parti comuni

           detrazione al 75% se migliora di 1 classe di rischio

           detrazione all’85% se migliora di 2 o più classi di rischio

È evidente come la previsione di tali percentuali maggiorate, unitamente all’elevato limite massimo di spesa previsto soprattutto per gli interventi su parti comuni di edifici condominiali, renda la misura estremamente appetibile.

Chi può valutare la vulnerabilità degli edifici per l'ottenimento del Sismabonus?

Tutti i professionisti tecnici iscritti agli Ordini e ai Collegi professionali. Il provvedimento è stato dopo breve tempo corretto ad opera del D.M. 07/03/2017, n. 65, che ha rettificato la parte relativa ai professionisti abilitati e corretto alcuni refusi. É cancellato il riferimento alla competenza esclusiva di architetti e ingegneri quali le uniche figure professionali competenti e nella nuova versione, il D.M. abilita tutti i professionisti tecnici iscritti agli Ordini e ai Collegi professionali. Ciascuno potrà operare in base alle rispettive competenze per le operazioni di classificazione sismica degli edifici. Ad essere stato modificato è infatti il comma 1 dell'articolo 3 del decreto ministeriale: secondo la versione aggiornata del testo: «L'efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, e iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali di appartenenza.»

Come si accede a questi contributi?

“Leggendo attentamente il decreto - conclude l'Ing. Malavolta - e predisponendo il progetto affinché lo stesso rientri nei requisiti per accedere al Sismabonus. Applicando altresì le nuove Linee Guida e l’asseverazione della Classificazione sismica, sono previsti contributi dallo Stato in misura proporzionale al tipo di intervento e alla qualità dei materiali, oltre alla nuova conformazione della struttura da recuperare”.

Concludendo: considerato che nel nostro Paese i terremoti sono, purtroppo, soventi e devastanti (vedi ultimo nel Centrosud), questa è una legge che doveva essere divulgata immediatamente e con grande risalto sia dal Governo, sia dagli organi d’informazione. Siamo certi di fare cosa gradita sia agli organi di stampa, sia alle aziende e a tutti i cittadini rendendola nota, approfittando che la stessa è stata adottata e messa in atto da un ingegnere italiano su territorio romagnolo, con un primato forse assoluto, grazie alle possibilità altamente performanti date dalla tecnologia costruttiva Nidyon che da decenni produce soluzioni all’avanguardia nel mondo delle costruzioni sismo-resistenti. Ricordiamo infatti che la tecnologia Nidyon, per le sue notorie caratteristiche di sicurezza antisismica e di rapidità esecutiva (in opera), fu già impiegata con successo per la ricostruzione di 180 appartamenti, dopo il terribile terremoto in Abruzzo del 2009.


 

Adelina 112, una donna formidabile - Più di cinquecento donne, schiave del mercato del sesso, salvate grazie a lei e le forze dell’Ordine

Una Odissea durata tanti anni e conclusasi felicemente grazie alla sua grinta e alla costanza di carabinieri e polizia - Il riscatto della dignità umana raccontata in un libro

 

di Marica Longini

 

maggiore mario tusaUna storia tristissima quella raccontata oggi dal “Guardian” inglese che illustra le vicissitudini di una ragazza nicaraguense, Natasha, che a 16 anni vinse il suo primo concorso di bellezza, una premessa importante per lanciarsi nel campo della moda, della pubblicità e dello spettacolo. Una storia che è simile, per certi versi, alla nostra, ma che ha un inizio diverso e una conclusione umanamente e moralmente migliore.

Infatti, Natasha, oggi, diciannovenne, a causa della guerra civile che pervade quel Paese, è finita male. Per sopravvivere, fa la prostituta in un bordello di Managua. Un sogno spezzato, infranto sul nascere e una miserevole fine di una emancipazione cercata e agognata a lungo.

La nostra storia, invece, è cominciata malissimo, con la tratta delle schiave del sesso ma, grazie alla fiducia di questa eroina nelle forze dell’Ordine, e soprattutto alla sua costanza e fermezza, è finita benissimo, consentendo, peraltro, di sgominare una banda di delinquenti che sono stati assicurati alla giustizia e liberando molte donne dalla schiavitù e dal mercato del sesso.

Ne hanno parlato giornali e televisioni nei mesi scorsi. Noi ce ne occupiamo ancora una volta perché la nostra “eroina”, dopo essere divenuta, finalmente, un essere libero, ha scritto un libro molto interessante nel quale narra la sua storia. E’ un incitamento e un appello alle tante ragazze che vivono la sua passata esperienza, a reagire, a riscattarsi, ad anelare di essere persone normali. Oltre cinquecento donne sono state tolte dalla strada grazie all’azione combinata di Adelina e di carabinieri e polizia. Un successo straordinario, un esempio concreto di come fare per uscire dal racket del sesso.

Adelina nasce a Durazzo, in Albania, 33 anni fa.  Figlia di una  famiglia in contrasto con il regime  stalinista di Enver Hoxho, conduce una vita grama e di stenti a causa delle idee familiari. Era una ragazzina quando, alla fermata di un bus, viene rapita da una banda di malviventi. Viene segregata in un bunker, torturata, violentata e avviata al mercato del sesso. I suoi aguzzini la vendono ripetutamente  ora a una banda, ora all'altra. Adelina più volte riesce fuggire e tornare in Albania dove la polizia locale invece di proteggerla, abusa di lei e la riconsegna più volte alle bande del sesso. Avviata alla prostituzione in Italia, trova la forza di ribellarsi e assume un nuovo nome, Adelina 112, divenendo una confidente dei carabinieri e della polizia. Con l'aiuto delle forze dell'ordine italiane, che lei chiama angeli, e con il lavoro encomiabile del capitano Mario Tusa, oggi maggiore dei carabinieri, del generale Sergio Sorbino, supporter e grande stimolatore e coordinatore delle sue squadre, la collaborazione della polizia di Stato e della caserma dei carabinieri di Tricarico, dopo ben quattro anni di indagini e pedinamenti, si riesce a strappare dalla morsa  del racket della prostituzione oltre 500 giovani donne tra  cui molte minorenni con i conseguenti arresti e fermi delle persone coinvolte e responsabili dei fatti. Insomma, una disfatta per la malavita.

Al centro congressi Mondo Migliore, in località  Rocca di Papa (Roma), ha  avuto luogo come ogni anno (quest'anno a  Capodanno), un raduno di circa 200 giovani, oltre agli invitati, per condividere momenti di fede spirituale e divertimento per le feste di fine anno. Insieme soprattutto per riflettere ed elaborare alternative alle  problematiche di carattere sociale. Ospite applauditissima della serata, Adelina 112, che ha raccontato la sua drammatica odissea come schiava della tratta delle ragazze nel giro della prostituzione. I ragazzi, all'unanimità, hanno preso posizione e stilato un documento, cosiddetto d'intesa, identificandosi nella lotta contro  tali crimini e rendendosi disponibili a supportare tali azioni di pulizia civile. Da evidenziare il valore etico e morale di questi giovani che si schierano dalla parte degli emarginati, giovani che credono e si adoperano per divulgare  con la fede e in prima persona, l'affermazione del rispetto per la dignità umana.

Nel suo primo libro “Libera dal racket della prostituzione”, Adelina descrive minuziosamente fatti a dir poco “raccapriccianti”. Lei porta sul suo corpo i segni di torture atroci subite quale punizione alla  sua ribellione. Oggi è libera e dichiara che, così come madre Teresa di Calcutta riteneva di essere la matita di Dio, anche i carabinieri di Tricarico, in primis il colonnello Giacomo Vilardo e il maggiore Mario Tusa, sono stati uno strumento nelle mani di Dio perché cessasse la sofferenza di oltre cinquecento donne fra le quali essa stessa.

Nel suo secondo libro intitolato “Dio e  le stelle del cuore” (riferendosi alle stellette della divisa), ripercorre i quattro anni leggendari contro il traffico di esseri umani, guidati dalla forza di Dio, cioè dai rappresentanti delle forze dell’Ordine italiani.

Nel convegno di fine anno, che ha visto la partecipazione di moltissimi giovani e che ha avuto quali ospiti speciali come, Adelina 112 e il pastore Daniel Esposito, conferenziere, è stato preso un solenne impegno a difesa delle persone più deboli e che sono sottoposte alla sofferenza determinata dalla schiavitù sessuale organizzata da bande criminali che sempre più, negli ultimi anni, hanno vita dura grazie al coraggio e al sacrificio, qualche volta pagato con la vita, di donne come Adelina, un fulgido esempio di riscatto e di rettitudine morale e della dignità umana, nonostante tutto.


Presentato a Milano Saro Salemi un imprenditore-cantante che in Moldavia ha ottenuto il doppio successo - La nazione moldava, dopo l’entrata in Europa della Romania, è al centro delle attenzioni di molte imprese estere - Una nuova porta per il mondo asiatico, una Repubblica tutta da scoprire e raccontare

Un evento canoro, ma non solo, quello di ieri che ha avuto come proscenio la Sala Napoleonica del Circolo della Stampa per presentare una star della canzone,  Saro Salemi, 39 anni, siciliano, che oltre a essere uno stimato imprenditore è famoso per le sue canzoni diffuse in molti Stati ex Urss, con un passato da diplomatico e consulente di un ministro -  In Moldavia, una regione del mondo sconosciuta al grande pubblico nostrano, esiste una rete di cantine sotterranee lunga ben 350km, dove si custodisce un vino eccellente prodotto nelle vallate fra i Carpazi e gli Urali

 

di Marica Longini

 

IMGP2404Cantine_moldave_con_SaroStoria di un italiano all’estero ma anche di uno Stato, quello moldavo, che forse molta parte degli italiani non conoscono, o conoscono poco. Storia di un giovane geometra che inizia a lavorare nell’azienda di famiglia e poi in Moldavia, della quale si innamora. Saro Salemi, con la sua professione e la sua serietà conquista le simpatie e le attenzioni di molte persone e istituzioni. Infatti, il suo lavoro è quello di costruire, su progetto della Comunità europea, una intera cittadina, satellite della capitale Chisinau, in grado di ospitare circa 35mila abitanti. Un’impresa grandissima che vede joint-venture di aziende importanti come Italcantieri, Caprini e tante altre, e che in Italia si può paragonarla soltanto in parte a quella che molti anni fa realizzò Berlusconi, quando costruì ex novo Milano2.

Intanto il giovane cresce e dà sfogo alla sua passione, che coltiva fin da bambino e trasmessa dal suo papà, musicista. Cimentarsi con il canto. Quasi per gioco e con l’aiuto dell’allora ministro della Cultura Ghenadie Ciobanu, presidente dei compositori e musicisti della Moldavia, scrive alcuni testi e li incide. Il successo è inaspettato quanto graditissimo. I dischi si commercializzano sia in Moldavia, sia in molti Stati ex Urss. Si unisce a loro, nel frattempo, il pianista Alexandru Brasovean e un fonico eccezionale, Sergiu Teaca. In breve i suoi dischi “volano” e le radio e le televisioni di quei Paesi non fanno che proporre i suoi successi. Si vendono in breve oltre 500mila copie. E’ un successo strepitoso quanto inatteso. In quegli anni, dal 2002 al 2005 diviene consulente del ministro della Cultura, Nicolae Dudeu, ora ambasciatore a Roma, con accreditamento diplomatico. Insomma, il personaggio  si delinea sempre più come persona e professionista di grande talento internazionale.

Ora, dopo il successo consolidato negli ex Stati sovietici, Saro rivolge le sue attenzioni al Paese natio. Stringe accordi con Franco Caminiti, della Suonimmagini, una società molto rinomata e seria, dotata di mezzi tecnici e promozionali di primissimo piano, una società snella, professionalmente valida e soprattutto con un deus-machina, Caminiti, che crede molto in lui. Il titolare della Suonimmagini è il classico talent-scout, una professione appannata e che poche persone, invece, dotate di capacità e professionalità, sono in grado di svolgere, un importante ruolo che assicura nuova linfa in ogni campo, soprattutto canoro. Una persona dal fiuto eccezionale e infallibile.

Per sfociare, appunto, ritornando a bomba, nella serata di lancio svoltasi al Circolo della Stampa, alla presenza di molte personalità politiche, culturali e socioeconomiche della grande Milano. Una serata davvero piacevole, allietata dalle musiche e dalle immagini di questo figliuol prodigo che vive con sua moglie e il figlio, fra Arona e Chisinau.

Così la serata è filata liscia e allietata dalle sue interpretazioni, accompagnato dalle scenografie del sontuoso salone che del Palazzo Serbelloni, che fu residenza dell’imperatore Napoleone Bonaparte, e un pubblico distinto e raffinato che ha seguito con molta attenzione ed entusiasmo le sue performance. Naturalmente l’artista ha presentato le sue ultime “creature” dell’Album “Non sono questo Dio”, e dal suo ultimo cd “Sei tu”. Il pubblico e i molti giornalisti presenti non hanno potuto fare a meno di complimentarsi con Saro Salemi per l’interpretazione, e con gli organizzatori, leggasi “Mediawatch”, nella persona di Carlo Vittorio Giovannelli, Radio Italia Network con il suo direttore Tony Vadoni, e le personalità intervenute, per l’ottima organizzazione e la riuscita della serata. Inoltre, ha preso parte con piacere e interesse, il Console della Repubblica moldava, dott. Maria Vittoria Jonutas Puscasiu, che non ha mancato di complimentarsi con tutti a nome del suo Governo auspicando che questi scambi culturali abbiamo seguito e riscuotano sempre più il successo che meritano.

Uno Stato, quello moldavo, come tutti quelli lontani, sconosciuti, venuti fuori all’improvviso come punti di un mappamondo o di una cartina geografica, soltanto perché fino a qualche anno fa, facente parte di una grandissima confederazione: parliamo, naturalmente, dell’ex Unione Sovietica. Dalla caduta del Muro di Berlino, determinata dalle volontà politiche dell’occidente ma soprattutto dalla necessità di una nuova svolta nelle relazioni politiche mondiali immaginata e voluta dall’allora presidente Gorbaciov, si sono affacciate sullo scenario mondiale Stati e regioni fino ad allora facenti parte di un impero immenso che non lasciava spazio a nessuno per divenire entità univoche, reali, sostanziali. Insomma popoli e civiltà sociali ed economiche ai molti sconosciuti. Anche noi, che oggi scriviamo di questo popolo, di questa novella nazione che faticosamente cerca di farsi strada nel novero dei grandi Paesi mondiali, non ne sappiamo molto.

Per scrivere qualcosa sulla loro realtà ci siamo letti qualcosa in Internet, sull’enciclopedia, qua e là su qualche libro. Ma, come tutti gli Stati che si affacciano sulla scena democratica soltanto da qualche anno, quelle notizie ci sembrano vecchie, non veritiere. Almeno obsolete. E allora, abbiamo deciso di allacciare un più stretto contatto con il Console dello Stato moldavo in Italia, la dott. Puscasiu che si è detta ben lieta di aiutarci su questo nostro obiettivo: saperne di più di uno dei Paesi che, dopo l’ingresso della Romania nell’Europa dei 25, è divenuta la Romania2, cioè il Paese che ora scatena gli appetiti degli investitori europei per futuri insediamenti industriali, economici, ecc. Una nuova realtà che quel Governo deve fronteggiare al meglio per non essere letteralmente “invasa”.

Una nuova America europea, uno Stato che strategicamente si trova ad essere cerniera fra l’Europa e l’Asia, un Paese al centro delle attenzioni di tutto il mondo economico e commerciale del Vecchio Continente ma anche del Giappone, della Cina, e di molti altri Stati che vogliono arrivare per primi a conquistarsi un posto di favore negli scambi commerciali, culturali, imprenditoriali, economici ecc.

IMGP2402Parliamo di una regione che è situata fra i Monti Urali e la catena dei Carpazi. Una “vallata” che proprio per la sua connotazione orografica ha ancora la fortuna di conservare un clima “normale”, cioè con le quattro stagioni ben distinte, con un clima temperato, mite, soprattutto pulito. Una notizia che ci ha sorpreso non poco è stata quella, verificata, che in Moldavia, si produce tanto vino. Un vino buonissimo che non tutti hanno avuto la fortuna di assaggiare, non tutti conoscono. Se ne produce tanto e soltanto da poco tempo si esporta. Ma quello che rende interessante la notizia e che secondo noi non ha uguali al mondo è che, questo vino, una volta imbottigliato, o lasciato invecchiare in botti di legno pregiato, viene immagazzinato in cantine-gallerie lunghe oltre 350km. Quando abbiamo appreso questa notizia, stentavamo a crederci, ma i fatti e la conferma di quanto scriviamo è stata inequivocabile. La cosa è vera!

Pertanto, se tanto mi dà tanto, per dirla alla milanese, le informazioni future dovrebbero essere una vera e propria fonte di conoscenza a noi ancora ignote del tutto. Insomma, costumi e società, abitudini e modi di vita, produzioni, commercializzazioni e manufatti scomparsi da tempo per colpa della rivoluzione industriale, che dal 1750 in poi non si è mai arrestata, sopravvivono forse in questa lontana nazione che val la pena di conoscere e visitare al più presto.

Rimandiamo i nostri lettori ai prossimi articoli che, ne siamo certi, non mancheranno di stupirci ancora. La Repubblica moldava, insomma, è una scoperta simpatica di piacevoli sensi e di inconsuete e belle semplicità. Seguiteci!

(Nelle foto, momenti della simpatica serata di Saro Salemi al Circolo della Stampa di Milano, e l’ex ministro Enrico La Loggia in visita alle cantine)


 

 

Stefano Ferragamo: un astro della moda che risplende di luce propria

Presentata a Milano la Collezione primavera-estate 2006

In una cornice raffinata ed elegante molti gli operatori italiani ed esteri che hanno potuto ammirare le nuovissime creazioni mozzafiato

 

di Marica Longini

 

Le collezioni di un certo livello non hanno bisogno di alcun giornale, né di appuntamenti fieristici dove il sacro si confonde con il profano. Ferragamo, Stefano Ferragamo, ha scelto uno Show Room particolare: quello di Staff Servici, via Decembrio 28, a Milano, per presentare la prestigiosa Collezione Caligarius.

Una collezione mozzafiato, dicevamo, per l’eleganza, la ricercatezza, i materiali di prima grandezza e qualità, il design, l’arte della creatività combinata alla calzabilità e all’ostentazione di un vero e proprio podogioiello.

Scarpe, saldali, calzari, veri e propri lampi di luce che attanagliano chi cerca raffinatezza e buongusto coniugato con la comodità e la calzabilità dei pezzi d’arte contemporanea che in ogni scarpetta, in ogni sua particolarità, si contraddistingue da altre pur importanti collezioni.

Quella di Stefano Ferragamo è senza dubbio un omaggio al bello e al raffinato che non può assolutamente essere né imitato, né uguagliato.

E’ per questo che le sue creazioni le definiamo un tocco di altissima arte. E l’arte è arte.