La pandemia Covid19 ha messo in luce tutte le storture di aver affidato alle Regioni una Sanità che, invece, deve tornare immediatamente in capo al Governo

Il più grande e potente centro di potere del Paese, la Sanità pubblica, ha fatto traboccare il vaso e scatenato i presidenti di Regione, in special modo quelli del centrodestra, per una corsa alle aperture in contrasto con le direttive del Governo

 

Provincia di Bolzano, Piemonte, Calabria, Sicilia, Veneto, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e via cantando, tutti per la liberalizzazione della fase 2 con largo anticipo scavalcando il Governo del Paese.

Che dire, non tutti i mali vengono per nuocere? Vecchia frase che in questi giorni ha ripreso tutto il suo vigore e che mette a nudo il rischio che quel potere, la Sanità, da decenni affidato alle Regioni, deve tornare nelle mani del Governo centrale. E’ un grande potere dove girano centinaia di miliardi, e che ha mostrato malumori, nonostante i grandissimi scandali di politici pizzicati con le mani nella marmellata, in special modo in quelle Regioni governate dal centrodestra, una insofferenza nei confronti del Presidente del Consiglio Conte, come mai prima era accaduto con i passati governi.

Infatti, da mesi, a turno o in coro, sia Salvini, sia, Meloni, e, in modo più defilato, il condannato di Arcore, si lamentano del fatto che questo Governo non ascolta i loro desiderata, i loro consigli, non apprezza la loro disponibilità a sedersi a un tavolo comune. Tutto ciò, secondo noi, ha portato a sondaggi che oggi come oggi, sono bel lungi da quelli di novembre o dicembre dello scorso anno quando la Lega era data al 32% dei consensi. Oggi la stessa gode ancora di un consenso attorno al 21%! Una batosta inattesa per il legaiolo e una conferma che, se il Governo del Paese sta con i cittadini, le spinte secessioniste e i distinguo fra Regioni, Comuni e Province, si assottigliano sempre più rientrando nell’alveo di una normalissima dialettica politica non più enfatizzata sia dai risultati elettorali, sia dai fatidici sondaggi.

A nostro parere, l’Italia tutta deve ringraziare questo Governo e, in special modo il Presidente del Consiglio Conte, per come è gestita la situazione rispetto alla pandemia, per come si è imposto in Europa e, soprattutto per aver ritrovato d’incanto la fiducia in un uomo dapprima sconosciuto, oggi apprezzato e stimato sia in Italia, sia all’estero. Mai avremmo immaginato che una persona chiamata per la prima volta a gestire il massimo potere dello Stato, si sarebbe rivelato l’uomo più abile, più idoneo a risolvere i problemi dei cittadini che altri non hanno mai saputo fare.

Il cosiddetto “uomo della divina provvidenza”? Forse!

Speriamo che nessuno pensi a strane manovre per soppiantarlo. Ci sarebbe una rivolta sociale e morale mai vista in questo Paese!

Buona fortuna, Italia!


Dopo aver disatteso il contratto firmato fra

Governo e Regione Puglia è scontro con Arcelor-Mittal: anche questa è una storia che parte da lontano con un Pd renziano che urge archiviare per sempre!

Dopo i Riva, l’Ilva, la più grande e importante acciaieria d’Europa, venne “affidata” a una cordata stranissima, Arcelor, francese, e Mittal, indiana, con dentro interessi della Marcegaglia - Calenda e la sua licenza di uccidere

 

Dopo aver firmato un regolare contratto con il Governo italiano dell’epoca renziana, la società franco-indiana, ha gestito la grandissima acciaieria con metodi da terzo mondo e con uno scudo giuridico voluto e regalato loro dall’allora ministro Calenda: una robetta tipo M6 inglese che agli agenti con lo 00 dava licenza di uccidere!

Infatti, crediamo che una simile clausola, in effetti altro non sia che una licenza di immunità rispetto ai disastri che la dirigenza avrebbe potuto mettere in atto sia sotto il profilo delle bonifiche, sia sotto il quello produttivo.

In questi giorni si sta assistendo all’ennesima crisi di una delle fabbriche d’acciaio più importanti d’Europa che, dopo il ritiro di tale nefanda clausola da parte del governo, ha dichiarato prima che senza quella garanzia di immunità giuridica era impossibile continuare con il contratto in essere, poi, invertendo la rotta di 180° ha detto che quel piano industriale non era più possibile rispettarlo e che c’erano esuberi pari a 5000 lavoratori rispetto ai loro ridimensionati piani produttivi.

Insomma, un nuovo piano che sembrerebbe creato ad hoc per mettere questo Governo in difficoltà e approfittare del momento per chiedere lo scioglimento del contratto e dileguarsi senza pagare alcun pegno.

Naturalmente, lo Stato ha già dato mandato per chiamare in causa giuridica i responsabili dell’azienda per procurato dissesto finanziario e altri reati inerenti il contratto in essere ma quello che a noi preme sottolineare non è tanto l’iter giuridico della vicenda, quanto il destino sia dei lavoratori, sia dell’indotto, sia dell’acciaieria che, a detta dei dirigenti, dovrebbe cessare l’attività con lo spegnimento degli alti forni entro il gennaio prossimo.

Vorremmo soltanto dire una cosetta piccola piccola: se questi signori se ne andranno, in attesa che la magistratura celebri i processi, noi siamo dell’avviso che questa acciaieria sia gestita dallo Stato in attesa di eventi che ne sblocchino la situazione in cui si è venuta a trovare la struttura che, ricordiamolo, non è soltanto produttiva ma è anche distributrice di morte.

Pertanto, vanno contemperate due esigenze davvero difficili: l’esigenza di lavoro e quella della salute della città di Taranto, ma non soltanto di quest’ultima…

 


 

Venezia sprofonda: è il suo destino nonostante il Mose, una struttura vecchia, costosissima, che ha prodotto soltanto mazzette, realizzata al 95% e che tutti vorrebbero completarla. Sono stupidi? Crediamo di sì!

Dal presidente Conte a tutti i vecchi tromboni della politica famelica, si dicono d’accordo per completare quella struttura che nel tempo ha fruttato milioni e milioni ai partiti, soprattutto a Galan (Fi). Sarebbe cosa saggia svuotare i piani terra di tutte le abitazioni e sopralzare i negozi… Forse, così facendo, per un po’ di anni non si avrebbero molti danni! Comunque, urge ricordare anche che, per tutti gli scienziati del clima, Venezia, prima o poi sarà sommersa dalle acque

 

In questi giorni stiamo vivendo, forse, la vendetta della natura che si riprende, come sempre, quello che l’uomo ha strappato a essa: cioè, il territorio dove l’uomo ha eseguito scempi, insediamenti scandalosi, deviazioni innaturali, dighe, deforestazione selvaggia, inquinamenti inauditi e autorizzati da una classe politica mondiale a cui preme soltanto mantenere la propria poltrona, garantirsi una agiatezza sconsiderata e offensiva nei confronti dei comuni mortali, favorire le molte mafie esistenti, soprattutto in Italia, dove, naturalmente, ve ne sono ben cinque! Sì, signori miei, la ‘drangheta, la camorra, cosa nostra, mafia capitale e la sacra corona unita.

E, di fronte a tali sciagure, lo Stato, le Regioni, i Comuni, i partiti in genere, cosa chiedono? Soldi! A cominciare da Barabba (Salvini) che, assieme all’amico Zaia, e per bocca dei capigruppo di Camera e Senato (Tito e Dimaco), si sono affrettati a chiedere uno stanziamento immediato di 100milioni a Conte. Già, questi signori non sanno nulla di geologia, di cambiamenti del clima, dell’inquinamento in ogni sua forma… Loro, leghisti ignoranti, chiedono soldi soltanto per uno scopo: il mantenimento dello status quo e del pacchetto di voti. Sulle soluzioni, o meglio, sugli studi che potrebbero indicare qualche soluzione tampone o definitiva al problema, loro nulla sanno e niente vogliono sapere.

Da ricordare che il Veneto, per quindici lunghi anni è stato governato da un certo Galan, uno dei fondatori di Fi assieme al pregiudicato di Arcore e fece approvare la costruzione del Mose, la più grande struttura di quel tipo esistente al mondo, la stessa per la quale si volatilizzarono mazzette milionarie a destra e a manca e per le quali lo stesso bravissimo Galan è stato condannato ed è agli arresti domiciliari. Già, arresti domiciliari, non in carcere dove dovrebbe, a nostro parere, dimorare.

Inutile, comunque, ricordare anche che attorno a questa struttura ormai obsoleta, arrugginita, inutile e che quasi tutto il potere politico vorrebbe “completare”, continuano a girare molti soldi che, forse, continuano ad alimentare le casse di molti partiti. Si spiega, infatti, soltanto così la voce all’unisono che in questi giorni vuole il completamento di una struttura fatiscente e che non funziona!

Domanda semplice, semplice: qual è il chiromante che ha predetto che completandola tutto funzionerebbe a dovere e risolverebbe il fenomeno dell’acqua alta veneziana? E, soprattutto, quante altre mazzette l’impresa amica degli amici, dovrebbe mettere a bilancio per foraggiare ancora i vecchi partiti?

Per non parlare poi della magistratura che, nonostante tutto, sembra non essere interessata o, meglio, addormentata da decenni. Infatti, dopo il processo Galan tutto è stato dimenticato, quasi cancellato dalle loro attenzioni. Il Mose, insomma, aveva sì prodotto le solite cosette (tangenti milionarie), ma l’unico responsabile era stato processato e condannato. Il resto del trenino poteva procedere come prima.

Buona fortuna, Italia!

 

 

Abbiamo un quadro preciso di chi sono coloro che si sono appropriati dell’Europa? Vi proponiamo un interessantissimo scorcio dei “padroni del vapore”.

Un po’ lungo, ma che vale la pena leggere!

Ecco i nomi dei massoni golpisti che hanno creato la crisi mondiale

e l’impoverimento dell’Italia, ma non soltanto del nostro Paese…

Da “Massoni” di Patrizia Scanu

Puoi chiamarli neoliberisti. Monopolisti. Privatizzatori. C’è chi li ha definiti, anche, golpisti bianchi. Ma sono essenzialmente massoni. Attenzione: le obbedienze nazionali non c’entrano. Si tratta di supermassoni in quota alle Ur-Lodes, le oscure superlogge sovranazionali. Precisamente: quelle di segno neo-aristocratico, che detestano la democrazia e confiscano il potere dei cittadini, rimettendolo nelle mani di un’élite pre-moderna, pre-sindacale, ultra-padronale. E’ così che hanno costruito il nuovo medioevo in cui viviamo, il neo-feudalesimo regolato dall’Ue e dalla sua Commissione di non-eletti. Giochi di specchi: laddove si parla di finanza e geopolitica, citando banche centrali e governi, si omette sempre di scoprire chi c’è dietro. Sempre gli stessi, sempre loro: un club ristrettissimo di padreterni, di “contro-iniziati” che si credono onnipotenti e autorizzati, come per diritto divino, a manipolare in eterno il popolo bue, ridotto a bestiame umano. Lo ricorda Patrizia Scanu, segretaria del Movimento Roosevelt, sodalizio fondato dal massone progressista Gioele Magaldi proprio con l’intento di smascherare l’attuale governance europea finto-democratica, dopo la clamorosa denuncia contenuta nel saggio “Massoni”, edito nel 2014 da Chiarelettere. Una rivelazione: dietro ai principali tornanti della nostra storia recente ci sono sempre gli stessi personaggi, i medesimi circoli occulti: grazie a loro, in fondo, poi in Italia crollano anche i viadotti autostradali.

«Se l’obiettivo era il ripristino del potere di classe delle élite, il neoliberismo era senz’altro la risposta giusta», premette il politologo britannico David Harvey nella sua “Breve storia del neoliberismo” (Il Saggiatore). Il neoliberismo come clava: privatizzazioni selvagge, attraverso una martellante propaganda ideologica esplosa negli anni ‘90: libertà d’impresa, Stato minimo, liberalizzazioni, deregulation. Certo, neoliberismo e democrazia non possono stare insieme: da sola, però, la “teologia” neoliberale non spiega tutto, come ricorda Patrizia Scanu sul blog del Movimento Roosevelt: se siamo stati globalizzati “a mano armata” lo si deve, anche e soprattutto, al «forte nesso esistente fra massoneria neoaristocratica e neoliberismo da una parte e fra neoliberismo e monopoli privati dall’altra». Un legame nascosto, non facile da individuare. «A prima vista, si direbbe che la libertà del mercato predicata dalla teoria neoliberista sia in contraddizione con i monopoli privati». Ma come si fa a predicare il libero mercato fondato sulla concorrenza, per poi cedere i beni pubblici come le autostrade «regalate agli amici della Casta»? La risposta la fornisce Magaldi nel suo bestseller: la vernice ideologica è servita essenzialmente come cosmesi, per coprire l’immane, brutale restaurazione di potere architettata da loro, i signori delle Ur-Lodges neo-oligarchiche.

Nulla a che vedere con le massonerie ordinarie, come il Grande Oriente e la Gran Loggia d’Italia, regolarmente registrate e dichiaratamente fedeli alla Costituzione. Il problema è il mondo, coperto e sovranazionale, delle Ur-Lodges, «un network di superlogge che rappresentano l’élite massonica mondiale, alla quale aderiscono i membri più ragguardevoli della massoneria ordinaria e persone di prestigio (moltissimi i politici di governo) “iniziate” per particolari doti individuali esoteriche e sapienziali, e provenienti da ogni angolo del pianeta». Club super-esclusivi, «la cui esistenza è sconosciuta ai più». Come agiscono, questi circuiti-ombra? Attraverso «i vari club paramassonici, quali la Trilateral Commission o il Bilderberg Group, che ne sono solo l’espressione più visibile e aperta». Ma la massoneria settecentesca non era stata il motore della modernità democratica? «La democrazia non l’ha portata in dono la cicogna», ricorda Magaldi: furono proprio le logge massoniche a incubare, cominciando dalla Francia, lo Stato di diritto e il suffragio universale. A qualcuno, poi, l’Ottocento e il Novecento hanno dato alla testa: se sai di essere l’architetto del mondo nuovo, può succedere che tenda a considerarlo di tua proprietà, sentendoti autorizzato a compiere qualsiasi manipolazione, dai golpe alle crisi finanziarie.

Se non si capisce questo, sottolinea Magaldi, non si riesce ad afferrare la vera natura – profondamente oligarchica – del potere (prima occidentale, poi globale) che dagli anni ‘80 ha assunto il dominio del pianeta, ricorrendo sistematicamente all’abuso e alla violenza. Mai dimenticare, quindi, il ruolo decisivo delle superlogge, «che costituiscono il back-office del potere a livello internazionale». Magaldi ne fornisce una mappa completa: ci sono quelle conservatrici (si chiamano “Edmund Burke”, “Joseph De Maistre”, “Compass Star-Rose”, “Pan-Europa”, “Three Eyes”, “White Eagle”, “Hathor Pentalpha”) ma non mancano quelle progressiste, di stampo rooseveltiano e keynesiano, che sostennero i leader progressisti del dopoguerra, fino ai Kennedy e alla stagione dei diritti civili negli Usa, aiutando paesi come l’Italia a non cadere sotto le trame golpiste. Il frutto più palpabile del loro lavoro, in Europa? Il sistema del welfare: ideato dall’inglese William Beveridge. Chi ne effettuò la più spettacolare applicazione? La Svezia di Olof Palme, altro supermassone progressista.

Poi, dalla fine degli anni Settanta, le Ur-Lodges democratiche (“Thomas Paine”, “Montesquieu”, “Chistopher Columbus”, “Ioannes”, “Hiram Rhodes Revels”, “Ghedullah”) hanno perso terreno, di fronte allo storico attacco delle superlogge rivali, con le quali – a nostra insaputa – stiamo tuttora facendo i conti, ogni giorno. L’obiettivo dei neo-aristocratici? «Invertire il corso della storia, trasformando coloro che erano cittadini in neosudditi e schiavizzando sempre di più quelli che sudditi erano sempre rimasti». Lo stesso Magaldi ricorda che i supermassoni oligarchici hanno voluto «aumentare a dismisura il proprio potere materiale, mediante colossali speculazioni ai danni di popoli e nazioni». Il loro piano: «Assurgere essi stessi, nell’incomprensione generale di quanto va accadendo, alla gloria di una nuova aristocrazia iniziatico-spirituale dell’era globalizzata». Dopo gli anni del boom economico e l’affermazione dei diritti sociali, ricorda Patrizia Scanu, la micidiale riscossa neoaristocratica è stata meticolosamente programmata negli anni ‘70. Le prove? «Gli economisti Friedrich Von Hayek e Milton Friedman, principali teorici del neoliberismo, nonché Robert Nozick, filosofo politico e teorico dello “Stato minimo”, erano tutti massoni neoaristocratici; Von Hayek e Friedman erano affiliati alle Ur-Lodges “Three Eyes” ed “Edmund Burke”, e dal 1978 anche alla “White Eagle”».

Fu proprio grazie all’impulso di queste superlogge, spiega Patrizia Scanu, che Von Hayek e Friedman ottennero, rispettivamente nel 1974 e nel 1976, il Premio Nobel per l’Economia («che, detto per inciso, non viene assegnato dagli accademici di Svezia, ma dai banchieri svedesi»). Il progetto era semplice: «Far diventare il neoliberismo – teoria allora marginale e ininfluente – il mainstream in economia». Ostacoli politici, all’avanzata dei restauratori? «Il nemico apparente era il socialismo, ma l’obiettivo vero era il keynesismo», ovvero la teoria del massone progressista inglese John Maynard Keynes, “cervello” del New Deal di Roosevelt che risollevò l’America dalla Grande Depressione, fino a creare – di riflesso – il boom economico anche in Europa. Come? Espandendo in modo formidabile il deficit, il debito pubblico strategico, per creare lavoro, fino a realizzare la piena occupazione. Di qui la reazione dell’élite, spaventata da tutto quel benessere piovuto sulle masse: «Si voleva abbattere il “capitalismo dal volto umano”, che si era consolidato specie in Europa, con l’intervento regolatore dello Stato in economia e la diffusione del welfare», scrive Patrizia Scanu. «Fu l’ideologia neoliberista ad ispirare la globalizzazione così come la conosciamo, con tutti i suoi tremendi squilibri e le sue enormi disuguaglianze, che fu programmata a tavolino dalle superlogge reazionarie».

Politicaeconomia e geopolitica. Sempre “loro”, in azione. Ovunque: «Erano massoni neoaristocratici i leader politici che applicarono le ricette neoliberiste in economia nei loro paesi». Per esempio Augusto Pinochet in Cile: «Il colpo di Stato del 1973 fu promosso dalle Ur-Lodges “Three Eyes, di cui era membro Henry Kissinger, fra le menti dell’operazione Condor, e “Geburah”. E che dire di Margaret Thatcher (in quota alla “Edmund Burke”), spietata madrina del neoliberismo nel Regno Unito? Ma la contro-rivoluzione non coinvolse il solo occidente: Deng Xiao Ping, che introdusse l’economia di mercato in Cina, era affiliato alla “Three Eyes”. Ronald Reagan? A sua volta membro della Ur-Lodge “White Eagle”, «di cui facevano parte due presidenti della Federal Reserve, Paul Volcker e Alan Greenspan, artefici delle politiche monetarie neoliberiste». Nella “White Eagle” anche William Casey e Antony Fisher, i fondatori del Centre for Economic Policy Studies, importante think-tank neoliberista. «Fra i consiglieri economici di Reagan vi erano numerosi economisti neoliberisti provenienti dalla paramassonica Mont Pelerin Society», fondata dall’austriaco Von Hayek e poi retta, a lungo, dal futuro ministro berlusconiano Antonio Martino.

Riletta così, la nostra storia recente risulta più comprensibile: fu un’iniziativa neoaristocratica anche la pubblicazione del celebre volume “The Crisis of  Democracy”, avvenuta nel 1975 a cura di Samuel Huntington, Michel Crozier e Joji Watanuki («massoni reazionari tutti e tre, affiliati alla “Edmund Burke” e alla “Three Eyes”», annota Patrizia Scanu). Il volume «concluse un lungo periodo di attività e di elaborazione di strategie da parte di numerose Ur-Lodges neoaristocratiche», iniziato negli anni 1967-68 con la fondazione della potente “Three Eyes”. «Fu il manifesto pubblico e propagandistico con il quale si voleva attirare il consenso dei massoni moderati», raccontando che la “crisi della democrazia” era dovuta – tu guarda – a un “eccesso di democrazia”. Troppi diritti, troppa uguaglianza, troppa partecipazione da parte dei cittadini. Il saggio «sosteneva l’importanza dell’apatia delle masse verso la politica, da raggiungere mediante il consumismo e il disgusto verso la corruzione». Al tempo stesso, «proponeva la ricetta per riportare il governo saldamente nelle mani di un’élite, trasformando la democrazia in oligarchia». Questo era il progetto: svuotare di contenuto la democrazia, usando – come strumento – la diffusione del “credo” neoliberista.

Un’epidemia, riassume Patrizia Scanu, diffusasi a macchia d’olio sulle due sponde dell’Atlantico: nel 1978 fu creata la super-segreta “White Eagle” «per portare Margaret Thatcher al governo nel Regno Unito e Ronald Reagan negli Usa». Poi, a ruota, sempre alla “White Eagle” furono affiliati gli italiani Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta, «che nel 1981 furono gli artefici del primo clamoroso passo verso la liquidazione dell’Italia come potenza economica, attraverso la mai abbastanza vituperata separazione fra Banca d’Italia e Tesoro, che privò il nostro paese della sovranità monetaria, rendendoci schiavi delle banche private». Una svolta sciagurata, «che avviò la perversa spirale del debito». Lo documenta in modo perfetto l’economista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt: «Alla fine degli anni ‘80, la vera partita dietro le quinte è la liquidazione definitiva dell’Italia come competitor strategico». Ciampi, Andreatta e De Mita avevano un obiettivo preciso: «Cedere la sovranità nazionale, pur di sottrarre potere a quella che consideravano la classe politica più corrotta d’Europa». Col divorzio tra Bankitalia e Tesoro, per la prima volta il paese si trovò in crisi finanziaria: prima, infatti, era la Banca d’Italia a fare da “prestatrice di ultima istanza” comprando titoli di Stato e, di fatto, emettendo moneta destinata all’investimento pubblico.

Chiuso il rubinetto della lira, la situazione precipitò: con l’impennarsi degli interessi (da pagare a quel punto ai nuovi “investitori” privati) il debito pubblico esplose, letteralmente, fino a superare il Pil. Non era un “problema”, un infortunio. Al contrario: era esattamente l’obiettivo voluto. Cioè: «Mettere in crisi lo Stato, disabilitando la sua funzione strategica di spesa pubblica a costo zero per i cittadini, a favore dell’industria e dell’occupazione». Degli investimenti pubblici da colpire, ricorda Galloni, «la componente più importante era sicuramente quella riguardante le partecipazioni statali, l’energia e i trasporti, dove l’Italia stava primeggiando a livello mondiale». Tutti d’accordo, ai vertici dell’élite neoliberale: al piano anti-italiano, sottolinea Patrizia Scanu, partecipò anche la grande industria privata, a partire dalla Fiat, che di colpo smise di investire nella produzione delle auto e preferì comprare titoli di Stato: da quando la Banca d’Italia non li acquistava più, i tassi erano saliti alle stelle. Amputando lo Stato, la finanza pubblica si era trasformata in un ghiottissimo business privato. Du così che, di colpo, l’industria passò in secondo piano: da lì in poi, sarebbe dovuta “costare” il meno possibile.

«In quegli anni – riassume Galloni – la Confindustria era solo presa dall’idea di introdurre forme di flessibilizzazione sempre più forti, che poi avrebbero prodotto la precarizzazione». Aumentare i profitti: «Una visione poco profonda di quello che è lo sviluppo industriale». Risultato: «Perdita di valore delle imprese, perché le imprese acquistano valore se hanno prospettive di profitto». Dati che parlano da soli. E spiegano tutto: «Negli anni ’80 – racconta ancora Galloni – feci una ricerca che dimostrava che i 50 gruppi più importanti pubblici e i 50 gruppi più importanti privati facevano la stessa politica, cioè investivano la metà dei loro profitti non in attività produttive ma nell’acquisto di titoli di Stato, per la semplice ragione che i titoli di Stato italiani rendevano tantissimo. E quindi si guadagnava di più facendo investimenti finanziari, invece che facendo investimenti produttivi. Questo è stato l’inizio della nostra deindustrializzazione». Avevano fatto un ottimo “lavoro”, i nostri Ciampi e Andreatta, manovrati dalla “White Eagle” reaganiana e thatchriana, avanguardia dell’élite occulta che, in capo a un decennio, avrebbe poi licenziato – usando Mani Pulite – i “ladri” della Prima Repubblica, per prendersi l’Italia in blocco, lasciando lo Stato in bolletta e i cittadini in mutande.

E’ abbastanza deprimente, scrive Patrizia Scanu, scoprire – oggi – che i campioni delle storiche privatizzazioni degli anni ‘90 erano, tutti, massoni neoaristocratici. Le famigerate e scandalose dismissioni e privatizzazioni all’italiana furono supervisionate dalla regia del massone neoaristocratico Mario Draghi, «affiliato alle Ur-Lodges “Pan-Europa”, “Edmund Burke” e in seguito anche alla “Three Eyes”, alla “Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum” e alla “White Eagle”». Draghi agiva in qualità di direttore generale del ministero del Tesoro, carica-chiave che rivestì dal 12 aprile 1991 al 23 novembre 2001. Quelle privatizzazioni selvagge furono quindi inaugurate «per conto terzi» sotto il primo governo di Giuliano Amato (1992-93), poi proseguite dal governo Ciampi (1993-94), dal primo governo Berlusconi (1994-95), quindi dal governo di Lamberto Dini (1995-96), dal primo esecutivo guidato da Romano Prodi (1996-98), infine dal governo D’Alema (1998-2000) e poi dal secondo governo Amato (2000-2001). «L’immarcescibile e granitico Mario Draghi – scrive Magaldi – diresse le operazioni ininterrottamente per un decennio, mentre a Palazzo Chigi si avvicendavano ministri e premier del tutto compiacenti (da destra, centro e sinistra) al piano di doloso smembramento e immotivata (sul piano dell’interesse pubblico) svendita a potentati privati di beni e aziende di proprietà del popolo sovrano».

Tutto cominciò nel 1992. Vogliamo ricordare che cosa fu privatizzato? Lo illustra Francesco Amodeo su “Scenari Economici”. Il ‘92, scrive Amodeo, «è l’anno in cui in soli 7 giorni cambia il sistema monetario italiano, che viene sottratto dal controllo del governo e messo nelle mani della finanza speculativa». Per farlo «vengono privatizzati gli istituti di credito e gli enti pubblici, compresi quelli azionisti della Banca d’Italia». Sempre il ‘92, è l’anno in cui «viene impedito al ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (il costo del denaro alla sua emissione), che viene quindi ceduto a privati». Non solo: «È l’anno della firma del Trattato di Maastricht e dell’adesione ai vincoli europei. In pratica è l’anno in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del Cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità». A continuare il suo lavoro di smembramento delle aziende di Stato «ci penserà Massimo D’Alema, che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno, così, assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale. Una operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno». Se invece di “cartello finanziario internazionale” leggiamo, con Magaldi, “massoneria aristocratica sovranazionale” – avverte Patrizia Scanu – capiamo di colpo il nesso chiarissimo che tiene insieme privatizzazioni, neoliberismo e cessione di sovranità monetaria: prima con la separazione fra Tesoro e banca centrale e poi con il sistema dell’euro. Non manca il legante politico: il Trattato di Maastricht è un capolavoro neoliberista. Risultato voluto e puntualmente ottenuto: deindustrializzazione, crisi della democrazia e del welfare. Cervello dell’operazione? Loro, le Ur-Lodges neoaristocratiche. «Soprattutto, appare chiaro che l’Europa dei tecnocrati e dell’euro, che fu realizzata da Maastricht in poi, lontanissima dall’Europa dei popoli vagheggiata da Altiero Spinelli, era stata progettata fin dall’immediato dopoguerra (dai massoni neoaristocratici Richard Coudenhove-Kalergi e Jean Monnet) per portare al potere un’élite economico-finanziaria a danno delle democrazie europee». Il neoliberismo, sottolinea Patrizia Scanu, era un’ideologia costruita appositamente per questo fine, «cioè per travasare ricchezza dai poveri ai ricchi e asservire gli Stati alle banche private mediante il debito, secondo il più tradizionale sistema imperialista, tenendo buone le masse con la favoletta del debito pubblico, della crisi, dei vincoli europei, del rapporto deficit-Pil, dell’austerity e infine dello spread».

Micidiale, la “teologia” neoliberista: basata su dogmi di cartapesta, ma perfettamente funzionale al piano di restaurazione oligarchica. «Fu diffusa capillarmente finanziando università, centri di ricerche, think-tank, per soppiantare il “capitalismo dal volto umano” e dei diritti sociali che era stato delineato da Keynes e che vedeva come scopo delle politiche economiche la piena occupazione e il sostegno alla domanda interna». Mentre esalta a parole il libero mercato e lo “Stato minimo”, l’ideologia neoliberista «lavora per costruire monopoli, rendite di posizione, consorterie di privati che si arricchiscono a spese della collettività e assurdi vincoli all’espansione economica, come il pareggio di bilancio». Una sua caratteristica? «La continua confusione di pubblico e privato, con le “sliding doors” fra cariche istituzionali e incarichi privati e con i complessi conflitti di interesse». Ogni paese applica la ricetta a modo suo, ma con lo stesso risultato: «Disuguaglianze, povertà, disoccupazione, compressione dei diritti e insicurezza». Non sono “effetti collaterali” del neoliberismo, applicato alle politiche degli Stati: sono il loro vero obiettivo. «Per conseguirlo, occorre comunque la complicità dei governanti locali, che restano quindi i veri responsabili di questo scempio criminale».

Una controrivoluzione inesorabile, catastrofica: il progetto è continuato anno dopo anno, con lo smantellamento pezzo a pezzo del welfare e delle tutele del lavoro, del settore pubblico, della scuola, della classe media, «per culminare con il governo Monti nel 2011 e con quel terribile tradimento bipartisan del popolo italiano (votato dal Pd di Bersani e dal centrodestra di Berlusconi, sotto lo sguardo vigile di Giorgio Napolitano, massone neoaristocratico affiliato alla “Three Eyes”), che fu l’introduzione dell’equilibrio di bilancio (supremo dogma neoliberista) nella Costituzione, che ci condanna per sempre al dissanguamento economico, almeno finché non verrà rimosso». Fu allora che Monti (anche lui, dice Magaldi, massone affiliato a una Ur-Lodge, la “Babel Tower”) si disse soddisfatto per aver distrutto la domanda interna. L’eterno supervisore, Mario Draghi – ormai seduto sulla poltronissima della Bce – osservò che tutto stava andando per il meglio: l’inaudito piano di sequestro della sovranità nazionale dei paesi europei a beneficio delle potentissime lobby finanziarie di Bruxelles procedeva a tappe forzate. Prima mossa: dare ossigeno alle banche ma non alle aziende, per indebolire l’Europa del Sud. Seconda: impedire agli Stati, attraverso il Fiscal Compact, di spendere a deficit per i propri cittadini, rilanciando l’occupazione. Obiettivo finale, testualmente: «Riforme strutturali per liberalizzare il settore dei beni e dei servizi e rendere il mercato del lavoro più flessibile».

L’unica soluzione? Privatizzazione quel che ancora c’èra da razziare. Il declassamento dello Stato, secondo l’uomo che la Germania ha voluto alla guida della Bce, avrebbe assicurato più «equità» al sistema, aprendo spazi meno precari ai giovani attualmente privi di garanzie: per Draghi, la causa della disoccupazione non è stata la crisi mondiale della crescita, ma l’eccesso di tranquillità di chi invece il posto fisso ce l’ha (e se lo tiene stretto). Tutto da rifare: «Il modello sociale europeo è oggi superato», disse il super-banchiere di Francoforte. In una intervista al “Wall Street Journal”, l’ex dirigente strategico della Goldman Sachs gettò alle ortiche oltre mezzo secolo di “pax europea”, cresciuta al riparo del miglior sistema mondiale di welfare. D’ora in poi, ciascuno avrebbe dovuto lottare duramente, per sopravvivere, perché gli Stati – in via di smantellamento, neutralizzati con l’adozione della moneta unica da prendere in prestito a caro prezzo dalla Bce – non avrebbero più potuto garantire protezioni sociali: attraverso il Fiscal Compact, i bilanci sarebbero stati prima validati a Bruxelles e, dal 2013 in poi, nessuno Stato europeo avrebbe più potuto investire un euro per i propri cittadini, al di là della copertura del gettito fiscale.

«Occorre dunque andare a fondo e guardare dietro la superficie per comprendere chi ci ha derubati della nostra ricchezza, chi ha tradito la Costituzione e ha svenduto la nostra vita e il nostro paese per arricchire un’élite spietata e immeritevole», conclude Patrizia Scanu. «Sarà la storia a giudicare questa sciagurata operazione di rapina ai danni di tutti noi, perpetrata sotto il nostro naso e sotto tutte le bandiere politiche, mentre i mass media compiacenti ci parlavano d’altro». Ora è il momento di aprire gli occhi: «La tragedia di Genova è un terribile monito per tutti noi», scrive la segretaria del Movimento Roosevelt: «O ci riprendiamo diritti, democraziae sovranità, oppure saremo schiavi per sempre». Non ci credete? Seguite i soldi: «Le incredibili concentrazioni di ricchezza e di potere che esistono adesso, ai livelli più alti del capitalismo, non si vedevano dagli anni Venti. Il flusso dei tributi verso i maggiori centri finanziari del mondo è stato stupefacente». Quello che però è ancora più stupefacente, aggiunge Scanu, è l’abitudine a trattare tutto questo come un semplice – e magari in qualche caso deprecabile – “effetto collaterale” della neoliberalizzazione. «La sola idea che questo aspetto possa invece costituire proprio l’elemento sostanziale a cui puntava la neoliberalizzazione fin dall’inizio – la sola idea che esista questa possibilità – appare inaccettabile».

Certo, il neoliberismo «ha dato prova di molto talento presentandosi con una maschera di benevolenza, con parole altisonanti come libertà, indipendenza, scelte e diritti, nascondendo le amare realtà della restaurazione del puro e semplice potere di classe, a livello locale oltre che transnazionale, ma in particolare nei principali centri finanziari del capitalismo globale», afferma David Harvey. Ma, appunto, dire “neoliberismo” non basta, così come non bastano le espressioni élite, oligarchia, vero potere. Qui ci sono anche nomi e cognomi: quelli del gotha supermassonico reazionario. «Leggendo il libro di Magaldi, si possono trovare i nomi di tutti i politici italiani e stranieri coinvolti nella distruzione della democrazia in Europa». Così, chiosa Patrizia Scanu, «può esserci più chiaro quali responsabilità abbiano i rappresentanti del popolo (di destra, di centro e di sinistra) che abbiamo votato, ignari e in buona fede, per tanti anni». Ma possibile che Magaldi non sia stato querelato da nessuno? Assolutamente sì: lo rivela l’autore stesso. La “congiura del silenzio” è proseguita anche in Parlamento, dove la senatrice Laura Bottrici (M5S) ha inutilmente citato il libro di Magaldi, il 12 gennaio 2015. «La senatrice chiedeva conto a Giorgio Napolitano della sua affiliazione alla massoneria internazionale. Il che vorrà ben dire qualcosa…».

Buona fortuna, Italia!


 

E’ un vero attacco quotidiano

a chi vuole cambiare sia l’Italia,

sia questa Europa - La Corte di giustizia

UE archivia la richiesta del pregiudicato - Urge cancellare queste leggi!

 

Finché questo governo non cancellerà tutte le leggi che il condannato si fece approvare durante la sua azione di governo, l’Italia non sarà mai ripulita a fondo dalle ignobili differenze rese famose dal marchese del grillo…

 

http://www.libertaegiustizia.it/wp-content/uploads/2010/12/02stern_berlusconi-300x216.jpgCredo non ci siano tanti giri di parole per condividere lo sdegno che aleggia fra i cittadini tutti quando si pensa agli sfracelli giuridici che da oltre 30 anni hanno sconvolto la certezza del diritto per i cosiddetti potenti, oggi gentaglia ridicola e pur sempre in libertà nonostante tutto.

Ecco, tanto per ricordare agli eventuali smemorati che ancora seguono, a dire il vero pochi, l’ex cav., nonché condannato definitivamente per frode fiscale nei confronti dello Stato, cioè, di noi tutti!

Ecco i più significati provvedimenti ad personam varati dal 1994, cioè dall’entrata in politica di Silvio Berlusconi, contando soltanto quelli di cui si sono giovati personalmente il premier o una delle sue aziende.

Decreto Biondi (1994). Approvato il 13 luglio 1994 dal governo Berlusconi I, vieta la custodia cautelare in carcere (trasformata al massimo in arresti domiciliari) per i reati contro la Pubblica amministrazione e quelli finanziari, comprese la corruzione e la concussione, proprio mentre alcuni ufficiali della Guardia di Finanza confessano di essere stati corrotti da quattro società del gruppo Fininvest (Mediolanum, Videotime, Mondadori e Tele+) e sono pronte le richieste di arresto per i manager che hanno pagato le tangenti. Il decreto impedisce cioè di arrestare i responsabili e provoca la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 sono colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Pier Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina). Il pool di Milano si autoscioglie. Le proteste di piazza contro il “Salvaladri” inducono la Lega e An a ritirare il consenso al decreto e a costringere Berlusconi a lasciarlo decadere in Parlamento per manifesta incostituzionalità. Subito dopo vengono arrestati Paolo Berlusconi, il capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e il consulente del gruppo Massimo Maria Berruti, accusato di aver depistato le indagini subito dopo un colloquio con Berlusconi.

Legge Tremonti (1994). Il decreto n.357 approvato dal Berlusconi I il 10 giugno 1994 detassa del 50% gli utili reinvestiti dalle imprese, purchè riguardino l’acquisto di “beni strumentali nuovi”.La neonata società Mediaset (che contiene le tv Fininvest scorporate dal resto del gruppo in vista della quotazione in Borsa) utilizza la legge per risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per film d’annata: che non sono beni strumentali, ma immateriali, e non sono nuovi, ma vecchi. A sanare l’illegalità interviene il 27 ottobre 1994 una circolare “interpretativa” Tremonti che fa dire alla legge Tremonti il contrario di ciò che diceva, estendendo il concetto di beni strumentali a quelli immateriali e il concetto di beni nuovi a quelli vecchi già usati all’estero.

Legge Maccanico (1997). In base alla sentenza della Consulta del 7 dicembre 1994, la legge Mammì che consente alla Fininvest di possedere tre reti tv sull’analogico terrestre è incostituzionale: la terza, presumibilmente Rete4, dev’essere spenta ed eventualmente passare sul satellite, entro il 28 agosto 1996. Ma il ministro delle Poste e telecomunicazioni del governo Prodi I, Antonio Maccanico, concede una proroga fino al 31 dicembre 1996 in attesa della legge “di sistema”. A fine anno, nulla di fatto per la riforma e nuova proroga di altri sei mesi. Il 24 luglio 1997, ecco finalmente la legge Maccanico: gli editori di tv, come stabilito dalla Consulta, non potranno detenere più del 20% delle frequenze nazionali disponibili, dunque una rete Mediaset è di troppo. Ma a far rispettare il tetto dovrà provvedere la nuova Authority per le comunicazioni (Agcom), che potrà entrare in azione solo quando esisterà in Italia “un congruo sviluppo dell’utenza dei programmi televisivi via satellite o via cavo”. Che significhi “congruo sviluppo” nessuno lo sa, così Rete4 potrà seguitare a trasmettere sine die in barba alla Consulta.

D’Alema salva-Rete4 (1999). La neonata Agcom si mette all’opera solo nel 1998, presenta il nuovo piano per le frequenze tv e bandisce la gara per rilasciare le 8 concessioni televisive nazionali. Rete4, essendo “eccedente” rispetto alla Maccanico, perde la concessione; al suo posto la vince Europa7 di Francesco Di Stefano. Ma il governo D’Alema, nel 1999, concede a Rete4 una “abilitazione provvisoria” a seguitare a trasmettere senza concessione, così per dieci anni Europa7 si vedrà negare le frequenze a cui ha diritto per legge.

Gip-Gup (1999). Berlusconi e Previti, imputati per corruzione di giudici romani (processi Mondadori, Sme-Ariosto e Imi-Sir), vogliono liberarsi del gip milanese Alessandro Rossa-to, che ha firmato gli arresti dei magistrati corrotti e degli avvocati Fininvest Pacifico e Acampora, ma ha pure disposto l’arresto di Previti (arresto bloccato dalla Camera, a maggioranza Ulivo). Ora spetta a Rossato, in veste di Gup, condurre le udienze preliminari dei tre processi e decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Milano. Udienze che iniziano nel 1999. Su proposta dell’on. avv. Guido Calvi, legale di Massimo D’Alema, il centrosinistra approva una legge che rende incompatibile la figura del gip con quella del gup: il giudice che ha seguito le indagini preliminari non potrà più seguire l’udienza preliminare e dovrà passarla a un collega, che ovviamente non conosce la carte e perderà un sacco di tempo. Così le udienze preliminari Imi-Sir e Sme, già iniziate dinanzi a Rossato, proseguono sotto la sua gestione e si chiuderanno a fine anno con i rinvii a giudizio degli imputati. Invece quella per Mondadori, non ancora iniziata, passa subito a un altro giudice, Rosario Lupo, che proscioglie tutti gli imputati per insufficienza di prove (poi, su ricorso della Procura, la Corte d’appello li rinvierà a giudizio tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi, dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche).

Rogatorie (2001). Nel 2001 Berlusconi torna a Palazzo Chigi e fa subito approvare una legge che cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C. Da mesi i legali suoi e di Previti chiedono al tribunale di Milano di cestinare quei bonifici bancari svizzeri perché mancano i numeri di pagina, o perché si tratta di fotocopie senza timbro di conformità,o perché sono stati inoltrati direttamente dai giudici elvetici a quelli italiani senza passare per il ministero della Giustizia. Il Tribunale ha sempre respinto quelle istanze. Che ora diventano legge dello Stato. Con la scusa di ratificare la convenzione italo-svizzera del 1998 per la reciproca assistenza giudiziaria (dimenticata dal centrosinistra per tre anni), il 3 ottobre 2001 la Cdl vara la legge 367 che stabilisce l’inutilizzabilità di tutti gli atti trasmessi da giudici stranieri che non siano “in originale” o “autenticati” con apposito timbro, che siano giunti via fax, o via mail o brevi manu o in fotocopia o con qualche vizio di forma. Anche se l’imputato non ha mai eccepito sulla loro autenticità, vanno cestinati. Poi, per fortuna, i tribunali scoprono che la legge contraddice tutte le convenzioni internazionali ratificate dall’Italia e tutte le prassi seguite da decenni in tutta Europa. E, siccome quelle prevalgono sulle leggi nazionali, disapplicano la legge sulle rogatorie, che resterà lettera morta.

Falso in bilancio (2002). Siccome Berlusconi ha cinque processi in corso per falso in bilancio, il 28 settembre 2001 la sua maggioranza approva la legge-delega numero 61 che incarica il governo di riformare i reati societari. Il che avverrà all’inizio del 2002 con i decreti delegati che: abbassano le pene da 5 a 4 anni per le società quotate e addirittura a 3 per le non quotate (prescrizione più breve, massimo 7 anni e mezzo per le quotate e 4 e mezzo per le non quotate; e niente più custodia cautelare né intercettazioni); rendono il falso per le non quotate perseguibile solo a querela del socio o del creditore; depenalizzano alcune fattispecie di reato (come il falso nel bilancio presentato alle banche); fissano amplissime soglie di non punibilità (per essere reato, il falso in bilancio dovrà superare il 5% del risultato d’esercizio, l’1% del patrimonio netto, il 10% delle valutazioni. Così tutti i processi al Cavaliere per falso in bilancio vengono cancellati: o perché manca la querela dell’azionista (B. non ha denunciato B.), o perché i falsi non superano le soglie (“il fatto non è più previsto dalla legge come reato), o perché il reato è ormai estinto grazie alla nuova prescrizione-lampo.

Mandato di cattura europeo (2001). Unico fra quelli dell’Unione europea, il governo Berlusconi II rifiuta di ratificare il “mandato di cattura europeo”, ma solo relativamente ai reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione . Secondo “Newsweek”, Berlusconi “teme di essere arrestato dai giudici spagnoli” per l’inchiesta su Telecinco. L’Italia otterrà di poter recepire la norma comunitaria soltanto dal 2004.

Il governo sposta il giudice (2001). Il 31 dicembre, mentre gli italiani festeggiano il Capodanno, il ministro della Giustizia Roberto Castelli, su richiesta dei difensori di Previti, nega contro ogni prassi la proroga in Tribunale al giudice Guido Brambilla, membro del collegio che conduce il processo Sme-Ariosto, e dispone la sua “immediata presa di possesso” presso il Tribunale di sorveglianza dov’è stato trasferito da qualche mese, senza poter completare i dibattimenti già avviati. Così il processo Sme dovrebbe ripartire da zero dinanzi a un nuovo collegio. Ma poi interviene il presidente della Corte d’appello con una nuova “applicazione” di Brambilla in Tribunale fino a fine anno.

Cirami (2002). I difensori di Previti e Berlusconi chiedono alla Cassazione di spostare i loro processi a Brescia perché, sostengono, a Milano l’intero Tribunale è viziato da inguaribile prevenzione contro di loro. E, per oliare meglio il meccanismo, reintroducono il vecchio concetto di “legittima suspicione” per motivi di ordine pubblico, vigente un tempo, quando i processi scomodi traslocavano nei “porti delle nebbie” per riposarvi in pace. E’ la legge Ci-rami n. 248, approvata definitivamente il 5 novembre 2002. Ma nemmeno questa funziona: la Cassazione, nel gennaio 2003, respinge la richiesta di trasloco: il Tribunale di Milano è sereno e imparziale.

Lodo Maccanico-Schifani (2003). Le sentenze Sme e Mondadori si avvicinano. Su proposta del senatore della Margherita Antonio Maccanico, il 18 giugno 2003 la Cdl approva la legge 140, primo firmatario Renato Schifani, che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del senato, del Consiglio e della Corte costituzionale. I processi a Berlusconi si bloccano in attesa che la Consulta esamini le eccezioni di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Milano. E ripartono nel gennaio 2004, quando la Corte boccia il “lodo”.

Ex Cirielli (2005). Il 29 novembre 2005 la Cdl vara la legge ex Cirielli (misconosciuta dal suo stesso proponente), che riduce la prescrizione per gli in-censurati e trasforma in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni (Previti ha appena compiuto 70 anni, Berlusconi sta per compierli). La legge porta i reati prescritti da 100 a 150 mila all’anno, decima i capi di imputazione del processo Mediaset (la frode fiscale passa da 15 a 7 anni e mezzo) e annienta il processo Mills (la corruzione anche giudiziaria si prescrive non più in 15, ma in 10 anni).

Condono fiscale (2002). La legge finanziaria 2003 varata nel dicembre 2002 contiene il condono tombale. Berlusconi giura che non ne faranno uso né lui né le sue aziende. Invece Mediaset ne approfitta subito per sanare le evasioni di 197 milioni di euro contestate dall’Agenzia delle entrate pagandone appena 35. Anche Berlusconi usa il condono per cancellare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano.

Condono per i coimputati (2003). Col decreto 143 del 24 giugno 2003, presunta “interpretazione autentica” del condono, il governo ci infila anche coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta. Cioè il governo Berlusconi salva anche i 9 coimputati del premier, accusati nel processo Mediaset di averlo aiutato a evadere con fatture false o gonfiate.

Pecorella (2006). Salvato dalla prescrizione nel processo Sme, grazie alle attenuanti generiche, Berlusconi teme che in appello gli vengano revocate, con conseguente condanna. Così il suo avvocato Gaetano Pecorella, presidente della commissione Giustizia della Camera, fa approvare nel dicembre 2005 la legge che abolisce l’appello, ma solo quando lo interpone il pm contro assoluzioni o prescrizioni. In caso di condanna in primo grado, invece, l’imputato potrà ancora appellare. Il presidente Ciampi respinge la Pecorella in quanto incostituzionale. Berlusconi allunga di un mese la scadenza della legislatura per ripresentarla uguale e la fa riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006. Ciampi stavolta è costretto a firmarla. Ma poi la Consulta la boccia in quanto incostituzionale.

Frattini (2002). Il 28 febbraio 2002 la Cdl approva la legge Frattini sul conflitto d’interessi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle. Unica conseguenza per il premier:deve lasciare la presidenza del Milan.

Gasparri-1 (2003). In base alla nuova sentenza della Consulta del 2002, entro il 31 dicembre 2003 Rete4 deve essere spenta e passare sul satellite. Il 5 dicembre la Cdl approva la legge Gasparri sulle tv: Rete4 può seguitare a trasmettere “ancorché priva di titolo abilitativo”, cioè anche se non ha più la concessione dal 1999; il tetto antitrust del 20% sul totale delle reti non va più calcolato sulle 10 emittenti nazionali, ma su 15 (compresa Telemarket). Dunque Mediaset può tenersi le sue tre tv. Quanto al tetto pubblicitario del 20%, viene addirittura alzato grazie al trucco del “Sic”, che include un panel talmente ampio di situazioni da sfiorare l’infinito. Confalonieri calcola che Mediaset potrà espandere i ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno. Ma il 16 dicembre Ciampi rispedisce la legge al mittente: è incostituzionale.

Berlusconi salva-Rete4 (2003). Mancano due settimane allo spegnimento di Rete4. Alla vigilia di Natale, Berlusconi firma un decreto salva-Rete4 (n.352) che concede alla sua tv l’ennesima proroga semestrale, in attesa della nuova Gasparri.

Gasparri-2 (2004). La nuova legge approvata il 29 aprile 2004, molto simile a quella bocciata dal Quirinale, assicura che Rete4 non sfora il tetto antitrust perché entro il 30 aprile il 50% degli italiani capteranno il segnale del digitale terrestre, che garantirà loro centinaia di nuovi canali. Poi però si scopre che, a quella data, solo il 18% della popolazione riceve il segnale digitale. Ma poi l’Agcom dà un’interpretazione estensiva della norma: basta che in un certo luogo arrivi il segnale digitale di una sola emittente, per considerare quel luogo totalmente digitalizzato. Rete4 è salva, Europa 7 è ancora senza frequenze.

Decoder di Stato (2004). Per gonfiare l’area del digitale, la finanziaria per il 2005 varata nel dicembre 2004 prevede un contributo pubblico di 150 euro nel 2004 e di 70 nel 2005 per chi acquista il decoder per la nuova tecnologia televisiva. Fra i principali distributori di decoder c’è Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, titolare di Solaris (che commercializza decoder Amstrad).

Salva-decoder (2003). Il digitale terrestre è un affarone per Mediaset, che vi trasmette partite di calcio a pagamento, ma teme il mercato nero delle tessere taroccate: prontamente, il 15 gennaio 2003, il governo che ha depenalizzato il falso in bilancio porta fino a 3 anni con 30 milioni di multa la pena massima per smart card fasulle per le pay tv.

Salva-Milan (2002). Col decreto 282/2002, convertito in legge il 18 febbraio, il governo Berlusconi consente alle società di calcio, quasi tutte indebitatissime, di ammortizzare sui bilanci 2002 e spalmare nei dieci anni successivi la svalutazione dei cartellini dei giocatori. Il Milan risparmia 242 milioni di euro.

Salva-diritti tv (2006). Forza Italia blocca il ddl, appoggiato da tutti gli altri partiti di destra e di sinistra, per modificare il sistema di vendita dei diritti tv del calcio in senso “collettivo” per non penalizzare le società minori privilegiando le maggiori. Il sistema resta dunque “soggettivo” , a tutto vantaggio dei maggiori club: Juventus, Inter e naturalmente Milan.

Tassa di successione (2001). Il 28 giugno 2001 il governo Berlusconi abolisce la tassa di successione per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dall’Ulivo). Per combinazione, il premier ha cinque figli e beni stimati in 25mila miliardi di lire.

Autoriduzione fiscale (2004). Nel 2003, secondo “Forbes”, Berlusconi è il 45° uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 5,9 miliardi di dollari. Nel 2005 balza al 25° posto con 12 miliardi. Così, quando a fine 2004 il suo governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, “L’espresso” calcola che Berlusconi risparmierà 764.154 euro all’anno.

Plusvalenze esentasse (2003). Nel 2003 Tremonti vara una riforma fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione. La riforma viene subito utilizzata dal premier nell’aprile 2005 quando cede il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di tasse.Villa abusiva con condono (2004). Il 6 maggio 2004, mentre «La Nuova Sardegna» svela gli abusi edilizi a Villa Certosa, Berlusconi fa approvare due decreti. Il primo stabilisce l’approvazione del piano nazionale anti-terrorismo e contiene anche un piano (segretato) per la sicurezza di Villa La Certosa. Il secondo individua la residenza di Berlusconi in Sardegna come «sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la continuità dell’azione di governo». Ed estende il beneficio anche a tutte le altre residenze del premier e famiglia sparse per l’Italia. Così si bloccano le indagini sugli abusi edilizi nella sua villa in Costa Smeralda. Poi nel 2005 il ministro dell’Interno Pisanu toglie il segreto. Ma ormai è tardi. La legge n. 208 del 2004, varata in tutta fretta dal governo Berlusconi, estende il condono edilizio del 2003 anche alle zone pro-tette: come quella in cui sorge la sua villa. Prontamente la Idra Immobiliare, proprietaria delle residenze private del Cavaliere, presenta dieci diverse richieste di condono edilizio. E riesce a sanare tutto per la modica cifra di 300mila euro. Nel 2008 il Tribunale di Tempio Pausania chiude il procedimento per gli abusi edilizi perchè in gran parte condonati grazie a un decreto voluto dal mero proprietario della villa.

Ad Mediolanum (2005). Nonostante le resistenze del ministro del Welfare, Roberto Maroni, Forza Italia impone una serie di norme favorevoli alle compagnie assicurative nella riforma della previdenza integrativa e complementare (dl 252/2005), fra cui lo spostamento di 14 miliardi di euro verso le assicurazioni, alcune norme che forniscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (a beneficio anche di Mediolanum, di proprietà di Berlusconi e Doris) e soprattutto lo slittamento della normativa al 2008 per assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori (di cui Mediolanum è una delle capofila). Intanto, nel gennaio del 2004, le Poste Italiane con un appalto senza gara hanno concesso a Mediolanum l’utilizzo dei 16mila sportelli postali sparsi in tutta Italia.

Ad Mondadori-1 (2005). Il 9 giugno 2005 il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti stipula un accordo con le Poste Spa per il servizio «Postescuola»: consegna e ordinazione – per telefono e on line – dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria. Le case editrici non consegneranno i loro volumi direttamente, ma tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi. L’Antitrust esamina il caso, ma pur accertando l’indubbio vantaggio per le casse Mondadori, non può censurare l’iniziativa perché a firmare l’accordo non è stato il premier, ma la Moratti.

Ad Mondadori-2 (2005). L’8 febbraio 2005 scatta l’operazione “E-book”, per il cui avvio il governo stanzia 3 milioni. E a chi affidano la sperimentazione i ministri Moratti (Istruzione) e Stanca (Innovazione)? A Monda-dori e Ibm: la prima è di Berlusconi, la seconda ha avuto come vicepresidente Stanca fino al 2001.

Indulto (2006). Nel luglio 2006 centrosinistra e centrodestra approvano l’indulto Mastella (contrari Idv, An, Lega, astenuto il Pdci): 3 anni di sconto di pena a chi ha commesso reati prima del 2 maggio di quell’anno. Lo sconto vale anche per i reati contro la Pubblica amministrazione (che sul sovraffollamento della carceri non incidono per nulla), compresa la corruzione giudiziaria, altrimenti Previti resterebbe agli arresti domiciliari. Una nuova legge ad personam che regala anche al Cavaliere un “bonus” di tre anni da spendere nel caso in cui fosse condannato in via definitiva.

Lodo Alfano (2008). Nel luglio 2008, alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi-Mills, il Pdl tornato al governo approva il lodo Alfano che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà anche quello in quanto incostituzionale.

Più Iva per Sky (2008). Il 28 novembre 2008 il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.

Meno spot per Sky (2009). Il 17 dicembre 2009 il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot.

Più azioni proprie (2009). La maggioranza aumento dal 10 al 20% la quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La norma viene subito utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

Ad listam (2010). Visto che le liste del Pdl sono state presentate fuori tempo massimo nel Lazio e senza timbri di autenticazione a Milano, il governo vara un decreto “interpretativo” che stravolge la legge elettorale, sanando ex post le illegalità commesse per costringere il Tar a riammetterle. Ma non si accorge che, nel Lazio, la legge elettorale è regionale e non può essere modificata da un decreto del governo centrale. Così il Tar ribadisce che la lista è fuorilegge, dunque esclusa.

Illegittimo impedimento (2010). Non sapendo più come bloccare i processi Mediaset e Mills, Berlusconi fa approvare il 10 marzo 2010 una legge che rende automatico il “legittimo impedimento” a comparire nelle udienze per sé stesso e per i suoi ministri, il tutto per una durata di 6 mesi, prorogabili fino a 18. Basterà una certificazione della Presidenza del Consiglio e i giudici dovranno fermarsi, senza poter controllare se l’impedimento sia effettivo e legittimo. Il tutto in attesa della soluzione finale, cioè delle nuove leggi ad personam che porteranno il totale a quota 40: “processo breve”, anti-intercettazioni e lodo Alfano-bis costituzionale. Cioè incostituzionale.

La legge contro Veronica (2011). Si tratta della modifica della norma sulla quota legittima che regola la gestione delle eredità, inserita nel decreto sviluppo. La misura voluta da Berlusconi, e non ancora approvata, prevede, che la metà della quota di 2/3 destinata ai figli dovrà essere divisa in parti uguali e l’altra metà potrà invece essere destinata dal genitore a uno o più figli a scelta. L’obiettivo del Cavaliere è quello di evitare che, ripartendo in quote uguali le azioni Fininvest tra Barbara, Eleonora e Luigi, pargoli di Veronica, questi possano unirsi e mettere in minoranza Marina e Piersilvio.


 

Tutti, Europa in testa, bocciano la manovra del governo gialloverde anche se nel recente passato altri premier hanno fatto altrettanto!  E’ un attacco ignobile a un governo del popolo, M5S-Lega, che dà fastidio?

 

Continuano le schermaglie a tutti i livelli affinché sia lo spread a piegare gli italiani, come recentemente auspicava Moscovici, e che però non ha mai avuto picchi preoccupanti. Un’Europa con a capo, un giorno sì e l’altro pure, un signore a cui piace molto bere e che fra pochi mesi subirà, a nostro parere, una sconfitta sonora sia sotto il profilo politico, sia per la sua stessa esistenza

 

Tutti insieme appassionatamente a denigrare il governo italiano che ha abbandonato le vecchie logiche, in fatto di finanziarie, per osare, per cambiare il tipo di sviluppo fin qui seguito e che ci hanno portato allo sfracello economico e sociale grazie ai passati “fenomeni” di baracconi di cui pubblichiamo una foto eloquente (fonte Il Fatto Quotidiano), con persone e numeri non contestabili da nessuno.

Questi i signori che, spalleggiati (e in qualche caso membri), dalla Trilateral, la Bildenberg, la massoneria, il Fmi, la Bce e alcune grandi banche (Leman, Fitch, Goldman, ecc.), grazie alla loro competenza ed esperienza, hanno portato il Paese, un tempo solido, sull’orlo del disastro.

Ma, ci si chiede qua e là, se sono noti i nomi di coloro che ci hanno affondato, perché non si mettono sotto processo loro medesimi e gli altri responsabili, quelli occulti? Cioè coloro dai quali è partito l’ordine? Chi sono fisicamente? Dove sono? Quanti sono? Perché prima la Grecia e ora l’Italia?

Un processo popolare per quanto accaduto non è soltanto utile ma appare indispensabile per porre paletti fermi affinché nessuno mai possa fare così tanti danni al Paese impunemente.

Ad ogni azione deve corrispondere una reazione che, nel nostro caso ci auguriamo sia esemplare e chiuda ogni possibilità ad altri “competenti” di spendere e spandere come meglio credono pensando che quei soldi gli appartengano e, soprattutto, senza temere processi per le loro malefatte.

Pertanto, non ci resta che attendere che qualche giudice trovi i cavilli giusti per aprire una nuova stagione di giustizia incriminando e portando a processo coloro che hanno agito come fossero i padroni d’Italia e poi, una volta decaduti o non più eletti, si ritengono esenti da fulmini giuridici di ogni qualsivoglia genere.

Noi non siamo di questo avviso! Esiste una moralità e un onore che occorre sempre tenere presente in ogni decisione e in ogni momento dell’azione politica. Lo prevede la Costituzione italiana che indica come il compito del politico debba essere svolto con onore. I vari presidenti del Consiglio che si sono avvicendati alla guida della nazione, hanno fatto di tutto, nefandezze a iosa, sperperi ignobili, elargizioni ad amici e parenti e ai soliti comitati elettorali per lo scambio di voti, nomine di personaggi indicati dalla BCE o da altre banche di rating, in posti importanti dello Stato affinché controllassero meglio e da vicino l’operato del loro cavallino da cosa messo lì per sfasciare i conti dello Stato e favorire i propri, dimenticandosi dell’onore!

Insomma, oggi che sappiamo che questa Europa altri non è che un’accozzaglia di persone che rispondono alle logiche dei grandi finanzieri internazionali, di massoni, di agenzie di rating, di grandi banche e di gruppi fantasma che fanno il bello e il cattivo tempo a seconda dei loro interessi immediati o a lungo termine e che, soprattutto, sono lontanissimi dai bisogni e dalle esigenze di oltre 500milioni di persone, ci auguriamo che in primavera i vecchi tromboni europei, siano trombati!

Buona fortuna, Italia!

 


 

Riuniti in Europa, Merkel, Holland e Renzi che pensano di essere il nuovo direttorio contro Junker, dopo il terremoto inglese - Dichiarazioni strabilianti con molte diversità - Ma nessuno mette in discussione la presidenza di questa Europa che si incammina verso il baratro - Intanto, il Ttip preme: Renzi favorevole

 

Cameron alla Camera dei Lord boccia eventuali altri referendum di Scozia e Irlanda che dalla Ue non vorrebbero uscire. In Spagna, Podemos bocciato per la sua scellerata alleanza, mentre Racoj appare debolissimo per una improbabile investitura a formare un nuovo governo. Intanto, cresce negli altri Paesi europei la rabbia contro un’Europa dei banchieri e delle lobby economiche, massoni e banchieri sotto accusa

 

Dopo il voto degli inglesi, che hanno scelto di uscire dagli artigli di un’Europa che non sa fare altro che strangolare i cittadini del vecchio Continente, il vento antieuropeista sta gonfiandosi a dismisura. Ora, altri popoli, compresa una parte dell’Italia, chiede di poter interpellare i propri cittadini per sancirne la volontà popolare se rimanere in questa combriccola di affaristi al servizio dei poteri cosiddetti forti, o uscirne anche loro. E’ in corso un summit fra Merkel, Holand e il nostro presidente del Consiglio per tamponare ulteriori sconquassi e dare un segnale a Junker e Co. Affinché, oltre a una rapida uscita dell’Inghilterra dalla Ue, si cominci a ragionare sulla politica economica che da ormai decenni ha impoverito tutti i popoli europei tranne la Germania. Insomma, un nuovo approccio per quanto attiene alle politiche economiche. Tutto qui. Cioè, lasciando da parte i temi scottanti di una Europa che, se vuole sopravvivere, ha bisogno di essere rifondata e ridiscussa in toto.

Un ennesimo incontro di struzzi che mettono la testa nella sabbia per non mandarsi a quel tal paese a vicenda mentre monta la rabbia sia in Italia, sia in Francia, sia in molti altri piccoli Stati dell’Unione

Ormai, i cittadini europei, dopo anni e anni di assuefazione, cominciano a ripensare alla loro sovranità persa grazie a qualche scellerata firma su trattati che sono la negazione della democrazia in senso lato. Hanno subito per decenni il predominio delle banche e dei grandi gruppi economici che attraverso la Trilateral, la Bilderberg, la massoneria, il Fmi, la Bce e alcune grandi banche (Leman, Fitch, Goldman, ecc. e la grande finanza internazionale occulta o in parte palese, hanno ridotto a sudditi popoli con storie democratiche di prima grandezza. Ora, tremano tutti.

La domanda frequente che i cittadini si fanno è: come se ne esce? Quali rimedi? Cosa fare? A chi credere, soprattutto?

Infatti, questo è il vero problema: a chi credere? Certamente non a coloro che in questa situazione ci hanno precipitato! E, allora? A nostro parere l’Europa va azzerata. Vanno riscritti tutti i trattati e, se non esiste la volontà di avere un’Europa organica e rispettosa dei popoli, allora, il nostro parere è che ognuno si riappropri della sua sovranità e della sua moneta. L’euro, infatti, dal 2001 ha procurato tali sconquassi che nessuno Stato membro è stato in grado di contenere. Ha favorito soltanto la Germania che a quell’epoca si vide rivalutare il suo marco (valore 900 lire), in un euro, ben 1.936,27 delle vecchie carissime lire!

E l’Italia? Come vanno le cose nel nostro Paese? Malissimo! Per fortuna, con il referendum costituzionale di ottobre, anche noi potremo liberarci di un governo non eletto da nessuno e che pretende spudoratamente di cambiare la nostra Costituzione. Sarà l’occasione per liberarci di un individuo nato da primarie truccate, nominato, come gli altri due predecessori (Monti e Letta) da un presidente traditore della Carta costituzionale, e attorniato dagli amici della Leopolda con la complicità dei cosiddetti sinistri. Ultima novità: Renzi si è detto entusiasta del Ttip: Lui e il suo governo di illegittimi, sono pronti a firmare un ennesimo scellerato patto voluto dall’America.

Buona fortuna, Italia!

 


Sorpresa! Renzi&Co., i peggiori della storia d’Italia. L’Europa aveva già segnalato al governo quelle banche e pertanto anche la Boschi sapeva. Il decreto approvato da un Cdm informato e complice di interessi familiari, di amici e parenti. Gli italioti ne prendano atto!

 

A mano a mano che le indagini, sia giornalistiche, sia giuridiche, mettono a nudo gli intrecci e le connivenze del premier e della signora Boschi con i loro parenti stretti e i loro amici leopoldini, appare sempre più chiaro che di nuovo in questo governo c’è soltanto la spregiudicatezza a spendere soldi pubblici per i loro interessi di bottega: 80 euro a 10mln di elettori (Eu) e ora anche per le FFAA, 500 ai giovani per le future elezioni amministrative, e via cantando

 

Per quelli che si sono fidati e si fidano ancora di questo governo di cui l’unica prerogativa è quella di una sfrenata ambizione e di un assoluto disprezzo per ogni frase, ogni commento, ogni critica politica, ogni appunto giornalistico alla loro azione, trova immediatamente tutti gli interessati stringersi a coorte in difesa di coloro che in due anni hanno fatto crescere il debito pubblico, il nostro debito, a 2.215.000 mld di euro. Un gruppo, quello dei leopoldini che, con assoluta spregiudicatezza, tratta la gestione del potere al di sopra e al di fuori degli interessi dei cittadini. Una stortura dovuta soprattutto alle colpe dell’ex presidente della Repubblica, Napolitano, che con le nomine di governi da lui voluti, ben tre, ha insediato per anni, personaggi non scelti e non eletti dal popolo cosiddetto sovrano. Primo traditore della Costituzione.

Una sovranità calpestata e vilipesa in primis da chi aveva il compito istituzionale di difenderla, il Quirinale e la Corte Costituzionale. Quest’ultima, infatti, non è scevra da responsabilità nell’avere approvato, in alcuni casi, la modifica di articoli previsti nella nostra Carta costituzionale, snaturandone i contenuti e non applicando alla lettera tutti gli articoli che la comprendono.

Si spera che i nuovi giudici eletti ieri, diano una sterzata per il pieno rispetto dei dettami costituzionali e ne mettano in discussione quelli deturpati dai vari governi al servizio di lobby indicibili e che andrebbero perseguite ed escluse dagli interessi nazionali e internazionali.

E proprio per questi ormai noti intrecci fra potere, ambizioni personali sfrenate, ed economia voluta dalle lobby bancarie (Trilateral, Fmi, Massoneria, Bilderberg, Bce e via cantando), ecco che gli adepti del club leopoldino, nonostante la segnalazione giunta mesi orsono al governo italiano e relativo alla deleteria situazione delle quattro banchette di cui al decretino di gestazione Renzi-Boschi, sono corsi a proteggere prima di tutto i loro parenti e amici, e poi, le banche. Già, le stesse che, attraverso malvessazioni e farlocche informazioni, hanno truffato migliaia di cittadini. Ma a loro dei cittadini, in verità, non gliene frega nulla. Hanno salvato soprattutto i loro padri, i fratelli, i famigli, gli amici della Leopolda.

Su questo salvataggio, però, questa volta l’opinione pubblica non l’ha presa bene, è stata forte la reazione dei truffati, è stata fortissima la critica dei più importanti network sia nazionali, sia esteri, è stata ignobile la figuraccia che ne è seguita a discapito dell’immagine del governo nel suo insieme. Oltre alle inchieste giornalistiche che hanno messo a nudo gli intrecci di parenti di primo grado e di alcuni partecipanti al banchetto, a spese dei risparmiatori, affinché ne uscissero con le tasche piene una volta passato l’ormai tristemente famoso decreto salva banche, è stato messo a nudo un  giochino che, questa volta, si spera non finisca come al solito: con un nulla di fatto, nessuno ha sbagliato, nessun imputato, nessuno scandalo. Era tutto regolare.

Un giochino che non si esaurisce, purtroppo, con le sole quattro banchette ormai notissime. Ce ne sono almeno altre sedici pronte al crack! Prendetene nota, cari lettori..

Già, era regolare che il controllore Bankitalia non abbia controllato un bel nulla, era regolare che la Consob non intervenisse nelle vicende, era regolare che un ministro, Padoan, non intervenisse prima e ponesse in essere tutti gli strumenti di cui dispone per stoppare sul nascere queste nefandezze, era regolare che, dopo le segnalazioni ufficiali dell’Europa, il governo ne abbia occultato ogni informazione, era regolare che, proprio per queste informazioni di cui era a conoscenza anche la signora Boschi, la stessa abbia partecipato ai Cdm in pieno conflitto di interessi? E poi, è normale che un premier abbia un padre indagato che sia socio in affari con il padre di una ministra, Boschi, in affari discutibili che oggi sono sotto i riflettori della magistratura?

Cari lettori, questo noi lo riteniamo uno dei peggiori e disonesti governi che mai si siano avvicendati alla guida di un Paese e che hanno reso sudditi e non popolo sovrano. Questi signori sono gli stessi che hanno concesso a un renzino qualsiasi di assurgere alle stanze dei bottoni grazie a una scelta scellerata e correa di un ex capo dello Stato che andrebbe processato e arrestato per Alto tradimento.

Questo è il risultato di una nazione nella quale moltissimi asettici (gli astensionisti) del sistema democratico, che si basa su libere elezioni, non votano da anni avallando simili gravissime sconcerie, è il risultato di anni e anni di sopraffazione e di noncuranza del tessuto sociale di un Paese allo stremo delle sue forze. Sono, infine, i fautori del successo del Movimento 5 Stelle! Che vadano avanti così! Con gli Onesti al potere, certamente, cambierà tutto, Proprio tutto! Siamo pronti a scommettere.

Buona fortuna, Italia!

 


Costituito un fondo da 100mln che rifonderà, in parte, i truffati dalle banche - Alla Leopolda, in scena l’autocelebrazione del capo e della sua banda. Bersani: “esagerate le dimissioni Boschi” - Francia al voto dopo l’allarme Valls contro milioni di elettori della Le Pen

 

Padoan mette 100 milioni per rifondere soltanto coloro che hanno subito la truffa, non per tutti. In quel di Firenze Renzi fa l’elenco delle riforme fatte tralasciando di citare le cifre di quanto le stesse hanno prodotto, cioè, nulla. Fuori li attendono coloro che hanno perso tutto mentre la sinistra salva la ministra dalle richieste di dimissioni. Il premier francese: “se vince la destra, sarà guerra civile”, oggi il responso del ballottaggio dirà se ci sarà un’altra Rivoluzione!

 

E dopo gli scandali, gli ennesimi che nel nostro Paese non mancano ormai da decenni, quello delle quattro banchette di cui una, oltre al coinvolgimento del padre della ministra Boschi, che è anche socio in una società del papà di Renzi, ci lavora anche un fratello, il ministro Padoan, uno dei maggiori azionisti di Bankitalia, che avrebbe dovuto controllare ed evitare che alcuni istituti possano determinare sui mercati buchi paurosi che mettono a rischio i risparmi dei cittadini, dice di avere 100 milioni per far fronte ai guai determinati dalle banche ormai arcinote. Il fondo che utilizzeranno, pare sia quello interbancario. Comunque, al momento, non si sa nulla di come interverrà, quali saranno “le regole”, chi ne sarà escluso, chi prenderà qualcosa, chi in parte e chi nulla. Si saprà qualcosa nei prossimi giorni, forse dopo la Leopolda, manifestazione ovviamente più importante della povera gente messa sul lastrico e con un morto suicida sulla coscienza che, comunque, oggi sono fuori dalla sede toscana per manifestare la loro rabbia e sapere quale sarà il destino dei loro risparmi.

Dopo l’alzata di scudi contro la ministra Boschi per un riprovevole conflitto d’interessi nella faccenda e la richiesta di dimissioni giunte da più parti, Saviano in testa, Bersani, il cosiddetto sinistro, ha affermato che parlare di dimissioni della Boschi è esagerato, non ricevibile. Già, per lui i conflitti di interesse sono una sciocchezza quando le persone coinvolte sono della sua area, mentre sono scandalose quando riguardano altri. E ai responsabili cosa sta accadendo? Assolutamente nulla! Anzi, qualcuno ha accennato al fatto che quale controllore di eventuali salvataggi fosse nominata la Consob. Già, proprio uno degli enti che dovrebbe essere sotto i fulmini, assieme a Bankitalia, della magistratura, contabile, amministrativa, civile e penale.

Ieri, qualche giornalista illuminato, ha sciorinato i meriti di questo governo, capitanato da Renzi che, in sintesi, dice che in due anni questo esecutivo ha portato avanti quattro, cinque riforme che nessun passato governo, in decenni, era riuscito a fare. Peccato che lo stesso giornalista, mi pare Sorgi, oltre a essere un puntuale illustratore dei pregi del premier, si sia, colpevolmente aggiungiamo noi, dimenticato di citare i benefici di queste cosiddette riforme. Tutti gli indicatori dicono che abbiamo speso tempo e sperperato miliardi per non spostare di una virgola la crisi e la necessità di una vera ripresa che possa rimuovere l’economia.

Con gli stessi soldi avremmo già in essere un reddito di cittadinanza che, questo sì, avrebbe cominciato a muovere il mondo delle imprese, delle arti e dei mestieri, delle piccole e medie industrie e ridato fiducia ai giovani, ai disoccupati, ai laureati che, anziché emigrare avrebbero avuto quel reddito minimo che gli avrebbe, forse, permesso di resistere qualche anno in più prima di decidere se andare all’estero o meno. Ma questa è la politica che l’italiano si merita, visto il grosso numero, oltre il 50%, di persone che non votano rendendosi complici di quello che da anni le famiglie italiane stanno subendo.

Per quanto attiene, invece, ai nostri cugini francesi, da rilevare che il loro premier Valls, nei giorni scorsi ha affermato cose gravissime. Infatti, a poche ore dal ballottaggio lo stesso ha sbigottito il mondo dicendo che “se domenica, oggi, vincesse la destra lepenista, in Francia ci sarà la guerra civile!”. Una dichiarazione davvero folle, a nostro avviso questa persona ha bisogno di aiuto psichico e, soprattutto, di essere allontanato dalla politica immediatamente. Noi crediamo nell’autodeterminazione dei popoli, siamo per i popoli sovrani, per gli Stati sovrani e, di stolti politici facinorosi e stupidi, non se ne può più. I francesi, caro premier di Francia, non faranno un seconda Rivoluzione, stia tranquillo.

Buona fortuna, Italia!


Crack delle banche: nessun colpevole. Bankitalia: avevamo tre strade, abbiamo scelto quella meno disastrosa - Il governo? La mente è alla Leopolda - L’Europa: o si rifonda con la riscrittura di tutti gli accordi, oppure il suo declino è ormai inarrestabile

Tutti gli attori in campo per lo scempio dei risparmiatori, si chiamano fuori, “noi abbiamo fatto ispezioni”, “noi siamo legati alle norme europee”, “noi avevamo segnalato che quegli investimenti erano inadatti”, “volevamo percorrere il salvataggio con il fondo interbancario, ma la Ue ce lo ha vietato”. Insomma, i complici di questo sistema bancarottiero, per ora, non sono neanche indagati, girano liberamente e, forse, stanno inquinando le prove a loro carico

 

Con un suicidio sulla coscienza, il mondo bancario e politico, sembra non essere nemmeno toccato dai molti italiani truffati dalle quattro banchette, di cui una ha avuto quale vicepresidente il padre della ministra Boschi. Che quest’ultima continua a presentare come persona perbene. Questa mattina, in una trasmissione televisiva, Lannutti, che difende i consumatori, ha chiesto a viva voce l’incriminazione dei responsabili di questo ennesimo crack all’italiana. Molti i giornali che stanno intervistando qua e là direttori, presidenti, vice, funzionari del mondo bancario ed economico nazionale. Significativa l’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal direttore di Bankitalia, Salvatore Rossi in relazione alle possibilità di uscire da questa crisi. “Una è quella che è stata adottata, l’altra è quella che prevedeva l’intervento delle altre banche italiane tramite il Fondo interbancario di garanzia, ma ci è stato di fatto impedito”. E perché?, chiede il giornalista. “Perché ci hanno detto che se l’avessimo fatto l’Italia avrebbe dovuto subire una procedura di infrazione per aiuti di Stato. Nonostante il Fondo sia privato e pagato da privati quali sono le banche italiane”. Ma l’Europa accusa voi e il governo di aver assunto decisioni non conformi alle loro raccomandazioni.  “Vorrei evitare di entrare nel solito gioco Italia contro l’Europa, è innegabile però che ci sia stata una diversità di vedute tra autorità italiane, il governo in primis, ma anche noi, e Bruxelles, o meglio la Direzione generale alla concorrenza. E’ quest’ultima che ci ha di fatto spinto a seguire la strada oggi criticata che ha portato al salvataggio di Banca Marche, Carife, CariChieti ed Etruria”.

Insomma, il solito scaricabarile per decisioni che hanno seminato povertà improvvise per moltissimi risparmiatori e che hanno scoperto che il “debito è sovrano” e i guadagni privati, dei soliti noti. I banchieri, che governano imperterriti un’Europa che non funziona da anni, forse da sempre. Un’Europa che occorre urgentemente riformare azzerando tutti gli accordi e i trattati fin qui sottoscritti da una banda di idioti al servizio di una moneta farlocca il cui valore fu deciso a tavolino fra i soliti noti (per l’Italia, Prodi), e che non sfugge a nessuno come i grandi e grassi banchieri impongano con il pugno di ferro a tutti gli Stati membri le loro politiche sia economiche, sia politiche. E’ un’Europa che da anni soffre di incongruenze pazzesche cui nessuno vuole mettere mano. A cominciare dalle grandi ammucchiate di Stati con una diversa fiscalità che ha comportato la fuoriuscita di molte fabbriche che hanno lasciato l’Italia per trasferirsi in Paesi dove le tasse sono a misura d’azienda, dove la fiscalità generale è in media la metà di quello che si paga in Italia, dove le infrastrutture sono funzionali allo sviluppo di quella nazione, dove l corruzione è di gran lunga inferiore alla nostra, dove non esistono quattro associazioni mafiose, dove le loro magistrature non arrestano un paio di politici al giorno.

E Juncker, il capo di Bruxelles, è quello che nel suo Paese, aveva favorito, con fiscalità ridicole, grandi gruppi di imprese amiche. Lo stesso che da anni manipola l’Unione a suo piacimento.

Insomma, che Paese è questo, dove ci sono migliaia di persone truffate grazie a un decreto del nostro governo e gli stessi, mentre imperversa la battaglia, si rinchiudono alla Leopolda?

A nostro avviso, questo governo va spazzato via, e di corsa. Questa Europa va rifatta di sana pianta, e subito. Questo è un sistema che va abolito e riformato affinché risponda non più ai desiderata di uno sparuto gruppo di stomachi pelosi ma agli interessi dei cittadini, in primis alla economia reale, quella che crea lavoro, e non cartacea.

Buona fortuna, Italia!


La Ue: “le decisioni dell’Italia sono in contrasto con la legislazione e le decisioni della Commissione”. Intanto, sulla questione, ci scappa un suicidio - La Banca d’Italia è responsabile con il suo maggiore azionista Padoan e agli altri componenti autorizzati al furto!

Il renzino: “Il Governo italiano quando ha visto che quattro banche rischiavano di chiudere, di perdere migliaia di posti di lavoro e i soldi dei contribuenti è intervenuto”. Già, contro le indicazioni europee e a favore dei ladri. Migliaia di posti di lavoro per 5 banchette? Il governo ha semplicemente e fraudolentemente usato i soldi dei cittadini per salvare i loro accoliti amici degli amici - Ha anche chiesto, udite, udite, una Commissione d’inchiesta!

Sull’ultimo decreto salva banche a spese dei cittadini, il governo Renzi, ancora una volta, l’ha fatta grossa e contro l’Unione europea che, a tale proposito, era stata chiara e netta: “non si può fare e non si deve assolutamente proseguire in tal senso”. Intanto, uno dei truffati dalle banche interessate, stamane, dopo aver scritto i motivi che lo hanno portato al suicidio, si è tolto la vita. Ma, ai politici e ai bancarottieri di turno, tutto il dramma di questa famiglia, evidentemente, non li toccano più di tanto. E’ soltanto uno dei tanti creduloni che non ha resistito a un vilipendio della sua dignità. La dignità, già, una cosa lontanissima dai politici che da anni ci governano in nome dei grandi potentati economici e non per volontà di un voto popolare, ma per grazia ricevuta dai nostri presidenti della Rupubblica. Basti pensare che l’ente sovrano che dovrebbe controllare le banche italiane, la cosiddetta Banca d’Italia, oggi privatizzata e recentemente foraggiata dagli italiani con oltre 7miliardi e mezzo, ha come socio di maggioranza, guarda caso, un certo Padoan, per caso ministro dell’economia del governo renziano. Ma agli italioti, ormai, siamo stanchi di informarli di ciò, viste le reazioni di un buon 50% dei non votanti che persistono nel loro allontanamento, ormai discutibile, dalla politica. Infatti, in altre occasioni, abbiamo scritto a chiare lettere che, oggi come oggi, chi non vota è complice, non merita alcuna stima né come cittadino consapevole, né come italiano. Ma questo è un altro discorso.

Il cosiddetto premier di sé stesso e di una sparuta banda di delinquenti, si è affrettato, stamane, a dichiarare cose astruse e false. Come sempre. Barzellette, direbbero i buon pensanti. Soltanto che queste ormai noiose barzellette, nel tempo hanno prodotto alcuni suicidi e guasti immondi. E quest risvolti non sono cose da sottovalutare o liquidare con la classica frase “era una brava persona, un po’ sprovveduta, un credulone”, oppure, “erano interventi che ci chiedeva l’Euopa”. Le frasi del renzino nazionale sono di una gravità assoluta che, nelle prime ore, è sfuggita a tutti i maggiori commentatori sia nazionali, sita esteri.

Infatti, lui ha dichiarato che il suo decreto è servito a salvare “migliaia?” di posti di lavoro. Ma come? In quattro banchette da quattro soldi falsi, erano migliaia che lavoravano? Ma va là, per dirla con Ghedini… Il nostro fenomeno da quattro centesimi si è dimenticato di aggiungere di quanti posti di lavoro parlasse, di chi sono quelli che lui e i suoi amici hanno voluto salvare (uno di questi è il papà della sua ministra Boschi) e, soprattutto, di ammettere che per salvare questi truffatori ha usato i risparmi dei cittadini. Gli stessi cittadini che, forse, alle Europee hanno votato per quel partito (oltre il 40% grazie all’elargizione a spese dei cittadini di ben 80 euro a circa 10 milioni di italiani) ,di banditi di cui ogni giorno ne arrestano un paio e che oggi ha rapinato loro tutto quello che avevano accumulato, in molti casi, i risparmi di una vita di lavoro (onesto). Alla stupidità umana non c’è limite! E queste sono le conseguenze deleterie di un bamboccio che da anni vende soltanto fumo che, però, inebria gli stupidi!

Buona fortuna, Italia! Mai come in questo momento, se ne sente il bisogno!


 

La politica da quattro soldi, quella corrotta, vuole la testa di Marino - La manovrina becera per sviare le attenzioni da quello che avviene al Senato è servita, per gli stolti - Ormai, si spera soltanto nell’intelligenza dei cittadini che diranno sì o no al referendum

Mentre passano tranquillamente tutti gli articoli di una legge infame voluta dai poteri forti, complice l’ex presidente Napolitano, si escogita un piano per sviare le attenzioni dei cittadini con il caso Marino - Noi crediamo che questa scelta si trasformerà in un boomerang per il renzino e i suoi accoliti. Infatti, da tempo, i cittadini chiedono alla politica di andare al voto, invano. Speriamo che questa volta il partito dei non votanti li mandino a casa!

 

Nel mezzo di una annunciata nuova guerra, del rinnovato e insperato aiuto di Fi per l’approvazione di una legge che tutto il mondo ritiene becera, inutile, autoritaria, da regime dittatoriale, dai soliti annunci di riduzione delle tasse, di rilancio dell’economia, di nuove fiducie da parte di coloro che ci hanno affossato in passato (agenzie di rating) che, invece, oggi decantano l’Italia come una nazione in ripresa che gode nuovamente di fiducia, che fa le riforme dettate dagli stessi potentati economici, che è assente quando Merkel e Holland si riuniscono e dettano i loro diktat agli altri servi di una Unione europea che, a nostro giudizio, prima si scioglie, meglio è per tutti, oggi, qualcuno si ricorda e rispolvera il caso Marino.

Giustamente, aggiungiamo, è propedeutico a distogliere dai grandi pastrocchi dei soliti indegni personaggi che pullulano sia alla Camera, sia al Senato. Gente nominata dai partiti e non scelti tramite libere e legittime elezioni. Esclusi naturalmente i parlamentari dei M5S che, almeno loro, sono stati scelti ed eletti da cittadini che hanno espresso il loro voto in rete.

Ricordiamo che questi ultimi nominati sono stati dichiarati illegittimi da una sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato la vecchia legge elettorale (porcellum) e che i nostri politici, anziché rivolgersi al popolo con elezioni per ottenere un nuova investitura ufficiale, hanno preferito, con l’aiuto imperioso di un ex presidente della Repubblica che sui fatti di mafia-stato, ha chiesto la distruzione di tutto il materiale, sono rimasti attaccati alle loro poltrone per affossare, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, quel poco di dignità che i cittadini hanno conservato gelosamente.

Unica consolazione, anche se misera, è quella che tutte queste leggi infami, estorte con la consueta minaccia di portare anticipatamente il Paese alle elezioni, comunque, saranno oggetto di referendum popolare. E’ questa l’ultima spiaggia che ci dirà se siamo in una Paese di ignoranti e stolti o in un Paese la cui base non ha perso del tutto la sua dignità.

Per ciò che attiene alla vicenda Marino, infine, riteniamo che pur di sfuggire alle elezioni (il grande rischio è il M5S che farebbe man bassa di voti), si dia mandato a Gabrielli, già controllore di Marino, affinché tutto rimanga come prima. Già, Gabrielli, quello che dal nulla è assurto a grande affabulatore e che ha rimesso dritta la Concordia con soli… un miliardo e mezzo spesi allegramente sul conto degli italiani. Un miliardo e mezzo per una ammasso di ferraglia che potevano essere impiegati per creare posti di lavoro, aiutare le imprese, i pensionati, le casalinghe, i giovani. Invece no. Gli amici, oltre ad essere premiati, devono avere anche un po’ di visibilità. Che diamine!

Buona fortuna, Italia!

 


 

Vittoria del M5S che conquista 5 sindaci! Il renzino non piace più - L’Europa umilia l’Italia, la Francia anche. Ormai ognuno fa quello che crede in una Comunità governata da beceri al servizio di massoni, Bildenberg e altri accoliti che dei propri cittadini se ne fregano

Vittoria del Movimento 5 Stelle e altra sconfitta bruciante per il partito democristiano di Renzi che perde Venezia e Arezzo, mentre si riprende dal lungo letargo la compagine di destra - E’ giunto il momento di badare più al nostro orticello e non ai diktat dei cosiddetti “governanti” europei che, ormai è noto a tutti, ci trattano come cittadini di serie B, dopo un semestre a guida italiana da dimenticare grazie al nostro presidente democristiano

 

Un’altra amara battuta d’arresto, dopo quella regionale, anche nelle comunali, per il Pd renziano. Unica vera forza politica vincente, è il Movimento 5 Stelle che conquista ben cinque città: Quarto, Venaria, Porto Torres, Augusta e Gela! E’ il segno che gli italiani si stanno avvedendo dell’unica alternativa possibile per riconquistare un minimo di dignità. Ormai, il “voto d’affezione” funziona male e soltanto nella prima fase. Al ballottaggio, l’elettore vota M5S! Del resto, nelle elezioni conclusesi ieri, il bilancio per gli ex comunisti, oggi democristiani, confermano i dati calanti, anzi preoccupanti, per quella forza che nelle Europee di alcuni mesi orsono, grazie agli 80euro regalati a circa 10milioni di persone, aveva messo a segno un balzo vistoso dei propri risultati elettorali: 41,8%. Avevamo scritto che quei risultati erano il frutto di quella regalia fatta ad alcuni a spese di tutti e così è stato. Infatti, in queste ultime tornate, non essendoci stati regali, ecco che il Pd del renzino, è tornato alle cifre normali. Anzi, sotto i valori delle elezioni che portarono Bersani a mollare la presa. Noi crediamo che dopo queste elezioni che, a nostro parere, hanno ridimensionato nel giusto equilibrio la forza vera dell’odierno Pd, non resti altro che andare velocemente ad elezioni per dare legittimità a un governo che da anni è retto da nominati senza legittimazione alcuna.

Ci auguriamo che il capo dello Stato ne prenda atto e che agisca di conseguenza e con sollecitudine. La situazione è gravissima, lo stallo inaudito se confrontato agli altri Stati membri, il debito che ormai, grazie alle scellerate politiche dei delegittimati, sfiora i 2200miliardi!

E a proposito di Europa, c’è da registrare un ulteriore schiaffo ricevuto dall’Italia sulla questione immigrati. Infatti, oltre a non essere stati per nulla incisivi nell’arco del semestre a guida italiana per cambiare alcuni trattati stupidi, dannosi, contro gli interessi del nostro Paese, sulla questione degli sbarchi l’Europa si sfila grazie al trattato di Dublino e di Shengen con un ridicolo 24000 immigrati che potrebbero essere accettati (soltanto siriani ed eritrei) quale “quota parte”. La Francia, inoltre, ha bloccato le frontiere e invitato l’Italia a riprendesi gli immigrati in ottemperanza dei trattati sottoscritti da alcuni nostri governanti acefali del recente passato. Ma non è tutto! Alcuni Paesi europei, non rispettando gli stessi trattati da loro firmati, sforano allegramente i vincoli del Pil, mentre ad altri vengono imposte manovre e tasse per non uscire dagli stessi, con buona pace dei nostri governanti idioti che non sanno fare altro che annuire ai diktat di Junker, della Merkel, della Bildenberg, delle logge massoniche e via cantando.

Insomma, siamo l’unico Paese fondatore di questa Europa di ladri che supinamente accetta il controllo ferreo di coloro che proteggono le banche e che dei cittadini europei se ne fregano altamente.

Ma, attenzione: non crediate che dopo questi risultati elettorali, qualcuno cominci a riflettere. Pensare è un’arte e una caratteristica di ogni umano che ai nostri politicanti da quattro soldi non appartiene, non ci arrivano. Loro pensano alla loro personale sussistenza, al loro “galleggiamento”, alle loro tasche. Loro sono pronti da sempre ad eseguire gli ordini dell’Europa con un “signorsì”. Semplicemente!

L’unica nostra salvezza da tutto ciò, rimane, forse, un ex democristiano, anche lui imposto da Renzi, sbarcato al Quirinale. Il nostro presidente della Repubblica. Speriamo che in un impeto di ritrovato orgoglio, voglia riprendere in mano i destini del popolo italiano per rimescolare un andazzo che Napolitano aveva avviato e che non accenna a finire.

La restituzione della democrazia agli italiani, cioè, l’esercizio legittimo del proprio destino attraverso libere elezioni da tenere al più presto!

Buona fortuna, Italia!

 

 

I grillini spagnoli vincono le elezioni, in Polonia vince l’euroscettico Duda, in Inghilterra referendum per rimanere in Europa, la Grecia in bilico, l’Italia, invece, sugli sbarchi, ancora una volta presa in giro dalla Ue. Questa Europa, in mano a banche e massoni, non piace più!

Vittoria attesa quella di Podemos e che sorprende soltanto gli sprovveduti che non vogliono vedere lo sfacelo in cui l’Europa ha precipitato i Paesi della Ue, esclusa la Germania - La Polonia in mano a Duda, un contestatore della Ue, mentre gli inglesi andranno a referendum sulla permanenza o meno nell’Europa dei massoni - Oggi la Ue sugli sbarchi ha detto che prenderanno 24mila eritrei e siriani in 2 anni. E gli altri? In Italia, naturalmente!

 

Podemos, il movimento paragonabile a quello grillino italiano, ma proveniente dagli “indignados” iberici, guidati dal giovane Iglesias, hanno vinto le elezioni regionali spagnole e ora si accingono anche loro a cambiare la storia della Spagna che, dal dopo Franco è stata governata, a fasi alterne da formazioni socialiste e conservatrici. Un bipartitismo che ora, con la vittoria schiacciante dei grillini spagnoli, vede ricrearsi uno spiraglio concreto per il cambiamento delle politiche spagnole (in autunno si vota per le politiche), unitamente a un nuovo corso di legalità che in Spagna è equiparabile, in fatto di corruzione, scandali, sprechi, privilegi e via cantando, soltanto all’Italia che però, a nostro parere, è precipitata in una situazione ben più grave e mai verificatasi dal dopoguerra ai giorni nostri.

Anche la nuova Spagna mette sotto accusa l’Europa e le sue scellerate politiche, in primis quella dell’austerità voluta e imposta dalla Merkel, che ha messo in ginocchio tutte le altre economie,esclusa quella tedesca che ne ha tratto i maggiori benefici. E proprio per dare un segnale che ormai il fallimento di questa Europa è eclatante, ecco che anche la Grecia, l’Inghilterra, la Polonia, la stessa Italia, porranno in essere o la revisione ferrea di questa pseudo politica portata avanti attraverso i loro fantocci, Junker&Co., dai poteri forti, America con il cosiddetto Ttip, banche, agenzie di rating, Fmi, Bce, Bildenberg, e via cantando. I padri costituenti dell’Unione Europea, certo non pensavano a una Europa asservita alla finanza mondiale.

E’ ora di dire basta a questo andazzo che ha prodotto soltanto povertà e infiniti sacrifici a tutta l’Europa, escluso qualche rarissimo caso. Bene sta facendo il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che sta raccogliendo le firme per indire anche in Italia un referendum con il quesito Europa sì, Europa no. Del resto è quello che sta avvenendo un po’ dappertutto. Gli unici a non accorgersi di nulla sono soltanto i manovratori di questa nefanda cosiddetta Europa.

Quando il terzo presidente del Consiglio, il giovane boy scout democristiano Renzi, anche lui non eletto da nessuno, come Monti e Letta, ma nominati dal monarca Napolitano, approdò nelle stanze dei bottoni, disse che con l’Europa avrebbe fatto una battaglia aspra affinché le politiche volute dalla Merkel fossero abbandonate per una ripresa economica e dell’occupazione. Poi, da presidente del semestre europeo, andò in quell’assise con il cappello in mano e ritornò dicendo che avremmo rispettato tutti i trattati firmati dall’Italia.

Bene, proprio per questa sudditanza che ormai dura da decenni, ieri la Ue ha fatto sapere che le quote relative agli immigrati, non ci sono più, che il resto d’Europa prenderà 24000 emigranti in due anni e che questi ultimi dovranno essere o eritrei o siriani. Dei restanti, non gliene frega nulla.

Cioè, agli altri ci pensi l’Italia.

Questa è l’Unione Europea, una combriccola di fantocci in mano ai massoni e alla finanza mondiale che se ne infischia di tutto e di tutti, Men che mai di uno dei Paesi fondatori di quella istituzione e che non ha mai contato nulla.

Prima se ne esce da questa maleodorante accozzaglia, meglio sarà per l’Italia e per tutti coloro che, ormai, hanno toccato con mano la ferocia pagandone un prezzo altissimo, anche in termini di vite umane. Noi siamo per uscirne subitissimo!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

La Ue boccia l’Iva dei supermercati, buco da oltre 700milioni. Padoan: “la salvaguardia sulle accise, non scatterà” - Commemorando la strage di Falcone e Borsellino, Mattarella dice che “la mafia la elimineremo”. Le leggi per contrastarla, però, sono ridicole e lasciano perplessi

 

Se davvero il nuovo presidente è intenzionato a sconfiggere il malaffare mafioso, mandi messaggi ferrei alle Camere affinché approvino leggi severe e aggiunga che, se non sono tali, non le firmerà e le rimanderà indietro per gli inasprimenti del caso. Questo comportamento sarebbe, per la prima volta, parlare chiaro al Paese e ai parlamentari che continuano a essere contigui, a volte, con questa piaga che procura danni enormi all’economia

 

E domenica prossima si vota in sette regioni senza che nessuno, al momento, abbia fatto nulla per cancellare gli impresentabili delle varie liste. Anzi, il premier ha voluto essere a Napoli per incoraggiarle, insieme al suo compare De Luca. Siamo all’incredibile epilogo di una barbarie politica che non conosce limiti e dignità, in spregio ai cittadini e alle norme più elementari che dovrebbero governare simili atti politici. Infatti, noi crediamo che, se è vero per i comuni mortali che un soggetto sia considerato innocente fino al terzo grado di giudizio, nel caso dei politici, lo abbiamo scritto più volte, non può essere così. Infatti, in Italia siamo oltre 60milioni di abitanti e non è possibile che nelle liste di quasi tutti i partiti, vengano immessi nomi di indagati o, addirittura, condannati a rappresentare gli interessi del popolo. Lo capirebbe anche uno scolaretto delle classi elementari. Loro no. I politici contano i voti che questo o quel delinquente può portare. Che siano mafiosi, delinquenti comuni, malavitosi, assassini, non importa molto, anzi niente.

Del resto loro hanno sposato da sempre il detto che “i soldi non hanno odori”, e lo applicano tal quale ai voti.

Ad aumentare la nostra incredulità per quanto attiene alle dichiarazioni fatte oggi dal nostro presidente della Repubblica, sono gli intenti per annientare la mafia. Ha detto che la elimineranno. Bene. Ma in che modo? In fondo lui ha appena firmato una legge anticorruzione che è ignobile e che lascia intatte alcune garanzie per chi vuole continuare imperterrito a perseguire fini mafiosi al di là delle leggi ridicole che impone il governo sia alla Camera, sia al Senato. Se avesse voluto dare un segnale forte, avrebbe dovuto rimandare la legge indietro con un messaggio chiaro, inequivocabile, ferreo. Invece, come il suo predecessore di cui non abbiamo voglia di ricordarne neanche il nome, è supino al volere dei nuovi democristiani. Figli di quegli altri che, con la mafia, non erano proprio nemici. Anzi, la storia ci insegna che la vecchia Dc, e noi crediamo anche la nuova, siano da sempre continui. Pertanto, caro presidente, se proprio vuole affrancarsi da questi collusi, prenda le sue misure e si esponga in prima persona con atti concreti. Il Popolo italiano, quello con la P maiuscola perché rappresenta gli onesti, ormai, grazie ai politicanti da quattro soldi che nessuno ha votato, ne ha piene le palle e ad ogni proclama, tipo il suo, purtroppo, non crede più.

Faccia qualcosa di eclatante: mandi a casa il terzo governo di gente non eletta dai cittadini, dia dimostrazione del suo essere integerrimo con una svolta epocale. Non firmi più nulla che non rispecchi i suoi principi espressi in pubblico. Forse questo gesto potrebbe essere di aiuto ai cittadini per ritrovarsi accomunati in una nuova speranza: quella di un nuovo orizzonte di onestà per tutti. Si faccia promotore della cancellazione dei vari sconti di pena, creati ad hoc dagli stessi politici a difesa di se stessi e dei loro amici, che garantiscono chi delinque con il risultato di inasprire sempre più l’odio contro la classe politica, imponga al Parlamento di legiferare per garantire nei fatti una ripresa economica vera e non quella propagandata dal suo amico di partito (Dc) Renzi, imponga a tutti i manager e i politici un tetto che non offenda l’intelligenza dei cittadini sulla falsariga, ma più seria, di quanto ha fatto per la sua repubblichetta quirinalizia. Insomma, dia lei, dall’alto della sua carica, un nuovo orizzonte credibile di onestà. Il contrario aprirebbe la strada a probabili conflitti di settecentesca memoria.

Questa è la strada che noi ci auguriamo lei intraprenda per ristabilire un minimo di legalità e di fiducia nel Paese. Le ricordiamo che ogni giorno scoppia uno scandalo e che ogni giorno vengono arrestati politici corrotti, non cittadini comuni.

Del nuovo corso la riteniamo personalmente responsabile!

Intanto, la Ue, boccia la legge che imponeva che l’Iva dei supermercati ricadesse in toto sul cliente finale, cioè i compratori. Una ulteriore legge fatta ad hoc e in malafede, in quanto era più che certo che l’Europa l’avrebbe bocciata. E’ proprio per tale motivo che si era posta la ormai celeberrima “clausola di salvaguardia”. Cioè, se questa legge fosse stata cassata da qualsiasi organo interno o esterno, i soldi, comunque, li avrebbero presi ai cittadini attraverso un tassazione da definire. Ora, che i nostri beceri amministratori se ne fottano del Popolo, è un fatto ormai di ventennale assuefazione, che gli italiani continuino a credere in questa Europa, è altro fatto, ben più grave. Infatti, ricordiamo che nelle ultime europee, al cosiddetto Pd (partito democristiano) è stato attribuito ben il 40,8% dei voti. Pertanto, se siamo sudditi, anzi schiavi, non ce ne meravigliamo più di tanto. Un guizzo di dignità e di orgoglio nazionale potremmo ritrovarlo attraverso un referendum che stabilisse se in questa Europa di banchieri e massoni, noi italiani vogliamo rimanerci o no.

Noi pensiamo che non ci siano mai state le condizioni politiche ed economiche per entrarci. Men che mai per continuare a rimanerci. Noi siamo per riappropriarci della nostra sovranità svenduta a gruppi e potentati economici, a sette di ogni specie, in cambio della nostra povertà che da tempo, complici i nostri politici da quattro soldi, questa Europa, ci ha assicurato a grandi messe.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Pensioni: qualche disturbato mentale inneggia al fatto che nel 2011, con lo spread a oltre 500, è stato giusto toccare, ancora una volta, i pensionati - Dopo le polemiche di Padoan contro la Consulta, il premier pensa di ricalcolare le pensioni retributive con il sistema contributivo

Rivedere le pensioni del passato, quelle cosiddette retributive, per derubare, ancora una volta coloro che, rispettando le norme che gli stessi politici avevano varato, hanno deciso della loro vita e che oggi qualche ritardato di mente vorrebbe ricalcolare adeguandole al sistema contributivo, è un’altra genialata gravissima che potrebbe incendiare il Paese e che vedrebbe di nuovo la Consulta costretta a bocciare ancora questo governo incapace

 

“I pensionati, nel 2011, pagarono per salvare gli stipendi e le pensioni di tutti”. Queste le dichiarazioni di qualche cretino che ricorda come per effetto delle speculazioni delle banche estere, e non soltanto europee, ai pensionati, ancora una volta, vennero chiesti sacrifici per salvare stipendi e pensioni e rimettere a posto, come voleva la Merkel, i conti del nostro Paese. Insomma che, aver messo le mani in tasca ai pensionati, è stato giusto. Che la Consulta, con la sua sentenza che annulla quella riforma idiota, avrebbe dovuto tenere conto dell’economia e dei problemi che creava a un esecutivo di dipendenti dei poteri forti al servizio dei grandi gruppi finanziari e speculatori di ogni genere.

Parlare dell’eliminazione degli sprechi, delle migliaia di partecipate create ad hoc per piazzare i politici trombati, dei tetti agli stipendi dei manager, della riduzione delle missioni militari estere, degli F35, del riordino del comparto pubblico, della caccia seria all’evasione fiscale, di leggi ferree contro coloro che portano soldi nei paradisi fiscali, della ripresa economica che accompagni una ripresa delle assunzioni, e via cantando, neanche l’ombra. Si colpiscono sempre i più deboli e, soprattutto, coloro i quali in una crisi ormai decennale, con i loro pochi soldi riescono a mantenere i figli e i nipoti divenuti disoccupati grazie alle politiche scellerate di un gruppo di stupidi pupazzi mossi dai fili della finanza mondiale.

Il governo, invece, ha pensato a leggi che gettano fumo e che con la realtà socioeconomica del Paese, non hanno nulla a che vedere. L’Italicum, che serve ad assicurare al renzino di vincere eventuali elezioni, il job act che non ha prodotto un solo posto di lavoro in più, una riforma della scuola che ha scatenato l’inferno nel mondo scolastico, di una leggina anticorruzione che non serve a nessuno visto che è stata annacquata e snaturata in base alle esigenze dei partiti e dei loro “pizzicati” con le mani nella marmellata, insomma cosette ridicole che servono, come sempre, in primis ai politici e ai loro amici.

Noi crediamo che questa volta, se davvero il premier dovesse toccare ancora una volta i pensionati, si potrebbe scatenare l’inferno. Infatti, chi è andato in pensione con il sistema legittimo di allora, quello retributivo, oggi non può subire il sopruso di vedersi decurtare la sua pensione ancora una volta. Cioè, una riduzione determinata da un ricalcolo che qualche deficiente vorrebbe fare adattando l’emolumento alle attuali norme in materia, quelle che prevedono il sistema contributivo. Una mossa pericolosissima che, forse, questa volta incendierebbe il Paese.

Buona fortuna, Itala!

 

 

 

In Italia non c’è un settore “sano”, ogni giorno scandali e arresti. Anticorruzione ridicola - Pensioni: il rimborso parziale di Renzi è contro la sentenza - Alfano con le mani nella marmellata, Toninelli (M5S) porrà la sfiducia - Le regionali, rebus per Pd & Co.

 

Arresti e sequestri giornalieri in barba a leggi e norme che non hanno scalfito per nulla il malaffare, nonostante l’ultima legge anticorruzione. Una legge, come molti l’hanno definita, leggera, stupida, inutile. Il premier, infischiandosene della Consulta, propone un mini rimborso a una parte dei pensionati e la Consulta chiarisce: “Noi giudichiamo leggi non i governi”. Gli impresentabili? Ormai le votazioni sono alle porte…, amen!

 

Lo diciamo da anni: decenni di leggi cretine, inefficaci, di liberismo e connivenza con il malaffare, hanno inquinato ogni angolo della società civile inculcando nella mentalità degli italiani il morbo pericolosissimo che tutto si può fare, che tanto lo fanno tutti, a partire dai politici, che le leggi si possono aggirare perché sono scritte apposta male, che il cancro si è così esteso che ora non è più possibile estirparlo o, almeno, appare difficilissima impresa. Non c’è un solo settore nel quale non ci sia corruzione, affari poco puliti, connivenze con politici, con coperture mafiose, con le autorità in genere. Di leggi severe, infatti, non ce ne sono state e dunque, il germe si è infiltrato ovunque con la stessa identica convinzione: si può fare tutto, nessuno può punire nessuno. Tutti rubano e perciò, nessuno ruba. Ogni giorno qualcuno viene arrestato, ma dopo c’è il patteggiamento. Se proprio va male e si va dentro, tranquilli con i tanti sconti di pena mai aboliti da nessun governo, si starà al fresco alcuni mesi o anni, a seconda dei reati, ma poi, si esce e ci si tiene il malloppo.

Un ultimo esempio di mala politica? La “riduzione degli emolumenti” da parte del nuovo presidente della Repubblica. Una farsa che, peraltro, vale soltanto nel palazzo del Quirinale, una repubblichetta a sé stante. Insomma, ancora una volta, questi cosiddetti politici, prendono per il naso gli italiani che, comunque, ad aprire gli occhi e le orecchie, manco ci pensano.

Analoga stupida e arrogante trovata, quella del renzino che, “interpretando” la sentenza della Consulta sul maltolto ai pensionati per effetto della riforma forneriana, ha deciso di restituire soltanto spiccioli e soltanto ad alcuni, nel mese di agosto, infischiandosene della Corte Costituzionale. Dopo le polemiche sollevate dagli stessi politici contro la sentenza (la corte, secondo i nostri geni della poltica, avrebbe dovuto tenere conto della economicità di tale decisione), Il presidente della Consulta ha chiarito con una breve dichiarazione che la Corte ha il dovere di giudicare le leggi e non i governi. Secca e incisiva. Speriamo che i politici capiscano. Noi abbiamo seri dubbi.

Ultima polemica governativa quella scoppiata ieri tra Alfano e il deputato Toninelli (Movimento 5 Stelle) circa alcune consulente milionarie che il ministro avrebbe affidato a un amico avvocato che a sua volta ha affidato alla moglie del ministro. Insomma un bancomat, una partita di giro a favore della famiglia Alfano. Naturalmente il M5S ha già annunciato che presenterà una mozione di sfiducia contro il ministro. Vedremo come finirà anche questa volta. Noi crediamo come sempre, cioè, in nulla.

E intanto le votazione per le 7 regioni si avvicinano. Bindi aveva annunciato che la sua commissione avrebbe esaminato i cosiddetti carichi pendenti degli impresentabili. Forse nei suoi pensieri c’era sì l’impegno sincero ma, come sempre, i tempi della politica sono lunghi e pertanto avremo, forse, qualche altro eletto che proprio non farebbe onore alla stessa politica, né alla dignità degli italiani onesti. L’unica possibilità che l’elettore ha a disposizione per cambiare il Paese, è il voto. Speriamo che domenica e lunedì, prima di segnare le schede elettorali si ricordino degli sfracelli che i vecchi partiti hanno determinato alle loro famiglie e che puniscano ferocemente la loro arroganza e la loro idea di potere, mandando a casa i responsabili delle loro pene e della infinita povertà in cui hanno precipitato il Paese.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

La Consulta “asfalta” il renzino che ora deve trovare circa 15mld per restituire il maltolto della Fornero ai pensionati, mentre in Trentino e in Val d’Aosta il Pd flette e crescono soltanto Lega e M5S (+24 consiglieri!). Fi al 4%! - La scuola, spina nel fianco per il governo

 

Flessione preoccupante per l’affluenza alle urne di due regioni, segnale di un ulteriore lontananza con questo governo che per il rilancio non ha concluso nulla. Fi punito pesantemente, mentre M5S e Lega ottengono ottimi risultati. Banco di prova con tristi avvisaglie anche per le altre regioni che si apprestano al voto. Ignobile la lista campana sulla quale il premier tace. La Consulta sancisce la stupidità dei nostri governanti e delle loro leggi

 

E’ il risultato della scelleratezza dei nostri parlamentari che pochi anni fa, credendo ai report delle banche dei soliti noti, descrissero l’Italia come un Paese del terzo mondo e si strinsero a coorte nel votare tutte le nefandezze che un uomo, Monti, rappresentante di quel potere, complice il presidente della Repubblica che lo nominò prima senatore a vita e poi premier, propose loro con la spada di Damocle pigiata sulle loro stupide teste. Loro votarono tutto pur di rimanere attaccati alle poltrone, loro hanno dato un colpo mortale alla credibilità della politica in aperta collusione con quel tal Napolitano anche egli schiavo e suddito di quei poteri.

Oggi lo scenario è diverso ma altrettanto grave: su una di quelle scellerate leggi, quella della Fornero, i giudici della Corte Costituzionale ne hanno decretato la nullità. Una legge che determinò grandi sofferenze sia ai pensionati, sia alle migliaia di esodati che ancora oggi non trovano risposte da un governo che pensa soltanto a rafforzare il suo potere per il divenire. Dei cittadini, se ne fregano!

I danni che ne provengono sono ingenti. Infatti, mentre qualche supino fans di Renzi, menava il can per l’aia dicendo di avere un tesoretto di circa 1,4mld da distribuire in occasione delle vicine elezioni regionali per accaparrarsi voti, la tempesta scatenata dalla Consulta dice, in pratica, che occorre trovarne oltre 15 di miliardi da restituire a chi, ingiustamente, si era visto taglieggiato da una legge infame, quella della signora in lacrime. Le lacrime ora sono tutte del governo che non trovando ancora il come e il da farsi, si è affannato a dichiarare che la Ue ci controlla, che la Ue non vuole, che la Ue ha forti dubbi sullo sforamento dell’Italia per quanto riguarda i trattati, e via cantando…

Tutte idiozie ad hoc che hanno sempre funzionato in Italia e che, forse, funzioneranno ancora. Ormai questi signori hanno tastato il polso agli italiani che, purtroppo sembrano addormentati, anestetizzati, che ormai amano soltanto i fans, che non hanno più nerbo, se mai lo hanno avuto in passato. Insomma, usano la solita arma: l’Europa ci tiene nel mirino. Come dire che si vedrà come fare a restituire i soldi rapinati ai pensionati, che per ora nulla è stato deciso, che i soldi non ci sono, che occorre fare un distinguo fra pensioni e pensioni, che, insomma, stanno per fare un ulteriore pastrocchio che fra un paio d’anni sarà, ancora, ritenuto anticostituzionale.

E mentre si cercano soldi in tutte le direzioni, in Val d’Aosta e in Trentino, ieri, si è votato. Il risultato per il Pd non è lusinghiero. E’ in netta flessione e i partecipanti al voto anche. Un segnale che qualcuno comincia a riflettere e a non gradire più oltre un governo di bamboccioni incapaci di vedere oltre i loro interessi di bottega, lontanissimi dalle esigenze di un’Italia stremata per colpa della politica. E a pagare il conto è stato, infatti, oltre al Pd che qua è là ha contenuto i danni, soprattutto Fi, il partito del condannato. Infatti per questa formazione la débacle è significativa: 4%! Crescono, invece, Lega e Movimento 5 Stelle con 24 consiglieri eletti. Volkspartei in forte declino.

Nei pensieri di Renzi, fra l’altro, pesa lo sciopero imponente degli operatori della scuola che non vogliono la cosiddetta riforma della “buona scuola”. Un’altra di quelle stupide trovate che vorrebbe, anche in questo comparto, un uomo solo al comando e dà soldi pubblici alle scuole private violentando la Costituzione che prevede per queste ultime la libertà di esercitare il diritto all’istruzione con soldi propri.

Insomma, è un continuo tradimento dei dettati Costituzionali da parte di una compagine di governo che più che applicare la Carta pensa soltanto a favorire gli amici convinti che tanto gli italiani sono stupidi e drogati da altre necessità impellenti che loro stessi hanno creato ad hoc.

Buona fortuna, Italia!

 

 

Bonaparte, sulla sua legge elettorale, pone la fiducia. Tutto previsto! Ora, i cosiddetti piddini dissidenti si accorgono che hanno consegnato il partito a un dittatore. Gli imbecilli sono quelli che hanno regalato il Pd ai democristiani! Bene Civati che ha lasciato

 

In radio, in tv e sui giornali le varie interpretazioni, ognuno per la sua parte, che argomentano come attraverso questa legge il controllato può nominarsi i controllori, come con i capilista si assicura un ventennio di potere. Qualcuno paragona il renzino a Napoleone o a De Gaulle per giustificarne la deriva, altri menano vanto perché è una legge che “vuole il popolo italiano?”. La voleva lui e il condannato. E c’è chi afferma che saranno gli italiani a giudicarli…

 

Così, quello che avevamo previsto ieri, puntualmente si è verificato oggi. Il premier ha posto la fiducia sulla “sua” legge elettorale, dimenticando volutamente che quest’ultima è il pilastro di tutte le democrazie unitamente ai richiami della Corte Costituzionale. Il nuovo duce, insomma, invece di occuparsi delle povertà crescenti, dell’occupazione, del rilancio dell’economia e del lavoro, della dignità del popolo italiano, vuole assicurare per sé e i suoi accoliti, ancora un ventennio di potere assoluto, una dittatura parlamentare, anzi no. Una dittatura e basta. E la pletora di nominati da Bersani? Già, perché i parlamentari Pd oggi in Parlamento, sono stati nominati dall’ex segretario e pertanto, in teoria, dovrebbero essere rispettosi verso colui che gli ha cambiato la vita e le entrate economiche. Invece, si sono immediatamente allineati, visto che comunque avremo un Parlamento di nominati sempre dal segretario del partito, che in questo caso è Renzi. E la paura di non essere messi in lista è troppo forte…

Così, la legge primaria della democrazia è divenuta un agglomerato di ignobili “cosette” che garantiscono chi in questo momento è al governo, la fa in solitario la pattuglia di un solo partito, la maggioranza, nemmeno tutto. Patetici i commenti dei Cuperlo e di altri che, oggi, parlano della loro casa senza accorgersi che da quella ditta sono stati licenziati, messi in mobing, costretti ad andarsene dopo essere stati protagonisti nella svolta che mandò a casa Letta e incoronò il ducetto. Patetici o complici occulti? Perché, a questo punto viene legittimo questo dubbio. I dissidenti, noi crediamo che abbiano un patto con il premier: all’esterno difendono la democrazia, criticano, sbeffeggiano il segretario, gridano allo scandalo per una legge truffa peggiore del Porcellum, ma nelle segrete stanze, in cambio della garanzia per la loro nomina, sono allineati e, soprattutto, coperti. Sono davvero delle persone senza dignità alcuna, a nostro parere.

La lettera di Renzi, che apre ad alcune modifiche per la legge che elimina il Senato e istituisce un altro carrozzone con i poteri in contrasto con la Costituzione, è un altro esempio di come attraverso qualche caramella, un amo per pesci morenti, Renzi pensa di smorzare i fuochi fatui che da ieri sembrano più vividi ma non è che una farsa.

E su questa farsa si consumano le speranze e le aspettative degli italiani tutti. Cioè, di coloro che da questo nuovo corso si aspettavano concreti atti di coraggio per invertire le tendenze del passato. Siamo precipitati dalla padella alla brace. E quelle iniziali speranze, a mano a mano che Buonaparte si consolidava, con colpi d’ascia sono state demolite, ritirate, ridimensionate. Sono divenute perfino ridicole. Ridicoli come, appunto, la minoranza Pd (Bersani, Speranza, Cuperlo, Fassina, ecc.), cioè coloro che con il loro consenso hanno creato il piccolo duce e che oggi sembrano calati da Marte e parlano di forzature. Cioè, tutti non vogliono uscire dal “loro partito” non accorgendosi che sono già non fuori ma cacciati di fatto. Guardano ancora la pagliuzza e non si avvedono della trave. Del resto da una pattuglia di stupidi furbi cosa ci si poteva aspettare? Unico a salvarsi, Civati che, in uno sprazzo di lucidità, ha trovato il guizzo per andarsene…

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

L’Italicum, la legge elettorale di Renzi&Co, anticostituzionale, approda alla Camera in un’aula deserta, dopo la sostituzione forzata dei 10 commissari - Il governo porrà la fiducia anche se al momento smentisce. L’Europa ignora l’Italia

 

L’ulteriore strappo con i cosiddetti non allineati al premier, si è consumato all’insegna dell’imperio di una compagine governativa che ricorda molto e in toto i regimi peggiori che qua e là nel mondo agiscono in modo dittatoriale: sono stati cacciati i 10 commissari della minoranza che non avrebbero garantito il voto favorevole in commissione. Una fretta assurda, visto che lo stesso premier continua a dire che si vota nel 2018. E allora, perché queste forzature?

 

Continuano le beghe interne al Partito democristiano guidato dal boy scout autoritario e dai suoi compari di cordata mentre la legge elettorale, il cosiddetto Italicum, approda in una Camera con circa 20 deputati presenti. Un vuoto che dovrebbe far riflettere tutti e che, invece, è passato sotto silenzio dei soliti tromboni accoliti del premier. Questa ennesima legge anticostituzionale, voluta dal renzino e dal pregiudicato con l’aiuto di Verdini, autori degli incontri del Nazareno, blindata e intoccabile a detta dell’inquilino di Palazzo Chigi, è divenuta una fissazione del premier che, pur raccontando a più riprese che si voterà nel 2018, vuole con ogni mezzo che la si approvi subito, così com’è!

Naturalmente, le persone di buonsenso si chiedono il motivo di tale urgenza visto che di elezioni non se ne parla a breve, anzi… E allora, perché Renzi in questo lasso di tempo si è occupato di tutto fuori che delle condizioni reali del Paese? Se si vota fra tre anni, perché non si è occupato del rilancio dell’economia, dell’occupazione, degli esodati, della corruzione di cui gli esponenti del Pd pare siano divenuti i protagonisti in assoluto, dei tagli dei costi della politica, della creazione di posti di lavoro anche pubblici, dell’eliminazione del migliaio di commissari per i centri di spesa sparsi qua e là nel Paese, di una seria battaglia all’evasione e alla corruzione con l’eliminazione di ogni sconto di pena, delle migliaia di cosiddette partecipate pubbliche? A nostro parere sono queste le cose prioritarie di cui ha bisogno l’Italia. Ai cittadini non interessa, in questo momento, la legge elettorale. Interessa uscire da questo stato di povertà in cui ci hanno precipitato i nostri lungimiranti politici da strapazzo succedutisi al timone da un ventennio ai giorni nostri.

Non ci resta che aspettare l’epilogo di questa ennesima sceneggiata che una compagine mal assortita di fidi cagnolini ci propinerà nei prossimi giorni, sperando che prevalga il buonsenso e che questa legge venga adeguata ai dettati della Corte Costituzionale.

Intanto, nella riunione della Ue, chiesta e ottenuta dall’Italia per affrontare i problemi dei “barconi”, ancora una volta, l’Italia è stata sbeffeggiata forse perché, ormai, gli altri partner sanno che siamo rappresentati da un premier che in casa urla e lancia anatemi ma che al loro cospetto fa il paggetto. Infatti, quello che ne è venuto fuori è soltanto un impegno europeo a spendere 9 milioni di euro al mese per tamponare i naufragi. Cioè, quello che l’Italia spendeva da solo fino a poche settimane orsono. Una beffa immane, visto che secondo alcuni calcoli questi soldi sono assorbiti quasi totalmente dal Frontex per i propri stipendi e le proprie sedi e servizi logistici. Insomma, ancora una volta, il renzino è stato ignorato come è giusto che sia.

Fin quando in Europa l’Italia andrà con il cappello in mano e non con proposte, queste sì, prendere o lasciare, finché non minacceremo di trattenere dai nostri versamenti il corrispettivo che spendiamo per i soccorsi ai profughi, finché non costringiamo con minacce concrete di uscire da questa accozzaglia di rappresentanti delle banche e delle lobby segrete, saremo sempre trattati come sudditi un po’ stupidi. Del resto questi sono strozzini travestiti da politici ai quali non frega assolutamente nulla dei propri popoli.

Buona fortuna, Italia!

 

 

ANTICORRUZIONE DA SCEMI. NON UN DECRETO, MA UN DISEGNO DI LEGGE, ECCO LA GENIALATA PER PROTEGGERE I BANDITI - NAPOLITANO RESPONSABILE DI 3 GOVERNI NOMINATI DA LUI E NON LEGITTIMATI DA UN VOTO POPOLARE. VIVA LA DITTATURA!

 

Doveva essere un provvedimento che stroncasse, una volta per tutte, la corruzione e la connivenza fra politica e scambio di voti ma il nostro renzino ha ammorbidito il tutto a un disegnino di legge. Se ci fosse stata la volontà di incidere seriamente, avrebbe fatto uno dei tantissimi decreti legge, invece, qualcuno o gli interessi degli amici degli amici, glielo hanno vietato. E’ l’ennesimo governo ignobile voluto da Napolitano, correo, che andrebbe processato

 

Oggi, brevi  considerazioni per non tediare i nostri pochi lettori. Il renzino, ancora una volta, fa finta di presentare i pugni, poi, nei fatti, nel Cdm se ne esce con un disegno di legge criticato da tutti, perfino da don Ciotti. Troppo debole, quasi innocuo, non tempestivo ed efficace da subito! Da domandarsi se questa “scelta” è determinata dalla sua imbecillità o da un calcolo preciso per non incidere e non disturbare il “manovratore”, in questo frangente, la mafia e coloro i quali, dietro parvenze di false “garanzie” lo hanno ammansito.

“E qual dei numi inimicolli?” In questo caso, il litigio fra Renzi e gli italiani è da ascrivere al nostro peggiore presidente del Colle che il Paese abbia mai avuto. Quello stesso signore che, ignorando la Costituzione di cui avrebbe dovuto essere garante, per ben tre volte, l’ha tradita “NOMINANDO” i suoi governi. Una persona che, d’accordo con Grillo, andrebbe processata e condannata per alto tradimento. Ma, per fortuna, gli italioti, dormono.

Dormono da anni, drogati, sedati, loro non sanno nulla. Loro, quando sono chiamati a dire la loro con un voto, prendono il pacco di pasta, come ai tempi della Dc, e via, per altri lidi. Del fatto che siano stati licenziati, che non ci sia più lavoro, che i potentati economici ci impongano cose assurde, che tutto ciò ha fatto crescere il nostro debito a oltre 2200 mila miliardi, sembra cosa che non li riguardi. Eppure, i debiti sono di tutti!

Ma gli italioti, si sa, dormono da anni. Convinti che, comunque, qualcuno li salverà dal baratro. Un baratro, invece, che dovremo affrontare tutti noi. Ma non tutti si rendono conto della gravità della situazione.

L’unica via di uscita è quella di ripudiare questa Europa che, dal 2001 a oggi, ci ha ridotti in miseria. Doveva essere una grande opportunità! Lo è stata! Per i banchieri, i potentati economici, per i massoni e per i politici da quattro soldi…

Stanno portandoci diritti alla dittatura della troika europea. Ma nessuno se ne rende conto, esclusi coloro che di questo disegno ne fanno parte integrante.

Ormai, crediamo che non ci siano vie alternative per risalire la china che ci attanaglia da oltre 20 anni!

L’unica via per riscattare l’orgoglio di ogni nazione, in primis la nostra, è quella di mandare affanculo l’Europa, Quella che pensa soltanto ai banchieri, ai grandi interessi dei potentati economici, alle mafie, alle sette massoniche, e via cantando.

Invitiamo tutti a firmare IMMEDIATAMENTE l’iniziativa del Movimento 5 Stelle cosiddetto “NO EURO!”. Sarà un segnale fortissimo per riprenderci la nostra sovranità monetaria e politica in un mondo di ladri e corrotti!

Noi siamo per il ritorno alle sovranità nazionali! La Grecia (viva Tsipras!), e la Bulgaria, dove recentemente ha sancito la vittoria di una partito antieuropeista, sono segnali concreti di un disagio che non può più essere ignorato!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

La corruzione dilagante? Colpa dei governi e dei politici a tutti i livelli. Ora, dopo gli scandali regionali senza sosta, quelli del Mose, dell’Expo, di Roma, dell’Umbria, ecc., si corre ai ripari. Ricordiamo che alcuni mesi fa, Renzi ha imposto una scellerata legge antiriciclaggio

 

E’ il risultato di decenni di leggi che, anziché punire, autorizzano a delinquere viste le cifre da capogiro (120miliardi di euro) relative alla sola corruzione. Il premier continua a menar il can per l’aia senza mettere realmente mano al falso in bilancio, a leggi molto più severe e, soprattutto nel legiferare sulle stesse associazioni politiche, ai propri statuti, al mondo ormai ramificato delle cosiddette fondazioni che ogni politico ormai ha messo in piedi ad hoc

 

Decenni e decenni di rapine da parte dei partiti e dei loro solidali ai danni dei cittadini e del Paese con gravi conseguenze sia sull’economia interna, sia per l’immagine e le storture che una situazione come quella italiana, produce in termini i immagine nel mondo, e di attrazione di investimenti in Italia. Eppure, soltanto alcuni mesi orsono il nostro governo ha imposto in fretta e furia, fra le proteste del Movimento 5 Stelle e l’applicazione della ghigliottina (prima volta in Italia), affinché quella stupida e scellerata legge andasse in porto spedita. Da ricordare che l’interesse del governo e dei soliti soci in affari /Pd-Fi-Ncd), era quello di salvare i loro intrallazzi proprio con quella parte della delinquenza organizzata in fatto di scambio di voti. Della reintroduzione del reato di falso in bilancio, nulla. Si disse che quel problema sarebbe stato oggetto di altro provvedimento.

Intanto, oggi, in Umbria, altro ennesimo scandalo dove sono stati eseguiti numerosi arresti e scoperto, guarda caso, un intreccio simile a quello romano. Cioè, a nostro avviso, hanno scoperto poco, visto che le varie mafie italiane sono ormai infiltrate ovunque. Dunque, c’è da chiedersi, se questi signori in decenni di potere non hanno mai messo seriamente mano alle leggi per contrastare questa avanzata dei mongoli, è perché sono stupidi, inetti, incapaci, oppure sono complici? Noi propendiamo per la seconda.

Però, se si arrivasse a conclusioni accertate di questa natura, allora la cosa si fa molto più grave di quanto emerga da tempo con indagini e conclusioni che la magistratura da anni, da Mani pulite ai giorni nostri, si sforza di arrestare pur nel bailamme di leggi e leggine studiate ad hoc dai politici per la difesa della propria casta e, in molti casi, in aperto contrasto con i magistrati.

Stamane, ancora una volta, il sindachino si è avveduto che, forse, ci vogliono norme più severe. Confisca dei beni, allungare la prescrizione, aumentare le pene, e qualche altra idiozia renziana che comunque prevede tutto ciò al terzo grado di giudizio, cioè, dopo anni di processi che consentono nel frattempo di trasferire tutti i beni a parenti e amici degli amici.

Naturalmente, nulla sul fronte politico. Cioè, nessun intervento che modifichi profondamente le leggi che istituiscono i partiti e le loro cosiddette associazioni collaterali. Nessun accenno per quanto attiene alle responsabilità delle proprie candidature e delle scelte dei candidati o dei responsabili del sottopotere (partecipate), nessun accenno a queste stramaledette fondazioni di cui ormai tutti i parlamentari sembrano averne una per i loro loschi traffici. Nulla. Per il ronzino, la politica non c’entra nulla con il degrado vergognoso in cui è stato precipitato il Paese da oltre un ventennio di alterni governi di consociativismo attivo, in special modo in affari sporchi a scapito degli italioti che, comunque, hanno continuato anche recentemente, a votarli.

E’ vero che le nostre leggi prevedono che una persona, fino a quando non è condannata definitivamente, rimane imputato e basta. Però, cari signori, non prendiamoci in giro. Questa norma, a nostro avviso, deve valere per la gente comune. Per i politici, per coloro che devono rappresentarci e legiferare in nome e per conto del popolo italiano, occorre seguire un altro principio visti i risvolti socio-mafiosi che si sono sviluppati e consolidati dal dopoguerra a oggi. Per i politici deve essere prevista l’inibizione perpetua dai pubblici uffici e l’arresto immediato per chi, ignorando questa condizione di questo o quel politico, intrattiene con lui rapporti istituzionali, di amicizia o, peggio, si rende disponibile a favorire in ogni qualsivoglia pratica, il condannato (vedi caso Greganti, Frigerio & Co.) negli affari Expo. Inoltre, chiunque all’atto delle candidature, risultasse indagato, comunque, per cautela e nell’interesse dei cittadini, deve essere tolto dalle liste. E’ vero che questo si presterebbe a molte obiezioni. La più importante, prevede il caso che un candidato inviso ad alcuni gruppi di interesse, potrebbe essere denunciato preventivamente, senza aver commesso quel fatto per il quale è denunciato, ma al solo scopo di inibirne la sua candidatura. E’ vero. Però, proprio per questo occorre una corsia preferenziale e di urgenza da parte della magistratura che, accerti immediatamente se ci sono elementi tali da prevederne la non candidatura o meno. E’ un modo per evitare che ci si ritrovi in lista di questo o quell’altro partito nomi che, una volta eletti, possano fare danni immani sia all’economia, sia alla dignità degli italiani.

Concludendo, è meglio che qualcuno, per errore, non venga candidato che, lasciare il sistema delle scelte in mano ai pochi segretari di partito che mettono in lista gli amici e, fra questi, soprattutto coloro che sono portatori di voti. Di quei voti che, nella stragrande maggioranza dei casi, provengono da gruppi affaristici che dopo presenteranno il conto.

Oppure siamo scemi e non capiamo perché uno va a cena da Renzi e paga 1000 euro?

La politica non ce la fa a riformare sé stessa e proprio per questo, ormai in tutti i settori marci del Paese, ci mettono la faccia e, qualche volta la vita, i magistrati. Fate memoria a voi stessi, A cominciare dal calcio truccato, Finmeccanica e finire con le regioni, le mafie, le grandi opere ecc., sono dovuti intervenire loro per scardinare poteri e imbrogli giganteschi, non i politici che, anzi, in qualche caso, hanno difeso quei delinquenti da loro piazzati lì apposta.

Buona fortuna, Italia!

 

 

La cupola e il Cupolone. Ennesimo e scontato scandalo romano: mafia, i resti della Magliana e, naturalmente, i politici. E’ sempre la solita storia, il rimedio? Metterli in galera tutti, cancellare tutte le delibere e i finanziamenti dati all’organizzazione, azzerare il Comune di Roma

 

Siamo, finalmente, il primo Paese europeo in fatto di corruzione, assieme alla Romania. Pensate bene, alla Romania! Ma il governo del ronzino ha appena azzerato i reati cosiddetti minori, cosette da cerebrolesi o decisioni ad acta per favorire le cosche? - I grillini, a nostro parere giustamente, chiedono al prefetto di sciogliere per mafia il governo di Roma, mentre la Lega vuole l’abrogazione immediata della legge Fornero - Gozi: non sa quel che dice a La7

 

Di scandalo in scandalo senza che nulla cambi nella coscienza degli elettori. Cittadini che, nonostante l’evidenza di una decadenza senza fine, hanno affidato a un mister Bean in versione pupazzetto, i propri destini. Destini che si misurano nelle piazze e nei risultati ufficiali di molte autorevoli agenzie interne ed estere. Ma tutto ciò, pare non scalfire la moralità degli italioti che continuano imperterriti ad affossare ancora di più la dignità collettiva, se mai ne abbiamo mai avuta una!

Non meraviglia più di tanto l’ennesimo scandalo romano nel quale, ancora una volta, ci cascano i politici in combutta con la mafia, la delinquenza comune e i soliti fiancheggiatori che, in cambio, chiedevano voti e stipendi a parte: da 5 a 15mila euro mensili in una Paese con il più alto tasso di disoccupazione, di corruzione, di evasione, di esportatori di capitali in paradisi fiscali, di una macchina dello Stato che fa acqua da tutte le parti e che, proprio per gli interventi urgenti individuati da Cottarelli, oltre a non farne nulla, lo stesso è stato immediatamente licenziato. Guai a toccare la Casta! Così, sotto il Cupolone famoso in tutto il mondo, da anni, prosperava anche l’altra cupola, quella della mafia nostrana che ci ha reso ridicoli in tutto il mondo. La magistratura sta facendo il suo lavoro. Speriamo che non succeda, come sempre, che i tempi siano lunghissimi, speriamo che, una volta per tutte, mettano in galera tutti i “commensali” di questa ennesima “grande abbuffata” a spese dei soliti idioti, i cittadini, che come sempre, in caso di elezioni, ormai è assodato, dimenticano le proprie miserie e, soprattutto, le responsabilità di coloro ai quali è stata affidata l’amministrazione della propria città o del Paese intero.

Non ci sentiamo di parlarne diffusamente perché le indagini sono in corso ma, comunque andrà a finire, questi personaggi loschi potranno contare sulle leggi che lo stesso Stato ha approvato, salvo il Movimento 5 Stelle, a loro favore e a loro protezione. A loro protezione, inteso come, interesse della Casta politica.

In questo bailamme in embrione, noi non possiamo che auspicare che la magistratura, ammesso che in questi fatti ne sia esente, provveda immediatamente a mandare a giudizio tutti gli indagati con procedura urgente, nonché ad azzerare tutto il Consiglio comunale. Ma non solo. Sembra, infatti, che anche per l’elezione del Consiglio regionale, gli stessi attori abbiano avuto un ruolo  determinante scegliendo alcuni nomi che, sembra, siano i referenti scelti sempre dalla cupola mafiosa e non dai partiti. Partiti che hanno ceduto alla delinquenza organizzata i destini dei cittadini amministrati sotto false spoglie. Infatti, si scopre, tardivamente, che nelle istituzioni, ormai, c’è sempre qualche infiltrato degli interessi mafiosi. Cose che la Casta non ammetterà mai ma che i fatti smentiscono abbondantemente.

Del resto, se ci siamo conquistati il titolo ambito del primo Paese europeo con la più alta corruzione, assieme alla Romania, un motivo ci sarà! E quale potrebbe essere se non le leggi scellerate e permissive che permettono a queste organizzazioni di essere addirittura nelle istituzioni? E perché le istituzioni varano leggi che depenalizzano tutto? E perché i governi passati e questo in particolare, non hanno inciso nel punire severamente questi reati, cioè nella commistione fra affari sporchi e politiica?

Non viene un dubbio legittimo? Perché nelle istituzioni, loro, hanno piazzato coloro che gli procurano voti e soldi! Che diamine! Solo i cittadini fans, addormentati, stupidi, non si  sono accorti di nulla! Che,comunque, convinti della loro intelligenza pecorina, continuano a votare i soliti ladri e collusi.

Se lo meritano, questi stolti!

Non se lo meritano assolutamente, chi ha capito da tempo che l’Italia è allo sbando e chi in tutti i modi (vedi il M5S), in tutte le piazze, in tutti i meetup d’Italia, tenta di informare i cittadini denunciando e portando dati ufficiali di decenni di collateralismo fra politica e malaffare. I libri di autorevoli autori, giornalisti del Corriere della Sera, come Stella e altri, non hanno insegnato nulla, non hanno scalfito le coscienze degli elettori che si vendono molto spesso per una cena offerta, guarda caso dai mafiosi in accordo con i propri “cavalli”.

Sul fronte delle dichiarazioni televisive, da registrare la presa di posizione, ormai nota, della Lega che vuole la cancellazione della legge Fornero e di un certo Gozi, personaggio assurto all’onore delle cronache senza alcun merito se non quello di essere amico del premier, che fa finta di non sapere nulla. Ottimi i colpi d’incontro con Scanzi che, come sempre, da questo confronto ne esce “vincente”.

Già, ma lui è giovane, fa finta di non sapere quello che è stato fatto nel passato dai partiti. Crede ancora nei balocchi!

Ultimissima annotazione: tutti insieme appassionatamente, parliamo della commissione autorizzazioni, hanno respinto la richiesta dei magistrati per l’incriminazione di due suoi adepti. Gli unici a votare per la messa sotto accusa sono stati quei disgraziati dei “grillini”.

Meditate gente, meditate e, una buona volta, cominciate ad aprire almeno uno dei vostri due occhi!

Buona fortuna, Italia!

 

 

Grillo: “sono stanchino”, e nomina 5 suoi fedeli i cui compiti sono indefiniti, misteriosi, da setta - Il pregiudicato esordisce con Amato al Colle, le riforme, poi - Il premier elogia gli industriali e li chiama eroi scatenando l’ira della Camusso che replica: “gli eroi sono i lavoratori!”

 

Un fine settimana movimentato, quello del leader del M5S, Beppe Grillo che, dopo aver fatto sapere di essere un po’ stanco, nomina 5 parlamentari come suoi referenti con compiti ancora oscuri. Base in subbuglio e distante da Grillo - Il condannato fa sentire la sua voce per il Colle e dice che le riforme possono aspettare - Renzi parla di 18 miliardi di sgravi fiscali mentre la disoccupazione precipita sempre più - Junker, indagato, l’uomo delle tre carte

 

“Sono un po’ stanchino”. Con questa frase il leader del Movimento 5 Stelle, ieri, ha mandato in onda l’ennesimo post per votare 5 suoi fedelissimi quali coordinatori suoi referenti. Una votazione anomala che non lasciava spazio: o sì o no. E proprio per questo, contestatissima, sui social network da moltissimi “grillini” che vedevano in questo modo il tradimento della democrazia diretta sancita dal non statuto del Movimento. I nomi erano quelli e stop, prendere o lasciare, insomma. Da ricordare che soltanto ieri un’ennesima votazione online ha decretato con oltre il 90% di consensi, l’espulsione di due ulteriori parlamentari, Pinna e Artini per i quali il mondo pentastellato si era diviso vistosamente.

Insomma, oggi, c’è chi vede in questo gesto un inizio di democratizzazione, chi pensa che non cambierà nulla visti i nomi dei fedelissimi ch lui ha voluto attorno a sé, chi è più irritato di prima per il solito metodo adottato.

Ma c’è anche chi guarda al raduno lanciato da Pizzarotti, sindaco di Parma, per aggiustare meglio il tiro della democrazia interna al Movimento e in contrapposizione ai diktat di Grillo e Co.

Da sottolineare che, nella riunione svoltasi ieri fra i deputati e senatori a cinque stelle, sono stati allontanati, prima dell’inizio dell’assemblea, i portavoce imposti da Casaleggio e Grillo. Che dei 15 parlamentari insofferenti e in odor di espulsione non se ne è parlato, che Cecconi, attuale capogruppo, a domande incalzanti su tale argomento, ha risposto con fare evasivo, come del resto sulle recentissime cacciate di Artini e Pinna, che sul significato politico di questa svolta (direttorio) non ha saputo dare visioni politiche chiare, che gli stessi nominati, non sanno bene quale sia, o sarà, il loro ruolo.

Insomma, forse è una svolta importante, forse no. Staremo a vedere.

Sul fronte governativo, solite enunciazioni renziane che elogia gli industriali regalando loro il titolo di eroi che la Camusso rintuzza prontamente dicendo che se ci sono eroi, quelli sono i lavoratori. Mentre sul piano economico Renzi ha ricordato a tutti che ci saranno 18 miliardi di tasse in meno. Per rimanere sul problema economico Junker, presidente europeo indagato, se la canta dicendo che ci saranno 315 miliardi per il rilancio e l’occupazione da distribuire in Europa. Ma è un falso clamoroso, un gioco delle tre carte napoletano. Infatti, la Ue metterà, forse, attorno ai 20 miliardi con i quali sperano di avviare un indotto di circa 315 miliardi. Cioè, gli acefali che stanno a Bruxelles pensano, anzi ne sono certi, che per ogni euro messo lo stesso ne generi 16 in ricchezza. Questi signori andrebbero mandati a casa urgentemente e curati adeguatamente. L’Europa, finalmente senza di loro, rivisitata e, nel caso, cancellata, visti i gravissimi danni fatti sia all’economia, sia all’occupazione, sia alle casse di ogni Stato membro. Mai c’è stata tanta povertà nel Vecchio continente se non dall’avvento dell’Europa unita.

Ultima chicca: il pregiudicato è per Amato al Colle. Già proprio topo gigio, quello che prende decine di migliaia di euro di pensione ogni mese a spese degli italiani. Quello che, per primo, mise le mani in tasca ai pensionati mentre lui, già a quell’epoca aveva una pensione di 8.500 euro mensili, poi conglobate con altre fino ai numeri da capogiro di quella attuale. Comunque, per il condannato, a Milano un giudice ha depositato appello chiedendo l’annullamento della sentenza per il processo Ruby che ha visto assolto l’ex cavaliere disarcionato.

 

 

 

Passa il jobs act alla Camera con i soli voti dei renziani mentre Fi, Ncd, M5S e Lega escono dall’aula in compagnia di 25 piddini, 2 votano a favore, 2 si astengono - Parlamentari del M5S vanno in tv e Grillo si arrabbia, molti i meetup in fibrillazione per il risultato deludente

Il premier continua a menare il can per l’aia dicendosi soddisfatto delle elezioni (ignorando il vistoso calo di partecipazione) e del voto alla Camera che approva il jobs act e torna al Senato perché in parte modificato - Dopo l’apparizione in una tv del deputato Rizzetto (M5S), si riaccende la polemica sulla partecipazione o no dei portavoce nelle trasmissioni televisive. Molti i meetup in subbuglio per il vistoso arretramento dei consensi al M5S

 

Così, il cosiddetto jobs act, con piccole modifiche recepite dal governo, è andato in scena alla Camera e ha ottenuto 316 voti a favore. Ora quella legge tornerà al Senato che dovrà ratificare quelle modifiche o correggerle e, al limite, cambiarle. Al momento del voto e in aperto dissenso con Renzi e i suoi fans, Fi, Ncd, M5S e Lega sono usciti dall’aula insieme a 25 piddini di cui altri 4, invece, erano presenti nell’emiciclo. Due di essi lo hanno votato, gli altri due si sono astenuti.

Da sottolineare le dichiarazioni di Bersani che ha dichiarato “ho votato sì perché una parte le condivido, le altre per disciplina di partito”. Mah, davvero inconcepibile l’atteggiamento politico di questo signore. Noi pensiamo che se una legge è contorta, scritta male, che non risolve il problema della ripresa dell’occupazione, che toglie diritti e protezione ai lavoratori, bene, in questi frangenti, non vada presentata senza perfezionamenti. Che fretta c’era? Quella di presentare ai padroni europei il compitino? Comunque, il cammino di questa riforma al Senato non sarà facile come lo è stato per la Camera perché in Senato i numeri sono esigui e molti senatori, silurati da Renzi che gli ha imposto l’eutanasia, hanno l’amaro in bocca e la rabbia dentro.

Dopo le elezioni della Calabria e dell’Emilia-Romagna, Renzi si è detto soddisfatto e felice di aver preso altre 2 regioni. Infatti, ha detto ieri, oggi governiamo in 17 regioni su 20. Glissando sul fatto che il vistoso calo degli elettori ha ridotto al lumicino i votanti e ingrossato in modo preoccupante il partito del non voto, passato al 61%! Un dato mai registrato dal dopoguerra ai giorni nostri.

Sempre ieri e, proprio per gli stessi motivi, alcuni parlamentari hanno infranto il diktat di Grillo in fatto di partecipazione alle trasmissioni televisive. Infatti, l’on. Rizzetto, abbandonando, appunto questa norma non scritta, ha partecipato a una trasmissione per illustrare il punto di vista del M5S relativo alle ultime elezioni. Pronta la polemica aperta immediatamente sul blog di Beppe Grillo con un post che stigmatizzava l’accaduto e che prendeva le distanze dal portavoce parlamentare dichiarando che lo stesso parlava a titolo personale. Peccato che quel post, però, non era firmato da nessuno e che, in punta di diritto, sia una posizione stupida e fuori da ogni logica. Infatti, al contrario, gli unici portavoce del M5S sono proprio gli eletti e nessun altro!

E allora, che è quel signore che ha scritto quel post? Secondo la nostra opinione i deputati e i senatori del M5S dovrebbero buttarlo fuori a calci. Noi non possiamo che essere d’accordo con i portavoce. Ormai, lo abbiamo già scritto altre volte, dopo tanti mesi di esperienza fatta nelle istituzioni, noi crediamo siano in grado perfettamente di affrontare qualsiasi interlocutore e ogni trasmissione nella quale loro decidono di dire la loro.

La batosta presa anche da questa forza politica, prima in Italia, deve immediatamente dare la stura a un’autocritica interna, al ruolo di Grillo e Casaleggio al superamento immediato dei cosiddetti staff che godono della loro fiducia in contrasto con le norme. Una su tutte: uno vale uno. E’ urgentissimo indire una grande assise nazionale dove, oltre ad analizzare il voto e gli errori di comunicazione commessi anche in queste elezioni, si dia avvio a un minimo di organizzazione sui territori, individuando i referenti locali attraverso libere elezioni interne. Diventare una forza politica dialogante sia con il territorio in cui opera ma anche non una struttura centrale che non siano più né Grillo, né Casaleggio. Tantomeno i personaggi dei cosiddetti staff che, forse, sono i veri responsabili del crollo dei consensi e che comunque non sono stati eletti da nessuno.

 

 

 

Grillo, dal “Vinciamo poi” delle europee, a “L’astensione non ci ha toccato” delle elezioni regionali: è un declino dell’estro di Beppe, e dei suoi “staff”? Rimini salva le percentuali e tiene alto il baluardo del meetup migliore d’Italia, a nostro avviso - Aumentano gli astenuti!

Il successo del Partito democristiano, sia in Calabria, sia in Emilia-Romagna, illude Renzi che “interpreta” questi successi come un assenso a perseguire quegli annunci di tante cose, la lega gli soffia sul collo, Fi annientato, mentre il Movimento 5 Stelle di Rimini, per la prima volta nella storia, piazza un suo candidato nella Regione rossa - Il partito del non voto raggiunge il record - Putin appoggia Le Pen: si profila una convergenza Ue a destra?

 

Si sono svolte, in Calabria e in Emilia-Romagna, le elezioni regionali. Il risultato più importante, per noi, è l’allontanamento dalla politica di ulteriori fette di cittadini stufi dei politici e delle loro ruberie. Infatti, l’affluenza alle urne, in special modo nella regione rossa, è stato vistosissimo e preoccupante. Naturalmente, il ronzino si è subito affrettato a dichiarare che anche questo è un voto che lui interpreta come un pungolo ad andare avanti con le sue enunciazioni stupide. Di un ex presidente, Errani, condannato per aver dato un milione di euro al fratello (circa due miliardi delle vecchie lire), e dei 43 rinviati a giudizio del vecchio consiglio, nulla. Non è successo nulla. Avremo i processi e dopo diranno la loro. Intanto, nelle liste, adottando questo principio cretino, sono finiti molti di coloro che sono in attesa di processo, alla faccia della pulizia e della nuova decantata moralità dei partiti.

Ha avuto un successo previsto ma inatteso come proporzioni, la Lega che, dopo i fatti di Milano, di Genova, di Roma e chi più ne ha più ne metta, ha raccolto i voti degli esasperati da una politica che vede preoccuparsi di più degli extracomunitari che dei propri cittadini. Un risultato che era nell’aria e che le politiche nazionali e regionali non hanno saputo arginare con interventi seri. Tanto per citare lo scandalo più grande di questi ultimi mesi, citiamo soltanto quello dell’Expo sul quale noi non diciamo altro.

Sul fronte europeo, da segnalare soltanto una notizia un po’ ambigua che però fa pensare a qualcosa che assomiglia sempre più a un preciso disegno. In Italia, abbiamo un Renzi che usurpato il potere agli ex comunisti, è riuscito ad appropriarsi di una platea che raccoglie nel suo seno il peggio che ci sia in giro: i democristiani. In Europa non va tanto meglio. E’ noto, infatti, l’inciucio che da anni regge questa struttura europea fra il Ppe e i socialisti a cui Pd ha subito aderito. Oggi, arriva la notizia che un amico di Putin, banchiere, metterà a disposizione della campagna elettorale della signora Le Pen la cifra di ben 9 milioni di euro, circa 18 miliardi delle vecchie care lirette. Cioè, in sintesi, un premier russo, si immagina di sinistra, che aiuta con molti soldi a mettere alla guida della Francia, quella della Rivoluzione del 14 luglio 1789, una persona di ultradestra!

Ma che mondo infame è questo? Già, forse è la nostra memoria che fa cilecca: infatti, è assodato che la globalizzazione ha irretito anche i partiti. Noi pensavamo di no, ma dobbiamo ricrederci!

E’ stato invece, ancora una volta, stoppato, l’entusiasmo del mondo grillino. Infatti, dopo la battuta d’arresto delle europee che Grillo concluse con un laconico “Vinciamo poi”, invitando Casaleggio a prendere anche lui un Malox, c’è da registrare il crollo del Movimento in Calabria dove con il 4.9% rimane fuori dal consiglio, mentre in Emilia-Romagna, pur conquistando 5 seggi, purtroppo non è andata oltre il 13% e rotti. In una regione che ha visto nascere e affermarsi la prima formazione politica del Paese nelle passate elezioni politiche.

C’è da aggiungere che quel 13% cento e rotti, sono merito di un meetup, quello di Rimini, che da sempre è pancia a terra per affermare la propria azione politica nel rispetto del regolamento e del programma del M5S. E viene spontanea una domanda, allora? Se quelli di Rimini non avessero lavorato bene, quale sarebbe stato il risultato finale di una forza politica nella quale ancora molti cittadini ripongono la loro fiducia pur con molti mal di pancia?

Beh, il dato che ne sarebbe uscito, se la pattuglia riminese avesse “dormito” sarebbe stato deleterio. Forse attorno all’11%!

E di chi le colpe? Noi crediamo che, come sempre accade all’indomani di una sconfitta elettorale, le responsabilità maggiori siano di Beppe Grillo e di Casaleggio. Ma oltre a loro, un ruolo deleterio crediamo sia stato esercitato dal cosiddetto staff di cui Grillo si fida. Infatti, questi personaggi, oscuri, distanti, che si sentono come Gesù nel tempio, che favoriscono, anche loro, purtroppo, ora questa, ora quell’altra candidatura non tanto per le qualità e le competenze, per non parlare dell’azione personale sui vari territori in cui operano, ma soltanto per simpatie o scelte del gruppetto.

Scelte scellerate, visto il risultato del voto. Qualcuno, ad esempio un certo signore che non conosciamo e che si fa chiamare nick il nero, ex camionista con tutto il rispetto per la categoria, o un altro, questo “conosciutissimo” per avere in mano il “verbo”, un politico di lunghissima esperienza, competente quanto basta come scendiletto del proprio capo, unitamente a un altro esponente della politica del Movimento in quel di Bologna, un certo Piazza, bene, noi riteniamo che siano la causa del crollo di questa forza in Emilia-Romagna.

Noi riteniamo che tutti i meetup di questa regione debbano indire al più presto una grande assise nella quale questi personaggi vengano denudati delle loro investiture dettate da Grillo e che si votino liberamente, con la famosa democrazia diretta, nuovi coordinatori che tolgano di mezzo le “amicizie” e che sappiano valorizzare al meglio le peculiari capacità dei molti attivisti presenti su tutto il territorio.

A Rimini, si va alle elezioni nel 2016! Sembra una data tanto lontana, ma se non si comincia ora a lavorare per vincere quelle elezioni, se non si mettono da parte i personaggi ciitati, nella ex capitale del divertimentificio, si mancherà ancora una volta l’obiettivo: governare con intelligenza e attenzione per i propri cittadini, anziché per interessi personali. Parma è un fulgido esempio di buona amministrazione. Complimenti a Pizzarotti che, oltre ad amministrare al meglio la sua città, è un esempio per tutti i sindaci del Movimento 5 Stelle!

Buona fortuna, Italia!

 

 

Napoli, Landini a Renzi: “Gli onesti non ti votano!”, ed è bagarre - Napolitano va a raccomandarsi l’anima dal Papa, forse, per le tante leggi anticostituzionali promulgate - Emilia-Romagna e Calabria con tanti indagati in lista, eccetto quelli del Movimento 5 Stelle

 

Dopo le durissime parole di Landini, pronunciate durante lo sciopero nel napoletano, l’ira dei fans del premier che hanno fatto fare marcia indietro al leader della Fiom - Domani si vota per le regioni di Calabria ed Emilia-Romagna, molti partiti, senza alcun ritengo e a corto di dignità, hanno infilato molti candidati indagati - Gli unici ad avere le mani pulite e, soprattutto, i titoli per governare queste regioni, sono i “grillini” di Beppe Grillo

 

Durante lo sciopero generale della Fiom, a Napoli, durante un comizio di Landini, sono state pronunciate parole durissime all’indirizzo del premier. Il leader della Fiom, infatti, ha detto che “la gente onesta e perbene non avrebbe votato mai Renzi”. Naturalmente, si è subito levato lo scudo, da più parti ma soprattutto fra i fans del sindachino, a sua difesa. Una difesa altrettanto accesa anche se registriamo, invece, il tono sommesso dello stesso politico tirato in ballo. A distanza di poche ore, comunque, Landini ha chiesto scusa per le parole dette in un contesto di estrema rabbia per le sofferenze che i cittadini italiani stanno attraversando mentre il potere pensa a cose che non servono a rilanciare l’economia e l’occupazione.

Ieri, si dice a sorpresa, Napolitano ha fatto visita al Papa. L’incontro, fanno sapere dal Colle, è stato chiesto dallo stesso presidente della Repubblica. Il colloquio è durato circa un’ora e non è stato rilasciato alcun comunicato. Non serve un mago per capire che il nostro presidente si sia recato da Bergoglio per accomiatarsi in vista delle sue dimissioni previste nel mese prossimo o, al massimo nei primi mesi del 2015. Eppure, in quella visita, noi intravvediamo anche una richiesta mai esplicata, di un perdono per le tante leggi anticostituzionali promulgate da egli stesso e che hanno più volte fatto gridare allo scandalo, Parliamo dei vari lodi, delle leggi ad personam, di una legge elettorale ignobile che lui ha approvato e che la Corte Costituzionale ha bocciato, e tante altre scelte e decisioni davvero discutibilissime. Come l’aver nominato per ben tre volte, governi non votati da nessuno. Mah, tant?è. Speriamo che ora se ne vada davvero.

Sul fronte politico, domani si vota in due regioni importanti del Paese, in Calabria e in Emilia-Romagna. Il test più atteso, naturalmente, è quello della regione rossa per antonomasia. C’è un piccolo grande neo: in regione Emilia-Romagna, dopo anni di ruberie e, dopo la condanna di Errani per aver favorito il fratello regalando alla sua “azienda” ben un milione di euro dei contribuenti, sono stati rinviati a processo ben 42 consiglieri su 50 per sperperi pari a due milioni di euro.

Questa regione, fino a pochissimo tempo fa era considerata una delle regioni meglio amministrata d’Italia. Considerazione semplice: figuriamoci le altre!

Comunque, queste elezioni anticipate per fatti gravissimi di sperpero di denaro pubblico, potrebbero rappresentare una resa dei conti in termini politici fra coloro che si dicono “garantisti” e coloro che, a seconda se gli indagati sono i suoi, o di altri schieramenti, hanno rimesso in lista coloro i quali dovrebbero affrontare a breve i processi per i reati a loro ascritti. La solita manfrina che serve soltanto alla Casta, non ai cittadini che vogliono chiarezza.

Pertanto, in questo contesto, noi pensiamo che, nonostante tutti i media abbiano messo la sordina su questo ennesimo scandalo, il Movimento 5 Stelle abbia l’opportunità di conquistare quei consensi che merita, soprattutto per un semplicissimo e apprezzabilissimo metodo: nessuna candidato chiacchierato, indagato o, peggio, rinviato a giudizio! Tutte persone perbene prestate alla politica e provenienti da esperienze dirette con i propri cittadini. Più garanzia di queste…?

Noi siamo per cambiare finalmente politica, quella antica del don Camillo e Peppone. E’ ora di restituire un ruolo morale e civile alla politica Italiana. Cominciare dalle regione cosiddetta rossa, non sarebbe male. Sarebbe un segnale importante per tutti i vecchi tromboni e per ripristinare quella dignità che ormai si è ridotta al lumicino.

Buona fortuna, Italia!

 

 

Processo Eternit: sentenza annullata perché prescritta! Migliaia di morti, nessun colpevole. L’ira dei parenti delle vittime, la beffa per gli enti truffati, Inps, Ssn e Inail - Le prescrizioni vanno annullate tutte! - Il 12 dicembre sciopero generale di Cgil e Uil, Renzi: vado avanti!

 

Ancora una beffa, quella andata in scena ieri: la Cassazione ha annullato le sentenze contro il magnate svizzero per i tantissimi morti d’amianto. Motivo? Reato prescritto. Cioè, è vero che c’è stata una strage ma le leggi italiane prevedono la prescrizione… - Mentre i sindacati, escluso la Cisl che è filogovernativa, si preparano allo sciopero generale, il premier dichiara che non terrà conto delle piazze e che andrà avanti a modo suo

 

Ancora una volta, per effetto delle tante leggi e dei tantissimi cavilli giudiziari, un imprenditore delinquente al quale era noto fin dagli Anni ’70 che di amianto si moriva, è stato prosciolto dalle accuse perché nel frattempo il reato è prescritto. Ci sono stati migliaia di morti non solo in Italia ma anche in molti Paesi europei e d’oltre oceano, i cui avvocati di questi ultimi erano, insieme a quelli italiani, presenti per far valere le loro tesi e il rispetto della sentenza pronunciata l’anno scorso. Con loro anche gli avvocati degli enti che hanno quantificato i danni economici di cui, in caso di conferma della sentenza, il magnate svizzero avrebbe dovuto farsi carico.

Ma i giudici di Piazza Cavour hanno deciso che quella sentenza andava annullata perché il reato è stato prescritto. Prescritto, tutti quei morti e quelli che moriranno per effetto di quelle polveri malefiche, non hanno alcun responsabile. E perché? Perché da noi, oltre che in tanti altri Stati del mondo, esiste la prescrizione. Nessun risarcimento a nessuno.

E perché i reati vanno in prescrizione? Perché i processi sono lunghissimi. Perché la magistratura è lenta, Perché gli avvocati degli imputati sono bravi a tirare per le lunghe l’iter processuale proprio tenendo ben presenti i tempi di scadenza e arrivare pertanto non tanto all’assoluzione o alla condanna ma alla tanto agognata prescrizione.

I giudici sono esenti da colpe personali relative alle lungaggini? A nostro parere sì. Sono responsabili, quanto gli avvocati delle parti in causa, di aver “dormito” anche loro, di non aver controllato i giorni che avvicinavano quel processo ritenuto il più importante del secolo, alla prescrizione, cioè in una grandissima licenza di uccidere.

Ora, alla luce di questa decisione della Cassazione, Guariniello, che ha seguito da subito questo processo, ha dichiarato che forse c’è una strada per aprire altri processi per omicidio contro l’imprenditore svizzero, insomma un cavillo giuridico che riaprirebbe la speranza di avere giustizia contro l’imprenditore svizzero Schmidhein. Speriamo bene.

Sul fronte politico, invece, da rilevare che mentre la Cisl, sindacato filogovernativo, si sfila, la Cgil e la Uil hanno deciso per lo sciopero generale che si farà il 12 dicembre. A tale riguardo il ritornello del premier è stato il solito. Della piazza non ne terrà conto, le leggi le fa il Parlamento, lui andrà avanti.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

 

Madia: “queste riforme sono il biglietto da visita per l’Europa” - Di cosa parla? Di una legge elettorale anticostituzionale? Di quella sul lavoro che non serve? - Le uniche leggi urgenti contro la corruzione, le mafie, l’evasione fiscale, le regioni, gli enti inutili? Zero!

Il ritornello stupido che non ci sono soldi, è una balla colossale, non si vogliono mettere le mani dove di euro ce ne sono a iosa: nel malaffare, negli sprechi enormi, sugli introiti delle mafie, sulla corruzione che, recentemente ha visto approvata una legge che depenalizza questi reati, sull’evasione, sui paradisi fiscali italiani ed esteri, le mani lunghe delle regioni che si occupano di tutto - Renzi: “se mi buttano giù vengo in Australia”, speriamo bene!

 

Basta con le menzogne, gli italiani, anche se stufi, addormentati da un imbonitore da quattro soldi, che soffrono da decenni per una classe politica corrotta e incapace, che sopportano sacrifici sempre più crescenti, che assistono ogni giorno a scandali e scempi dei territori, che non riescono più a tirare avanti, con un Paese succubo di un’Europa di strozzini e altrettanto gremita di incapaci e corrotti (vedi Juncker), che ogni giorno assistono ai balletti che un trio (premier indagato, un pregiudicato e un altro, Verdini, indagato anche lui per gravissimi reati contro lo Stato), davvero ignobile, impresentabile e che hanno le maggiori responsabilità per quanto attiene alla nostra inesistente economia e allo sfacelo della dignità della politica italiana, questi italiani ne hanno pieni i cosiddetti.

I soldi ci sono eccome! Questa non è una notizia sconvolgente, le persone perbene, e in Italia ce ne sono tantissime, lo sanno benissimo. Come anche i nostri cosiddetti politici che altri non sono che al servizio di alcuni poteri.

I soldi ci sono, e sono tantissimi. Noi stimiamo che siano oltre i 300 miliardi di euro! Una cifra astronomica che se incassata, ci ridarebbe sì dignità europea, peso politico diverso, rimetterebbe in moto non soltanto l’economia del Paese ma, soprattutto l’occupazione. In sintesi, il benessere diffuso. Come mai non se ne fa nulla?

Beh, toccare gli evasori è come toccare sé stessi, togliere dalle mani delle varie mafie dai 150 ai 180 miliardi, è come rubare alle proprie tasche, senza contare che anche questi votano, toccare le regioni, i veri centri anomali dei nostri guai, neanche a parlarne, delle società partecipare e dei migliaia di enti inutili con consigli d’amministrazione e un solo dipendente, nulla. E la lista potremmo farla lunghissima… Ma il sindachino illusionista ha cominciato da quelle “riforme” stupide e che non servono a rimettere in moto l’Italia. Ha voluto mettere mano a una legge elettorale che prevede soltanto il mantenimento del potere racchiuso nelle mani dei partiti, anticostituzionale, più dannosa del cosiddetto “Porcellum”, alla “riforma” del lavoro, che oltre a togliere diritti anziché estenderli a tutti, non potrà portare nessun posto di lavoro in più se non c’è una ripresa. E che la ripresa non ci sarà soltanto perché si tolgono diritti. I posti di lavoro si creano se c’è l’abbandono delle vecchie logiche e, appunto, si prendono i soldi da quei comparti , legali o meno, dove da decenni nessuno vuole mettere le mani.

Ma nulla è perduto. Infatti, da Brisbane (Australia), il nostro sindachino ha fatto una dichiarazione: “Se mi buttano via, vengo a vivere in Australia”. Ecco, questo ci rincuora molto.

Noi ce lo auguriamo fortissimamente e faremo di tutto per esaudire il suo desiderio. Anzi: lotteremo affinché il suo sogno si avveri.

Buona fortuna, Italia! I soldi ci sono, ci sono. E sono tantissimi. Non lasciatevi prendere per i fondelli, come sempre!

 

 

Se l’Expo fosse già aperto, visitatori in gommone per Rho, Milano e le esondazioni: quei lavori non portano voti, ecco i motivi dell’incuria - A Brisbane gelo fra i grandi e altri Paesi, accordi fra Cina e Usa per l’inquinamento - Parlamento inutile e costoso: chiudiamolo!

Putin ha già annunciato che lascerà l’Australia in anticipo, forse in polemica contro le sanzioni - All’expo, se nei giorni dell’apertura dovesse piovere, daremmo al mondo intero una visione di come siamo conciati male, in cambio ci sarebbero affari per gli scafisti - Ormai il Parlamento possiamo chiuderlo, serve soltanto a siglare i patti fra il premier, indagato, il pregiudicato e l’altro indagato per reati gravissimi Verdini: fra gente “perbene”, insomma

 

Fantastichiamo. Si inaugura l’Expo, a Milano piove da giorni, esondano, come sempre da decenni, il Seveso e il Lambro, strade allagate, altro che le vie d’acqua, alcune stazioni anche, periferie in tilt, tassisti e servizi pubblici anche, milioni di visitatori bloccati. Una flotta di scafisti organizzati per l’occasione pronti a riempirsi le tasche per trasportare i turisti a Rho, dove è allestita la grande mostra mondiale che ha fruttato alle mafie e ai ladri soliti (politici, aziende amiche, studi di progettazione dei soliti noti, e tanti altri mazzettari), miliardi. Dopo un primo smarrimento, tantissimi visitatori, ammirato lo scempio di una città che dovrebbe essere lo specchio del Paese, riprendono i mezzi di fortuna, raggiungono gli aeroporti, ammesso che siano agibili, e fuggono via.

Naturalmente è uno scenario immaginario. Comunque, resta il fatto che Milano, la grande Milano, nella quale personalmente ci ho vissuto per 45 anni, nei decenni, non ha mai voluto risolvere molti problemi compresi quelli dei due corsi d’acqua che immancabilmente, dopo piogge più o meno abbondanti, esondano sempre e comunque. Perché? Come mai?

Perché questi interventi, importantissimi per la popolazione, ai politici non portano voti. E’ semplicissimo. Non si è fatto nulla. Punto e basta!

La politica, quella internazionale, si è spostata in Australia, a Brisbane, per discutere di moltissime cose. L’unica intesa raggiunta ieri, è stato l’accordo per abbattere l’inquinamento, raggiunto fa Obama e il premier cinese. Accordo che in America ha fatto irritare gli esponenti democratici del Congresso, contrari all’abbattimento degli inquinanti. Fra Obama, Putin e la Merkel, comunque, gelo assoluto. Divergenze si stanno verificando attorno alla questione delle sanzioni imposte contro la Russia e, a tale proposito, neanche la signora tedesca è stata in grado di mediare nulla al proposito. Putin, da parte sua, ha dichiarato che lascerà il summit con anticipo senza dare ulteriori spiegazioni. E lui, ricordiamo, ha le chiavi dei rubinetti del gas europeo!

Per quanto attiene casa nostra, invece, dopo la riunione di ieri a Milano, i dissidenti piddini hanno messo in evidenza che gli accordi del Nazareno o quelli di Palazzo Chigi fra un indagato, Renzi, un pregiudicato, e un altro indagato per gravissimi reati contro lo Stato, Verdini, hanno determinato l’inutilità del Parlamento. Infatti, i deputati e i senatori amanti dell’eutanasia, sono chiamati soltanto a siglare gli accordi del trio. E quando c’è il rischio di fronde ostili, sempre, si mette la fiducia. Insomma, ormai, l’Italia è governata soltanto da uno stranissimo triumvirato di indagati e condannati. Sono i danni che procurano i cosiddetti parlamentari che anziché rispondere ai cittadini, devono ossequiare il capo, pena l’esclusione dalle liste nelle future elezioni. Più che parlamentari, fans con la testa protesa a conservare le simpatie del leader e ai propri interessi di bottega. Dei cittadini non frega nulla a nessuno, esclusa la prima forza politica del Parlamento, il Movimento 5 Stelle, che la triade ha messo fuori gioco con le nefande intese.

Dunque, verrebbe da pensare che, in questo contesto, le funzioni di Camera e Senato si limitano soltanto ad avallare le decisioni del trio. Dopo questa funzione, noi non ne vediamo altre. Pertanto, perché non chiudere anche il Parlamento?

Buona fortuna, Italia!

 

 

I nuovi patti con il condannato e l’indagato Verdini: torna l’art. 18, premio alla lista (40%), soglia ai piccoli partiti al 3%, 100 collegi in 8 dei quali capilista scelti dai partiti - L’ira di Ncd che vuole un summit, ma Renzi nicchia - In 25 città sciopero sociale per l’occupazione

 

Il giorno dopo l’incontro, anche questo, escluso un foglio striminzito, segreto, il Pd si ritrova con 4 fazioni in rivolta, gli esponenti dell’Ncd arrabbiati, uno sciopero generale annunciato per il 5 dicembre dalla Cgil e le piazze di 25 città importanti invase dai precari e dai disoccupati e cassintegrati che chiedono provvedimenti che rimettano in moto il Paese mentre Fi gongola per l’ipoteca messa sul Quirinale - Di ripresa, neanche l’ombra, -2,9%!

 

Dopo le voci attorno alle difficoltà di Fi rispetto al patto del Nazareno, l’incontro avuto a Palazzo Chigi, l’ennesimo, con il pregiudicato e l’indagato Verdini, ha prodotto nuovi accordi che vedono il ritorno dell’art. 18 per quanto attiene ai licenziamenti discriminatori, una revisione al ribasso per le soglie dei piccoli partiti, riduzione a 100 collegi con la possibilità dei capilista di presentarsi in ben 8 collegi, un premio di maggioranza se una lista raggiunge il 40% che porterebbe ben 340 deputati al vincitore, preferenze soltanto per quelli fuori dal “listino bloccato” dei partiti, soglia del 3% ai piccoli partitit (si era partiti dall’8% chiesto dal condannato), la partecipazione di Fi per quanto attiene ai destini della sede del Colle, e altri accordi di cui non si parla, forse perché indicibili.

Naturalmente, questo accordo ha fatto saltare i nervi al partito di governo di Alfano che, in una nota chiede un incontro al vertice con il premier per discutere il tutto. Renzi, per il momento è gelido, nessuna risposta. Da premettere che Sacconi, padrino dell’impianto della riforma del lavoro in tempi passati, vede in questo accordo un suo stravolgimento e perciò è violentemente critico. Infatti, lui aveva previsto la cancellazione dell’art. 18, non la modifica.

Rimane un fatto importante: questo nuovo accordo ha spaccato in quattro tronconi il Pd, coloro che, dopo aver consegnato il partito ai democristiani, oggi non contano un cavolo, si sentono umiliati e offesi. Comunque, come ormai consuetudine, il premier e segretario democristiano, tira dritto per la sua strada e non se ne cura. Lui ha in mente il partito della nazione, di questi rompini pensa, forse, che sia meglio se togliessero il disturbo.

Oggi molte città importanti italiane sono invase dai precari, disoccupati, cassintegrati, lavoratori di aziende in crisi e tantissimi studenti. Tutti in piazza per protestare contro lo sprint del premier per alcuni aspetti, mentre per quelli che dovrebbero invertire la tendenza di questa crisi ormai decennale, nulla. Si pensa a cose che non sono poi così urgenti, senza che si metta mano in modo serio alle soluzioni per rilanciare l’occupazione e la ripresa nazionale.

E il mese prossimo, il 5 dicembre, la Cgil ha proclamato lo sciopero generale contro il governo e le sue chiacchiere. La Cisl, come ormai da un ventennio, si è sfilata, la Uil non si sa cosa farà. Una cosa è certa, lo sciopero generale ci sarà e porterà milioni di persone a manifestare contro un governo che ha messo tanta carne al fuoco e, per il momento, non ha realizzato nessun obiettivo di quello prefissato. Nessuno. Soltanto fumo!

Domani, a Milano, summit dei dissidenti piddini, Cuperlo, dalemiano: “non sono stato invitato”. Mah, giudicate voi!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Fi ricompattata? Oggi, ennesima riunione fra il condannato e il premier per le riforme, in primis quella elettorale - Plenum della Cgil per decidere le azioni contro il governo - Scompare il tetto agli stipendi d’oro: chi è stato? - Juncker (mini tasse illegali), non più credibile! 

 

Dopo l’ultimatum dato al delinquente, Fi sembra essersi compattata ma l’incontro con Renzi non sembra in discesa, anzi! Non è piaciuto l’accordo fra il premier e Alfano che abbassa al 3% la soglia di sbarramento – Nessuno vuol fare il nome del responsabile della cancellazione delle tre righe, eppure dovrebbe essere facilissimo - La Ue fa finta di ignorare lo scandalo (Luxleaks) del presidente che, ha fatto sapere, non si dimetterà

 

Ieri, nell’incontro con Alfano, Renzi ha dovuto cedere alle richieste di quel partitino che sostiene il suo governo, cioè, ha dovuto abbassare al 3% la soglia di sbarramento prevista nella sua riforma elettorale. Una riforma che, ripetiamo, anch’essa è incostituzionale e che lui continua a decantare e imporre a destra e a manca sapendo di mentire. Infatti, finché l’impianto rimane quello attuale, è certo che la Corte costituzionale non potrà che bocciarla. Ma siccome il sindachino è oltre che arrogante, testardo e infingardo, pur sapendo di raccontare balle, continua imperterrito a imporre la propria visione della democrazia senza curarsi degli avversari politici e, cosa ancora più grave, ignorando la sua stessa minoranza interna, nonché i vari e molteplici interventi di noti giuristi e opinionisti italiani e stranieri che attorno a questa ipotesi hanno espresso, nella stragrande maggioranza, giudizi negativi. Ma lui, il condottiero folle, non sente ragione. Infatti, oggi, con questo accordino Renzi-Alfano, incontra, ancora una volta producendo la nostra indignazione, il pregiudicato e il suo braccio destro Verdini, anche lui indagato per gravissimi reati contro lo Stato, lo stesso Stato che insieme al premier vuole riformare. Una cosa assurda di per sé che soltanto in una Paese scassato come il nostro può realizzarsi.

Non sarà un incontro in discesa. Infatti, ieri il condannato ha incontrato i suoi marescialli di Fi per ricompattarne le file. Sembrerebbe che ci sia riuscito viste le dichiarazioni di Romani, di Fitto e di Brunetta. Però, come è noto ormai da tempo, le anime inquiete in quella formazione politica noi crediamo che non siano tornate per nulla calme. C’è un po’ di bonaccia in attesa dell’incontro di stasera, dopodiché si potrebbe scatenare nuovamente una burrasca dovuta soprattutto al cambio di passo e alle variazioni che il premier ha pattuito con Alfano e che illustrerà oggi a Fi

Da ricordare che il pregiudicato aveva chiesto la soglia di sbarramento all’8%, poi mediata con Renzi al 5%. Oggi si discuterà attorno alla riduzione voluta da Alfano al 3%. Cosa indigesta a Fi ma che in fondo contraddice lo stesso sindachino che anziché ridurre la frammentazione dei parititini, in questo modo rinuncia a questo scopo e permette ai piccoli schieramenti di rigiocare un ruolo ricattatorio nella formazione dei governi del Paese. Un pasticciaccio, insomma, come tutta l’azione renziana.

Sul fronte sindacale, dopo le critiche al jobs act e alla cosiddetta legge di stabilità, riunisce li stati generali per decidere le azioni di contrasto al governo Renzi. Ricordiamo che nei giorni scorsi Sia Camusso, sia Landini, sia il neo segretario della Uil, hanno parlato di inevitabile sciopero generale. Staremo a vedere quali azioni decideranno di intraprendere.

Se ne è parlato ieri, oggi nessuno ne parla più. Sergio Rizzo, del Corriere della Sera, ha scoperto che per quanto attiene al tetto degli stipendi voluto dal governo e sbandierato a destra e a manca, qualcuno, in fare di stesura definitiva, ha cancellato le tre righette che sancivano questa volontà governativa. La cosa è rimbalzata sui giornali, alle radio e alle televisioni. Nessun commento da nessuno, men che mai dal governo. Insomma, quel tetto è stato decantato e cancellato in un battibaleno. Chi è stato? Non si sa, o meglio non si vuole approfondire. Basterebbe risalire a chi ha fatto gli ultimi ritocchi a quella legge, insomma chi è stato l’ultimo a manipolarla. Una cosa semplicissima per accertare le responsabilità o, viceversa, le connivenze. Invece, a oggi, nulla. Nessuno ne parla e, cosa peggiore, nessuno sta verificando cosa e come è potuto accadere.

Un muro di gomma, insomma. Come quello attorno allo scandalo Juncker, il presidente Ue, ex premier del Lussemburgo, uno dei paradisi fiscali nel cuore dell’Europa.

Nonostante le molte pagine a riprova dei suoi interessi privati e pubblici messi in atto all’epoca in cui era primo ministro, che riguardano tasse di favore per oltre 350 imprese importanti, fra le quali decine di italiane, questo signore ha fatto sapere che non si dimetterà. Aggiungiamo noi: ma le dimissioni sono state richieste? Quale gruppo del Parlamento europeo le ha richieste? Eppure questo scandalo è di una gravità assoluta. Mentre i cittadini di tutta Europa continuano ad accrescere la loro delusione per questa istituzione, hanno scoperto che alla guida della stessa hanno un imbroglione che andrebbe processato immediatamente e, se colpevole, messo in galera a suon di calci. Invece, è raccomandato dalla signora Merkel che, con questa copertura, abbassa ancora di più la fiducia nell’Europa e nella sua politica monetaria. Un ulteriore colpo che accresce sempre più lo scollamento fra le istituzioni sia nazionali, sia europee. Una sfiducia, ormai, irreversibile, a nostro giudizio.

Buona fortuna, Italia!

 

 

La scemenza renziana contro l’art. 18, l’Istat: produzione industriale -2,9%! - Napolitano, finalmente, se ne va senza il varo delle riforme da lui intimate - Emilia-Romagna: 41 indagati, e il 23 si vota! - Il condannato vuole “giocare” anche per il

Colle - M5S determinante!

 

La guerra scatenata dal premier contro l’art. 18 appare stupida in tutta la sua articolazione dopo i dati dell’Istat che calcola un calo vistoso della produzione industriale, quasi il 3% in meno - Napolitano, che ha nominato ben tre governi incostituzionali, dice che a dicembre molla e scatena il toto-Colle mentre i giudici mandano 41 avvisi di garanzia ai consiglieri della rossa Emilia-Romagna - Le trattative sulle riforme in “mano” al M5S

 

Dopo la pubblicazione odierna dei dati Istat, che calcola un -2,9% la produzione industriale nel nostro Paese, appare in tutta la sua stupida e insulsa battaglia l’ostinazione del premier e dei suoi compari avverso all’art. 18, una guerra di Pirro, una scemata che mette a nudo quanto siano “preparati” gli attori di questo governo nel valutare scientemente il valore di tale testardaggine che rasenta l’idiozia. Eppure, molti commentatori, politici, industriali, operatori del mondo del lavoro, attorno a questo provvedimento avevano espresso le loro preoccupazioni e le sintesi reali a tutti i livelli. Inascoltati! Le loro motivazioni, in estrema sintesi, erano quelle che oggi appaiono in tutto il loro dramma: al centro dell’attenzione non poteva esserci l’eliminazione delle garanzie ma il lavoro. Cioè, sforzarsi per trovare il modo di rimettere in moto la produzione e, di conseguenza, la crescita. Nulla da fare. I nostri intelligentoni, hanno seguito come pecore il capo branco in una idiozia di drammatica gravità.

E oggi, i dati, danno ragione a coloro i quali erano scettici o contrari a mettere mano alle garanzie, una sciocchezza costata molte manifestazioni e tantissime lacerazioni inutili. Resta la gravità di un’azione, quella di Renzi e i suoi fans, che ha fatto perdere a tutti tempo prezioso da dedicare, se mai, a soluzioni più incisive per la ripresa.

Dopo la dichiarazione di Napolitano, relativa alla sua fine del mandato, forse, in dicembre, si sono ufficialmente aperte le candidature per la sua successione. Da ricordare che il presidente aveva accettato l’elezione a un secondo mandato soltanto dietro l’impegno dei governi illegittimi da lui nominati, a fare le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale. Dopo circa due anni, nessuna di queste leggi è stata portata a compimento. Eppure, lui se ne va lo stesso. Ma allora, non era meglio che lui non si rimettesse in gioco, conoscendo la classe politica italiana e i suoi molti difetti e lungaggini?

Dal canto suo, il sindachino, dopo aver dato l’ultimatum al pregiudicato, si è trovato spiazzato. Infatti, dopo aver appreso che Napolitano se ne vuole andare, il delinquente ha immediatamente “avvisato” il premier che, anche per il Colle, occorre un patto, un altro Nazareno.

Non sappiamo se Renzi si siederà ancora con un pregiudicato e un signor Verdini, indagato per gravissimi reati contro lo Stato. Speriamo che questa volta ne faccia a meno e che dia più credito al Movimento 5 Stelle che, lo ha dimostrato recentemente con le votazioni per la Consulta e per il Csm, è una forza politica seria, affidabile, di gente perbene, Tutte caratteristiche assenti negli altri schieramenti politici.

Dal fronte giustizia, è di oggi la notizia, per la verità attesa, del rinvio a giudizio di quasi la totalità del governo regionale dell’Emilia-Romagna, la rossa. Infatti, ben 41 consiglieri sono stati ufficialmente rinviati a giudizio per le spese pazze che, come in quasi tutte le regioni, anche in questa sono emerse. Altro che buona gestione, questa è una regione come tutte le altre, non si è distinta in nulla rispetto alle altre. E a breve si vota! Il 23, infatti, questa regione va al voto e questa notizia certamente avrà il suo peso, certamente avrà un peso negativo per il Pd che governa indisturbato da circa 70 anni.

E in questo nuovo scenario, i favoriti saranno, secondo noi, i cosiddetti “grillini” che presentano, come sempre, candidati puliti, cittadini comunissimi che danno garanzie circa l’onestà personale carta alla mano (fedine penali pulite) e che si impegnano a governare in nome e per conto dei cittadini, di quel popolo italiano che da anni è soltanto vilipeso e infangato da una marea di politici corrotti, in odor di mafie, gli stessi che, nonostante tutto, non hanno mai abrogato le leggi ad personam, i vari e infiniti lodi, non hanno ripristinato il falso in bilancio, hanno ridotto le pene per il voto di scambio e per i reati di corruzione eccetera, eccetera.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Incontro ignobile fra Renzi e il condannato e l’indagato Verdini che insieme decidono per gli italiani - Grasso incontra i familiari di Cucchi e invita chi sa a parlare - Mentre la gente fa la fame, lo Stato, prima con Monti, poi con gli altri nominati, regala alla Chiesa 4 mld!

Si scrivono le leggi con chiunque ci stia ma la dignità sembra essere cosa del passato per il premier che oggi ha invitato a pranzo sia il condannato per frode fiscale, sia Verdini  (P3), indagato per gravissime accuse di attentato contro lo Stato. Ciò non è avvenuto in un ristorante ma in un palazzo istituzionale, cioè una sede che rappresenta la nazione. Insomma, Renzi è “disattento”? oppure, ha la vocazione a incontri con gentaglia?

 

Ancora un incontro discutibile, dal punto di vista della moralità, fra il premier, un condannato, il signor Verdini, indagato per gravissime reati contro lo Stato, e il signor Letta, a Palazzo Chigi, sede del presidente del Consiglio e pertanto palazzo istituzionale. Violato, in questo caso, ma non è la prima volta, da delinquenti e presunti tali con l’aggravante che questi signori, assieme al segretario del Partito democristiano, decidono assieme per gli italiani. Cose dell’altro mondo, Infatti, in altri Paesi con più dignità degli italiani, una dignità e una moralità “normale”, questi signori sarebbero stati cacciati a calci del culo o sarebbero stati messi in galera. Da noi trattano per come dobbiamo essere governati e addormentati meglio.

E gli italiani? Sono complici! La storiella che i nostri governanti sono tutti ladri, che fanno quello che vogliono, che, dal dopoguerra ad oggi hanno ridotto il Paese in una cloaca, che agli occhi degli europei e del mondo non abbiamo più alcuna credibilità per colpa loro, che tutti i governi che si sono avvicendati non hanno fatto altro che pensare alle loro tasche, mai a quelle dei cittadini se non per svuotarle ancor di più, insomma, la barzelletta che la colpa sia tutta dei politici di ogni ordine e grado, non regge più. Gli italiani sono complici e artefici del loro declino.

Della loro povertà, sia intellettuale, sia di quella determinata, per esempio, da alcune leggi volute da Monti e poi non abrogate da Letta e men che mai dall’attuale premier, riguardanti i cosiddetti benefit concessi alla Chiesa. Già, proprio a loro! Infatti, con le leggi di Monti si fece in modo che la Chiesa non pagasse l’Imu allo Stato italiano, Per questa ragione, fra l’altro, l’Italia è stata presa di mira dalla commissione europea che intravvede in questa decisione un aiuto di stato illecito in contrasto con le norme europee. E per le quali oggi l’Unione europea interviene dicendo che l’Italia ha abbuonato oltre 4 miliardi di euro agli enti ecclesiali e che ha infranto le leggi dell’antitrust europea. Vedremo come andrà a finire la faccenda che è all’attenzione di Juncker e della signora Vestager, danese, commissario dell’antitrust europea, appunto.

Non vi pare una vergogna anche questa? Mentre non si riescono a trovare soldi per gli ammortizzatori sociali, per le aziende in crisi, per ogni settore in declino della nostra povera Italia, qualcuno si “dimentica” di cancellare quelle norme che hanno favorito, come sempre, gli amici degli amici. In questo caso il mondo ecclesiale.

C’è stato anche un altro incontro, questo sì importante, fra il presidente del Senato Grasso, e la famiglia di Stefano Cucchi. Già ieri, con una dichiarazione forte, Grasso aveva stigmatizzato la sentenza aggiungendo l’invito a coloro che sapevano di farsi avanti. Stamane ha ripetuto alla famiglia Cucchi che si aspetta che chi ha taciuto per quello che è accaduto al povero Cucchi, parli al più presto. Speriamo bene.

Comunque, questa sentenza assurda un effetto positivo l’ha generato. Ieri, infatti, sono state emanate le nuove misure di ingaggio per quanto attiene alle regole delle forze dell’ordine. In special modo per quelle manifestazioni di protesta nelle quali si è stabilito che la polizia non debba entrare in contatto con i manifestanti ma deve stare a distanza di sicurezza. E’ un primo passettino significativo verso questa ulteriore vergogna di Stato, quella di picchiare i cittadini deliberatamente.

Già, deliberatamente. Infatti, da un video girato di cameraman di una nota trasmissione televisiva, viene forte la smentita per le menzogne raccontate dal ministro degli Interni, Alfano, che durante le sue dichiarazioni alla Camera, aveva, invece, asserito che non c’era stato alcun ordine, nessuno, insomma, aveva impartito la “carica”. Insomma, si cercava di far ricadere la colpa su qualche stupido funzionario esaltato e non sul prefetto o altri ben più alti papaveri.

La solita storia.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Napolitano: “ci furono tutte le caratteristiche di un colpo di Stato” - Agli esteri ancora un democristiano, Gentiloni - Passa la legge di stabilità con i voti dei compari e quelli contrari del Movimento 5 Stelle e

Lega - Caso Cucchi, tutti assolti, è morto

di freddo. E’ giustizia?

 

Pubblicato l’interrogatorio che la Corte d’Assise di Palermo ha acquisito al Quirinale il 28 scorso e dal quale traspare chiaramente che nel luglio del ’93 ci fu un tentativo di isolare Palazzo Chigi per un tentativo di colpo di Stato. Infatti, in quella notte tutte le comunicazioni furono interrotte e ch furono tutte le caratteristiche del classico colpo di Stato di sudamericana memoria. Quello che nessun giornale, però, si chiede è l’interrogativo che da queste dichiarazioni ne scaturisce. Chi furono i responsabili di quel tentativo? Sono stati individuati e puniti? I nostri cosiddetti “Servizi segreti” erano al mare oppure ebbero un ruolo in tutto ciò? Le cose si risolsero perché qualcuno strinse accordi con altri ignoti personaggi?

Speriamo che questo processo, trattativa Stato-mafia, arrivi a rapida conclusione e che, soprattutto, siano assicurati alle patrie galere coloro che hanno tentato di sconvolgere la Repubblica. Speriamo che a questi signori sia applicata la condanna di alto tradimento, oltre agli altri reati.

Intanto, Napolitano, incontrando il sindachino per la nomina a ministro degli Esteri per sostituire la signora Pesce europea (Mogherini), ha silurato la candidata renziana, Quartapelle imponendo una figura di alta professionalità. Nominato Gentiloni, insomma un fiore di persona con esperienze, appunto, specifiche e di lungo carrierismo all’ombra della Democrazia cristiana. Più garanzie di queste? Così il governo si è arricchito di un altro democristiano lasciando a bocca asciutta sia il Renzino, sia gli ex cosiddetti comunisti che da tempo hanno abdicato ad avere un ruolo in quel partito che continuano a ritenere anche il loro. Sono sicuramente stupidi o, almeno in malafede. Infatti, questo, ormai, è un partito in mano ai democristiani e ai fans di Renzi, mentre loro continuano a ritenerla la loro casa. Se non sono da manicomio, sono certamente soggetti da curare urgentemente.

Alla Camera nei giorni scorsi è passata la legge cosiddetta di stabilità. Qualcuno si chiederà: quale stabilità? Questa, come ormai siamo abituati da questo governo, è un ulteriore pastrocchio che genererà molti sfracelli. A proposito, è passata con i voti dei soliti compari mentre M5S e Lega hanno votato contro.

Sul caso Cucchi, invece, siamo alle solite nefandezze della giustizia, infatti, nel secondo grado di giudizio il tribunale ha mandato tutti assolti. Insomma, Cucchi è morto di freddo!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Violenza di Stato contro chi protesta: mai più manganelli! Che civiltà è quella delle botte ai cittadini? - Alfano deve andare a casa, il M5S firmi compatto la sfiducia - Gli agenti devono essere riconoscibili, come la catena di comando - Il volto di un governo

contro i cittadini

E’ ora di abbandonare per sempre questo modo barbaro di “controllare” i cittadini che a vario titolo protestano nelle piazze e nelle città, luoghi di tutti! - Le forze di polizia devono indossare caschi con numeri identificativi e, comunque, non devono usare la forza contro i manifestanti - Un brutto segnale per le Caste: a un prossimo errore, si potrebbe scatenare un vero e proprio inferno, un inizio di rivoluzione mai vista in Italia!

 

Dopo le cariche della polizia contro i manifestanti dei lavoratori delle Acciaierie di Terni, si è aperta una pericolosa falla fra le istituzioni e il mondo del lavoro, ma non soltanto quello. Abbiamo il sospetto che questa insofferenza, ormai, è diffusissima fra i cittadini in genere, vessati da decenni dai politici corrotti di turno. Questo ultimo atto di violenza gratuita da parte delle forze dell’ordine, apre scenari nuovi e che occorre urgentemente superare con una civiltà diversa dal recente passato, una nuova umanità sociale e politica.

Infatti, noi pensiamo che lo Stato non possa più, per nessun motivo, picchiare in modo gratuito e violento chi, per una ragione, o per altre ragioni, scende in piazza e nelle città per protestare. Non ne ha alcun diritto, è un atto di violenza, è un sopruso, è una provocazione che può accendere la miccia per ben più gravi sommosse popolari. In special modo dopo che, anni e anni di crisi e di crollo dell’occupazione, ha portato acredine e disgusto nelle coscienze di milioni di persone ormai alla disperazione.

E la disperazione è pericolosissima: può trasformarsi in un attimo in tragedia!

E’ giunta l’ora che in Italia si smetta immediatamente con questa barbarie della libera e impunita prassi di picchiare i cittadini. E’ da beceri e da imbecilli prendersela con coloro i quali gli stessi governanti hanno reso poveri, disoccupati, disperati, per responsabilità gravissime dei politici che nei decenni si sono avvicendati alla guida del Paese, favorendo i poteri forti a discapito della dignità dei cittadini tutti. Questi signori, senza distinzione alcuna, a nostro parere, vanno arrestati e processati per alto tradimento da tribunali popolari. Se, infatti, l’Italia è ridotta in braghe di tela, le responsabilità sono da ricercarsi solo ed esclusivamente nella classe politica di ieri e di oggi che, hanno favorito l’evasione fiscale, il malaffare economico, la corruzione, le mafie varie, le società off shore, l’arricchimento proprio e degli amici degli amici, cambiato le leggi con pene meno severe proprio per dare mano libera a chi rubava a più non posso dalle tasche degli italiani. Basta! Lo Stato in generale deve urgentemente, cambiare le regole del gioco e mettere i cittadini al centro delle proprie azioni per una nuova civiltà. I manganelli stanno per ritorcersi contro gli stessi autori degli ordini di carica dati ai poliziotti.

Il vaso è colmo! Mai più agenti senza casco numerato per il loro riconoscimento! Mai più manganellate gratuite sulle teste di chi protesta nelle strade del Paese! Mai più segretezza di chi impartisce gli ordini! Questa cortina fumogena alla quale ci siamo abituati da tempo, deve essere messa da parte da subito!

Gli italiani devono riprendersi la propria dignità e cercare di riappropriarsi di quel poco benessere conquistato in lustri e lustri di lotte che gli ultimi governi di nominati gli hanno tolto. Ne hanno tutto il diritto. Come quello di cacciare coloro i quali, chiamati al governo del Paese, si rivelano oltre che incapaci, correi e complici di coloro che, invece, hanno tutto l’interesse a perseguire l’obiettivo di mettere in ginocchio quello che ancora rimane, dell’orgoglio e della dignità ormai labili o persi del tutto.

Nelle prossime ore, alcuni deputati raccoglieranno le firme per la sfiducia al ministro dell’Interno, Alfano. Invitiamo le opposizioni tutte e, in special modo il Movimento 5 Stelle, ad aderire compatto affinché questo ministro, già implicato nel caso Shalabayeva, lasci finalmente quel posto e venga posto sotto accusa per abuso di ufficio e lesioni gravi contro alcuni cittadini.

Attenzione, ormai il vaso è colmo! La gente ne ha piene le scatole! La rabbia aumenta di pari passo con la povertà e l’indigenza! I cittadini non sono sudditi medievali, sono stanchi di essere picchiati! Una rivoluzione in Italia non c’è mai stata, occhio che questa scintilla non scoppi all’improvviso e violentissima!

Buona fortuna, Italia!

 

 

Napolitano e la trattativa Stato-mafia: “Con le bombe si capì che Cosa nostra dava un segnale, sugli accordi fra pezzi dello Stato, Violante ebbe una richiesta di audizione da Vito Ciancimino…”. Insomma, ci sono alcune novità ma molti fatti sono ancora oscuri

La Corte d’Assise di Palermo ha ascoltato il testimone presidente il quale, alla fine, ha chiesto la pubblicazione immediata dell’interrogatorio - Rimangono molte ombre sui rapporti con D’Ambrosio e per quanto attiene agli “attori” che avrebbero stretto patti con la mafia pur di far cessare le stragi e se queste ultime favorirono la nascita della seconda Repubblica con l’aiuto delle cosche e le garanzie dei nuovi

soggetti politici

 

Dell’udienza andata in onda nella sala del Bronzino in quel del Colle, se ne sa poco, solo voci e sintesi di qualche avvocato presente. Il testo della registrazione di tutto l’interrogatorio sarà reso noto nelle prossime ore, come espressamente chiesto da Napolitano alla fine dell’audizione. Sembra che durante la fase dell’interrogatorio siano emerse certezze riguardo al segnale che Cosa nostra volle dare attraverso l’uccisione di Falcone, di Borsellino e delle bombe che nel ’93 insanguinarono molte città d’Italia. Si sa che a tale proposito il presidente Napolitano abbia risposto che sì, capimmo che quelli erano segnali affinché lo Stato allentasse le attenzioni nei confronti della mafia e annullasse per molti mafiosi il regime del 41bis.

Sulle preoccupazioni del consigliere della Presidenza della Repubblica, D’Ambrosio, inerenti al fatto che si dimise perché si sentiva l’utile scriba di indicibili accordi, Napolitano avrebbe dichiarato che fu per lui un fulmine a ciel sereno, rimase sorpreso, ma avrebbe aggiunto che se il suo consigliere avesse avuto qualcosa di importante da raccontare, certamente si sarebbe rivolto ai magistrati. Poi, come si ricorderà, D’Ambrosio morì di li a poco per un infarto.

Fra le tante cose raccontate, significative le affermazioni che il presidente avrebbe proferito circa la richiesta di Vito Ciancimino, a quel tempo potente sindaco di Palermo e ambasciatore della mafia, che chiese a Violante, a quel tempo presidente dell’Antimafia, un incontro in seno a quella commissione. Ci fu poi l’incontro? Non se ne sa nulla. Del resto, lo stesso Violante, per anni, e ancora oggi, non ha mai chiarito nulla in proposito.

Da ricordare anche che, in quella stagione di stragi c’era in atto il cambio istituzionale da prima a seconda Repubblica e che in quel periodo persone come Dell’Utri, Berlusconi e altri soggetti poi entrati a far parte della vita politica italiana, riuscirono ad affermarsi e a prendere il potere di una nazione lacerata da processi e ruberie che diedero la stura a Mani pulite.

Furono aiutati dalla mafia? Forse, visto che in uno stadio siciliano apparvero, dopo, cartelli che ricordavano a Berlusconi il “patto” per abrogare il 41bis e che lo stesso aveva come stalliere ad Arcore, un certo Mangano, mafioso doc. E che poi, dopo anni di processi vari, Anche Dell’Utri è stato condannato definitivamente per associazione mafiosa.

Insomma, il quesito se ci fu una trattativa fra le istituzioni e Cosa nostra, in sintesi, è rimasto inevaso. Mezze parole, nessuna certezza, soltanto dubbi e molti indizi.

Napolitano ha ricordato che una notte di luglio del ’93, ci furono tutti i segnali di un colpo di stato imminente. Infatti, il presidente ha ricordato come i telefoni erano muti e che si respirava un clima pesante e di incertezze estreme.

Dalla trascrizione della deposizione, che, ripetiamo, avverrà nelle prossime ore, si potranno trarre, forse, altre e più importanti “verità” su quegli anni. Noi lo speriamo.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Incontro “surreale” fra Governo e sindacati, si va allo sciopero generale? Renzi: “le leggi le fa il Parlamento non le discuto con loro” - Padoan: “non possiamo affrontare un altro anno di recessione” - Strumentalizzate le parole di Grillo contro la mafia a Palermo

Un nulla di fatto assoluto, l’incontro con Ggil, Cisl e Uil di ieri, che il premier ha volutamente fatto naufragare aggiungendo che le leggi non le discutono con altri soggetti che non siano i deputati - Il ministro Padoan, nelle lettere con la Ue, ribadisce la necessità di uscire dalla crisi già da quest’anno, ma mancano ancora le risposte di Katainen e combriccola - Tutti contro Grillo che a Palermo ha avuto parole dure contro Crocetta e il Pd

 

Come preannunciato nei giorni scorsi, l’incontro fra il governo e i sindacati è stato un fiasco voluto e messo in atto dal premier che ieri, dopo il fallimento dell’assise ha dichiarato che le leggi lui le discute con i deputati e non con i sindacati. Nessuna apertura, nessuna possibilità di mettere mano al jobs act, nessuno spiraglio di cambiamento per la cosiddetta legge di stabilità. Niente di niente. Naturalmente, questo atteggiamento messo in atto da Renzi, apre la via a un probabile sciopero generale. Infatti, dopo l’incontro con il governo ora ogni organizzazione dei lavoratori indiranno gli stati generali per decidere il da farsi. E’ ormai certo che si vada verso lo sciopero generale.

Sul fronte politico da registrare le dichiarazioni del ministro Padoan che si dice preoccupato per un permanere della recessione e della ormai endemica crisi che impedisce la crescita o, almeno, una inversione di tendenza. Ma le sue preoccupazioni sono soprattutto rivolte alla Ue per quelle lettere che, oltre all’Italia, sono giunte anche in altri quattro Paesi dell’unione. Le risposte italiane sono state, ancora una volta, di tono sommesso, timido, da sudditi, come sempre. Lo sforamento previsto dal nostro governo si sarebbe dello 0.3% ma, per il momento, da Juncker e banda bassotti, nulla, muti!

Intanto, sia i politici, sia i media, si accaniscono, come sempre, contro il M5S e, in special modo, con Grillo per le parole pronunciate in quel di Palermo contro il governatore Crocetta e le “coperture” date a questo personaggio dal Pd e colo compagni di merende.

Estrapolare da un discorso una frase a loro uso e consumo, ecco quanto accaduto a Palermo dove fra fiumi di parole dette all’indirizzo di un’amministrazione regionale discutibilissima, condita in molti casi da interessi di dubbia trasparenza, una frase, appunto riferita a un codice d’onore dei mafiosi, è stata immediatamente distorta fino a farla divenire un tentativo di catturare voti di provenienza mafiosa. Era, invece, un chiaro riferimento che almeno Cosa nostra ha, o aveva, un codice, i nostri politici, a ogni livello, no. Non lo hanno mai avuto. Il loro onore lo misurano da quanto entra nelle loro tasche e la lotta per il mantenimento delle loro poltrone. Eppure, attorno a questa facile interpretazione del pensiero di Grillo, si sono scatenati prontamente tutti, accomunati da un unico desiderio: distruggere quel Movimento di cui tutti hanno paura.

Una specie di silenziosa sacra alleanza contro quello che potrebbe diventare un Movimento di proposta e di governo che spariglierebbe le carte in loro sfavore. Che nefandezze, è questa la politica in grado di mettere in campo Pd, Ncd, Fi e compagnia bella? Mah, non siamo certamente sorpresi, siamo indignati ancora una volta.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Lettere segrete della Ue, patti segreti con gli Usa, annunci fumosi del premier, ma che Paese è questo? Altro che sette occulte, questa è mafia! - Coloro che hanno determinato le varie crisi, grazie alla stoltezza degli elettori, sono ancora quelli che ci governano!

 

Siamo accerchiati: fra massoni, banchieri, Usa, Pentagono, sette segrete, poteri occulti, lettere segrete, patti segreti (fra cui quelli del Nazareno), leopolde varie, Barroso ex, Juncker, Katainen, Merkel, e i vari e occulti trattati europei, firmati dai nostri condottieri che se ne fregano degli italiani, come possiamo pensare che questi signori possano fare gli interessi degli italiani? Viva il referendum di Grillo. Basta con questa Ue!

 

Gli italiani hanno “scoperto”, finalmente, che gli accordi con i potenti, erano copertissimi, da lettere “riservate” che si scambiano fra loro almeno da 20 anni! C’è da chiedersi: coloro che da oltre un ventennio hanno governato nel nostro Paese, non sono correi di reati di alto tradimento verso i cittadini che avrebbero dovuto, invece, proteggere e difendere? E, in primis, che cavolo di ruolo ha avuto e continua ad avere, il nostro migliorista Napolitano, che accettò la spartizione delle tangenti dell’era Craxi, e che su quella falsariga si è sempre posizionato anche ai giorni nostri difendendo e, qualche volta, imponendo, i “suoi” salvatori della Patria? Gente che in 24 ore, da essere inutili e sconosciuti, sono assurti ai massimi livelli politici e che ne hanno determinato un ulteriore disfacimento?

Da dove sbuca un sindachino alquanto stupido che in un battibaleno silura un altro nominato, e ne prende il suo posto con il beneplacito del presidente della Repubblica che, tradendo la Costituzione, affida a costui i destini di una nazione? Avevano ragione quelli del Movimento 5 Stelle quando hanno chiesto che il nostro presidente Napolitano, dovesse essere incriminato del alto tradimento? Ai dubbiosi ricordiamo soltanto una semplice e prerogativa costituzionale: il Popolo è sovrano. Pertanto non aver garantito libere elezioni, cambiando il Porcellum bocciato dalla Corte Costituzionale, ma da lui, promulgata all’epoca, non presuppone una responsabilità gravissima e da perseguire penalmente?

Eppure, in tutto questo bailamme ignobile e che avrebbe dovuto svegliare le coscienze dei cittadini, abbiamo registrato, nelle ultime elezioni europee, un balzo inaspettato dei consensi per coloro che da anni tramano ai nostri danni, il Pd, ossia, il Partito democristiano ai quali gli ex Pci, se mai ve ne fossero ancora stati, hanno svenduto i propri principi e il proprio partito. Lo hanno dato al boy scout Renzi, democristiano di lungo corso.

Questa l’analisi decennale. Ai giorni nostri registriamo le ennesime enunciazioni di questo governicchio e scricchiola dappertutto e che, attraverso le sue azioni, sta demolendo ancor più le poche certezze che gli italiani erano abituati a considerare come intoccabili. A partire, ancora, dalle pensioni che, nella mente bacata del nuovo corso politico, andrebbero pagate con scadenza diversa dal passato, generando un supplemento di stress e preoccupazioni per coloro che ne saranno colpiti. Ma, fosse soltanto questo!

Questa, cari italiani addormentati, è una manovra di 70mila miliardi delle vecchie lire! Con una chicca in più: se i risultati non saranno raggiunti, saranno aumentate le tasse. Ormai è un ritornello che ha stancato tutti, meno i più attenti. Si chiama “clausola di salvaguardia”. Auguri stolti!

Sulle ultime dichiarazioni del pregiudicato, da rilevare che oggi ha dichiarato che nelle future elezioni lui si ricandiderà. Anche questa estemporanea affermazione non è, per caso, da ricollocare negli ormai frequentissimi e segretissimi patti con il condannato con il figlioccio? Noi crediamo di sì.

E’ un governo ignobile, dei peggiori che si ricordino da 30 anni a questa parte. Un governo che, anziché essere formato da gente libera e che risponde al Popolo, risponde solo, e appecorinato, al proprio leader renzino. Una squadra di accoliti che per tenere le proprie poltrone sta svendendo da mesi quel poco che rimaneva delle garanzie, se così si possono definire, che gli italiani avevano e sulle quali potevano contare. Un governo che, salvo risveglio degli elettori, potrà governare tantissimi anni.

Per essere franchi e sinceri, se coloro che detengono il potere di cambiare i propri destini (gli elettori), non diventano homo abilis cacciando dal potere questi gnomi al servizio dei potenti e non riprendono in mano il proprio futuro, beh, per dirla alla Grillo: che vadano affanculo!

Un dato finale: siamo a 2200 miliardi di deficit. 200 miliardi in più soltanto dall’avvento del sindachino! Tutti debiti nostri, non loro!

Fuori da questa Europa!!!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Genova: dal ’98 sperperi e appalti per milioni di euro ai soliti amici degli amici, nessuna opera portata a termine, fiumi e torrenti continuano a fare vittime e disastri - Ultimo giorno di grande festa al Circo Massimo, all’insegna di una migliore organizzazione

 

Centinaia di milioni di euro e ricorsi a iosa al Tar, hanno determinato una lunga scia di fermo dei lavori, e successivo abbandono, che nel giro di un anno e mezzo ha rinnovato il dramma dei genovesi, è bastata una pioggia intensa ed è stato uno sfracello che ha prodotto anche una vittima. Danni ingentissimi ma chi sarà incriminato? Nessuno, come sempre - Circo Massimo gremito a dispetto della solita informazione di regime

 

Così ci risiamo! Soltanto dopo circa un anno e mezzo dall’ultima alluvione, Genova va di nuovo sott’acqua e anche questa volta il bilancio è ingente e le vittime, per fortuna, soltanto una. L’altra volta, nel 2011 i morti furono 6. Gabrielli è preoccupato per i danni gravissimi che gli straripamenti del Bisagno e altri tre torrenti, i soliti, hanno causato deturpando, ancora una volta, la città di Grillo. Come sempre, adesso tutti si rimpallano le responsabilità. Dall’Arpa al Comune, dalla Provincia alla Regione. Le accuse a una classe politica che dovrebbe essere processata e condannata per alto tradimento, ormai non si contano. Ogni volta che accade una simile sciagura, in qualsiasi posto d’Italia, si levano alte, oltre alle grida di dolore per le vittime e i danni subiti, anche le solite accuse ai politici che sperperano denaro pubblico con finti appalti, subappalti, appaltini, appaltoni, sospensioni, ripresa dei lavori, ricorsi ai vari Tar, riammissioni, nuove sospensioni e, finalmente, abbandono delle opere con pagamento dei relativi danni alle imprese. Questi sono i politici che governano la Liguria. Da accomunare senza se e senza ma a tutti gli altri e a tutti i livelli. Genova, in questo momento, è soltanto la cartina di tornasole della realtà italiana. Una realtà che si rinnova grazie soprattutto alla scarsa intelligenza politica degli italiani che, una volta passata la memoria del disastro subito, continuano a votare queste indegne persone.

Ora, mentre sono tornati a spalare fango i cosiddetti angeli, ragazzi che si sono rimboccati le maniche e stanno facendo del loro meglio per ripulire la città, assisteremo certamente alla solita manfrina dei rimbalzi di responsabilità ma poi, fra alcuni mesi, tutto si dimenticherà e nessun politico pagherà per le sue becere non scelte politiche, o meglio dire, per la sua inettitudine dolosa atta a favorire soltanto i propri amici per depredare i cittadini e, aggiungere la beffa al danno, di non avere avuto terminate quelle opere costosissime che avrebbero evitato sia un’ulteriore vittima, sia i danni, anche questa volta ingentissimi. Questi sono i politici italiani, in genere. E questi i risultati di votarli, non tanto sondando la loro onestà, la loro professionalità, la loro correttezza morale e civile, ma votando, come sempre, perché fans che rasentano l’idiozia.

L’Italia, lo ripetiamo per gli stolti, ha avuto la sua grande occasione nelle recenti elezioni europee, di cambiare questo modo barbaro di trattare la dignità e la classe politica italiana. Ha scelto di dare il proprio voto a coloro che, togliendo soldi qua e là alla spesa pubblica e prendendone altri a debito dei soliti stupidi, hanno fatto un vero e proprio scambio elettorale: voti in cambio di soldi, in media €45,78. Eppure, lo scambio di voti dovrebbe essere un reato. Ma non per il nuovo Partito democristiano. Per loro dovevano servire a rilanciare l’economia! Che balle stratosferiche che gli italiani hanno sempre una grandissima propensione ad accettare. O, forse, questi signori conoscono bene quanto siano idioti gli elettori?

L’unica forza politica formata da cittadini comuni, gente perbene, di buona volontà, con esperienze politiche non scarse ma, diremmo, di rottura con la vecchia politica italiana, cioè quella succitata, dove nessuno paga e con qualche stratagemma inventato un paio di mesi prima delle tornate elettorali, riescono sempre a farsi rieleggere, gli italiani lo hanno stoppato al 22%. Gli italiani non hanno compreso che quella battuta d’arresto non è stata deleteria per il Movimento 5 Stelle, lo è stato, soprattutto per loro stessi. Quello che il governo sta “annunciando” da mesi, infatti, è sotto gli occhi e le tasche di tutti. Il Senato eliminato? Ma va là! Le Province eliminate? Ma va là! Più posti di lavoro togliendo di mezzo lo Statuto dei lavoratori? Ma va là! Il semestre a guida europea che doveva essere la svolta per cambiare i trattati della Ue! Ma di cosa parliamo! Renzi in ogni dove continua ad assicurare a Juncher e alla Merkel, ma anche a Katainen, che i parametri non saranno sforati e che si ottempererà a ogni trattato firmato finora. La sudditanza, insomma, continua con buona pace di chi, dando il proprio voto al Pd, aveva sì preso quatto lire ma aveva anche avuto la speranza che questa nuova figura politica poteva schiodare un’Europa dei poteri forti a favore degli interessi italiani. Tutte balle, balle su balle, balle a non finire.

Nei giorni scorsi, come al solito, tutta l’informazione ha stigmatizzato l’affluenza in quel di Roma le presenze al Circo Massimo in occasione della Prima festa nazionale del M5S sminuendo in malafede e con il solito modo becero, sia l’affluenza, sia speculando su alcuni dissidi interni che il Movimento 5 Stella, come tutti gli altri partiti, ha. Alcuni, addirittura, hanno “contato” non più di qualche centinaio di persone. La matematica e i numeri in generale non sono il loro forte. Ma sono le direttive comuni a tutta l’informazione, quelle che loro “contano”. Cioè, i finanziamenti all’editoria che nessuno vuole perdere e nessuno vuole togliere, salvo il Movimento di Beppe Grillo. Pubblichiamo una foto eloquente in modo che siano i cittadini, gli italiani, a giudicare se l’affluenza descritta da giornali e televisioni, sia da giudicare falsa o, peggio, numeri da regime totalitario. Il M5S verso una migliore organizzazione? Noi lo auspichiamo da tempo. Speriamo sia giunta l’ora!

Buona fortuna, Italia.


Circo Massimo: speriamo in una kermesse che definisca, una volta per tutte, le linee guida per una democrazia più ampia e una più incisiva azione politica per il Paese - Draghi in sintesi: gli italiani non votino coloro i quali li hanno ridotti poveri, la Casta!

 

Si apre la Prima assise nazionale della prima forza politica italiana, si spera che sia una specie di direzione politica nazionale che definisca meglio il ruolo dei cosiddetti “Attivisti” affinché questi, a livello locale, abbiano poteri per destituire coloro che, eletti, risultino in contrasto col M5S e che, gli stessi siano guida nazionale per l’applicazione delle politiche “grilline” . Anche a Pizzarotti (sindaco di Parma) sia dato fiato!

 

La prima festa nazionale del Movimento 5 Stelle, che si apre oggi pomeriggio al Circo Massimo, a Roma, sarà senza dubbio una grandissima kermesse nella quale, speriamo, non si verifichi la solita passerella di personaggi più o meno noti, ma si mettano a fuoco le future azioni politiche che questo grandissimo movimento politico può e deve garantire, non tanto a sé stesso, ma ai cittadini italiani tutti.

Infatti, dopo la débacle delle elezioni europee, dove un Partito democristiano ha ottenuto il 40,8% grazie agli 80 euro elettorali, ora, a nostro parere, il Movimento ha l’assoluta necessità di riorganizzare le proprie forze sia a livello locale, sia regionale, sia nazionale. Inutile prendersi in giro. Così, non va più bene. Grillo e Casaleggio devono prenderne atto. Occorre urgentemente coordinare i cosiddetti meetup locali, provinciali, regionali e nazionali, con nuovi assetti politici, nonché il ruolo, a nostro modo importantissimo, degli “Attivi”, cioè coloro che sul territorio coordinano e hanno portato al successo il M5S a livello cittadino. E’ impensabile, infatti, che la prima forza politica italiana, oggi, dopo molti mesi dalla vittoria, sia ancora una realtà guidata da Grillo e Casaleggio, come fosse un’associazione padronale.

Occorre fare un salto di qualità politica che possa corresponsabilizzare i tanti attivisti sparsi ormai in tutta Italia e che soffrono della mancanza di un ruolo ben preciso. Si sente forte la necessità di costituire Gruppi di lavoro politici che abbiano il ruolo di filtro e di indirizzo politico nei territori di appartenenza, affinché possano garantire la guida e la scelta delle politiche che gli eletti devono portare avanti nei rispettivi consigli comunali. Serve anche la costituzione dei Gruppi di lavoro politico provinciali e regionali che, raccolgano le istanze e coordino le politiche sia locali, sia provinciali, sia regionali, per armonizzare al meglio l’incisività e le prerogative del M5S.

Naturalmente, una volta creati questi organismi, su tutti, servirebbe creare una specie di direzione nazionale che coordini tutti e possa essere il depositario delle istanze delle varie realtà italiane affinché, si possa rapportare con i senatori e i deputati per restituire le aspettative dei vari attori della politica del Movimento 5 Stelle.

Noi crediamo sia giunto il momento di organizzarsi un po’ meglio di quanto fatto finora. Abbiamo assistito a scelte sconsiderate e molte volte errate, da parte di G&C, sia nell’individuazione dei vari cosiddetti staff della comunicazione, sia per quanto attiene alle polemiche interne che hanno fatto abbassare i consensi. Non ultimo, il caso della sconfessione dello staff comunicazione capitanato da un certo Messora&C., che la dice lunga sul metodo e sulle scelte fatte dalla Casaleggio & C.

E’ ora che a questo grande movimento creato dal duo G&C, sia data libertà finora giustamente tenute sotto controllo. Ormai nella coscienza degli italiani il M5S c’è, eccome! Nessuno potrà ridurlo a percentuali basse e insignificanti. Anzi, la propensione della gente comune è quella che finché ci sarà la “cappa” dei fondatori, questo Movimento non riscuoterà la piena fiducia dei cittadini.

Pertanto, in conclusione, un più ampia libertà e una organizzazione migliore, da veri protagonisti della nuova politica italiana, è imperativo per chi ha a cuore una crescita di questa forza politica. Il resto, è fuffa, restare immobili, non avere alcun peso, vista la grande alleanza fra il Partito democristiano e quello del pregiudicato, oggi giudicato senza onorabilità.

Da stigmatizzare, infine, il messaggio del capo della Bce, Draghi, che invita gli italiani a non votare più per coloro che, negli anni, se ne sono allegramente fregati delle politiche per l’occupazione e che, invece, con le loro ruberie a tutti i livelli, hanno ridotto l’Italia in braghe di tela, anzi, neanche quelle, nudi! Lo capiranno gli italioti? Mah, noi crediamo di no. Gli italiani, da anni, hanno portato i loro cervelli all’ammasso, nonostante tutto, recentemente hanno dato il 40,8% a coloro i quali sono i primi responsabili del declino italiano e della loro povertà!

Buona fortuna, Italia!

 

 

Governicchio della paura: 21 richieste di fiducia in pochi mesi, Napolitano cosa ne pensa dell’esautorazione delle Camere? Muto!

Job acts passa con 165 voti e fra molte sospensioni per le intemperanze delle opposizioni - 26 senatori (dissenzienti?) del Pd stilano un documento e promettono battaglia alla Camera - Tutto pronto al Circo Massimo per la Prima festa nazionale del M5S

 

Dopo la bagarre avvenuta fra i banchi del Senato, passa la cosiddetta riforma del lavoro con moltissimi punti oscuri e l’incognita della delega in bianco - Anche la minoranza del Pd, al contrario di tutto il fumus degli ultimi giorni, ha votato questa “riforma” ignobile dichiarando che stileranno un documento e che daranno battaglia nell’altro ramo del Parlamento. Mah, questi o sono stupidi o vivono

nel mondo dei balocchi

 

Adesso, i 26 senatori che ieri hanno votato la fiducia a Renzi, parlano di dare battaglia alla Camera su quei punti che loro hanno da sempre osteggiato e poi, d’incanto, abbandonato votando la fiducia. E’ ridicolo che quello che non sono riusciti a fare al Senato questi signori, possano pensarlo di fare alla Camera, dove, in base alla legge scellerata chiamata Porcellum, il Pd può contare su una maggioranza bulgara. Se avevano la convinzione che questa fiducia nasconde, come in effetti noi crediamo, lo scopo di cancellare le norme stravolgendo lo Statuto dei lavoratori, quale occasione migliore di dare un segnale forte al sindachino che ogni giorno di più mostra il suo vero volto di democristiano con visioni e accordi con delinquenti vari?

L’unica strada percorribile per questi eccelsi senatori, politici da quattro lire e una pagnotta, è quella di andarsene da quel loro partito che una volta era tale, ora è un’associazione di personaggi di centro e di destra. Ma loro ne hanno l’altezza morale e la dignità per una scissione, non tanto di un partito quanto delle responsabilità di fronte al Paese? Noi crediamo di no. Del resto lo stesso capo della cosiddetta Casa, Bersani, subito dopo la direzione farsa di alcuni giorni orsono, si era affrettato a dichiarare che lui conosce la Casa e che non avrebbe fatto mancare il suo voto a Renzi. Una opposizione che non è più tale da anni e che si rinnova ogni giorno ormai a scapito di una politica più trasparente, soprattutto, per le posizioni politiche e la serietà delle proprie idee.

Nel giudicare i voti 165 a favore della fiducia, infatti, se ne deduce che se i 26 dissidenti avessero voluto punire il sindachino e ridimensionare il proprio ego, avrebbero ottenuto un successo politico non di poco conto. Infatti il governo sarebbe andato sotto e avrebbero sì, in questo caso, costretto a più miti consigli e meno arroganza e piglio il fenomeno fiorentino. Ma loro di politica ne sanno, ne sanno, eccome, per conservare ognuno il proprio posto e i propri privilegi. Quelli che le Caste, appunto, non molleranno mai, se non con l’uso dei bastoni. E, questo rischio, si avvicina sempre più.

Sul fronte sindacale, oltre alla manifestazione della Cgil, prevista per il 25, ieri le piazze erano piene di metalmeccanici della Fiom con in testa il loro leader, Landini, che oltre agli slogan contro la fiducia che andava in onda al Senato, hanno avvertito che a presto potrebbero occupare le fabbriche. Un monito ben più forte delle finte scaramucce dei 26 senatori piddini.

Al Circo Massimo, intanto, tutto è pronto per la Prima assise nazionale de l’Italia a 5 stelle che il Movimento ha in programma da domani al 12. Non si è ancora spenta la polemica che riguarda il sindaco di Parma, Pizzarotti che, come noto, non prevede la sua presenza sul palco degli oratori. Noi auspichiamo, lo ripetiamo, che il duo Grillo-Casaleggio abbandonino questi metodi poco democratici e diano la possibilità anche a chi in parte dissente, di dire la sua. Sarebbe una grande vittoria della democrazia!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Cgil, Cisl e Uil delusi dall’incontro col premier, si rivedranno - A Milano, incontro fra capi di Stato e di governo sulle diverse “visioni” fra flessibilità e il rigore della Merkel - Italia a 5 Stelle: al Circo Massimo fervono i preparativi per la manifestazione

nazionale dei grillini

 

Dopo l’incontro con i sindacati, delusione della Cgil, timide aperture di Cisl e Uil. Si rivedranno il 28 - Renzi dice di aver trovato convergenze sul job act con i dissenzienti del Pd ma annuncia la fiducia - Un difficile summit quello di Milano che vede Holland e il premier schierati per la flessibilità e la cancelliera tedesca ferma sul rigore - Stallo per l’elezione dei giudici della Consulta - La questione del Tfr in busta paga, ancora in alto mare

 

Dopo l’incontro con i sindacati Renzi si è affrettato a dichiarare che “vi sono punti di intesa”, subito smentito dalla Camusso che ritiene, invece, deludente l’incontro, mentre da Cisl e Uil c’è una timidissima apertura sui temi trattati. Si rivedranno il 28 per approfondire gli argomenti sul tappeto. Intanto, domani al Senato si vota la fiducia sulla quale il premier ha dichiarato, in conferenza stampa delle ore 12, che quella parte critica del Pd, ne è certo, la voterà. Del resto, se il Pd “vuole andare avanti vota la fiducia al governo”. Come dire che se dovesse mancare la fiducia si va a casa tutti. Il solito noioso ricatto. Siamo molto interessati al voto dei cosiddetti dissidenti: voteranno no per sfidare, finalmente, il loro segretario-presidente, o si comporteranno come pecore, e non sarebbe una grande novità, ai diktat del capo?

A Milano, intanto, sono attesi nelle prossime ore i capi di governo e di Stato dei Paesi dell’Unione per discutere dei problemi economici della Ue e delle eventuali politiche future da adottate per rilanciare sia l’economia, sia il lavoro. Naturalmente si aspetta con interesse di conoscere la posizione di Holland, del nostro premier e, soprattutto della signora Merkel che, come noto, non si schioda dal rigore, nonostante i dati della Germania siano di evidente stagnazione. All’incontro mancherà Cameron, il leader inglese ha fatto sapere che per “ragioni interne” non sarà presente. Un brutto segnale? Non lo sappiamo, ma è legittimo pensarlo.

Al Circo Massimo, intanto, i grillini si danno da fare affinché per venerdì sia tutto pronto e si dia il via alla Prima grande manifestazione nazionale del Movimento 5 Stelle capeggiato da Beppe Grillo. In questi giorni si sono accentuate le polemiche contro il sindaco di Parma, Pizzarotti, che, sembrerebbe non gradito sul palco assieme agli invitati. Non sappiamo se questa storia sarà appianata prima dell’inizio della festa, ma noi ce lo auguriamo. Infatti, un Movimento come quello di Grillo, non può permettersi di vietare a chicchessia il diritto di dissentire. Assicurare la più ampia libertà di pensiero è condizione imprescindibile per una forza politica democratica che è anche il primo “partito” in termini di percentuale assoluta presente in Parlamento.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Napoli: senza il sindaco, si apre il summit dei capi delle banche europee, di coloro, cioè, che difendono i poteri forti e che hanno ridotto i Paesi in miseria - La Francia fuori dai vincoli fino al 2017, trainerà anche altri? - Bersani: “voterò la riforma”, evviva la coerenza!

 

I fantocci dei poteri forti e molte volte occulti, riuniti a Napoli per affinare i metodi per impoverire di più gli Stati membri, eccetto la Francia, con la paura di emulazione di molti altri Paesi - Nel Partito democristiano, dopo la direzione, molti coloro che si sono allineati dimenticando che nella Dc esistevano molte correnti mentre loro sono ancora alle fazioni e, quando fa comodo, invocano il centralismo democratico al quale si è uniformato Bersani

 

Napoli è in rivolta mentre la Bce ha riunito nella loro reggia i rappresentanti delle banche europee che discuteranno il nuovo da farsi. Sono gli stessi attori che da anni, difendendo i poteri forti e in molti casi occulti, devono predisporre la politica monetaria in base agli interessi di chi li manipola. Il tutto senza De Magistris che, come noto, è stato sospeso in base a una sentenza di condanna per abuso di ufficio. Una condanna che fa venire molti dubbi in quanto si riferisce ai fatti notissimi dell’inchiesta denominata why not e che vedeva al centro delle sue indagini personaggi di primo piano che ancora oggi detengono posti di assoluto potere. Ma questa è l’Italia, dove i pregiudicati scrivono le leggi e la P2, P3, P4 e sette di vario genere piazzano i loro rappresentanti dappertutto.

La bomba esplosa ieri, con le dichiarazioni del governo francese che si sottrae dagli “accordi” europei fino al 2017 e che prevede sforamenti dal 4,4 al 4,8% del famigerato 3% europeo, rimescola le carte e preoccupa questi signori e, soprattutto, la signora Merkel che si vede sfuggire di mano il suo rigore in tutte le altre nazioni aderenti. Inoltre, la decisione francese potrebbe scatenare l’effetto domino di molti altri Stati pronti a seguirne l’esempio e mandare all’aria tutti, o in parte, gli accordi capestro che i banchieri europei vorrebbero rispettati.

E’ una fase delicata e interessante. I cugini francesi, gli stessi che per primi al mondo, hanno fatto una rivoluzione, mettono sul piatto europeo le loro esigenze con il pugno forte e chiuso. E’ una decisione unilaterale e non discutibile. L’Europa può pensarla come vuole, loro hanno scelto la strada di difendere i loro cittadini vessati, gli altri no. E questo potrebbe fare svegliare, dal lungo letargo, molte altre nazioni!

Sul fronte interno niente di nuovo. Dopo la direzione del Partito democristiano e la pur encomiabile presa di distanza di alcuni personaggi in dissenso, ieri Bersani ha dichiarato che “conosce la casa” e che voterà la riforma del lavoro renziana. Mah, forse l’ex segretario è ancora malato o non ha compreso il significato di quella riforma. Forse pensa di essere ancora nel Pd ex Pci dove, alla fine delle discussioni valeva il centralismo democratico cui tutti si adeguavano una volta uscita la linea del partito da seguire. Caro Bersani, sveglia, non si è accorto di aver consegnato il Pd ai democristiani? A una congrega di toscani? Almeno si riservi la dignità del rispetto delle sue idee non tradendo se stesso e l’Italia! Questo Pd è una nuova democrazia cristiana diversa dal passato che almeno riservava posti di potere alle proprie anime a differenza di Renzi che, se non sono toscani, non “so boni” e soprattutto, non sono fedeli cagnolini.

Adesso, come lei, caro Bersani, sono in molti ad aver cambiato pelle, cioè, persa la battaglia tutti sono pronti ad “aprire”. Aprire cosa? Adeguarsi forse, come lei, ai diktat dell’ex sindachino indagato che, assieme al suo “papà” putativo, pregiudicato, stanno scrivendo la storia contemporanea d’Italia in un clima da tempo di dilagante dittatura morbida. Non vi siete accorti di nulla?

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Direzione Pd: Bersani, D’Alema, Cuperlo, Civati e alcuni altri, umiliati da un voto bulgaro al servizio dei democristiani renziani - Dell’unica riforma vera, quella della creazione dei posti di lavoro, nulla se non i soliti “faremo” - 1,5miliardi per gli ammortizzatori? Ridicolo!

 

Dopo la resa senza onore degli ex comunisti e la consegna del Pd ai nuovi boy scout democristiani, ieri, la vecchia guardia ha subito un ulteriore affronto e una sconfitta cocente - Oggi, riunione dei gruppi parlamentari per mettere a punto i documenti da far approvare - Scissione? Se servisse a scindere i ruoli e le responsabilità, sarebbe benvenuta, ma gli ex pci non ne hanno né l’altezza morale, né la convinzione, dopo anni di inciuci con le destre

 

Come ampiamente previsto, la riunione della direzione del cosiddetto Pd, è andata nella direzione voluta dal segretario. A nulla sono valse le molte sfumature, a volte sferzanti, che i vari personaggi di un passato recente hanno sciorinato con dovizia oratoria e stilettate al calor bianco. Contro un’ammucchiata di nuovi democristiani, non c’è stata storia. Neanche i conti relativi agli ammortizzatori sociali ipotizzati dal premier, 1,5 contro i 30 miliardi necessari, a detta di D’Alema, hanno trovato una benché minima riflessione da parte dei compari di Renzi. Erano tutti allineati e coperti, come si suol dire. A farne le spese? Come sempre gli italiani. Infatti, dietro la menzogna dell’estensione delle tutele per tutti i lavoratori, si nascondono i fatti che se una legge, la 300 del 20 maggio 1970, deve essere cambiate, lo deve essere in meglio, cioè estendere quei diritti a tutti i lavoratori. Invece, per fare prima e subito, si tolgono a tutti e stop. Del resto, lo stesso premier ha più volte detto che bisogna restituire al padrone il diritto di licenziare.

Già, ma se questo valesse per tutti, noi potremmo anche, a malincuore, essere d’accordo. Il fatto è che questi democristiani se la prendono sempre con i più deboli mentre il pubblico impiego, guarda caso, ha un’altra legislazione in fatto di lavoro. Una legislazione che ai più è sconosciuta, misteriosa. Nella pubblica amministrazione, infatti, non si riesce a licenziare nessuno, neanche in presenza di gravissime manchevolezze. Al massimo, si trasferisce ad altri uffici e ad altre mansioni. E’ questa la visione di Renzi che, in malafede, sventola la bandiera dei pari diritti. Per tutti o per alcuni? Di cosa parla uno che non ha mai lavorato in vita sua? E poi, come si permette un indagato di pensare al mondo del lavoro cancellando una conquista del mondo del lavoro e che, nonostante quello che lui pensa e dice, ha assicurato all’Italia di essere il sesto paese più industrializzato del Mondo? E il suo gregge, queste cose le sa? Oppure ha ragione D’Alema quando, durante la direzione, ha invitato il segretario a non raccontare bugie perché qualcuno che la storia la conosce c’è ancora in giro?

Infine: perché soltanto un mese fa il premier affermava che l’art.18 non era all’odg in quanto i contenziosi aziendali riguardavano appena 3000 casi all’anno e non interessava molto né a Confindustria né alle aziende che invece premevano per un piano industriale serio?

Perché, questa “invenzione” renziana, varrebbe soltanto per il lavoro privato e non per milioni di laboratori pubblici? E’ questa la sua visione della uguaglianza dei diritti per tutti i lavoratori?

A tutti coloro i quali questa deriva democristiana non piace, resta soltanto una strada: fondare un nuovo partito che sappia raccogliere coloro che ancora credono a valori che non siano quelli dei democristiani!

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

E se cominciassimo ad ascoltare i cittadini anziché i cosiddetti “poteri forti”? - E’ ora di cambiare sì la Costituzione, ma per dare voce agli italiani. In Svizzera lo fanno da centinaia d’anni! - Le forze politiche, per una volta, siano coese: mandino a casa il fantoccio!

 

Referendum propositivi, già previsti dal M5S e mai accettati, ma che darebbero il potere al popolo, queste sono riforme! - “Poteri forti” in rotta di collisione col renzismo, Chiesa, idem, e domani una direzione farsa che, grazie ai democristiani, darà di nuovo ampia manovra al premier, nonostante le ambigue e finte opposizioni interne - E’ scaduto il tempo: questo ragazzino, ambizioso come nessun altro, va cacciato, è imperativo per l’Italia!

 

Siamo stufi di annunci e di false “riforme”, a partire dall’eliminazione delle Province e del Senato, per finire al job act, un ennesimo regalo ai cosiddetti “poteri forti” (in special modo al mondo delle cooperative che ha in uno sconosciuto e ambiguo Poletti, il suo rappresentante), gli stessi che il premier, a parole, dice di non considerare ma, che nei fatti, frequenta e ne è suddito. L’ultima? Il suo incontro con Marchionne non in una sede istituzionale ma recandosi con il cappello in mano a elogiare questo modo di fare impresa. Cioè, spostare all’estero la sede storica di un’azienda che ha spremuto gli italiani e che dai loro soldi ha potuto affermarsi in America. Eppure, c’è qualcuno che loda e si imbroda di questo manichino in mano ai potentati economici a sua insaputa. Mah, lo sappiamo da tempo: gli italioti sono italioti. Non cambiano mai, neanche quando ne hanno avuto la possibilità con il loro voto. Forse meritano questo trattamento. Del resto,se si è stolti, con chi prendersela se non con sé stessi?

Una riforma valida e che ridarebbe peso e voce ai cittadini, sarebbe quella di prevedere referendum propositivi per tutto quello che il governo intende mettere in atto. Proprio come fanno in Svizzera da sempre. Questo sarebbe un modo di coinvolgere direttamente la popolazione attorno alle scelte che i vari governi intendono mettere in campo. Con un consenso popolare o no. Semplificherebbe non poco l’azione dei governi eliminando gli eventuali contraccolpi oggetto di decisioni non condivise dalla maggioranza dei cittadini. Lo ha proposto più volte il Movimento 5 Stelle, ma la sua proposta, come da copione, è sempre stata osteggiata da chi professa la democrazia e non ne conosce neanche lontanamente il significato.

Al suo ritorno da tour di sudditanza, il nostro premier ha trovato tre grandi novità che certamente lo avranno infastidito ma senza preoccuparlo più di tanto. Lui, in direzione, quella direzione che i vecchi tromboni cosiddetti ex comunisti gli hanno regalato, non teme sgambetti: ha la maggioranza! Quella maggioranza che nulla ha a che vedere con la visione della cosiddetta ex sinistra, una maggioranza democristiana di boy scout e di gente di destra. Leggasi Alfano, pregiudicato, Verdini & compari.

La seconda è quella che anche la Chiesa si è accorta degli slogan del premier e della nullità della sua azione e che, pertanto, lo invita a cambiare la sua agenda per fare quelle cose di cui la gente ha bisogno, non altro.

La terza è quella che per ciò che attiene alla farsa della riformetta del lavoro, c’è una levata di scudi generale, compreso uno sciopero generale che la Cgil, rediviva, ha preannunciato, forse, forse, forse. In sintesi, nessuno ritiene che la mancanza di investimenti e di un piano serio per il lavoro dipenda dall’art. 18. E’ un falso problema e il premier lo sa benissimo. Solo che il suo essere tronfio e la maggioranza del Partito democristiano, di cui è segretario, lo fa sentire forte, fortissimo, quasi un dio con la d minuscola.

Se poi la gente volesse informarsi di come questo ragazzo vede la “sua” politica, ricordiamo che l’eliminazione delle Province, vede l’accoppiata destra-Pd in moltissime realtà italiane che, nonostante la falsa eliminazione, a breve sono chiamate al voto! E meno male che le Province sono state “eliminate”!

Cia chiediamo: sono mesi che questo ragazzo ci propina falsi obiettivi, ci vende cose già fatte che invece sono state soltanto annunciate, non c’è un provvedimento attuato che rilanciare il lavoro, non c’è un piano industriale da nessuna parte, ha trasferito ai Comuni la facoltà di inasprire la tassa sulla casa che questi ultimi hanno applicato alla grande portando la stessa a livelli ben oltre l’Imu, ha tolto risorse utili a tappare qualche buco importante per mettere in atto un volgare “voto di scambio” con gli 80 euro che hanno determinato il successo del Pd nelle recenti europee, e chi ne ha più ne metta, eppure, questi ignobili partiti si ostinano ad appoggiare una grandissima nullità per non perdere i propri privilegi e le proprie poltrone. Questa è l’Italia contemporanea…

Buona fortuna Italia!

 

 

 

Il premier: “faccio le riforme indipendentemente dalle reazioni, alla direzione di lunedì, li frego tutti, l’accordo con l’opposizione forzista regge” - Grillo, dopo l’offerta ai dissidenti Pd per cacciare Renzie, crea imbarazzo e divisioni - Intanto, l’Italia affonda sempre più

 

Delle considerazioni di De Bortoli, nemmeno un cenno, se ne parla a iosa, invece, nei talk show fra i contro e gli allineati - I soldi per le riforme non si sa dove trovarli ma nessuno parla di mettere mano, finalmente, agli sprechi e alle partecipate, al falso in bilancio, a leggi più severe per spezzare una volta per tutte gli introiti delle mafie, alla corruzione, agli scandali del mondo politico che ormai per i cittadini e per l’Europa, non sono più prorogabili

 

Dal suo tour americano, il sindachino continua imperterrito con la sua pantomina ormai logora, stanca: le riforme le farà a prescindere dalle posizioni di tutti, conta soltanto la sua e quella del suo alleato segreto, il pregiudicato: della fronda di minoranza interna, aggiunge che lunedì, in direzione, li fregherà tutti, con i sindacati, forse, parlerà, ma non indietreggerà di un centimetro, le associazioni sono portatrici di conservatorismo e pertanto non le incontrerà; che alle elezioni si andrà nel 2018; insomma, salverà l’Italia da solo.

Dopo la mossa politica del leader del Movimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi, incontrando a una festa alcuni esponenti del Pd, aveva lanciato l’idea di una alleanza per mandare a casa il premier, molti nel Pd cominciano a valutare seriamente questa possibilità, in special modo coloro i quali ogni giorno sono sbeffeggiati e umiliati dal ragazzino insolente che ritiene di poter fare e disfare a suo piacimento pur di procurarsi sempre più gloria. Ora, sembra, che alcuni di questi eccellenti personaggi politici che, non più di un anno fa hanno consegnato un vecchio partito comunista ai democristiani, si stiano rendendo conto dell’errore commesso e vogliano recuperare quel peso perduto per la loro lungimiranza encomiabile avuta nell’autodistruzione. Vedremo cosa ne scaturirà durante il dibattito in direzione in programma lunedì prossimo.

Dall’America, inoltre, il premier fa sapere che per le riforme non prevede nuove tasse. Che sia la volta buona per cancellare le migliaia di partecipate inutili? Che abbia in mente di eliminare le Regioni? Che voglia mettere mano alla corruzione con leggi vere e non camuffate? Che voglia davvero abbandonare questa nuova fiammata di garantismo e cacciare a calci nel sedere coloro che siano “soltanto” chiacchierati o indagati? Che pensi di fare urgentemente nuovi decreti per arginare gli introiti delle quattro mafie “unico Paese al mondo”? Oppure, finalmente, pensa di dare seguito immediato alla spending review di Cottarelli? Mah, anche questi sono misteri simili agli accordi del Nazareno con il pregiudicato, o peggio, come ipotizzato dal direttore del Corriere della Sera, da poteri occulti di tipo massonico?

Noi pensiamo che, nonostante tutto il bailamme creato forse ad hoc, gli ex comunisti, dovrebbero prendere atto che il Pci è finito anni orsono, che è ora di ricreare una loro identità precisa di chi sono e cosa si propongono di fare, di adeguarsi al renzismo o di scegliere altre strade, compresa una eventuale scissione con la creazione di una nuova forza politica. Oppure, in alternativa, accettare la sfida lanciata da Beppe Grillo per una unione di intenti e cercare di mandare a casa questo governo insulso, inconcludente, che ogni giorno ci ha raccontato di cose fantasmagoriche e che a oggi, come ormai tutti rilevano giorno per giorno, non ne ha realizzate ancora una. Un bluff ignobile che il Paese non meritava e che proprio per questo, coloro che hanno regalato a questa nuova pattuglia il potere, hanno il dovere di ravvedersi e porre in essere i rimedi con ogni mezzo e con ogni alleanza pur di raggiungere l’obiettivo.

Speriamo bene. Buona fortuna, Italia

 

 

Katainen a Renzi: “dove sono le riforme?” - Il pregiudicato, unico caso al mondo, incontrerà le forze di polizia: “ghe pensi mì!” - Grillo batte Marino - Per l’uccisione di Daniza, i responsabili devono essere processati subito! - Grave calo dei consensi per Renzi e il suo governo

Il nuovo “controllore” europeo al premier: “le riforme?, basta con gli annunci, fatele!”, ed è lite - Il condannato vuole risolvere i problemi delle forze dell’Ordine, una robetta all’italiana, mentre Fi è sempre più allo sbando e Catricalà si ritira - Il Trentino nella bufera per Daniza, boicottare la regione e mandare a processo chi ha ucciso l’orsa Daniza per favorire il turismo e alcune costruzioni - Il premier perde smalto e consensi, il suo governo di più

 

Il nuovo “mastino” europeo, Katainen, nominato da Juncker con il beneplacito della signora Merkel, nei giorni scorsi ha ricordato a Renzi che le riforme i Paesi devono farle e non annunciarle, pena la ferrea applicazione dei dinieghi a sforare per nessun motivo. Naturalmente il nostro sindachino ha subito ribattuto coinvolgendo altri Paesi che versano nelle nostre stesse difficoltà e ambiguità e la polemica non si è ancora sopita. Polemica che si è spostata in Parlamento per altri motivi. L’elezione dei giudici della Consulta che sta dilaniando il Pd, Fi e l’Ncd. Dopo varie votazioni, infatti, il candidato voluto dal condannato, Catricalà, è stato silurato in modo definitivo e lo stesso ha dovuto ritirare la propria candidatura mentre Grasso contingenta la Camera per votare senza sosta i sei giudici ancora da eleggere.

Lo stesso ex cavaliere, sempre nei giorni scorsi, si è detto pronto a ricevere una delegazione delle forze dell’Ordine per tentare di risolvere, lui, i problemi relativi al mancato rinnovo dei contratti annunciato dalla ministra Madia. Una cosetta inaudita tollerata soltanto in Italia. E’ come se un carcerato chiamasse a sé i secondini per risolvere i loro problemi. Cose che succedono soltanto da noi e in nessun altro Paese al mondo. Il signor “ghe pensi mì”, del resto, non lo ha stoppato nessuno, salvo il Movimento 5 Stelle, da questa iniziativa estemporanea e intollerabile dal punto di vista morale, politico e istituzionale. A proposito del leader del M5S, Beppe Grillo, da rilevare che il braccio di ferro con il sindaco di Roma, Marino, sì è risolto con la vittoria del cosiddetto comico. “Italia a 5 stelle”, dunque, si farà al Circo Massimo dal 10 al 12 ottobre.

Sul fronte delle cosette ignobili, anche oggi, qua e là sulla stampa e gli organi di informazione in generale, sale l’indignazione per l’uccisione dell’orsa Daniza e delle responsabilità, a partire dal ministro competente, che hanno portato alla sua uccisione. Già, perché cominciano ad affiorare risvolti inquietanti attorno a quella che doveva essere la “cattura” dell’animale. Infatti, dopo le dichiarazioni dei presidenti della Regione e di quello provinciale, affiorano contraddizioni e risvolti da codice penale. C’è chi afferma che la bestia sia stata eliminata per “liberare” quella zona dalla presenza degli orsi in quanto destinata a un nuovo insediamento urbano, chi dice che l’uccisione è stato un atto di vendetta, chi, ancora, dubita degli operato intervenuti per la “cattura”. Insomma, i dubbi e le certezze si scontrano a più non posso ma rimane un insostenibile amaro in bocca e un comune sentire: l’osa è stata uccisa volontariamente, forse non ci sono stati errori ma freddo e pianificato calcolo. Dell’altro orso trovato ucciso in Abruzzo, non se ne sanno ancora le cause. Con buon pace per la nostra scarsissima civiltà.

Infine, da un sondaggio molto attendibile, risulterebbe che il consenso attorno al premier è in caduta libera, mentre quello per il suo governo, invece, è addirittura preoccupante. Che la stagione dell’amore sia finita è noto da un pezzo, ma che avesse cali così vistosi non ce lo si aspettava. E l’autunno è vicino…

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Per i dipendenti pubblici niente rinnovo del contratto e loro annunciano sciopero - Bersani: ho smacchiato io il leopardo - Lo stato produrrà la marjiuana, guarda caso, a Firenze - Il premier alla Ue: non possiamo fare tutte le riforme in un mese! Ma quali sono? Mistero!

FF.AA, in testa e dipendenti pubblici in generale, hanno appreso che la ministra Madia, sia per l’anno in corso, sia per il prossimo, non rinnoverà i contratti di lavoro con la conseguenza che, per la prima volta nella storia d’Italia, gli interessati sciopereranno in massa contro il governo - Bersani, oltre alle battute, dice che le due cariche, segretario del Pd e premierato, sono un problema - Lo stato produrrà cannabis, naturalmente, a Firenze

 

Per i rinnovi dei contratti del comparto pubblico non c’è una lira. Questa in sintesi la dichiarazione del governo per bocca della signora Madia e che ha scatenato la rabbia di tutte le categorie interessate che hanno preannunciato uno sciopero massiccio se il governo non ritirerà le proprie decisioni. Renzi si è affrettato a dichiarare che incontrerà i rappresentanti delle categorie ma che non accetterà alcun ricatto. I dipendenti pubblici, in effetti, sono fermi al 2010. Infatti da quell’anno a oggi, i contratti sono stati fermi. Anche se va ricordato che nelle loro buste paga sono finiti comunque gli 80 euro elettorali che hanno consentito al sindachino di raccogliere il 40,8% alle europee. Se le cose non si aggiusteranno per il verso giusto, insomma, avremo il primo sciopero del settore sicurezza della storia della nostra Repubblica. Né le giustificazioni addotte possono essere accettate. Infatti, noi riteniamo che non siano veritiere le rappresentazioni fatte dal governo e relative alla mancanza di fondi per i vari rinnovi contrattuali. Renzi, infatti, non ha tagliato un bel nulla a nessuno pur di galleggiare allegramente e continuare a fare annunci dei quali ormai gli italiani ne hanno piene le tasche. Insomma, i soldi ci sono, soltanto che non si possono togliere ai ricchi…, o ai privilegiati. Quelli sono canali di voti di cui non si può fare a meno!

Che l’idillio sia ormai finito da un pezzo lo si intuisce da molti segnali di questi ultimi giorni. Compreso quello lanciato dall’ex segretario Bersani che nei giorni scorsi ha detto a chiare lettere che Renzi non può detenere sia la segreteria del partito sia la guida del governo. Ormai, alla lunga, questo stato di cose è diventato “un problema”. Molte le critiche anche da parte di D’Alema e di molti altri dirigenti del Partito democristiano.

Oggi, lo stesso Bersani ha voluto rafforzare le sue critiche fatte a Milano, ricordando a Renzi che “il giaguaro” lo ha smacchiato lui nelle elezioni dell’anno scorso. Da parte del sindachino, nulla.

In compenso il governo ha fatto sapere che produrrà marjiuana a scopo terapeutico e che Veronesi ha dichiarato che meglio una canna che una sigaretta. Fa meno male. E chi produrrà la droga di Stato? Naturalmente una struttura fiorentina, che diamine! Ormai in Italia, se non si è toscani non si va da nessuna parte. Vi siete accorti che perfino qualche pubblicità si è adeguata a usare il linguaggio toscano? E’ il momento di Firenze e degli amici. Del resto, l’ex sindachino, quando governava Firenze, usava già questo metodo: tutti fiorentini e tutti suoi sudditi. Guai a chi si metteva di traverso: era fuori! Fedeltà assoluta oppure alla larga!

Il premier ha rifiutato l’invito in quel di Cernobbio per essere presente in Lombardia presso una fabbrica. Mentre a Barroso e ai nuovi governanti Ue avverte: “le riforme non le possiamo fare in un mese!”. Ma quali riforme ci ha chiesto di fare l’Europa? Mistero! Ormai è consuetudine del premier fare accordi non scritti con tutti. Forse è un modo furbesco per uscirsene alla grande in caso di fallimento o impossibilità nel realizzare quanto promesso segretamente? Già, forse. Del resto, qualcuno conosce gli accordi scaturiti dagli incontri fra il pregiudicato, l’indagato Verdini e lo steso premier? Qualcuno sa cosa gli hanno chiesto a livello europeo? Che cosa ha promesso ai potenti protettori del capitalismo non soltanto europeo? Se mai in cambio della carica fasulla di lady Pesc Mogherini?

Intanto, sembra finita anche la stagione degli amori nei confronti di Del Rio. Ora Renzi lo vorrebbe fuori dalle scatole e in quel di Bologna, se mai alla guida della Regione Emilia Romagna. Anche perché, forse, lo stesso Del Rio non è mai stato assolutamente affidabile, sottomesso, fedele, suddito. Ma forse non sarà il solo a fare la stessa fine. C’è un rimpasto a breve e si potrebbero verificare altre epurazioni sotto la stessa falsariga.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Oggi, ennesima presentazione dei tagli per garantire investimenti nella scuola, nella ricerca, lavoro e altro - D’Alema sferzante, definisce il premier ormai un bluff - Tutti i ministeri dovranno tagliare il 3% della spesa - Ma dove prenderà i 55miliardi per il Fiscal compact?

Altre linee guida che il premier ha anticipato al Sole 24Ore attorno alla riforma della scuola, e al problema del lavoro. Previsto il superamento dell’art. 18 con le assunzioni a tempo indeterminato flessibile con preferenza per il sistema tedesco - I tagli comporteranno servizi minori per i cittadini con la conseguenza che i comuni aumenteranno le tasse per i minori trasferimenti con il risultato che i cittadini saranno i soliti tartassati

 

Hanno depredato e reso ridicolo il nostro paese agli occhi del mondo e oggi, gli stessi loschi figuri, grazie soprattutto all’amnesia italiota che dimentica spesso chi ne ha determinato la loro povertà e una dignità di popolo sempre più evanescente, si affannano a garantire questo governicchio tutto l’appoggio possibile per “scelte dolorose, e sacrifici ulteriori” che portino l’Italia fuori da una morsa economica che, a mano a mano che il 2015 si avvicina, si annuncia sempre più grave, anzi, gravissima.

Ma i partiti, escluso il Movimento 5 Stelle, sono tutti accomunati nel sostenere questo governo condotto in modo berlusconiano e con gli stessi programmi: quelli di risanare a nostre spese gli sfracelli prodotti da una classe politica infame, incapace, ladrona, una cosca di affaristi che della dignità non conoscono nulla.

Ed ecco, allora, l’ennesimo annuncio renziano: tutti i ministri dovranno presentare lunedì prossimo, alla presenza del ministro Padoan e del premier, dove tagliare il 3% delle proprie spese ministeriali per raccogliere 20 miliardi da investire nella scuola, nella ricerca, nel lavoro. Buona fortuna. Noi crediamo che anche questo intento non sia altro che un altro specchietto per le allodole, un modo ormai consueto di presentare le cose in modo scorretto, falso, che non inciderà granché nelle reali condizioni del paese. Anche perché se i tagli dovessero incidere, ad esempio, sui trasferimenti di risorse ai comuni, ebbene, questi ultimi si rifaranno, come d’uso, aumentando le tasse comunali. Cioè, per i cittadini sono previsti sempre e comunque aggravi in fatto di tasi, tari, pinco e palla.

L’anomalia di avere un capo del governo che è anche il capo di un partito, comincia a stufare, si sta rivelando una dittatura del Pd alla quale danno forza gli altri aggregati, dall’Ncd a Fi e via via fino a formazioni dello 0,qualcosa. Soltanto che i soci non se ne sono accorti. Oppure, peggio, sono correi. Alla festa cosiddetta dell’Unità, ieri, D’Alema ha definito il premier l’uomo degli annunci, degli show e delle slides, invitandolo ad abbandonare questa strada e a mettere in essere le scelte annunciate. Insomma, finirla con queste pantomine e incidere seriamente nelle riforme. Sulla stessa falsariga anche un altro fenomeno della politica italiana degli ultimi anni: Monti, che nei giorni scorsi ha detto che lui le riforme non le annunciava, le faceva, mentre Renzi, non ne ha ancora fatta una.

E con il 2015 si avvicina il momento in cui occorre trovare 55miliardi all’anno per effetto del cosiddetto Fiscal compact. Ora, se per trovarne 20 occorre limare un po’ dappertutto, per trovarne 55 oltre a quei venti che andranno a regime, cosa dovremo venderci? Forse qualcuno pensa di cominciare a vendere la Sardegna o la Sicilia, se mai aggiungendo la Campania e la Calabria come fosse una vendita straordinaria sulla falsariga delle Coop tanto care al Pd, facendo una vendita 2x3?

In questo bailamme di scempiaggini immani Renzi dice che sta facendo di tutto per trattenere Cottarelli al suo posto e che i tagli previsti da quest’ultimo saranno senz’altro fatti, anzi si dovranno trovare non soltanto quei soldi ma, appunto, 3miliardi in più per arrivare ai venti annunciati.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Grillo contro Marino, per l’uso del Circo Massimo chiama i Rolling Stones - Mogherini ministro degli esteri Ue, una carica farsa se gli Stati non cedono sovranità per questa funzione - Renzi & Co. insistono nel raccontare frottole ai “grulli” - Oggi altra “presentazione”

 

Grillo chiama a raccolta il popolo grillino per ottobre in quel di Roma, precisamente al Circo Massimo. E si apre immediatamente una polemica con il sindaco Marino che non vorrebbe concedergli l’uso di questa bellissima struttura romana. Già, il sindaco si è messo di traverso con il leader del M5S in modo incomprensibile. Infatti, alcune settimane orsono la stessa struttura è stata data in uso al famoso complesso dei Rolling Stones e non si capisce il motivo del diniego per una manifestazione ben più importante di uno spettacolo canoro. Insomma, c’è molta frizione e, probabilmente, una volontà di negare il Circo Massimo alla prima forza politica italiana più per una questione politica che altro. Beppe Grillo, sul suo blog ha invitato il famoso gruppo a tornare a Roma, in tono polemico, per dare un segnale a Marino. Vedremo come andrà a finire questa faccenda che appare davvero sconcertante e punitiva nei confronti del Movimento 5 Stelle.

Sul fronte europeo, finalmente, la Mogherini, espertissima ministro degli esteri italiano, è stata eletta quale alto rappresentate della politica estera europea. Mah, tutti osannano questo “successo” italiano, soprattutto la stampa e le tv appecorate, salvo qualche rara eccezione. E invece, anche questo sbandierare un incarico che in sé vale pochino, se non nulla, appare una vittoria di Pirro. Occorre ricordare che un ministro degli esteri europeo conta se tutti gli stati membri cedono sovranità per quanto attiene a quel ministero. Cioè, se ognuno in casa propria, rinuncia a fare le stesse cose in peggio, cioè, ognuno per sé. Insomma, Mogherini, al massimo, potrebbe assumere il ruolo di coordinatore dei 28 ministreri degli esteri che ognuno comunque non smantellerà. E allora, di cosa parliamo? Di successo dell’Italia nell’aver imposto il proprio candidato? Sì, è stato un vero successo, un risultato strabiliante. Ma la domanda è: Renzi ha voluto a tutti i costi togliersi dai piedi una espertissima ministra perché crede fortemente nelle favole, o per metterci al suo posto un altro toscano? Noi propendiamo per la seconda.

Il mondo dei “grulli”, come chiamerebbe il toscano gli italiani, oggi riceveranno l’ennesima pozione di promesse, di indirizzi, di cose che si faranno, di molte cose allo studio, dei decreti in scadenza, di quelli confezionati, dei disegni di legge onnicomprensivi, delle promesse per i 100.000 insegnanti prima illusi e poi delusi, delle tante riforme delle quali non se ne è realizzata neanche una. Eppure gli italiani sono convinti che Renzie le abbia fatte o le stia portando a compimento grazie a una comunicazione falsa, compromessa, complice dell’ennesimo imbroglio all’italiana. Già, proprio oggi, dicevamo, ci sarà una nuova lista di cose che si faranno… Già, si faranno…, si faranno.

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

Riforma della Giustizia: Grillo la boccia in toto “l’hanno scritta un pregiudicato e un ministro manichino, serve soprattutto ai ladri e il M5S non presterà il fianco” - Pressioni e telefonate ai senatori grillini per averli al tavolo ma il leader chiude: “Orlando è senza dignità”

Il governo ha messo a punto la riforma della Giustizia dopo i vari incontri con i compari della doppia maggioranza e ne viene fuori un pastrocchio ad hoc per gli interessi sia dei molti condannati, sia per le tante idiozie contenute. Infatti, oltre alla responsabilità dei giudici, alla divisione delle carriere, alla prescrizione più breve, alla proibizione della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, sembra un’altra legge ad personam

 

Grillo furioso per i contenuti della cosiddetta riforma della Giustizia. Pastrocchio nato con la collaborazione di un ministro manichino, Orlando, che ha incontrato molti condannati e indagati, in primis il pregiudicato di Arcore, per scrivere una riforma che fra le righe appare più un’ennesima legge ad personam. Infatti, dice il leader del Movimento 5 Stelle: “Che riforma è quella che prevede la cancellazione dell’obbligatorietà dell’azione penale, della separazione delle carriere della magistratura che darebbe un controllo della stessa da parte dei politici, della riduzione dei tempi della prescrizione in modo da salvare coloro i quali delinquono sapendo che i tempi dei processi sono lunghi, la responsabilità diretta dei magistrati, il divieto di pubblicare le intercettazioni telefoniche degli indagati, e altre amenità?”

In effetti, questa bozza è nata da un input del sindachino che, dopo il Nazareno2, con il pregiudicato ha stretto patti anche su una riforma delicatissima e necessaria. Ma questo patto, purtroppo, il nostro premier lo ha stretto, guarda caso, con un pregiudicato e non con persone perbene. Poi, il ministro Orlando, che Grillo chiama manichino di Renzi, ha chiamato i suoi compari della doppia maggioranza e sulla falsariga di quanto pattuito dal suo capo e dal condannato, hanno messo giù una bozza che, a nostro parere, appare più una riforma ad personam per gli indagati e i condannati e non per una nazione diciamo, civile. Del resto, se le cose pubblicate sono tali, non sfugge a chiunque che si tratta di un vero e proprio aborto e non di una legge degna di questo status.

In queste ore, comunque, molte le telefonate fatte da vari personaggi delle maggioranze, all’indirizzo di molti senatori del M5S per assicurarsi la loro presenza a un tavolo. Pressioni di ogni sorta, pur di dare agli italiani una parvenza di unità attorno a una riforma studiata a tavolino dall’indagato Verdini, dal pregiudicato e da un nugolo di altri cervelli sopraffini.

E Grillo, a proposito di queste “sirene” aggiunge: “è una riforma fatta su misura per i ladri e preceduta da leggi ignobili di Berlusconi durante i suoi governi. Se Renzie vuole parlarci insieme sono fatti suoi, non nostri. Questo nonostante appelli continui di sirene istituzionali avvenuti in questi giorni con telefonate private ai nostri senatori” E conclude affermando “Sirene astenetevi! Noi non siamo in vendita né siamo un call center del soccorso Piduista. Sedersi al tavolo con il manichino Orlando vorrebbe dire riconoscerne la dignità, ma lui l'ha persa nel momento in cui ha scelto di negoziare la giustizia con un condannato in via definitiva per truffa fiscale. Che credibilità può avere un ministro del genere? Da chi prende ordini e, soprattutto, cosa c'entra con la giustizia?"

Buona fortuna, Italia!

 

 

 

2186 miliardi di debito e ci permettiamo, ancora, di aiutare gli altri? - Di Battista accusato dal solito coro di favorire i ribelli. Grillo solidale: “se ci sono gli estremi, denuncio l’ebetino in nome mio e del Popolo italiano” - E nei conti dello Stato appare anche la voce droga

 

E’ ora di chiedersi se non sia giunto il momento di badare ai bisogni interni e ritirare immediatamente le missioni estere di ogni qualsivoglia natura. Dopo le dichiarazioni dell’esponente grillino, che ritiene una ferocia scatenata da un’altrettanta mancanza di umanità da parte Usa, un coro di nefandezze all’indirizzo del M5S . Interviene anche Grillo che sta valutando se denunciare Renzi - Si vorrebbe calcolare nel Pil anche l’affaire droga…

 

Dopo l’approvazione della vendita di armi ai cosiddetti ribelli curdi da parte del Parlamento, e le parole pronunciate dal deputato Di Battista (M5S), oggi reiterate aggiungendo che l’odio scatena odio, che gli americani con Abu Grabi hanno toccato il fondo e che queste reazioni, violente quanto si vuole, sono figlie di quelle atrocità, non si placano le polemiche e le accuse di essere fiancheggiatore dei terroristi da parte di Pd, Ncd e Fi, naturalmente. Soltanto che il deputato Di Battista non ha mai detto, né giustificato i terroristi, ha dichiarato che le risposte estreme sono l’effetto di fatti estremi. Sulle polemiche e il coro contro il proprio deputato interviene anche Beppe Grillo che accusa Renzi di orchestrare a ogni piè sospinto una vera e propria campagna denigratoria contro la prima forza politica italiana e dichiara che se i propri legali troveranno cavilli validi, denuncerà, in nome proprio e del Popolo italiano, l’”ebetino”, chiedendogli un risarcimento cospicuo.

C’è da chiedersi, ancora una volta, che cosa ci facciamo noi italiani, nelle molte missioni estere che ogni anno costano ai contribuenti tanti miliardi in nome di un’alleanza che oggi è divenuta, per alcuni versi, inutile, non più tollerabile per le nostre tasche, un vero e proprio salasso che aggrava sempre più il nostro debito pubblico. Ma non solo. Queste cosiddette missioni coprono molti aspetti oscuri e qualche volta addirittura privati. Per esempio, il traffico di droga in Afghanistan, la vendita di armi per le quali fu uccisa la collega Ilaria Alpi, le briciole dei giacimenti petroliferi dell’Irak. Ma l’affare più redditizio sembra essere sempre quello; la vendita di armi di tutti i tipi, convenzionali o no. Attorno a questi traffici, infatti, il silenzio e le informazioni fuorvianti sono infinite. Nessuno sa nulla, noi non c’entriamo niente, non siamo qua e là nel mondo che per fare delle guerre umanitarie. Una idiozia di questa natura, ormai diventata una vera e propria barzelletta, accettata dai più sprovveduti. Noi che in base alla Costituzione che qualcuno ha fatto a pezzi, abiuriamo la guerra, noi che abbiamo quasi raggiunto i 2200 miliardi di debito, noi che abbiamo un premier che sventola riforme delle quali non se ne è ancora vista una, noi che abbiamo il primato di avere ben quattro organizzazioni mafiose (‘ndrangheta, mafia, sacra corona unita, camorra) che lucrano per oltre 120miliardi all’anno, noi che abbiamo migliaia di partecipate, altra invenzione per aggirare le strettoie alle spese pazze di stato, comuni, regioni e province, facendo posto ai vari silurati o trombati. Che razza di Paese siamo diventati?

Del Rio oggi conferma che non ci sarò alcuna manovra e che basteranno i 16 miliardi individuati da Cottarelli attraverso la spending review. Mah, chi vuole ci creda pure, Ormai, non c’è limite, né pudore nel mentire. E nei conti pubblici stanno per finirci anche voci come quella della droga. Tanto per correggere un po’ il Pil…

 

 

 

Renzi: “Non esistono patti segreti del governo”, ma nessuno ci crede - Bossi: 900mila euro annui, quale contributo della Lega al senatur, ora “ridotti” a 450mila - Padoan: le riforme daranno benefici fra due anni. Mah, sono marziani o hanno turbe psichiche? Quali riforme?

 

“Excusatio non petita, accusatio manifesta”, quella del nostro sindachino che continua a fare lo stupido con grande professionalità mentre i suoi ministri, o menestrelli, cantano le odi della setta toscana e nel Pd non esiste più il veto ad essere massoni, si scopre che Bossi, per il suo stato di salute, riceveva quasi un milione l’anno (ora 450mila), naturalmente soldi degli italiani, e il nostro ministro del Tesoro prevede una ripresina soltanto fra due anni

 

Quando si sente la necessità di smentire qualsiasi accordo o patto segreto che ogni giorno tutta l’informazione si pone e pone al governo, e a Renzi in particolare, è certo che quegli ipotetici patti o accordi che dir si voglia, segreti, ci siano eccome. Del resto, caduto in disgrazia il pregiudicato, la massoneria deve sostituire in fretta il suo interlocutore privilegiato, che prima era Fi. E allora, forse, è in Renzi e la sua setta toscana che la massoneria ha rivolto le proprie attenzioni? Forse no, ma anche sì. Chissa? Almeno nei metodi, questo governo sembra essere “guidato” dal vezzo dei segreti, quelli di Pulcinella. Infatti, nonostante i patti 1 e 2 del Nazareno, gli accordi con l’Ncd e gli incontri segreti, si fa per dire, con l’amico umbro Draghi, a questa compagine che assomiglia sempre più a una sezione staccata della P2 in veste riveduta e corretta, mantenere segreti pare non essere il proprio mestiere. Salvo per quelle cosette che arrivano sui giornali e televisioni a piccoli bocconi.

Si continua a prendere in giro gli italiani e la Ue con lo sbandierare riforme che il sindachino vanta di aver fatto e che farà ma, che in effetti, non ha ancora avviato. Infatti, lo stesso, spaccia per riforma quella del primo passo per lo stravolgimento del Senato che, non è altro che l’ampliamento dei poteri ai partiti e a sé stesso, sicuro com’è di governare per molti anni.

Dovrebbe far riflettere un articolo interessante pubblicato oggi su “Repubblica” a firma di Alberto Custodero, e delle considerazioni che l’intervista a Danesin, membro del  consiglio supremo della gran loggia d’Italia, esplicita. C’è attenzione sul governo italiano ma soprattutto a quello europeo di Bruxelles. Fra le altre cose, si ricorda che la prima loggia massonica italiana nacque, guarda caso, proprio a Firenze, nel 1731 e che questi signori sono alla ricerca di deputati e senatori “profani”. I nuovi, insomma, sono sotto i loro riflettori e le loro attenzioni per una eventuale affiliazione.

In casa Bossi, intanto, scoppia la bufera fra il vecchio leader e il segretario Salvini. Il problema sono sempre i soldi. Infatti, da un documento pubblicato ieri, al senatur la Lega, dopo l’ictus occorso al loro capo, si accord’ un contributo annuo per le sue spese mediche e il suo “cerchio magico”, di ben 900mila euro annui. Cifra che, nell’accordo uscito ieri, viene ridimensionata a 450mila. Ecco come anche nella Lega vengono spesi i soldi dei contribuenti. Segretamente, come una cassa privata, usando i finanziamenti pubblici per questioni private e chiedendo i contributi aggiuntivi ai propri iscritti attraverso il tesseramento. La Lega…, una banda come un’altra, escludendo l’unica formazione politica: il M5S!

Il governo, attraverso Padoan, continua a decantare i meriti del suo operato dicendo che le riforme non daranno che primi segni di positività che fra un paio d’anni. Prendiamo per buone le sue previsioni. Soltanto che la domanda da porsi è: di quali riforme parla il ministro? Naturalmente di quelle che verranno, o che hanno nella testa e che non dicono in virtù di quella segretezza che ormai connota questo nuovo corso infame dell’Italia odierna. A meno che non si riferisca al pastrocchio del primo passetto per l’abolizione del Senato. Quella sì, è vero, darà i suoi frutti fra un paio d’anni, quando tutto il potere sarà nelle mani dei partiti, e del sindachino in particolare.

Noi ci auguriamo che questa cosiddetta riforma, così com’è, non passi mai e se proprio dovesse essere approvata nei vari passaggi, che sia il popolo italiano a bocciarla con il referendum.

Buona fortuna Italia, ne abbiamo molto bisogno!

 

 

 

Il premier e la trasparenza: blitz a sorpresa, incontri segreti, patti ignoti e ignobili, il suo governo sembra una setta toscana, mentre il debito sale a 2.168 miliardi e dieci città importanti vanno in deflazione - La Francia chiede di allentare la morsa Ue, anche la Merkel ko!

Sull’art. 18, mentre ad Alfano dice che è un discorso ideologico, lui pensa al completo superamento dello Statuto dei lavoratori perché una legge obsoleta. Già, questa è vecchia, le leggi ad personam, il falso in bilancio e compagnia bella, no, quelle sono valide e attuali - Nell’incontro segreto con Draghi, Renzi si è detto d’accordo, “dalla a alla z”, sulla cessione di sovranità per le riforme che lui teme di non poter garantire

 

Ogni giorno di più, a mano a mano che i mesi passano, abbiamo la sensazione, supportata da nomi e nomine, che questo governo si sia trasformato in una nuova setta privata con marchio di qualità toscana. Setta in quanto Renzi adesso adotta il sistema della sorpresa, degli incontri segreti, dei patti non scritti, anche questi segreti, fra lui, Napolitano, l’indagato Verdini, il pregiudicato e, ora anche Draghi. Mah, è una nuova svolta, una svolta che cozza contro il principio di trasparenza tanto declamata dal premier, quanto ignorata.

Dopo il blitz di Milano ai cantieri dell’Expo, il premier si è visto in privato e, almeno nelle intenzioni, questo incontro doveva rimanere segreto, con Draghi. Lo stesso che un paio di giorni orsono ha chiesto ufficialmente agli stati membri, di cedere ancora più sovranità per consentire alla Ue di fare le riforme necessarie ai vari paesi. Naturalmente, il nostro sindachino si è detto subito d’accordo su tutto. Insomma, qualche volta alza i toni nelle assise europee, per dare falsi segnali di forza e di indipendenza a beneficio delle forze interne, poi, quando il gioco si fa duro ecco che lui fa il cagnolino e il signorsì. Un faccia tosta cangiante a seconda delle proprie convenienze, non c’è che dire.

Fra le tante proposte venute fuori in questi giorni, c’è stata la richiesta di Alfano che punta il dito sul solito, annoso e penoso problema: l’eliminazione del “famigerato” art. 18 della legge 300. Cosa escogita il nostro premier? Prima afferma che questo problema accende un dibattito ideologico non importante, poi, con un guizzo, supera il discorso e dice che presto si dovrà riscrivere tutto lo Statuto dei lavoratori perché è una legge vecchia.

In uno stato dove il lavoro non c’è più che senso ha modificare una legge che regola il lavoro? E poi, se quella di Alfano è un riaprire un dibattito ideologico, perché riscrivere la legge? Non è un esercizio da idioti?

E perché, invece, non si mette mano all’eliminazione delle leggi ad personam, dei lodi, del ripristino immediato del falso in bilancio? Queste sì leggi urgenti e che finalmente ridarebbero dignità e uguaglianza dei soggetti di fronte alla legge? Facile intuire che non può, che certamente queste cose non le vuole il pregiudicato. Che facciano parte dei patti segreti del Nazareno? Certamente sì! O siamo stolti?

Soltanto che in mezzo a queste piccole grandi questioni, nel frattempo, i nostri debiti crescono, e crescono a un ritmo mai registratosi in passato. Siamo a 2.168miliardi di euro, + 100 miliardi circa! E con questo ritmo, e con gli interessi che crescono ogni giorno di più, noi pensiamo davvero di rimanere in Europa? In questa Europa? E con questi vincoli studiati da un branco di lupi affamatori dei popoli?

Su questo fronte, infine, da rimarcare come la Germania e la Francia siano anche loro in acque tumultuose e con i rispettivi Pil negativi. A tale proposito la Francia ha chiesto ufficialmente alla Ue di allentare le regole per lo sforamento dei limiti imposti che non consentono più in nessun paese europeo di risolvere i problemi interni. Anche la Merkel dovrà rivedere il suo metodo, quello del pugno di ferro, in quanto la crisi che è arrivata sembra essere strutturale e non passeggera con un Pil a -0,2. Anche i tedeschi, insomma, si sono fermati. Più in generale, aggiungiamo noi, si è fermata questa Europa che ha prodotto soltanto miseria e povertà.

Buona fortuna Italia dai mille segreti!

 

 

 

Beppe Grillo in versione Mao: “Con questi golpisti, Napolitano, Renzi e il pregiudicato, non ci parliamo più. O loro o la democrazia, faremo il porta a porta per convincere gli italiani” - Brunetta: “Siamo pronti a dare una mano al Pd”. E’ da vent’anni che si coprono!

 

Dopo la prima approvazione della cosiddetta “riforma” del  Senato e le mancate risposte del Pd circa l’Italicum, il leader del M5S sceglie la lunga marcia maoista e l’azione di persuasione capillare fra i cittadini per cambiare uno stato che, a suo dire, ha perso la democrazia - Il capogruppo Brunetta ha offerto l’alleanza di Fi per dare una mano al Pd e ritornare al potere tutti insieme appassionatamente

 

Dopo l’approvazione in prima lettura della cosiddetta riforma del senato, che in realtà è soltanto un nuovo modo per dare più potere ai partiti e meno partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese, Grillo alza i toni e con un suo blog esplicito, indica la futura strada maestra che il Movimento 5 Stelle intraprenderà in futuro. Nessuna collaborazione, nessun incontro, scontro politico senza frontiere con “i golpisti che vogliono ridurre al silenzio la democrazia”. “O loro o la democrazia” che il movimento di Grillo rivendica a sé quale unica forma politica non nominata e con valori di democrazia che oggi è difficile scorgere in altri gruppi asserviti e accomunati da un’unica preoccupazione, la perdita del potere e delle poltrone.

Nello stesso blog Beppe Grillo fa i nomi espliciti di coloro che ritiene essere i protagonisti di questo scempio della democrazia italiana, additando Napolitano, Renzi e il pregiudicato, che insieme hanno imposto al paese la loro visione della democrazia. Infatti, mentre l’Europa chiede che in Italia si facciano riforme per il rilancio dell’economia, dell’occupazione e della conseguente ripresa economica, loro hanno prima imposto una delle “loro” riforme per rafforzare il loro potere futuro. Ma gli italiani hanno altro a cui pensare, si dice. Men che mai sono interessati a queste riforme. Ed è proprio questo il problema. Non ci si rende conto che queste riforme che il trio vuole portare in porto, sono quelle che stabiliranno in futuro una dittatura morbida ma duratura dei partiti e dei loro accoliti. E’ per questo che noi pensiamo che gli italiani devono svegliarsi in tempo per rintuzzare questa deriva delle regole democratiche a piacimento dei segretari di partito e dei personaggi che brulicano attorno agli stessi.

Intanto, tanto per rafforzare e affermare le volontà di ognuno dei sinistri protagonisti, Brunetta, capogruppo alla Camera del partito del pregiudicato e dell’indagato Verdini, dice che Fi è pronta ad allearsi per dare una mano al Pd di Renzi. Una mano? Ricordiamo che questi due partiti sono sempre stati alleati fra loro. Infatti, hanno fatto finta di guerreggiare per 20 anni prendendo in giro gli italiani. Facendo grandi litigate di giorno e rubando assieme di notte. Mettendo su vere e proprie associazioni a delinquere per meglio spolpare la nazione. Ogni tanto uno scandalo che veniva immediatamente addomesticato e dimenticato.

Dopo, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il M5S che nel 2013 ha preso il 25,5%. La prima forza politica italiana. Un risultato che nessuno si aspettava, una rivoluzione dei piani dei due finti nemici che li ha precipitati nel panico. Ma ci ha pensato Napolitano a risolvere la situazione. Siccome quei due partiti avevano preso, come partito una percentuali più bassa della nuova formazione politica di Grillo, lui si fa martire e dice ai parlamentari che accetterà un secondo mandato solo se si faranno le riforme. Già, le riforme, non i pastrocchi ignobili che il duo ha avuto il coraggio infame di far passare per utili al paese.

Ma questo signore, Napolitano, è lo stesso che nel 2011, con un lampo di intelligenza pecorina inventò una nuova democrazia secondo le sue visioni e non quelle costituzionali. Prima nominò senatore a vita un certo Monti, poi, gli affidò il governo producendo disastri immani (Fornero) dai quali non ci risolleveremo, forse, mai. Dopo il tramonto di Monti, uomo della Bilderberg e delle banche, ecco spuntare un altro nome blasonato: un certo Letta, più famoso lo zio, che, con il suo fare di democristiano becero, ha prodotto ancor più danni di Monti. Poi arrivano le primarie del Pd, i pochi comunisti rimasti nel Pd votano per il nuovo boy scout democristiano Renzi e tutto quel partito cambia volto. Diventa una proprietà personale del renzino che con uno “stai sereno” manda a casa Letta per prenderne il suo posto. E di lì cominciano i guai più grossi e più seri che l’Italia abbia mai avuti!

Speriamo soltanto nel M5S. Buona fortuna Italia!

 

 

 

Draghi: gli stati cedano sovranità, le riforme le faccia l’Ue. E Renzi lo applaude - La Camera difende la casta: approvata la norma che ritiene valide le intercettazioni fatte prima dell’incriminazione, quelle dopo devono essere autorizzate, cioè l’indagato lo sa

 

Ha votato contro soltanto il M5S, tutti gli altri, Pd in testa, a favore - In Senato, battute finali per una riforma che sarà formato dagli stessi consiglieri regionali oggi nell’occhio del ciclone dei magistrati e da cinque senatori nominati dal Quirinale. Un pasticciaccio all’italiana - L’Europa vuole allungare i tentacoli per strangolare meglio i paesi europei - Verdini: “noi siamo già al governo!”

 

In una delle solite riunioni fra i manovratori dell’Europa dei banchieri, dei massoni, delle agenzie di rating e dei potentati politici più o meno occulti, Draghi ha lanciato un ulteriore boomerang verso i paesi dell’unione chiedendo che questi ultimi cedano sovranità per consentire a loro di fare le riforme. Già, le riforme, naturalmente, come piacciono a loro, cioè alla Bilderberg & Co. Naturalmente, il sindachino si è subito sbucciato le mani per applaudire questa richiesta che da anni viene auspicata dagli stessi lupi europei.

Sul fronte interno, da segnalare che, purtroppo, la Camera ancora una volta è scesa in campo con tutta la sua compattezza per difendere i privilegi della casta. Infatti, è stata approvata una norma che salverebbe tutti coloro che incappassero nei fulmini della magistratura. Cioè, qualsiasi deputato intercettato può essere ritenuto responsabile soltanto per le telefonate fatte prima dell’incriminazione, non per quelle dopo. Una norma assurda. Infatti, per quelle dopo occorre ottenere il permesso del Parlamento. Insomma, l’indagato sa che lo stanno intercettando in modo ufficiale. Una idiozia degna soltanto di una nazione come la nostra. Eppure, senza vergogna e senza curarsi degli italiani stufi di scandali e della tenacia dei parlamentari che si aggrappano a tutto pur di difendere sé stessi, la norma è passato con maggioranza bulgara, in primis Pd e Fi, e con i soli voti contrari del M5S. Un modo come un altro per dare un segnale, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la casta non si tocca!

In senato proseguono le votazioni a raffica per chiudere l’approvazione della propria riforma. Una riforma che è un’accozzaglia di 40 articoli che riduce a 100 i propri membri e che prevede che 95 siano nominati dai consigli regionali e 5 dal capo dello Stato. Cioè, 95 persone saranno gli stessi consiglieri regionali che in 16 regioni su 20, sono nell’occhio del ciclone della magistratura per gli sprechi e le ruberie ai danni dei cittadini e per i quali molti consigli sono stati sciolti. Insomma una crema delle migliori per sedere sugli scranni del nuovo senato!

Infine, in una intervista rilasciata da un altro indagato, Verdini, alla domanda se dopo questi patti segreti non sia meglio entrare nel governo, ha risposto che loro, Fi, nel governo ci sono già, e come, e che per entrarne ufficialmente vorrebbero la presidenza del consiglio…

 

 

 

Dopo le pressioni del Pd e compari, Grasso impone il voto palese su tutto dimenticando che le riforme servono al Paese e non agli interessati. La disciplina di partito? Una becera scusa dietro la quale si nascondono i “soldatini” di Pd, Fi, Ncd e Udc

 

Le riforme viziate da un grandissimo handicap: quello che ogni parlamentare, stando alle riforme del sindachino e del pregiudicato, sono sotto ricatto nomina nelle future liste che i segretari compilerebbero. Pertanto, tutti sono fagocitati con promesse e imposizioni che, in un clima democratico e di mera scienza e coscienza, nessuno voterebbe mai - Grillo spara a zero su Renzi, Napolitano e il condannato

 

Insomma, diciamola tutta: la riforma del Senato andrà in porto perché la minaccia per coloro che dissentissero, è quella che il capo non li metta più nelle liste elettorali. Che Renzi, l’ex cavaliere, il Ncd e il resuscitato Casini pensano ancora di essere loro a compilare visto che l’Italiacum, come l’ex Porcellum, non prevede le preferenze. Cioè, tutti i senatori, sono sotto ricatto. O fanno il gioco del capo, o nelle future elezioni saranno fuori dalle liste. Semplice l’equazione che, sotto ogni punto di vista, quello becero, non fa una piega. Del resto, dopo una bocciatura avvenuta nelle prime battute al Senato grazie al voto segreto, i compari si sono precipitati da Grasso per intimargli di applicare sia la tagliola, sia il canguro. E Grasso, soldatino del Pd, ha ubbidito.

Qualche parlamentare del Pd, ma non solo di questo partito, parla di decisioni che nella direzione vengono prese a maggioranza e dopo di che si applica la disciplina di partito. Forse, queste persone vivono un mondo a sé stante, un’era preistorica ormai lontana. La disciplina di partito esisteva nel Pci ed era chiamata centralità democratica. Oggi, in special modo quando si discutono i futuri assetti della Repubblica, della coscienza dei parlamentari non frega nulla a nessuno, anzi. Quando si ridisegna l’architettura della nuova democrazia italiana, delle discipline dei partiti, delle stesse associazioni che hanno depredato gli italiani, di coloro che sono i primi responsabili delle attuali condizioni pietose in cui hanno precipitato il Paese, non interessa a nessuno, se non a loro stessi. Che sono, non tutti per fortuna, alla ricerca spasmodica delle garanzie per essere rimessi in lista nelle future elezioni e stop. Loro sono ricattati dai rispettivi capi ma, senza dignità alcuna, sono accondiscendenti e se ne fregano di quali e quanti sconquassi producono. Loro devono salvare le loro poltrone, degli italiani non se ne sono mai occupati seriamente.

Già, perché queste cosiddette riforme studiate al tavolino fra il sindachino e un pregiudicato, non fanno che aggravare la situazione della democrazia italiana concentrando ancora di più i poteri nella classe politica che loro stessi vorranno far eleggere proponendo agli elettori le loro liste bloccate. I loro nomi, i loro amici e sodali, quelli che devono assicurare senza se e senza ma, i voti. Esattamente quello che sta succedendo in questi mesi con buona pace dei buontemponi.

In questo clima di smobilitazione delle certezze costituzionali, va inquadrato il monito di Beppe Grillo che ieri è arrivato a fare un paragone fra Pinochet e Napolitano, Renzi e l’ex cavaliere. Una provocazione senza dubbio, ma che rende tangibile il clima di intimidazione che questi personaggi stanno mettendo in atto da tempo per sottomettere tutti i parlamentari ai loro diktat.

Naturalmente da queste violenze, fortunatamente, sono esclusi i cosiddetti grillini che, nonostante tutto, sono gli unici ad essere stati eletti dai cittadini e che sono liberi nella loro azione di opposizione. L’unica opposizione in un Paese di ricattati.

 

 

 

Il governo va sotto su un emendamento della Lega votato con 154 voti - Bagarre senza fine in aula, Grasso minaccia di far intervenire la polizia, ma poi si scusa. Un senatore sviene e un’altra subisce una lussazione a una spalla - Ritorna la carica dei 101?

 

Su un emendamento leghista battuto il governo grazie ai voti dei franchi tiratori e ai senatori contrari a questa riforma così come è stata confezionata da Renzi e il pregiudicato. Molte le sospensioni dei lavori per le continue proteste - Anche in commissione giustizia il governo è andato sotto per la seconda volta su un emendamento al decreto carceri - Cottarelli, in polemica col premier, lascia

 

Il governo, su un emendamento della Lega, che si è votato in modo segreto, e che riguarda i poteri e i compiti del futuro Senato, è andato clamorosamente sotto. Infatti l’emendamento è passato con 154 voti a favore. Un brutto segnale per il premier che ha riunito nel pomeriggio la direzione per ribadire le sue ragioni e, forse, per paura di altre imboscate, ha detto che sulle preferenze il Pd abbandonerà la linea seguita fino a questo momento. Si vedrà strada facendo. Per quanto attiene al ventilato ritorno dei 101 che affossarono l’elezione di Prodi al Quirinale, il segretario del Pd ha stigmatizzato l’accaduto rifiutandosi di credere che ci siano fronde nel suo partito.

La giornata al Senato non è stata molto diversa dalle altre. Urla, continue interruzioni, cartelli, lungaggini burocratiche, continui richiami all’ordine dei lavori, e altre scappatoie regolamentari, hanno connotato l’andamento dei lavori. Durante una delle bagarre un senatore leghista è stato colto da malore mentre una senatrice dell’Ncd, spintonata da un commesso, è stata ricoverata in ospedale per sospetta lussazione della spalla e per gli accertamenti del caso.

Nella stessa giornata di ieri, in commissione giustizia il governo è andato sotto di nuovo sul decreto carceri. Infatti, un emendamento di Fi è stato approvato in commissione e sarà votato dall’aula così come è stato riscritto. Insomma, cominciano a esserci delle crepe nel cammino troppo veloce e poco ponderata di questa riforma che non piace a molti e soprattutto prevede cose assurde e poteri infiniti. Qualcuno, fra i quali Boschi, Lotti, Renzi, Giachetti e compagnia bella, continuano a rivendicare la bontà della norma scaturita dall’incontro fra Renzi e il pregiudicato e a propagare il verbo che questa riforma la vuole il popolo italiano. Balle. I cittadini si aspettano sì delle riforme, ma che siano rispettose dei loro diritti costituzionali e che soprattutto, come sancito dalla Corte Costituzionale, che sia ripristinato il diritto a scegliersi i propri rappresentanti. Non i pastrocchi che aumentano soltanto il potere dei partiti.

Durante i “tumulti” andati in onda al Senato, per sedare gli stessi, il presidente Grasso si è lasciato sfuggire uno strafalcione gravissimo: ha detto sostanzialmente che se i senatori non si calmavano, avrebbe chiesto l’intervento della polizia. Cosa gravissima, a nostro parere. Lo stesso Grasso, comunque, nel pomeriggio ha chiesto scusa spiegando che la gaffe era dovuta ai tanti anni passati in magistratura. Un lapsus della sua passata professione, insomma.

Infine, la bomba Cottarelli. Dopo studi e proposte per il taglio delle spese pazze di questo Paese, con l’arrivo di Renzi, il suo ruolo è stato ridimensionato e la sua azione di revisione della spending review accantonata. Nel frattempo, anzi, Cottarelli afferma che la spesa ha preso il volo per oltre un miliardo e 600 milioni di euro! Una montagna di soldi. Altro che risparmi, sperperi ammissibili soltanto in un Paese florido, in ripresa, con un Pil decente e un debito ridicolo. Tutte cose che non sono certo italiane. Per questi motivi, Cottarelli, persona seria, ha dichiarato che in ottobre lascerà quel posto per dedicarsi ad altro. Da parte del premier, per il momento, nessuna dichiarazione. Anche perché quel posto sa già a chi affidarlo. Un altro toscano, ormai non se ne può più…

 

 

 

Al Senato bagarre per la mannaia del “canguro” adottato da Grasso - Minacce di cacciata per Sel dalle amministrazioni locali - Grillo: “staremo fino a quando sarà possibile, poi Aventino e agorà fra la gente” - Il premier dà dei poltronari a chi lo avversa

 

Anziché mettere le carte in tavola, Renzi continua a menare il can per l’aia dicendo che chi è contro la riforma è il nemico del Paese. Ma riforme importanti e che cambiano la Costituzione, basate su accordi ancora segreti fra il premier, il pregiudicato e Verdini, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, devono essere pubblicati con la massima trasparenza e non essere “raccontati” a giorni alterni…

 

Insomma, questa cosiddetta riforma, comincia a dare i suoi frutti deleteri. Il governo la vuole e continua a parlare di rispetto del patto del Nazareno, Ncd, Sel, Lega, M5S e altri la vogliono ma con modifiche significative, in primis la possibilità di preferenze, eleggibilità dei membri futuri, bilanciamento dei poteri del partito che prende più voti, modifica delle soglie di sbarramento e altro. Così, ieri, senza aver sortito alcun accordo sulla mediazione Chiti, si è aperta la fiera. Una fiera dove ogni venditore urlava e proponeva la sua merce contornandola con insulti e minacce. Scene già viste anche in altre occasioni, a dire il vero, e per leggi di ben più poco conto rispetto all’argomento in discussione oggi: quello dello stravolgimento della Costituzione.

Grazie alla “regola” del canguro, voluta da Grasso, sono stati eliminati ben oltre 1200 emendamenti. Una ulteriore porcata in fatto di democrazia voluta soprattutto dal Pd e dal suo socio di sempre Fi. Anzi, a tratti, dopo i twitt del sindachino e della signora Boschi, suo pappagallo parlante, sono volate minacce all’indirizzo di Sel per quanto attiene alle giunte locali. Infatti, il sottosegretario Lotti, unendosi alla chiosa del premier e del suo ministro per le riforme, rincarava la dose minacciando la cacciata dei rappresentanti di Sel nelle amministrazioni locali, regionali e provinciali.

Intanto, Renzi continua a propagandare a tutto spiano una stupidaggine e una grossa bugia: ce lo chiedono gli italiani… Quando lo hanno chiesto? E’ stato loro proposto un quesito ben preciso a tale scopo? Ma gli italiani non si aspettano riforme diverse e più urgenti? Cioè quelle economiche, la riduzione delle tasse ormai insostenibili, un piano industriale che rilanci il lavoro e la crescita? Che razza di balle racconta sia il premier, sia la sua cricca?

Gli italiani hanno chiesto a gran voce, questa sì, la possibilità di eleggersi i propri rappresentanti. E la Corte Costituzionale lo ha sancito annullando il cosiddetto “Porcellum”. E loro a tale proposito cosa si inventano? Che così si potrebbe favorire le mafie, i delinquenti, gentaglia. Già, perché fino a oggi chi ha fatto le liste, chi ha nominato senatori e deputati, che nomi ha messo dentro? Avevamo raggiunto record inauditi di gentaglia: ricordiamo che nelle stanze dei bottoni vi erano oltre un centinaio fra condannati, indagati, in odore di ‘ndrangheta, mafia, camorra, e chi più ne ha più ne metta. E gli scandali che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e i media? Questo sarebbe un Paese normale? Ma va là!

Sul fronte dei grillini, dopo la riunione tenuta da Grillo ai suoi parlamentari, il leader del M5S ha detto a chiare lettere (post sul suo blog) che, rimarranno in Parlamento fino a quando sarà possibile, poi si scenderà nelle piazze, si andrà all’Aventino, si metterà a punto un’agorà nazionale. Insomma, si informeranno i cittadini che sono i veri soggetti che Pd e Fi stanno prendendo in giro.

E oggi, al Senato, va in onda la seconda giornata di combattimento. Guai perdersi la kermesse, è uno spettacolo impagabile che su Senato.it e il canale televisivo viene offerto gratis.

 

 

 

Gli italiani cominciano ad averne le tasche piene del premier e delle sue priorità. Mentre il debito cresce e il Pil langue, lui pensa a rinforzare il suo potere e quello del pregiudicato - Grillo a Roma sprona i suoi alla battaglia politica - Elezioni in primavera?

 

Il suo metodo ha stufato non solo senatori e deputati ma soprattutto i cittadini che in questa forsennata azione di imposizione dei suoi diktat che non prevedono assolutamente nulla per l’occupazione, la ripresa economica e la riduzione delle tasse. Lo “schiaffo” ricevuto dalla Ue, del resto, è un segnale che il nostro sindachino ha imboccato una strada sbagliata anche in quel contesto dove gli equilibri sono imperativi

 

Ormai, dopo un avvio tambureggiante e a tutto campo, il premier comincia a perdere consensi e, soprattutto, popolarità fra gli italiani per le sue incompiute. Che sono tante, anzi tutte. Infatti, non c’è una delle riforme annunciate che non sia semplicemente una linea guida, non c’è una sola proposta che sia diventata legge, non c’è nulla di nulla che abbia stimolato una ripresa economica con al traino l’occupazione. L’unica cosa fatta è stata quella di comprarsi i voti alle europee attraverso l’elargizione di 80 euro che, pur non avendo messo in moto nulla, sono serviti a procurarsi il 40,8% di consensi. Un successo elettorale che il premier vuole usare con pugno di ferro per far passare le sue priorità camuffandole come riforme epocali che l’Italia gli chiede, che l’Europa ci impone, a seconda di come se la canta.

Intanto, l’Istat, nel suo ultimo rapporto, ci dice che il Pil non crescerà dello 0,8%, previsto dal governo, ma dello 0,3 e che di ripresa è meglio non parlarne neppure. Il debito pubblico continua a salire inesorabilmente e oggi sfiora il 136% (in soli due anni è cresciuto del 16%). La lotta agli evasori, che doveva portare nelle casse dello Stato oltre 50 miliardi, ne ha incassati soltanto 17 con buona pace dei furbi, le imprese continuano a chiudere a un ritmo impressionante, l’estate piuttosto piovosa non porterà quei benefici stagionali in termini di gettito alle imprese del turismo, mentre oltre 20 milioni di italiani, in questa estate, dovranno pagare oltre 410 tipi di tasse e molti di questi ultimi saranno costretti a dichiarate fallimento. Come l’Alitalia, azienda che agli italiani, grazie ai “patrioti” del condannato, fu svenduta a un gruppo di incapaci che nel giro di 5 anni l’hanno ridotta di nuovo sul lastrico e che ora, esclusa l’Ethiad, nessuno vuole. Ma anche questa trattativa è connotata dal “metodo renziano”, cioè, questa volta per bocca di Lupi, dal solito diktat: prendere questa minestra oppure tutti a casa. Insomma questo metodo ha stufato tutti.

E siccome il nostro giovane condottiero si è accorto che qualcosa comincia a incrinarsi ecco mettere in agenda un nuovo incontro con il pregiudicato con il quale tenterà di allentare qualche nodo di un accordo che non conosce nessuno ma che fa comodo sia all’ex cavaliere disarcionato e, soprattutto, al premier. Già, in Italia, soltanto da queste parti, per cambiare un Paese, per rinnovare la mentalità creatasi in un ventennio di finto governo e di altrettanta finta opposizione mentre tutti rubavano e si arricchivano a spese e in nome del Popolo italiano, nel Bel paese si tratta con i pregiudicati non con persone perbene. Ci si siede con i grillini, prima forza politica italiana, ma per dire che ormai la bozza della riforma del Senato c’è e che non si può cambiare in corso d’opera, si impone ai parlamentari di sottoporsi a un forsennato tour de force per approvare un testo scellerato che accumula poteri sia nelle mani del premier, sia al partito di maggioranza che potrà nominare di tutto e di più a partire dal Capo dello stato, per soddisfare la sue sete di potere e la sua preoccupante arroganza pur non essendo stato legittimato da nessuno a governare l’Italia.

Ricordiamo al premier che quando un partito è all’apice del consenso, da quei numeri non si puà che scendere. E se lui pensa di esagerare con i suoi diktat per poter giustificare una nuova tornata elettorale in primavera, la sorpresa potrebbe essere bruciante. Del resto non bisogna preoccuparsi tanto se ciò che gira nella sua testolina si avverasse davvero. Viste le tante incompiute, gli indicatori di crescita, il Pil, l’occupazione, la pressione fiscale insopportabile, lo sfracello dei vari settori del Paese, i tanti scandali che giornalmente scoppiano qua e là nella penisola, meglio andare al voto con il Mattarellum e non con un pastrocchio come quello che vorrebbe Renzi e il suo amico pregiudicato.

La battaglia politica in questi giorni si farà sempre più aspra visto il contingentamento imposto per l’esame dei 7800 emendamenti e i vari meccanismi per bay passare questa impasse, cioè il “canguro”, la “tagliola” e compagnia bella. Meccanismi che nessuno dei governi succedutisi dal ’48 al 2013 si era mai sognato di applicare. E ciò la dice lunga sul metodo che il sindachino vorrebbe instaurare in Italia. Quando si dispone di una maggioranza, non si parla con nessuno, si va avanti senza confronto e soprattutto con i metodi di triste a antica memoria.

E proprio perché nei prossimi giorni il dibattito politico subirà una impennata al calor bianco, il leader del M5S, Beppe Grillo, da oggi è a Roma per incontrare i suoi parlamentari e fare il punto della situazione politica e delle mosse che i moschettieri dovranno mettere in campo per contrastare sia la riforma del Senato, sia quella elettorale che, a nostro parere e a parere di molti giuristi e costituzionalisti, è una cretinata peggiore dell’ex “Porcellum”.

 

 

 

Arrestato Galan - Inammissibile assist di Napolitano a Renzi - Fede, registrato, accusa Dell’Utri e il pregiudicato - Il premier ricatta i parlamentari e paventa le elezioni - L’unica vera riforma urgente, richiesta dal Paese, è quella del lavoro per la ripresa economica!

 

Con 395 voti favorevoli, Galan è stato posto agli arresti. Napolitano dice che non ci sono derive autoritarie nell’azione politica di Renzi ma intanto firma una miriade di decreti non urgenti infischiandosene della Costituzione. Le registrazioni del trainer dell’ex direttore del Tg4 acquisite dalla Procura di Monza. Il sindachino, nervoso, minaccia le elezioni se le sue riforme non saranno approvate in fretta. Il lavoro? Una chimera”!

 

Così, dopo due rinvii e la richiesta, da parte di Fi, di un terzo, la Camera ha votato per l’arresto di Galan con 395 voti a favore e la Guardia di Finanza lo ha arrestato e messo a disposizione dei giudici. Galan ha tentato di procrastinare il suo arresto sperando di poter mettere in atto alleanze per garantirsi la libertà ma, il voto segreto lo ha inchiodato con un verdetto indiscutibilmente pesante. Ora dovrà rispondere del “sistema Mose” ai giudici che a breve lo interrogheranno. Sono serviti a ben poco i suoi ricoveri nella clinica di “amici” e l’ingessatura di una gamba. Gli stessi amici, per paura di un’ispezione, lo hanno dimesso in fretta e furia aprendo la via del carcere anziché del piantonamento presso la clinica privata.

Dopo l’assoluzione del tribunale di Milano, il pregiudicato è di nuovo sotto pressione per le registrazioni che il trainer di Emilio Fede ha consegnato alla Procura di Monza e nelle quali lo stesso ex direttore del Tg4 accusa il condannato e l’altro pregiudicato, Dell’Utri, di essere sempre stati in combutta fra loro e la mafia. Nelle registrazioni anche un giro di conti correnti esteri intestati a Dell’Utri, oltre 70, che sembrerebbero appartenere, invece, all’ex cavaliere disarcionato.

Sul fronte politico, da rilevare un intervento inammissibile del nostro presidente della Repubblica che, dopo lunghi letarghi, ha dichiarato ieri che nelle riforme di Renzi non c’è alcun che di autoritarismo. Un assist inaudito al fare renziano che è fuori da ogni norma costituzionale. A suffragare la tesi del fiancheggiamento di Napolitano le molte firme apposte su decreti non urgenti e che lui stesso ha sempre criticato ad altri premier. Un presidente davvero schizofrenico che, data l’età e l’aggravarsi dei suoi comportamenti, sarebbe urgente sostituire con una figura meno invadente e più rispettosa dei dettati costituzionali.

E proprio sulle riforme renziane, dimenticandosi che le leggi le fa il Parlamento e non il governo, il sindachino, un po’ nervoso, ha minacciato di andare a elezioni nel caso che i parlamentari tirino per le lunghe l’approvazione, o peggio, stravolgano quelle che sono le sue aspettative, cioè, i suoi diktat. Noi pensiamo che se proprio questa sfida il premier la attuerà, sarà un bene per il Paese. Infatti, se Rensi pensa di prendere alle nazionali la percentuale delle europee, fa un errore madornale. Alle europee, infatti, i cittadini non hanno votato per le cose fatte, dal momento che non ne è stata fatta una, ma si sono soltanto schierati con il nuovo corso.

Alle nazionali, sarà cosa ben diversa. Infatti, si andrà a votare con il cosiddetto Mattarellum e con una squadra di governo che, a oggi, non ha prodotto che carte, fumo, linee guida, niente di più.

Ribadiamo che gli italiani non hanno legittimato Renzi al governo ma che lo stesso, con un colpo che rasenta una deriva autoritaria, ha cacciato Letta e si è autoproclamato premier, grazie a un Pd che non ha più alcuna identità se non quella democristiana.

Che gli italiani vogliono urgentemente una sola riforma, quella sul lavoro che favorisca una ripresa economica e l’occupazione. Delle cosiddette riforme colorate di urgenza per dare più potere a sé stesso, non frega niente a chi ogni giorno non sa come fare la spesa, come mantenere moglie e figli.

E intanto, l’Italia va sempre più alla deriva…

 

 

 

Grazie alla modifica della legge anticorruzione, il condannato se la cava - Da oggi i parlamentari impegnati nelle votazioni per la riforma del Senato - Ultimatum del M5S sulle loro proposte, condivise da molte forze trasversali - La Lega propone

lo sciopero fiscale

 

L’assoluzione del pregiudicato grazie alla legge spacchettata ad hoc per favorire l’ospite di Arcore e avversata, proprio per questi motivi, dai grillini ma voluta fortemente da Pd, Ncd e Fi nonostante le critiche di Grasso, di Cantone e di moltissimi giuristi - Da oggi si vota per la riforma del Senato fra divisioni e una mole impressionante di emendamenti, oltre 7mila, che in un modo o nell’altro denunciano l’assoluta fragilità della proposta in discussione

 

“Il fatto non sussiste” e “Il fatto non costituisce reato”. Ecco le due frasi magiche che hanno mandato assolto il condannato dal processo cosiddetto del “Rubygate”. E perché i giudici di Milano, in rotta di collisione da anni, hanno pronunciato questo tipo di sentenza? Perché il Parlamento, mesi fa, ha voluto mettere mano alla legge anticorruzione, la Severino, sulla quale ci fu una strenua ma inutile opposizione dei M5S. Infatti, quelle modifiche, studiate ad hoc per alcuni personaggi (Penati, il leader di Fi, e altri), furono votate dai soliti complici, Pd, Ncd e Fi ignorando le critiche pesanti che molti giuristi, Grasso, Cantone e autorevoli opinionisti nazionali ed esteri, mossero alle modifiche che, comunque, furono approvate.

Così, in barba alle leggi, che vengono cambiate a piacimento, per convenienze politiche e giuridiche, da una compagnia di male assortiti detentori di privilegi non eletti da nessuno, un pregiudicato se l’è cavata con un’assoluzione. Una sentenza positiva oltre le più rosee aspettative, ha chiusato l’avv. Coppi, difensore del condannato. Ma questa è l’Italia. Un’Italia governata da un branco di faccendieri che a seconda delle loro malefatte, aggiustano le leggi in previsione dei loro processi. Una robetta appannaggio dei soliti noti.

Sul fronte politico, da segnalare il fatto che da oggi, i parlamentari sono impegnati nelle votazioni della riforma del Senato dove pendono oltre 7mila emendamenti. Una riforma che fa acqua da tutte le parti ma che il Ronzino si ostina a volere fortemente in spregio a tutte le obiezioni che ogni giorno arrivano alla sua visione del nuovo ordinamento costituzionale.

Ancora un volta, in prima linea il Movimento 5 Stelle che aspetta sempre le risposte del premier sulle loro proposte per una legge elettorale condivisa soprattutto dai cittadini e non dalle segreterie dei partiti. Una risposta che il sindachino non ha ancora dato e che, sembra, non darà in modo celere. Insomma si aspetta che prima si approvi la riforma del Senato e poi, si vedrà. Solo che noi pensiamo che questa riforma non navigherà in acque tranquille. Sono tanti i punti che stridono fra loro e sono indigesti a molti parlamentari. Vedremo come andrà a finire strada facendo.

Infine, Salvini, segretario della Lega, invita tutti a uno sciopero fiscale per incalzare il premier a intervenire sull’economia e sul lavoro. Ha anche detto che la Lega si estenderà politicamente in tutta Italia, contro il parere di un Bossi deprimente e sempre più isolato.

Chiudiamo con un applauso a quei parlamentari che mesi fa hanno approvato le modifiche alla “Severino”. Complimenti, avete fatto un lavoro encomiabile per un condannato, non per gli italiani.

 

 

 

Renzi chiede ai suoi poche ferie per smaltire i troppi decreti e garantire i tempi e i contenuti delle sue riforme - Si allarga la fronda contro la riforma del senato e su Italicum, oltre 7mila emendamenti - Domani l’incontro con il M5S, forse, alla presenza di Grillo

 

Grillo: “Si sta giocando con la democrazia di questo paese, è una legge scellerata che consentirebbe a un partito con il 25% di nominare tutto, proprio tutto!”, e chiede alla gente di vigilare - Si allarga la contrarietà di molti giuristi e costituzionalisti per la mancanza delle preferenze, ma il sindachino fa finta di nulla e accelera - Mogherini in difficoltà, 11 paesi non la vogliono come responsabile europea degli Esteri - Immunità sì, no? Mistero fitto

 

Renzi ha riunito i suoi gruppi parlamentari ai quali ha raccontato molte storielle, aria fritta, ha chiesto che si riducano le ferie per approvare i troppi decreti che secondo lui sono vitali per il paese, ha detto che domani incontrerà il M5S nonostante le critiche e gli insulti di qualche grillino, ha ridisegnato, per l’ennesima volta l’architettura dei suoi 1000 giorni e, soprattutto, ha parlato della bontà dell’accordo con Verdini che, proprio ieri ha ricevuto un avviso di garanzia per la gestione della sua banca che serviva soltanto per finanziare gli amici. Il giovane, insomma, sente il fiato sul collo per le sue molte promesse che cominciano a fare acqua un po’ ovunque sia per la tempistica, sia per le risorse, ma soprattutto perché di riforme non si campa e la gente è stufa di essere presa in giro. I cittadini vogliono che si rimetta in moto l’economia attraverso il lavoro. Punto e stup.

Le riforme possono seguire un iter meno frettoloso e, soprattutto, più rispettoso degli equilibri costituzionali che Renzi vorrebbe spazzare via con leggi che consentirebbero la nascita di una figura plenipotenziaria su tutto lo scibile politico futuro. Cresce il numero dei parlamentari che si sono detti contrari alla riforma del senato e che, con grandi numeri trasversali, hanno presentato oltre 7mila emendamenti.

E cresce anche la pattuglia di giuristi e costituzionalisti che attorno a questa riforma, e a quella elettorale, continuano a dichiarare la loro contrarietà perché ambedue non rispettano la Costituzione, cioè, non garantiscono la libera scelta dell’elettore (preferenze), e il giusto equilibrio dei poteri come prevede l’architettura costituzionale.

Insomma, per il premier, queste riforme sono urgentissime perché occorre dare all’Europa la certezza che l’Italia è ligia agli accordi della Ue e che consentirebbe al sindachino di presentarsi al semestre italiano con una facciata riverniciata di fresco. Solo che per l’Europa, non sono queste riforme ad avere peso, ma quelle che interessano gli amici degli amici. Cioè i potentati economici. Il resto, a loro, non interessa e non hanno alcun peso. A proposito di Ue, sulla candidatura Mogherini, fortemente voluta da Renzi, le cose si mettono male. Infatti, 11 paesi hanno già espresso parere negativo sul nostro candidato alla guida degli Esteri europeo. Vedremo quali saranno le armi che il sindachino impugnerà per imporre comunque la sua candidata alla guida di quel dicastero europeo.

Grillo, che in giornata ha lanciato l’ennesimo allarme per una legge elettorale che consentirebbe a un partito con un 25% di consensi di essere il padrone assoluto della nazione e che perciò mette in guardia contro una deriva autoritaria del sindachino, forse parteciperà in prima persona all’incontro con la delegazione del Pd e i suoi moschettieri di Camera e Senato. Vedremo quello che scaturirà da questo ennesimo tentativo del M5S di far ragionare il premier sui punti cruciali che per Grillo sono il quorum al 51%, l’eleggibilità dei senatori,, le preferenze, l’immunità, i collegi, le soglie di sbarramento.

 

 

 

Il premier continua a ignorare l’incontro con il M5S e Grillo gli dà del bradipo - Fi divisa su preferenze e altro - Lupi su Alitalia: “accordo valido anche senza la Cgil”, i debiti li pagheranno i soliti, i guadagni agli emiri - Per Pd e Fi, le preferenze favoriscono le cosche!

 

Brunetta: “le questioni poste da Fitto meritano un approfondimento”, cresce la fronda dei “no” alla riforma del Senato che prevede troppi poteri al partito di maggioranza e annulla i piccoli con uno sbilanciamento dei poteri di controllo a favore del premier. Anche sull’Italicum, la bufera continua fra coloro che vogliono le preferenze e quelli che vogliono continuare con i nominati infischiandosene della sentenza della Corte costituzionale

 

Dopo giorni di silenzio attorno alla richiesta di incontro del M5S, e dopo che Beppe Grillo ha dato del bradipo al premier, forse l’incontro ci sarà in settimana. Un incontro che dovrebbe servire a chiarire le rispettive posizioni fra il segretario del Pd e il M5S sulla riforma elettorale e su altri temi legati sia al Senato, sia al Titolo V della Costituzione. Le due delegazioni si erano lasciate con l’intento di rivedersi per puntualizzare meglio i punti emersi da quel primo incontro ma, a oggi, Renzi, con pretestuose lungaggini, ha evitato di riconvocare quel tavolo per gli approfondimenti del caso. Dopo l’ultimatum di Grillo, sembra che in settimana questo incontro ci sarà. Vedremo come e quando le due delegazioni torneranno a vedersi.

Intanto, il governo ha chiuso la trattativa con Ethiad che prevede moltissimi esuberi, e la cassa integrazione per quattro anni dei dipendenti che rimarranno a spasso. L’accordo, a detta di Lupi, è valido in quanto la maggioranza dei sindacati l’hanno approvata, salvo la Cgil. Si sono dati tre giorni di riflessione, dopo questo tempo l’accordo sarà considerato valido a tutti gli effetti. Insomma, è andata esattamente come l’ultima crisi. La parte buona viene venduta a chi ne trarrà utili, la parte in perdita viene socializzata. Cioè, sarà a carico degli italiani. Come sempre.

Sul versante delle discussioni che qua e là vanno in onda sui vari media, spicca quello sulle preferenze. Una cosetta non da poco visto che la cosiddetta riforma approvata dal pregiudicato non le prevede e che il premier si dice d’accordo con lui. In effetti, Renzi, a giorni alterni, si dice d’accordo ma aperto a discuterne. Alfano lo pressa in tal senso, il M5S anche, le soglie di sbarramento non piacciono ai piccoli partiti che in questo modo sparirebbero dalla scena, all’interno del Pd e di Fi i cosiddetti malpancisti crescono e la questione si ingarbuglia. Il premier si dice convinto che la riforma passerà con una grande maggioranza dimenticandosi che questo aborto scaturito da menti ottenebrate cozza contro la sentenza della Corte costituzionale proprio perché non prevede la libera scelta, da parte dei cittadini, dei propri rappresentanti. Qua e là, nei vari programmi televisivi, esponenti politici si alternano per giustificare e dirsi d’accordo con questa ennesima legge anticostituzionale dicendosi convinti della sua bontà e ostentando l convinzione che sono i cittadini che glielo chiedono. I cittadini che chiedono questa legge stupida e fotocopia del “prcellum”? I cittadini chiedono una legge elettorale in linea con la costituzione italiana e con la sentenza della Consulta, e cioè, che si torni a scegliere i propri rappresentanti. Punto e stop. Coloro i quali contrabbandano la volontà dei cittadini con i loro fini politici non fanno altro che accentuare la forbice che si è creata in decenni fra il popolo e la politica. E questa forbice non si può ipotizzare di ignorarla soltanto grazie al 40 e passa per cento di voti. Ai cittadini rimangono negli occhi e nelle orecchie i grandissimi scandali di cui ogni giorno sono piene le cronache e il malaffare politico che ormai trasuda in tutte le istituzioni. Il marcio non si cancella con il 40,8% ma con riforme serie e la cancellazione di tutte le leggi ad personam, gli indulti, il falso in bilancio, le prescrizioni lunghe, quelle corte, i vari provvedimenti che scontano le pene inflitte dai tribunali, soprattutto per i reati contro l’amministrazione. Tutte cosette da fare con una sola riga di una nuova legge!

I cittadini sono stufi e la loro rabbia cresce ogni giorno di più. Vogliono più giustizia giusta, vogliono che la certezza della pena non sia “interpretabile” ma ferrea. Gli italiani si aspettano lavoro, dignità, crescita. Di questo dovrebbero occuparsi tutti.

 

 

 

Ue: Renzi apre il semestre italiano con un discorso rivolto a sordi. Infatti, alla fine si dice d’accordo per il rispetto di tutte le decisioni che hanno ridotto l’Europa alla povertà diffusa e annulla una conferenza stampa programmata per impersonare Telemaco da Vespa

 

Si continua a fare la voce grossa, si fa per dire, citando le culture di Grecia e Italia a una platea di rappresentanti dei poteri forti che hanno fatto dei soldi l’unica loro cultura, l’unico interesse di un’Europa di banchieri - Pittella, Pse, minaccia un voto contrario per Juncker se non ci saranno aperture sulla flessibilità, ma il sindachino si dissocia - Eletto Schultz, in attesa Juncker. Questo è il cambiamento? E’ soltanto continuità!

 

Dopo un discorso pronunciato a braccio e che toccando soprattutto la cultura di Italia e Grecia, nulla ha chiesto con la veemenza che, in questa assise ci si sarebbe aspettato, il presidente del consiglio ha chiuso ribadendo di accettare lo status quo per quanto attiene a una maggiore flessibilità. Infatti, su tale tema si sono subito espressi Belgio, Germania e Islanda, dicendo che questo asse non concederà nulla sul ferreo rispetto dei bilanci. Un endorsement per la candidatura di Junchker è arrivata dal presidente uscente, Barroso, che si è detto certo della correttezza del collega candidato, cioè dell’alleato della Merkel. Via libera, invece, per Shultz che è stato eletto alla presidenza del parlamento europeo. Una fotocopia della scorsa legislatura, insomma. Una riedizione delle larghe alleanze per garantire continuità alle ignominie fin qui messe in atto a scapito della crescita e della ripresa economica che ha reso tutti i 27 paesi più poveri con l’eccezione della Germania che, oggi nega ad altri quello di cui lei ha usufruito a mani basse alcuni anni fa e, che grazie a quelle concessioni, oggi gode di una espansione a spese dell’Europa tutta.

Pittella, Pse, ha provato a mettere in discussione la loro adesione all’elezione di Juncker se questo ultimo non avesse garantito un cambiamento di rotta. E’ stato immediatamente isolato sia dai tedeschi, sia dal nostro premier che hanno preso le distanze immediate dalla minaccia.

Nel pomeriggio era prevista una conferenza stampa congiunta già programmata. Ma il nostro presidente del consiglio, dopo essersi detto d’accordo, l’ha fatta annullare per improrogabili impegni in Italia. Dove è tornato in fretta e furia per partecipare a Porta a porta con l’amico Vespa.

Insomma, l’insediamento, dopo 11 anni, del semestre europeo a guida italiana, non è stato altro che uno scambio di cortesie e di assicurazioni che tutto sarà lasciato come prima. Che tutti i trattati e i diktat saranno osservati, che la richiesta di flessibilità è già prevista dai trattati, e che ai vari timoni di questa Europa dei poveri, saranno piazzati gli stessi che assicureranno la continuità nella povertà. Un grandissimo successo del nostro sindachino. Non c’è che dire!

Del resto, da una rapida occhiata dei titoli dei maggiori quotidiani nazionali ed europei, se ne deduce che quello che ha raccontato Renzie è aria fritta, parole dette con l’unico scopo di avere un consenso mediatico in casa propria. Ben misero pannicello.

Gli unici a essere e rimanere scettici, il gruppo di Farage che, pur dando un voto positivo al discorso del sindachino, ha dichiarato che non ci sarà alcuna collaborazione e che anzi ha messo in guardai contro le politiche europee future che, se non cambieranno, potrebbero portare definitivamente fuori l’Inghilterra dall’Europa.

Intanto, stamane, alle 8.30, il pregiudicato si è incontrato con il premier a palazzo Chigi. Temi in discussione, le riforme, soprattutto quella elettorale. Noi pensiamo che si discuterà anche di Senato e di riforma della Giustizia, tema particolarmente a cuore dell’ex cavaliere disarcionato. Renzie aspetta le considerazioni a una lettera inviata al M5S per poi fissare un incontro e definire, se possibile, eventuali convergenze con la seconda formazione politica italiana.

 

 

 

Ue: Renzi e Del Rio parlano di successi inesistenti. Hanno ottenuto soltanto di poter utilizzare la flessibilità già in vigore! Ancora una volta si dicono frottole agli italiani. L’incontro è stato un fallimento! - Alle 17 Cdm caldo - In settimana, incontri a raffica con M5S e Fi

 

Stabiliti una serie infinita di impegni in vista del semestre italiano, si è parlato del sogno degli Stati uniti d’Europa, dell’immigrazione e, soprattutto, del solito 3% da non superare per nessun motivo - Sul fronte interno, il pregiudicato apre al problema gay e Feltri e la Pascale si iscrivono all’Arcigay - Da oggi, nella commissione Affari costituzionali, si votano gli emendamenti - Chiesta la riduzione anche per la

Camera dei deputati

 

Di ritorno da Bruxelles, sia Del Rio, sia il sindachino, si affannano a trasformare in successo una vera e propria passeggiata estera nella quale, fingendo di discutere di cose serie, sono state ribadite le solite raccomandazioni ferree di sempre, ricordando loro però che possono sforare fino a 7 miliardi  per gli investimenti e di circa 3 per altri interventi economici. Aria fritta: tutto ciò, infatti, è già previsto da tempo dalla Ue. Ma loro, sono tornati vendendo tutto ciò come un successo renziano. Le solite frottole date a bere agli italiani beoti che in questo periodo più che pensare alla politica e all’economia, stanno pensando a come fare per trovare un po’ di soldi per le ferie.

Insomma, politicamente, un fallimento ulteriore nonostante la grande enfasi che il premier cerca di mettere nel raccontare i futuri e troppi appuntamenti in vista del semestre a guida italiana. Del resto, ogni volta che Renzie si è incontrato con i padroni europei, se ne è sempre tornato a casa senza nulla e con raccomandazioni che rasentavano la minaccia di messa in stato di mora, di paese “attenzionato”.

Ma la strana coppia, ormai specializzata in menzogne, non pare voler demordere. E fanno anche bene, vista la scarsa attenzione che gli italiani hanno attorno ai “successi” renziani di cui ogni giorno sono piene le cronache politiche. Non si sono ancora accorti che di successi veri e propri siamo a zero, uno zero assoluto. Di tutte le riforme annunciate, infatti, nessuno ricorda che non ne è stata realizzata neanche una, al momento. Soltanto linee guida, come si affanna a dire Del Rio. Anche per la riforma del Senato, sono soltanto linee guida.

A proposito di tale riforma, da oggi, nella commissione Affari costituzionali si votano i tanti emendamenti e alle 17 è previsto un Cdm caldo. Caldissimo, visto che molti parlamentari ora vogliono che ci sia una sforbiciata anche per la Camera dei deputati e non solo per il Senato. Un’altra grana che, a mano a mano che passano i giorni, trova sempre più adepti.

Il mistero della immunità prevista negli emendamenti della Finocchiaro e Calderoli? Svelato! E’ stato il sindachino a volerla!

Il condannato, intanto, con una mossa a sorpresa apre al problema dei gay dicendo che è un problema che ora non è più tabù per Fi. Pronta la “risposta” di appoggio da parte di Feltri e Pascale che hanno prontamente aderito all’Arcigay.

Infine, Renzi ha annunciato che in settimana avrà incontri a raffica con il M5S e Fi sul tema riforme i cui tempi sembrano ormai una battuta di cattivo gusto. Infatti, lo stritolatore delle lungaggini, l’uomo che voleva rivoluzionare in fretta l’Italia, il finto rottamatore, quello dei 100 giorni di fuoco, oggi che chiede “soltanto” mille. Che dire se non che abbiamo a che fare con un personaggio bugiardo e finto? Una marionetta.

 

 

 

Il M5S isola Fi. Il pregiudicato agli ex: “torniamo insieme” - Lunedì il Cdm esaminerà la riforma della giustizia, previsto il reintegro del falso di bilancio e l’allungamento della prescrizione. L’Amm oggi prepara le sue linee guida - L’immunità? Orfana!

 

Pd e M5S studiano per trovare un’intesa sia sulla legge elettorale, sia per le altre riforme mentre il cavaliere disarcionato, messo nell’angolo, auspica un ritorno all’ovile delle destre. Nel documento di Orlando si snellirebbero i processi, quelli di poco conto sarebbero archiviati, le intercettazioni sarebbero rimodulate, le pene per i boss e il 41bis inasprite, modificherebbe le nomine per la Cassazione, contenziosi assistiti da un “arbitro”

 

L’incontro fra le due delegazioni di M5S e Pd ha scompaginato l’ex cavaliere che ora si sente messo in un angolo, almeno sulla riforma elettorale. Si è aperto, infatti, uno spiraglio per fare in modo che i cittadini possano tornare ad esercitare il diritto di scegliersi i loro parlamentari che innesta la reazione del capo di Fi. Infatti, sentendo il fiato sul collo e il rischio di essere messo nell’angolo, il pregiudicato suona le trombe per una ritirata strategica: invita le destre a riunirsi sotto un’unica forza, la sua, parlando di elezioni non troppo lontane. Un messaggio in stile mafioso lanciato al premier contro il nuovo scenario che si potrebbe consolidare, quello dell’intesa fra Pd e M5S lasciandolo con il cerino in mano.

Da premettere che fra pochi giorni il tribunale di Milano emetterà la sentenza sul caso Ruby e che se l’imputato dovesse essere condannato di nuovo andrebbe dritto agli arresti domiciliari e non potrebbe fare più politica a nessun livello. Insomma, sul condannato scenderebbe l’oblio assoluto con relativo sfascio della sua formazione politica. Forse anche per questa eventualità il sindachino ritiene che il colloquio con i pentastellati sia da considerare utile e da proseguire.

Il caso dell’immunità per i futuri senatori non si è risolto, è rimasto un mistero. Nessuno l’ha chiesta, nessuno la voleva ma è finita negli emendamenti preparati da Finocchiaro e Calderoli per opera dello spirito santo. Nessuna paternità. Qualcuno comincia a sfilarsi e a prendere le distanze, a cominciare da Boschi e Renzi, dicendo che non è un punto importante e che se impedisse il cammino spedito di quella riforma, lo cancelleranno. Mah, misteri all’italiana. In ogni decreto, ogni volta, sono stati inseriti articoli e commi che nessuno vuole ma che poi passano con un semplice escamotage: il voto di fiducia.

Dunque, la bozza di riforma della giustizia lunedì approderà al Cdm per una prima discussione. L’Amm oggi riunisce i magistrati per analizzare il testo e preparare le proprie considerazioni e le loro linee guida da presentare al governo. All’interno della riforma ci sarebbe il ritorno del falso in bilancio, la rimodulazione per le intercettazioni, l’inasprimento per i reati di mafia (41bis), il ritorno alla prescrizione lunga, l’archiviazione per i contenziosi lievi per alleggerire i tribunali, il ricorso a un arbitrato per tutti i processi civili di lieve entità che sarebbero gestiti attraverso un arbitrato bonario affinché non si arrivi al processo. All’interno del documento si evita di parlare di cancellazione delle leggi ad personam, della cancellazione dei molti benefici di legge per quanto attiene agli sconti, leggasi indulti, condoni riduzioni assurde e, in sintesi, certezza della pena.

A nostro parere, mancano molte serissime cose. Dimenticano sempre quali sono le aspettative della gente: chi sbaglia deve pagare, senza alcun beneficio, la pena che viene inflitta. Quattro anni? Devono essere tali. Dieci anni? Devono essere dieci! Che diamine, è così semplice!

Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le considerazioni sia dei magistrati, sia degli stessi parlamentari che si accingono a migliorare tale documento. Nel frattempo, proseguono le osservazioni, sulla legge elettorale, fra M5S e Pd.

 

 

 

Il Pd vuole l’immunità anche per i futuri senatori, Finocchiaro: io non la volevo, l’ha chiesta l’esecutivo - Mercoledì l’incontro con il M5S - Effetto calamita: con il sindachino molti partitini e singoli che non vogliono perdere “il carro” - Unica opposizione quella dei pentastellati

 

Nel panorama politico si sfaldano alcune formazioni in attesa di ”garanzie” sulle poltrone e  pronti a passare col “nemico” - Il premier: se l’immunità è un problema, la cancelliamo - Calderoli, uno dei firmatari, io sono per toglierla anche ai deputati - Un’arma in più in mano ai cinque stelle che peserà non poco nell’incontro di dopodomani, unitamente al problema preferenze - L’Italicum, ricordiamo, è anticostituzionale!

 

Nonostante gli scandali e gli arresti di questi ultimi giorni avrebbero dovuto far riflettere il Pd per ben più ferme intenzioni riguardo ai tanti corrotti che, attraverso un sistema fraudolento, hanno messo in piedi un vero sistema corruttivo in società con Ncd e Fi, la commissione Affari costituzionali ha partorito un testo per il nuovo Senato che, guarda, guarda, rimette in pista l’immunità per i futuri senatori. Naturalmente, attorno a questa ennesima grana, si è aperto lo scaricabarile solito. Molti, infatti, coloro che se la prendono con la Finocchiaro, presidente di questa commissione, e con Calderoli. Loro, dicono, non la volevano. E’ stato l’esecutivo a imporla. La presidente, inoltre, in una intervista, precisa che la sua proposta era quella di affidare questo problema, quello della richiesta di arresto per i senatori, alla Corte costituzionale. Ma Renzi le ha risposto che quella Corte ha già troppo lavoro…

Sul tema, il sindachino ora dice che la questione immunità si può anche cancellare se questa può rallentare il cammino della riforma. Insomma, un guazzabuglio cui, come sempre, sembra che non abbia alcuna paternità. Noi, questo ennesimo “colpo di penna”, lo consideriamo ignobile e contro le aspettative della gente che vede nei politici una banda di farabutti inciuciati. Una richiesta di responsabilità che parte dal basso e da tanti anni che il Pd si appresta a riprendersi proprio per mettere al riparo i propri ladri e quelli dei partiti associati che oggi scalpitano per confluire nella grande ammucchiata purché ci siano garanzie per le loro poltrone.

Sul versante dell’incontro con il M5S, l’ordine impartito da Renzi è quello che va bene discutere, sentire, raccogliere le loro proposte, ma non si ricomincia daccapo. Cioè, in politichese, la cosa è fatta e l’incontro è soltanto formale. Eppure, Beppe Grillo da suo blog ha chiarito i motivi dell’incontro: discutere di tutto il pacchetto riforme, dalla legge elettorale al Senato, dalla modifica del titolo V alla fiscalità generale, all’occupazione ecc. Ma il premier fa finta di nulla. Per lui le riforme sono quelle che ha delineato e volute. Punto e basta. Insomma, l’incontro ci sarà ma non cambierà di una virgola il percorso da lui tracciato.

E allora? Cosa ci vanno a fare i pentastellati all’incontro? Beh, la cosa non è così peregrina. Il M5S, da tempo, ha una sua proposta elettorale approvata da migliaia e migliaia di cittadini, che prevede, per esempio, le preferenze. Attorno ai temi dell’occupazione, alla riforma del Senato, alla fiscalità, alla giustizia, alle leggi Costituzionali, e tante altre ancora, hanno una loro visione che esporranno al segretario del Pd e sui cui punti Renzi non potrà glissare. Insomma, le risposte che il presidente del Consiglio darà al M5S potrebbero rivelarsi un boomerang in caso di risposte negative e non approfondite.

Staremo a vedere come il premier ne uscirà da questo incontro che di ora in ora diventa sempre più una trappola per lui e il suo governo.

Intanto, dopo la spaccatura di Sel, sono in tanti a essere attratti dalla calamita del potere per paura di rimanere isolati e non contare nulla. Oltre al Sel, ci sarebbero transfughi pronti a passare con il finto nemico da tempo e che oggi hanno capito che questo Pd non è altro che una nuova Dc con il quale si possono fare affari insieme senza più contrapposizioni ideologiche, tanto le differenze non esistono più. Lo hanno collaudato nel tempo passato, nel ventennio che ha visto i due soci far finta di darsele di giorno e rubare insieme di notte. Molti scalpitano per avere garanzie per le proprie poltrone. Dopodiché il salto della quaglia sarà fatto senza se e senza ma. Alla faccia del rispetto del voto degli italiani. La volontà di questi ultimi è calpestata ancora una volta. Ricordiamo che un referendum popolare si è già espressa per il problema immunità. E ha detto no!

 

 

 

Grillo spiazza il condannato e lancia una sfida a Renzi: “Sulle riforme, vediamoci, noi abbiamo una proposta di legge elettorale condivisa dai cittadini…” - Il premier accelera su tutto, ora vuole riformare la giustizia basandosi sul patto del Nazareno che, dopo le elezioni  europee, è carta straccia

 

Nel mezzo degli scandali che vedono coinvolti ancora i falsi nemici  (Pd e Pd-l), il sindachino fa la voce grossa e invita tutti coloro che sanno, o che hanno sbagliato. a presentarsi ai magistrati e raccontare tutto. Una cosa simile accadde con Craxi che, quando in Parlamento invitò chi non avesse mai ricevuto finanziamenti illeciti ad alzarsi, nessuno lo fece. A oggi, nessun politico ha varcato le soglie dei Palazzi di giustizia per raccontare le sue malefatte. Tutti ladri? Povero Ronzino…

 

Con una mossa politica a sorpresa, il leader del Movimento 5 Stelle ha lanciato una sfida a Renzi: sedersi a un tavolo per parlare di riforme a partire dalla legge elettorale. Già, visto che il Pd nelle recenti elezioni europee ha ottenuto un risultato bulgaro, bene, ora appare legittimato a interloquire anche con l’unica opposizione vera di questo povero e affamato Paese. Non più un asse con il condannato che si reggeva fino a prima del 25 maggio, ma alla luce degli eventi nuovi che la volontà degli elettori ha manifestato. Del resto, ancora oggi, nessuno sa esattamente cosa contemplino gli accordi presi con il pregiudicato, quali siano esattamente e su quali capisaldi si reggano. Si dice che non esista un documento ufficiale, che non c’è nulla di scritto, che i temi trattati siano sempre stati enunciati senza se e senza tagli. Noi non lo crediamo assolutamente. Alcune settimane fa girava voce che Verdini avrebbe una copia di quel documento e che in una occasione Brunetta ne abbia chiesto conto senza successo. Poi ci sono state le elezioni e di quel documento, che sia reale o no, non interessa più sapere i contenuti. Sono svaniti come il partito che il condannato rappresenta. Il 16%, un risultato deludente per le anime in declino di Fi,  una forza che non può dettare condizioni a nessuno.

In questo contesto, secondo noi, la mossa politica di Grillo è la chiave di lettura per un definitivo ridimensionamento di Fi anche dal tavolo dove si decidono alcune riforme utili per l’Italia che alcuni vorrebbero in ripresa, altri ne lodano la timida crescita dei livelli occupazionali, altri ancora cantano, come la Madia, la romanza che riformerebbe la pubblica amministrazione per assumere circa 10mila giovani e snellirebbe la burocrazia che oggi è fossilizzata e deleteria. Mah, speriamo che il ministro Madia abbia ragione e che, soprattutto, ci riesca. Noi ne dubitiamo. Troppa carne al fuoco e troppo fuoco sugli amici di oggi e di un tempo.

Nel mezzo degli scandali che ogni giorno mettono in luce gli intrecci fra maggioranza e finta opposizione ventennale, forse per un malcelato odio verso coloro che stanno facendo emergere sistemi di ruberie inauditi, cioè i magistrati, ecco che il premier, quasi per fermarli, o per punirli, tira fuori dal cilindro anche una riforma della giustizia volutamente ferma da decenni. Oggi, anche per questa ulteriore riforma, Renzie detta le date, le scadenze, i termini ultimi per approvarla… Insomma il solito suo sistema, enunciazione, date di inizio, data della fine dell’iter e approvazione. Una robettina che serve soltanto a mettere fumo negli occhi. Già, perché di tutte quelle enunciate, ancora nessuna ha visto il rispetto di quei tempi, tranne una: quella degli 80 euro per comprarsi i voti. Naturalmente a scapito degli automobilisti che, con l’aumento del bollo, hanno coperto quel buco. Insomma, ha preso i soldi da una parte, fra i quali gli stessi beneficiari, e li ha dati ad altri. Un giochino da bambini ma che gli italiani fanno fatica a capire.

Dal canto suo Grillo, diremmo con una mossa gattopardesca, ha imbrigliato il sindachino lanciandogli il guanto delle riforme. Mossa politica legittima oggi, per “vedere le carte” di un premier che, ormai è prassi, annuncia cose che sogna di notte e racconta di giorno alla sua platea di toscani espellendo dalle loro cariche coloro i quali sono critici, Vedi il caso di Mineo, Chiti e compagnia bella. La cosa che lascia più perplessi è che quella platea piuttosto numerosa, gli crede, si fida, oggi lo idolatra. Domani, chissà!

Se Grillo saprà giocare le sue carte e far valere il peso di quel 25,5% nazionale, si scompagineranno tutti i piani che eventualmente girano nella testa del capo del Governo, mettendo a nudo le tante e troppe cose che avrebbe potuto fare con un decreto legge di pochissime righe.

Per esempio, rimettendo e inasprendo il falso in bilancio, cancellando tutte le leggi ad personam, non mettendo il lista, all’atto della compilazione delle liste elettorali, chiunque risultasse indagato o condannato, anche in primo grado, inasprendo le pene, anziché ridurle, per i reati di collusione e concussione fra mafie varie e politici.

Questi sì, sarebbero stati segnali forti, urgenti, che la gente comune avrebbe apprezzato.

Ma lui non poteva farlo. Perché anche lui ha una condanna in primo grado per danno erariale. Cioè, ha dato illegittimamente soldi dei cittadini a qualche amico. E’ triste constatare come nella compilazione delle liste, al momento della scelta dei candidati, di gente onesta se ne trovi poca dalle parti del Pd e della combriccola Ncd, Fi e Co. Eppure, basterebbe candidare cittadini comuni, che presentino la propria fedina penale e il proprio stato patrimoniale prima di essere candidati…

Proprio come avviene nel Movimento 5 Stelle!

 

 

 

Mose/tangenti: a Venezia arrestato il sindaco Pd e altri 35 fra imprenditori e politici di vario livello fra i quali spicca la richiesta di arresto per Galan - Confermato lo sciopero Rai da Cgil e Uil, la Cisl si sfila mentre il garante s’infuria - Domenica prossima si vota per i ballottaggi

 

Arrestati Orsoni, sindaco, l’assessore regionale Chisso (Pdl), il consigliere del Pd Marchese, gli imprenditori Morbiolo e Meneguzzo, nonché il generale in pensione Emilio Spaziante. Per l’arresto di Galan sarà necessario avanzare la richiesta al Senato. I fatti risalgono al periodo in cui era presidente di Regione proprio il senatore Galan che, visto il terremoto “appalti truccati”, ha dovuto rientrare in fretta a Venezia saltando la trasmissione a La7 - Lo scandalo peserà sui ballottaggi? Forse sì

 

Continua senza sosta e senza vergogna, l’allegra gestione della cosa pubblica che è nel dna dei politici nostrani di ogni forma e colore. Ultima, dopo la decapitazione della Carige e dei capi bastone dell’Expo di Milano, quella di Venezia. Le indagini sul Mose sono durate tre anni e oggi la GdF ha eseguito ben 35 arresti con oltre 100 indagati a vario titolo. I nomi sono eccellenti, come sempre nessuno si tira indietro quando si tratta di percepire mazzette o truccare appalti per trarne benefici in denaro o in voti. Infatti, fra gli arrestati c’è il sindaco Pd di Venezia, un assessore regionale del Pdl, Chisso, un consigliere della Regione Veneto del Pd, Marchese, vari imprenditori e altri politici minori. Tra i nomi eccellenti, oltre a quello del sindaco, spicca quello dell’ex governatore della regione, oggi senatore dell’ex Pdl, Galan per il quale occorrerà aspettare l’autorizzazione all’arresto da parte del Senato.

Il senatore, stamane avrebbe dovuto prendere parte a una nota trasmissione de La7 ma, avvertito dalla moglie che lo cercavano a Venezia per notificargli il mandato di arresto, è tornato immediatamente sui suoi passi. Fra gli arrestati, anche un ex generale, Spaziante, che, sembra aver coperto le malefatte dell’allegra combriccola.

I fatti contestati a tutti sono quelli ormai arcinoti a tutti gli italiani: appalti truccati per la costruzione del Mose, il sistema di limitazione per l’alta marea di Venezia, con relative tangenti ai politici di ogni posizione e grado. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e sono durate ben tre anni andando indietro nel tempo, cioè, all’epoca in cui Galan era presidente della Regione Veneto. Assieme ai nomi eccellenti vi sono oltre un centinaio di persone indagate di cui ancora non si conoscono i nomi.

E’ facile immaginare che questo nuovo scandalo potrebbe avere ripercussioni politiche per quanto attiene ai ballottaggi in programma domenica prossima in quei comuni dove ci si contende l’elezione del sindaco e perciò delle maggioranze. Staremo a vedere quanto questa bufera potrà influire sulle scelte degli elettori di quelle città che vanno, appunto, al ballottaggio.

Intanto il governo Renzi deve affrontare la “grana” Rai. Dopo la richiesta di 150 milioni quale sacrificio chiesto all’azienda, infatti, i lavoratori hanno deciso di scioperare in segno di aperta contrapposizione alla richiesta renziana. Dal canto suo, il presidente del Consiglio ha dichiarato che in Rai possono anche scioperare ma che la decisione governativa non cambierà. Sul fronte sindacale, infine, da rimarcare il come la triade era partita compatta e si è immediatamente sfaldata per lo sfilamento della solita Cisl che si dice pronta a “discutere”, mentre Cgil e Uil hanno confermato l’astensione dal lavoro fra le ire del garante che ritiene questo sciopero illegale.5S: imprevista battuta d’arresto temporanea - Vince l’accordo fra il pregiudicato e il condannato Renzi (in primo grado). Infatti, i voti di Fi dati al Partito democristiano e gli 80 euro renziani hanno stoppato i pentastellati.

 

 

 

Comuni e Regioni

 

Concluse le elezioni europee con un inaspettato successo del Pd e un calo di circa 4 punti per il M5S, la composizione del nuovo Parlamento europeo appare del tutto nuova e agguerrita contro la vecchia nomenclatura che ha governato in questi ultimi decenni, cioè quella dei banchieri, delle multinazionali, dei potentati industriali, della Trilateral, della Bilderberg, del Fmi che, insieme, hanno impoverito tutti i Paesi membri - Arresto per Clini

 

Le europee, in Italia, le ha vinte il Pd. Infatti, dopo le promesse renziane gli italiani hanno si sono, ancora una volta, tappato il naso e hanno riversato i voti sul nuovo Partito democristiano. Che ha goduto anche dei voti di Fi, di Scelta civica, che è scomparsa, e dell’effetto 80 euro che pensano di ottenere a partire da questo mese infausto per l’Italia. L’Ncd ce l’ha fatta per un pelo. Anzi, forse no. Già, perché noi pensiamo che quel 0,1 determinante per la soglia di sbarramento, a una più attenta conta delle schede elettorali, potrebbe rivelarsi errata. Caduta senza sconti per Fi che le paure del condannato nei confronti dei grillini hanno spinto molti a votare per il finto nemico di sempre. Grazie ai finanziamenti pubblici che tutti i partiti hanno preso, escluso il Movimento 5 Stelle, la macchina elettorale del Pd si è rivelata ben oliata a tal punto da organizzare pullmann di raccolta dei propri anziani per portarli nei rispettivi seggi. Insomma, una raccolta capillare dei voti senza tralasciare nulla.

Grazie a questi voti presi dai finti avversari e allo spappolamento di quello che fu il partito di Monti, il Pd ha superato il 40% dei consensi, unica volta nella storia repubblicana. Ora al Ronzino non rimane che dare seguito alle sue promesse elettorali e noi crediamo che, come tutti gli altri partiti che dal dopoguerra si sono avvicendati per spolpare il Paese, anche questa volta la delusione sarà bruciante.

Da oggi in poi, insomma, comincia il declino del Pd e dei suoi accoliti. Da quelle percentuali non possono che scendere!

La sorpresa negativa è stata quella del M5S di Beppe Grillo che tutti davano oltre il risultato delle politiche dell’anno scorso e che, invece, ha subito una battuta d’arresto con il calo dei propri consensi. Infatti, il Movimento 5 Stelle si è fermato al 21,2% lasciando l’amaro in bocca ai tanti cittadini che speravano in un successo di Beppe Grillo che riscattasse la dignità persa in questo ventennio di inciuci e finte opposizioni. Il leader del Movimento ha ammesso la sconfitta ma ha anche ricordato che, comunque, questa formazione rimane il secondo interprete della politica italiana. Noi siamo d’accordo con le considerazioni di Grillo anche se ci permettiamo un suggerimento. Promuovere una analisi degli errori del cosiddetto staff e rinnovarlo. Infatti, i segretari di partito che perdono un’elezione di solito si dimettono o vengono cacciati unitamente al loro staff. Ora, nel M5S non c’è un segretario di partito ma uno staff. Ebbene, quello staff di nominati, a nostro modesto avviso, dovrebbe essere azzerato e sostituito con linfa nuova eletta liberamente dalla rete. Insomma, se si è perso invece di avanzare, qualche falla nella comunicazione, nell’organizzazione delle manifestazioni, nella campagna elettorale complessiva, ci deve pur essere stata. E allora, per evitare che accadano cose di questo tipo in futuro, occorre porre rimedio al più presto.

Comunque, queste elezioni qualcosa di nuovo la determinerà indubbiamente. E’ cambiato lo scenario politico in molti Stati membri e ciò sconvolgerà non poco il futuro assetto dell’Europarlamento e delle sue politiche future. Infatti, in Francia, Inghilterra, Grecia e altri Stati importanti, hanno vinto di euroscettici e ciò scombussolerà i piani dei grandi potentati economici (Fmi, Bilderberg, Trilateral, Logge massoniche e altri), per quanto attiene alle politiche economiche fin qui adottate e che hanno reso tutti più poveri e distrutto il tessuto industriale in molti Paesi. Staremo a vedere.

Sul fronte degli arresti, anche oggi uno eccellente. E’ stato posto agli arresti domiciliari l’ex ministro Clini voluto da Monti. L’accusa è quella di aver distratto dai fondi destinati alla bonifica di alcune zone dell’Irak, circa 40milioni di euro. Soldi che la GdF ha scoperto essere su alcuni conti esteri intestati all’ex ministro Clini.

 

 

 

Ancora arresti: decapitata Carige - Il pregiudicato: se vince Grillo si va al voto - Chiesta condanna a 3 anni e 2 mesi di carcere per Piersilvio Berlusconi - Napolitano e la corruzione, ridicolo - Domani a Roma Grillo chiude la campagna elettorale e dice: “Sarà un trionfo!”

 

Il mondo della finanza è ancora nell’occhio del ciclone. Ancora una volta la GdF ligure ha emesso ordini di arresto in carcere per 7 persone fra le quali il presidente della Carige Berneschi - Nella bufera anche Confalonieri e Piersilvio Berlusconi per frode fiscale - Il presidente, dopo aver firmato la legge che riduce le pene per i politici collusi con la mafia, ai ragazzi della nave della Legalità, dice di volerla combattere - Grillo, l’unica speranza

 

Sono scattati questa mattina gli arresti di 7 persone implicate in affari loschi ai danni della Carige per irregolarità delle solite scatole cinesi che hanno permesso alla banda di stornare all’estero circa 22 milioni di euro. Nella bufera anche Unipol, Sai e Fondiaria. Arresto eccellente quello dell’ex presidente del Cda della banca e vicepresidente dell’Abi, Giovanni Berneschi che capeggiava il gruppo di amici e parenti. Una vera associazione per delinquere. L’altro nome eccellente è quello dell’ex amministrato di Carige Vita Nuova, Fernando Menconi. Ad alcuni di loro, vista l’età avanzata, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Per il momento le indagini sono in corso e dalle perquisizioni effettuate dagli inquirenti sono emerse irregolarità e distrazioni di ingenti somme di denaro con destinazione nei paesi canaglia.

Un altro processo, riguardante Mediaset, ha visto imputati sia Confalonieri, sia il figlio dell’ex cavaliere Piersilvio. Per quest’ultimo il Pm ha chiesto ben 3 anni e 2 mesi di reclusione. Insomma, nella famiglia del pregiudicato il clima è sempre più pesante. Vedremo come andrà a finire questa ulteriore storia di frode fiscale e altri reati che sono stati contestati ai due leader di Mediaset.

Passando dalle disavventure finanziarie a quelle politiche, che rilevare una ulteriore farsa con un attore, questa volta, davvero illustre: il nostro presidente della Repubblica. Infatti, in un incontro con i giovani della nave della Legalità, ha affermato che la lotta alla corruzione, e perciò alla mafia, sarà al centro della politica italiana. Il nostro presidente però, si è dimenticato, o ha evitato di raccontare loro che, proprio pochi giorni orsono, dopo una battaglia esemplare condotta in Parlamento dal M5S per inasprire le pene per i politici che si lasciano colludere dalle organizzazioni mafiose, il governo Renzi, ha abbassato ulteriormente le pene. E lui, Napolitano, ha firmato quella legge. Mah, misteri della politica? No, assolutamente! Scelte ad hoc e che servono al potere. Insomma, una ennesima ignobile farsa in nome della legalità che moltissimi non vogliono.

In questo coacervo di notizie non proprio entusiasmanti, c’è quella che Beppe Grillo, ancora una volta, chiuderà la campagna elettorale per le europee, di nuovo a Roma, nella stessa piazza dove ormai nessuno si azzarda più a fare comizi per non fare magre figure: Piazza San Giovanni.

Un appuntamento importante per tutti i cittadini di buona volontà e che nutrono ancora la speranza che questo Paese può cambiare, può essere governato meglio, ci sono le intelligenze e le forze per potersi cimentare con successo. Infatti, mentre il Ronzino pochi giorni orsono dipingeva questa prova come vincolante per il suo governo, quando ha capito che il suo papà putativo, il pregiudicato, ormai è in caduta libera, ha cambiato il tiro dicendo che le elezioni europee non possono avere ripercussioni sul governo.

Quello che, invece, non dice Grillo. Infatti, lui ha sempre dichiarato che se vince le elezioni europee chiederà le dimissioni di Napolitano, non prima di avergli chiesto di formare un nuovo governo a guida pentastellata. Noi ce lo auguriamo di cuore, ormai le persone perbene ne hanno piene le scatole di questi infingardi buoni soltanto a ubbidire ai diktat tedeschi e ai potentati economici, che sono i veri governanti dei popoli, che hanno creduto nell’Unione europea come Comunità di popoli non di banchieri e strozzini.

Grillo, invitando tutti a Roma ha affermato che “Sarà un trionfo” concludendo con un “Vinciamo noi!” stratosferico. Gli altri? Tremano! Anche perché in Europa alcuni stati stanno già votando e gli exit pool danno i partiti euroscettici in vantaggio…

 

 

 

Grillo, dopo 20 anni, va da Vespa e sfonda il video con ascolti alle stelle - Arrestato il governatore campano - Il Ronzino trema - L’ex cavaliere a La7 non sa fare di meglio che parlare dell’incidente stradale di Grillo e lo accusa di aver lavorato in nero – Morfeo

rivuole le riforme

Il leader del M5S spopola nel salotto vespiano e oltre agli ascolti record conquista la fiducia e i voti di moltissimi italiani - Il premier: “mentre loro litigano, io governo” - Il condannato accusa Grillo di aver ricevuto compensi in nero e rispolvera il vecchio incidente nel quale tre persone persero la vita - Napolitano, che ogni tanto si sveglia dai suoi letarghi, torna a parlare di riforme - Arrestato Paolo Romano, presidente della regione Campania

 

Rotto il tabù della non partecipazione in tv, Beppe Grillo ieri ospite di Vespa, l’ha fatta da padrone e gli ascolti sono schizzati alle stelle, come quelle che lo stesso leader del M5S rappresenta. Vespa ha tentato di mettere in difficoltà l’ex comico ma già dalle prime battute ha dovuto arrendersi a un personaggio impetuoso, che ha puntualizzato argomentando tutti i punti salienti della prima forza politica italiana. I meriti dei parlamentari che, ormai, non sono più tanto ingenui e inesperti e che hanno saputo fare un grande lavoro di trasparenza sui tanti decreti, leggi e leggine, che non sono riusciti a metterli nell’angolo, anzi…

Il leader del M5S ha parlato dei sette punti relativi al suo programma per l’Europa e ha riaffermato che in caso di successo chiederà a Napolitano che, comunque dovrà farsi da parte, la guida del Paese. Per coloro che hanno sfasciato l’Italia e per i ladri ha proclamato processi in rete per valutare gli eventuali responsabili di appropriazioni indebite ai quali sarà chiesto di rifondere lo Stato delle somme rubate. Sul fronte dei tagli ha ricordato che i parlamentari del M5S non hanno preso i rimborsi elettorali, si sono tagliati gli stipendi e le diarie e che quei soldi sono confluiti in un fondo per l’aiuto alle medie e piccole imprese. Tutte “cosette” che gli altri non hanno fatto. Insomma ha dato speranza e spronato tutti ad avere fiducia in persone pulite da mandare in Europa per ritrattare tutti i trattati che sono stati firmati senza informare i cittadini italiani. Una nuova speranza di riscatto per tutti gli italiani che sono stati ridotti in povertà da coloro che li hanno traditi per decenni.

A proposito di persone che non sanno fare altro che abusare del loro potere, segnaliamo soltanto di striscio l’arresto dell’ennesimo presidente di una regione martoriata come quella campana. Stamane, infatti, la GdF ha posto agli arresti domiciliari Paolo Romani, ex Pdl, oggi Ncd. Il solito Quagliariello si è subito affrettato a dire che loro sono garantisti e che pertanto ritengono che una persona fino al terzo grado di giudizio sia innocente. Una teoria applicabile alla stragrande maggioranza dei cittadini ma non ai politici, secondo noi. Anche Alfano ha stigmatizzato l’arresto dicendo che a quattro giorni dall’elezione…, bla, bla.

Su La7, invece, l’ex cavaliere non ha saputo fare altro che parlare di Grillo ricordando il suo incidente di tanti anni fa e accusandolo di aver preso compensi in nero. Insomma, il condannato è alla frutta e non sa più che pesci prendere per risalire una china che a noi pare irreversibile e speriamo definitiva. Un clown bastonato che ormai è costretto a prendersela anche con i fantasmi. A proposito del libro di Freedman e dell’eventuale complotto di cui si parla, ha rinnovato la richiesta di una commissione d’inchiesta.

Il premier, aspro contro il Movimento 5 Stelle come non mai, accusa il colpo e non riesce più a contenere la paura del sorpasso. Ora, al contrario di ieri, si affanna a dire che queste sono elezioni europee che non possono avere ripercussioni sul governo e che mentre i due litigano (Grillo e il condannato) lui governa la speranza. La speranza? E in chi dovrebbero sperare gli italiani se non in un governo che anziché raccontare storielle dovrebbe cambiare l’80% dello Stato? Il Ronzino vive nel mondo delle favole e racconta menzogne ormai palesi ai molti.

Chiudiamo con l’ennesima esternazione di Napolitano che, dopo i suoi sonni più o meno lunghi, oggi ritorna a chiedere le riforme, le sue, quelle che sembravano dietro l’angolo dopo il siluramento di Letta e che, invece, il suo sindachino ha finto di volere per poi abbandonare immediatamente quella strada intrisa di imboscate e di accordi con gentaglia che lo ha usato e poi gettato via. Soltanto che lui non se ne è accorto. Lui deve soddisfare il proprio io…

 

 

 

Genovese in carcere, sì della Camera - Le Tv ospitano condannati nei vari gradi di giudizio, ex condannati e pregiudicati senza ritegno, pare che le persone perbene non facciano ascolti - M5S, dopo gli ultimi scandali, schizza al 30% - Delusione del sindachino per i dati negativi Istat

 

Bagarre alla Camera, per l’arresto di Genovese, fra grillini e piddini, mentre Ncd e Fi votano contro e, con poco meno di 400 voti il deputato Pd finisce in galera - In Rai passa la norma che stabilisce il massimo degli stipendi a 240mila euro - Ronzino in affanno per il primato alle europee che, ormai, sembra impresa molto ardua e non pare più così scontato. Lo incalza Grillo - Ue: Junker e Schult ora si dicono d’accordo per un cambio di marcia

 

Genovese, pd, da ieri è in carcere grazia ai grillini e al Pd che non ha potuto non votare a favore vista la continua bufera nella quale è precipitata da tempo (ultima, quella dellì’Expo). Mentre il sindachino, è rimasto tramortito per i dati Istat e quelli della fiducia nel Paese. Si aspettata dati più in sintonia con le sue palle e il suo fare (danni). Pil a -0,1 e spead a +50 punti non spaventano l’enfant prodige che si dice fiducioso della ripresa fantasma e che, per il momento, non prevede alcuna manovra del governo, leggasi nuove tasse. Rimane la doccia fredda per i dati che il governo, invece, si aspettava più in sintonia con quanto viene sbandierato a destra e a manca: una ripresa che in effetti non c’è e non si vede. La vedono soltanto gli stolti. A maggior ragione dopo l’ulteriore precarizzazione del lavoro, una legge che ieri è stata approvata in via definitiva. Dovevano mettere mano alla cancellazione della riforma Fornero e, invece, l’hanno precarizzata ulteriormente.

Sul fronte delle Tv, continua, anzi ormai è divenuta routine, la moda di invitare politici pregiudicati, condannati nei vari gradi di giudizio, condannati che hanno già scontato la pena ma non per questo godono di rispetto politico, e via cantando. Sembra che di persone perbene non se ne abbia bisogno. Quelli non fanno ascolto. Proprio ieri, alcune tv hanno ospitato, ancora, il pregiudicato ex cavaliere che, come sempre, se l’è presa con tutti per il presunto complotto a suo carico venuto fuori dopo la pubblicazione dell’ex ministro americano nel quale si ipotizza un complotto fra americani ed europei, per disarcionare il condannato con l’aiuto di Napolitano. Che ha smentito. E a proposito di televisioni, in Rai è stata approvata la direttiva che stabilisce stipendi non superiori a 240mila euro, poverini…

Sul fronte della campagna elettorale, dopo l’ulteriore scandalo del “compagno G” (Greganti) e le ammissioni di alcuni grossi imprenditori coinvolti negli appalti per l’Expo, la caduta di consensi a favore del Pd sembra inarrestabile ormai. Nonostante l’elargizione di quelle poche decine di euro che dovevano servire a catturare voti il Pd sembra essere inesorabilmente in caduta libera. Se ne avvantaggia il Movimento 5 Stelle che noi stimiamo oggi attorno al 30%.

Da parte loro, ieri, in un faccia a faccia con i candidati alla presidenza dell’Europa, Juncker e Shultz si sono detti, ambedue convinti che occorra un cambiamento e una più incisiva azione che rilanci il lavoro e non soltanto le speculazioni bancarie. Naturalmente le sfumature sono state diversissime. Il primo ha difeso l’operato fin qui messo in campo dicendosi d’accordo per un cambiamento senza però dettagliare nulla, il secondo è stato più credibile e ha citato alcuni punti cardine sui quali intervenire per dare respiro all’occupazione e al rilancio del lavoro. In tono minore l’intervento delle altre due candidate, una dei verdi e l’altra del tsipras.

Insomma, a livello europeo si cerca di abbindolare gli elettori con le solite promesse che non manterranno mai e fanno i conti senza il solito oste. Che questa volta è il Movimento di Grillo in Italia e tantissimi altri partiti euroscettici sparsi qua e là in tutta l’Europa dei banchieri e dei potentati economici. Questi saranno la vera sorpresa che cambieranno, finalmente, le cose in Europa.

 

 

 

Expo: un affare per le mafie. Ronzino con Cantone ci mette una pezza. Tangenti a gogò, prime ammissioni di qualche costruttore - Annunciato un servizio civile “per la Patria” con l’impiego di 100mila giovani - Il pregiudicato promette soldi a tutti (pensioni,

casalinghe ecc.)

 

Il sindachino istituisce una ennesima struttura del garante. Già, quello che voleva distruggere questi sprechi oggi annuncia che ne sarà creata un’altra mentre il suo sodale condannato continua ad elencare la fiera dei sogni per gli allocchi (cani, gatti, casalinghe, pensioni minime prima a 800 e poi a 1000 euro, e via cantando) - A Lampedusa, intanto, l’Europa consente ancora che si muoia - Grillo alle stelle! - Si vota anche in quattro regioni

 

E’ arrivato a Milano il nostro presidente del Consiglio, assieme a Cantone, magistrato anticorruzione, per “chiudere la stalla” quando i buoi sono scappati. Insomma, per metterci una pezza. Lo stesso presidente che con un ennesimo messaggio ha annunciato un testo unico, da discutere entro il 13 giugno, che dovrebbe istituire un’ennesima autority, quella che dovrebbe coordinare l’entrata di 100mila giovani per “la leva universale per la difesa della Patria”. Mah, una “cagata pazzesca” alla Fantozzi visto che per le forze armate spendiamo miliardi. Mettiamo anche questa insieme ai fantomatici 80 euro, fra le promesse elettorali per non perdere quei consensi che inevitabilmente, con gli scandali di questi giorni, il Partito democristiano sta perdendo in quantità consistenti.

Sull’Expo, intanto, arrivano le prime ammissioni sul giro di affari sporchi da parte di alcuni costruttori fra i quali Maltauro, Cattozzo e molti altri. Insomma, occorre rivedere al ribasso, un forte ribasso, le stime che davano la cordata Pd a oltre il 33%. Noi crediamo che non arriveranno neanche a sfiorare il 30!

E in questo caso, auspichiamo che il Movimento 5 Stelle ne possa trarre beneficio fino a superare il pur consistente 29% del valore odierno.

Sul fonte dei pregiudicati e condannati da rilevare le ennesime sparate dell’ex cavaliere che anziché stare in galera, da giorni elenca un ennesimo libro dei sogni per gli stolti. Dai cani e i gatti, oggi annuncia che porterà le pensioni minime prima a 800 e poi a 1000 euro mensili e che darà un sussidio anche alle casalinghe. Beati coloro i quali credono a questo furfante che, ripetiamo, rimane un’anomalia tutta italiana, unica al mondo, quella di avere un pregiudicato al quale viene concesso di abbindolare quegli italiani, e sono tanti, che vivono su altri pianeti nella loro imbecillità assoluta.

A Lampedusa, come sempre, si continua a morire. Durante la traversata dei soliti disperati, un barcone con oltre 400 persone si è rovesciato e ci sono oltre 14 corpi ripescati e un centinaio di dispersi. “L’Europa salva le banche e lascia morire i migranti”, è stato il commento del sindachino cui ha fatto subito eco la dichiarazione dei responsabili Ue che promettono più attenzione. Un’ennesima presa in giro per l’Italia che da anni è invasa da decine di migliaia di persone in cerca di lavoro e di dignità. Lasciati soli da sempre. Così come prevediamo sarà anche in futuro. Non abbiamo la forza morale, civile, l’onestà intellettuale e, soprattutto, politici con gli attributi, per farci rispettare. Del resto, vent’anni di comparaggio e le figuracce fatte con il condannato, non potevano che prefigurare l’Italia come una nazione di persone ridicole.

Non ci resta che affidarci a Grillo e ai suoi onesti cittadini, gente con la fedina penale pulita, per un cambiamento radicale delle regole e dei trattati europei di ogni tipo ai quali un nugolo di pseudo eurodeputati ex, hanno aderito da ebeti in nome e per nostro conto. L’Europa, così com’è, è una cosa ignobile, lontana dalla gente comune, che ha creato milioni di disoccupati, che favorisce soltanto i potentati economici e le banche. Insomma, che non serve più. Anzi, che non è mai servita ai cittadini europei!

 

 

 

Tangentopoli: ridicoli rispetto alla nuova associazione a delinquere (Fi, Ncd, Pd e compari minori) che da 20 anni ha ridotto l’Italia in povertà senza alcuna dignità - Grillo vola oltre il 29%. Il Movimento degli onesti si prepara a governare sia il Paese, sia l’Europa - Expo sotto tiro

 

Ormai di scandali non se ne può più e nonostante le lentezze ignobili della magistratura, oltre alle leggi fatte ad hoc dai politici, viene fuori un quadro di spartizione dei poteri e delle tangenti che offende tutti. Questa classe politica deve essere processata per alto tradimento e messa in galera confiscando il maltolto sia a loro stessi, sia a parenti, amici, prestanomi, e latitanti vari - Il condannato dovrebbe essere agli arresti e zittito. Questa sarebbe giustizia…

 

Ridicoli quelli che, negli Anni 90, Mani pulite mandò chi a casa, chi in galera. Intere classi politiche (Dc, Psi, qualche Pci, ecc.), rispetto alla nuova alleanza creata subito dopo fra Forza Italia, Udc, gli ex Ds, poi Pd e Lega. Questi banditi non rubano più per il partito ma per loro stessi. Anche le somme sottratte alla comunità fanno riflettere sulla spregiudicatezza e l’alto grado di disonestà. Infatti, un Lusi qualsiasi, in un colpo solo, ha rubato quello che rubò Craxi durante il suo governo (50 miliardi di lire). Un Lusi qualsiasi ne ha sottratti qual cosina in più. L’Expo è un esempio di marciume. Eppure era noto anche agli stolti che attorno a una torta del genere si sarebbero scatenati gli appetiti sia dei partiti sia delle varie mafie nostrane. Era noto a tutti meno che a quelli che dovevano sorvegliare che ciò non avvenisse. Così, la magistratura, dopo aver dormito e indagato qua e là, alla fine ha dovuto intervenire nuovamente scoprendo altarini già noti e con personaggi che anziché essere in galera, gestivano appalti e facevano soldi in proprio con fantasiose Città della salute, le ridicole vie dell’acqua e milioni di metri cubi di cemento.

Nella bufera di Tangentopoli2 ancora nomi noti a Mani pulite: Sala, Greganti, Frigerio e compagnia bella. Ronzino domani sarà a Milano accompagnato da un magistrato, Cantone, per rimettere ordine alla stalla. Soltanto che i buoi (leggi soldi) sono scappati ormai. Grazie anche a una legge anticorruzione assolutamente annacquata e iniqua voluta dallo stesso potere politico affinché non incidesse troppo sugli amici che fossero stati beccati con le mani nella marmellata.

E la prefettura di Milano, che ruolo ha avuto in questo scandalo? Controllava che i contratti fossero vinti da persone pulite? Quali sono stati gli interventi per impedire questa nuova Tangentopoli che, ancora una volta, ci mette alla berlina rispetto al mondo intero? Mah, misteri di questa poverissima Italia.

Sul versante europeo, intanto, si gioca la sfida fra il sindachino e Ncd e Fi. Il vecchio e stupido disegno per ridimensionare il Movimento 5 Stelle, è nato morto. Oggi, emana miasmi che mozzano il fiato. Doveva servire a spazzare via Grillo e, invece, spazzerà via l’ex cavaliere pregiudicato assieme a un ridimensionamento vistoso delle varie cordate. Ci sarà, a nostro parere, un solo vincitore: il Movimento 5 Stelle che, parole di Grillo, dopo la vittoria si presenterà al Quirinale e chiederà il governo del Paese mandando in pensione Napolitano che, volendo, potrebbe dare una mano al suo amico condannato in quel di Cesano Boscone.

In sintesi, le elezioni europee è un banco di prova importantissimo sia per il governicchio renziano, sia per gli sfracelli che qua e là in Europa comporterà. Ma soprattutto per l’Italia, dove si ridisegnerà la cartina politica del Paese con battaglie politiche di più aspro spessore. E’ l’ora di cambiare davvero volto a questa italietta governata da beceri ladri e ridare fiato e onore a tutti coloro che sono stati traditi e impoveriti da anni di soprusi e di ruberie gigantesche.

E’ ora di rimettere in moto il comparto edilizio costruendo molte carceri per risolvere la nuova emergenza che si creerà con gli arresti di questi bifolchi, nonché per risolvere il problema degli affollamenti per il quale l’Europa ci multa e ci esorta a normalizzare i nostri luoghi di detenzione.

Noi speriamo in un cambiamento definitivo, limpido, con numeri indiscutibili, quello del successo dei cittadini puliti del M5S. Se ne sente assoluta necessità per ricominciare a sperare.


Grillo: “Se vinciamo le europee, a noi il governo del Paese e Napolitano a Cesano Boscone” - Ronzino scricchiola su tutto - Il pregiudicato attacca Shultz e i tedeschi sull’olocausto. Junker chiede le scuse del condannato - Niente “Amici” (par condicio), per il sindachino

 

Ormai sono tante le promesse astruse di Renzie e anche il Partito democristiano non gli dà più credito - In una intervista Grillo si dice pronto a formare un nuovo governo se il suo Movimento vincerà le europee e vorrebbe Napolitano, assieme al condannato, in quel di Cesano Boscone - La trasmissione “Amici” non invita l’enfant prodige per rispetto della legge sulla par condicio - Respinta la richiesta

di libertà per dell’Utri

 

Pian piano, ora quella formazione, ora quel gruppo di interesse, ora gli stessi parlamentari del Pd, si stanno rendendo conto che il presidente del Consiglio le spara troppo grosse e, soprattutto, i suoi diktat non piacciono più. Infatti, dopo che nei giorni scorsi il pregiudicato si è sfilato sulla questione del Senato (elettivo per il condannato), e molti dei suoi stessi deputati hanno aderito alla proposta Chiti, ora Renzie sembra più propenso a una riflessione sui suoi diktat e sulle sue scadenze: ora è aperto a piccole modifiche. Non è più ancorato nemmeno alla fatidica data del 25 maggio! Insomma, l’aria si fa pesante e le fandonie renziane i suoi accoliti non le ricevono più a scatola chiusa. Vogliono vederci chiaro. Soprattutto vogliono che assieme alle proposte ci sia anche da dove si prendono i soldi. Un po’ come le sparate dell’ex cavaliere circa gli 800 euro per le pensioni minime di cui dice di aver trovato le coperture. Dice lui.

Il pregiudicato, infatti, durante un suo show nella trasmissione della d’Urso, ha promesso di portare a 800 euro tutte le pensioni dicendo che per la copertura hanno già individuato la fonte di spesa. Oltre a favoleggiare sui club che si occuperebbero dei cani e dei gatti delle famiglie indigenti, cioè tutta l’Italia, la stessa che lui e i suoi amici hanno rovinato in venti anni di governo o di finte opposizioni. Insomma, uno show, appunto. Niente di più.

A proposito del condannato da ricordare che ieri si è lasciato andare dicendo frasi sconnesse all’indirizzo di Shultz a proposito dell’olocauto e dei tedeschi che, secondo l’ex cavaliere, non ammettono la storia negando che ci siano mai stati campi di sterminio nel loro Paese. Gli ha risposto stizzato il presidente Junker che lo ha invitato a porgere le scuse sia allo stesso Shultz sia a tutto il popolo tedesco. L’interessato ha risposto dicendosi amico con gli ebrei e aggiungendo la solita cantilena: è stato frainteso. I giornalisti, le agenzie, le tv, some sempre, non hanno giornalisti in grado di capire le sue dichiarazioni. Come sempre, appunto.

Un’altra intervista, questa sì, interessante, è quella rilasciata da Beppe Grillo nella quale il leader politico del Movimento 5 Stelle auspica di vincere le elezioni europee e subito dopo chiedere a Napolitano la guida di un governo a guida pentastellata, aggiungendo che, subito dopo anche il presidente della Repubblica dovrebbe essere dimissionato e mandato in quel di Cesano Boscone. Se mai, in compagnia del pregiudicato.

Ultima annotazione: Ronzino avrebbe dovuto partecipare a una trasmissione sulle reti del suo socio, anche lui condannato. Ma in giornata è giunto il veto della conduttrice che, per par condicio, ha disdettato l’invito spiegando che il diniego non deriva tanto dal fatto che Renzie sia il presidente del Consiglio ma è pur sempre il segretario di un partito di governo. Cioè, il Partito democristiano.

 

 

 

Ronzino continua a fare promesse elettorali (senza coperture), mentre il suo socio di Fi, ancora una volta, attacca i giudici - La Ue accelera l’approvazione di molti atti prima che eventuali euroscettici possano sconvolgere i loro piani - Una sede di troppo per l’Europarlamento

 

80 euro fino al 2015, queste le frottole che il nostro sindachino mena a destra e a manca. Noi siamo dell’avviso che siano bufale elettorali, contestate un po’ da tutti, eccetto i sindacati che, ancora una volta dividono il sociale fra chi lavora e chi no. Infatti, disoccupati, pensionati cassintegrati e compagnia bella, non vedranno un centesimo - La Chiesa contro i burocrati e gli stipendi da nababbi: grave monito dall’omelia durante la Via Crucis

 

Le europee si avvicinano e, proporzionalmente, aumentano le balle al vento del nostro presidente del Consiglio. Infatti, anche oggi, ne ha tirate fuori altre di stupide dichiarazioni ad effetto: i ministeri non potranno avere che 5 auto di servizio”, in maggio, quelli che guadagnano da 8 a 27 mila euro avranno sgravi Irpef che si attesteranno dai 40 agli 80 euro in proporzione ai redditi. Insomma, ancora una volta, si distinguono figli e figliastri. Per non parlare dei dirigenti dei sindacati che, noi pensiamo, negli anni, oltre a perdere credibilità e serietà, hanno smarrito anche la dignità loro e di quella dei loro rappresentati, vendendosi quei pochi neuroni rimasti. Infatti, la triade si è detta d’accordo con il provvedimento renziano auspicando che ora si pensi anche agli altri cittadini. Già, la non tanto nuova moda di Cgil, Cisl e Uil, è quella di viaggiare in ordine sparso e, soprattutto, dividere per imperare. E’ la solita storia. Una tristissima storia che avvilisce i cosiddetti lavoratori. Oggi quasi scomparsi grazie al loro assist ai governi di questi ultimi venti anni.

Vedremo se Morfeo firmerà l’ennesimo decreto senza copertura. Noi crediamo di sì. L’importante è non spaccare la nuova alleanza fra democristiani, Ncd e Fi del pregiudicato. Il tutto per far fuori il M5S, i cosiddetti “populisti” che noi, invece, stimiamo essere l’unica vera nuova alternativa al marciume crescente dell’italietta nostrana.

Il pregiudicato, intanto, torna ad attaccare i giudici nonostante la minaccia di quelli di Milano che, se si fosse verificata questa ipotesi, avrebbero revocato la concessione di scontare la pena presso un istituto per anziani. Vedremo se manterranno questa condizione e se revocheranno l’ordinanza di affidamento ai servizi sociali per una più comoda sistemazione presso la sua abitazione, cioè, gli arresti domiciliari.

All’Europarlamento ultima seduta fiume per l’approvazione di molti atti che imbriglino i nuovi parlamentari che saranno eletti fra un mesetto, visto il clima euroscettico diffuso in più Paesi della stessa Unione. Molti, negli anni scorsi, i tentativi di chiudere una delle due sedi, o Bruxelles o Strasburgo, ma senza successo per il veto della Francia. Vedremo se il nuovo parlamento europeo avrà questa forza e la determinazione per eliminare sprechi che si quantificano in circa 200 milioni di euro annui.

Sulle nomine dei giorni scorsi, niente da dire. I soliti nomi di amici, parenti, potentati economici da garantire, una girandola che serve soltanto come specchio per le allodole o per un popolo di idioti. Guadagneranno meno, forse, ma nulla cambierà per le gravi faccende del Paese. Il manuale Cencelli, anche questa volta, da democristiani doc, è stato rispettato. Ma tant’è, cosa ci si può aspettare da una classe politica come questa? Un governo, il terzo, di non eletti che legiferano in nome e per conto di un popolo di italioti stupidi e male informati, e molte volte comprati grazie alle varie e diffusissime mafie nostrane e internazionali? Del resto, l’ultima legge sul voto di scambio mafioso non ha visto i parlamentari della maggioranza uniti nel ridimensionamento delle pene contro la mafia a tal punto che nessuno potrà mai essere incarcerato?

 

 

 

Consulta: ormai i suoi ritardi sono sospetti. Un organismo di vecchi, lenti, distanti dalle necessità di individuare immediatamente i delinquenti di Stato e che invece dorme procurando danni ingentissimi al Paese - Il M5S dovrebbe intervenire con proposte serie e immediate!

 

Dell’Utri, e le sue sentenze per mafia, riaccendono il problema della tartaruga cosiddetta Consulta senza che nessuno muova foglia attorno a questo gigante addormentato che, con le sue tardive e sonnolente sentenze, consente a condannati e indagati di continuare a fare leggi per gli italiani. Una indecenza soltanto italica: si viene condannati a 7 anni ma se ne scontano soltanto tre, forse. Giustizia? No, una presa in giro. Abolire subito tutti gli sconti!

 

Ancora una volta, un condannato che, avendo sputo da qualche “amico” dell’imminente decisione della Consulta di confermare le sue sentenze, ha pensato bene di andarsene, prima, in Libano e di là spiccare il volo prima che lo rinchiudessero. Un po’ come accade per un altro pregiudicato che, nonostante una pesante condanna si è visto condonare ben 4 anni di galera e che ora deve scontarne soltanto uno per 4 ore alla settimana in una struttura sociale di sua scelta. Una barzelletta tutta italiana di cui ci si dovrebbe vergognare e che, invece, tutti si affannano a dimenticare chiedendo la ormai putrida agibilità politica. Di quale agibilità politica si vuole parlare? Visto che il condannato è stato privato anche dei diritti politici e dell’allontanamento dai pubblici uffici?

Chi perora queste scempiaggini dovrebbe essere incriminato e arrestato anche lui per raggiro fraudolento della buonafede pubblica. Il reato, forse, non esiste, ma se ne sente forte la necessità che venga inserito nel Codice penale.

Ancora una volta, dicevamo, la giustizia, la più alta fra tutte, quella Costituzionale, arriva con l’ennesimo ignobile ritardo a stabilire se un parlamentare, un ministro, un presidente di regione o un semplice amministratore della cosa pubblica, sia innocente o colpevole. Con buona pace per quello che, nei sette o più anni occorsi ai giudici, quell’uomo ha prodotto in nome e per conto del Popolo italiano. Una indecenza che fa rabbia e lascia sgomenti. Un organismo che è soltanto ridicolo e fuori da ogni tempo e logica. Che è fuori dalla stessa Costituzione di cui dovrebbe rispondere, per la ormai sospetta lungaggine. Per non parlare poi di quelle sentenze, per esempio la riduzione delle pensioni d’oro, delle quali è lecito dubitare che non ci siano stati interessi di Casta (magistratura) nel respingere le leggi approvate in Parlamento. Un contrasto di interessi che rasenta la stessa legittimità delle proprie decisioni. Che in qualche caso, è lecito pensarle di parte

Insomma se è sacrosanto il principio dell’indipendenza della magistratura dal potere politico, è anche vero che le leggi le fa il Parlamento. E allora basterebbe mettere mano anche a questo vulnus di una magistratura che non sa, o non vuole, organizzare al suo interno, autonomamente, corsie rapide per giudizi che sono urgentissimi alfine di normalizzare i lavori parlamentari, e di ogni ente pubblico, attraverso persone degne di svolgere quel ruolo perché “pulite”.

E’ per questi obiettivi che invitiamo i parlamentari del M5S a farsi interpreti di questa urgentissima esigenza e “suggerire” al terzo potere dello Stato, un adeguamento più rispondente alle reali necessità del Paese, assicurando un pronunciamento rapido ed esaustivo affinché nelle Camere, e nel Paese in generale, chi svolge il ruolo del legislatore sia riconosciuto come membro “onorevole”, cioè, scevro da ogni qualsivoglia macchia, da nessun procedimento a carico, da nessuna sentenza. Insomma, chi risulta indagato o condannato in uno qualsiasi dei gradi di giudizio, venga immediatamente rimosso da quel compito che deve garantire, invece, il massimo dell’onestà di chi confeziona le norme valide per tutti.

Naturalmente, è un consiglio che diamo a tutti gli uomini di buona volontà e, soprattutto, con una fedina penale candida. Come quella dei parlamentari a 5 Stelle, appunto, che invitiamo a presentare al più presto, ddl per l’abolizione di tutte le leggi ad personam e tutti gli sconti di pena, compresa una nuova legge sul conflitto di interessi!

 

 

 

Renzusconi, accompagnato dal guardiano del Fmi e della Bce Padoan, presenta il Def e scatena perplessità e critiche a non finire - La Consulta, con i soliti tempi rapidissimi (9 anni!), azzera la legge 40 - Il Senato approva l’accordo con la Francia per la Tav,

insorge il M5S

 

Pronte oltre 600 nomine che dovrebbero rispettare il criterio del non più di 3 mandati. Una ragnatela di consensi che senza dubbio è il frutto di accordi con il pregiudicato che domani saprà come scontare la pena. Al proposito, pensiamo che l’indiscrezione che vedrebbe il condannato “al lavoro” soltanto 6 ore alla settimana, connoterebbe questa pena come una ridicola e non credibile condanna che ci offende, una durissima pena, da lavoro forzato…

 

Dopo aver illustrato il suo Def, alla presenza del ministro Padoan, sceriffo della Bce e del Fmi, si sono aperte le polemiche attorno alle misure annunciate. C’è chi entra nel dettaglio perché lo ha letto stanotte, chi lo ha sfogliato appena ma ne dà già un giudizio negativo o viceversa. Il fatto è che quel documento prevede soldi che in effetti il governo prevede di trovare ma che non li ha materialmente. Infatti, una buona parte di questi euro dovrebbero tirarli fuori le banche, quelle stesse che hanno beneficiato dell’ormai triste decreto Imu-Bankitalia sotto il mirino della Bce e che anziché pagare il 12% di tasse, ora ne dovranno sborsare per il 26%. Le stesse banche che su questo punto si sono già dette riluttanti e parlano di patti non mantenuti da parte del governo. Altri risparmi sono previsti tagliando qua e là stipendi ai burocrati, ma non si capisce da quando, dai risparmi ipotetici di Senato e Province, insomma le solite annunciazioni renziane.

In Senato, intanto, oggi nuova scaramuccia fra i senatori pentastellati e il resto del mondo dopo l’approvazione dell’accordo stilato nel 2012 con la Francia e approvato oggi a maggioranza con il voto contrario del M5S. Dopo l’approvazione, infatti, dai banchi dei grillini sono partiti cori che intonavano “fuori la mafia dal governo” all’indirizzo della maggioranza. I commessi sono dovuti intervenire per evitare che alcuni senatori venissero alle mani. Nella stessa aula è stato dato parere favorevole alla richiesta della magistratura per l’uso delle registrazioni telefoniche fra Denis Verdini e Riccardo Fusi (grandi appalti, G8, Maddalena, mondiali di nuoto, 150 dell’Unità d’Italia ecc.), con 144 sì, 101 no e 4 astenuti.

Ma anche la Consulta non si è persa d’animo e ha battuto, ancora una volta un primato da Guinnes: ben 9 anni per fare fuori un’altra di quelle leggi che non si fanno in scienza e coscienza ma soltanto per sporchi e loschi interessi di bottega. Infatti, questo sveglio organismo oggi ha dichiarato incostituzionale la legge 40, quella sulla fecondazione omologa, che ha visto tantissimi italiani in cerca di figli, rivolgersi in Paesi lontani, pur di poter avere in altri stati quello che in Italia, una legge stupida aveva vietato. Lo abbiamo scritto più volte e lo ripetiamo: occorre che sulle leggi di una certa importanza e che può condizionare nel bene o nel male la vita di una società nel suo complesso, la Consulta non può e non deve dormire. Queste leggi devono avere una via preferenziale, se mai preventiva, per essere esaminate immediatamente ed evitare così che, dopo anni, quella stessa legge venga cancellata dopo aver fatto danni il più delle volte immani.

Sul tavolo di Renzusconi sono pronte 600 nomine e oggi è stato approvato un metodo che, pur non vincolante, dovrebbe cambiare la musica in fatto di boiardi di stato. Infatti, la linea guida per le nomine, da oggi, dovrebbe essere quella del punto fermo: massimo tre mandati. Già come se fossero pochi, mah. Comunque, tale linea non è vincolante per il governo. Naturalmente tremano già i vari Ad di Eni, Enel, Terna Finmeccanica e tanti altri enti. In bilico, grazie a un codicillo della norma approvata oggi e relativo al fatto che tutti devono essere puliti, non indagati, e che non abbiamo patteggiato alcuna pena, Scaroni, Conti, e molti altri. Naturalmente, le nomine negli enti sono state “trattate” con il pregiudicato che a proposito della Rai, per esempio, si  detto contrario a toccare il suo raccomandato Gubitosi.

Ma, come sappiamo, l’accordo che il nostro sindachino ha firmato con il condannato è segreto e chissà quali e quante altre sorprese ci riserva questo fantomatico documento. Documento di cui Brunetta ha più volte chiesto la trasparenza al detentore Verdini che ha sempre nicchiato con l’accordo del suo padrone.

 

 

 

Renzusconi sempre più in balia del pregiudicato: si rivedranno prima della decisione del tribunale di Milano per gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali - “Le riforme le faremo anche senza Fi”, dice la Boschi, ma il dissenso aumenta e le

europee sono vicine!

 

Si ripete il rito delle incompiute: tutte le riforme annunciate dal sindachino, dormono in attesa delle elezioni imminenti, sia europee, sia di molti comuni e regioni - Si continua a navigare senza una rotta, lanciando anatemi e ragion di stato inesistenti, conservando quell’onda favorevole che sembra calare ogni giorno di più in fatto di consensi, e fra le minacce, queste vere, di Brunetta che vuole l’Italicum per Pasqua, nonostante le critiche di Ainis e Rodotà

 

I dubbi e le reticente del pregiudicato, per quanto attiene all’eliminazione del Senato, ma non solo, aumentano di ora in ora e sembrano demolire senza se e senza ma le dichiarazioni del ministro Boschi che ha dichiarato che anche senza Fi, le riforme andranno avanti. Al limite, si ricorrerà al referendum confermativo. Attorno a queste ultime frasi estemporanee del ministro per i rapporti col Parlamento, molte le critiche piovute da destra e da manca, ma anche da illuminati giuristi e costituzionalisti di primo piano e da ampi settori della società civile.

Ma, a nostro giudizio, non c’è da aver fretta. Lo stesso Renzusconi non ha alcun interesse a spingere. Lui detta le date e le cose da fare con una scaletta da insegnate di elementari senza rendersi ben conto che una cosa è amministrare una città e un’altra un Paese che deve rappresentare sia all’interno di esso, sia all’estero. Insomma, continuiamo a credere, una cosa a lui non congeniale. Lacci e lacciuoli a lui indigesti e non congeniali alla sua forma mentis. Non a caso, tutti i suoi annunci sono stati soltanto lanciati ma poi messi in qualche cassetto in attesa di tempi migliori. O, meglio dire, in attesa di sciogliere i tanti mal di pancia creati non soltanto alla doppia alleanza, ma dentro lo stesso Pd.

A proposito, infatti, della riforma del Senato, o meglio dire, alla sua cancellazione, oggi il condannato ha detto che prima di giovedì 10, incontrerà nuovamente il suo portavoce, Ronzino, per esplicitargli il suo pensiero riveduto e corretto. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni del ministro Boschi che hanno fatto irritare non poco Brunetta & Co., fino a lanciare un ultimatum al sindachino: “O la legge elettorale si approva prima di Pasqua, o noi non ci stiamo più”. Parole grosse ma senza costrutto? Non lo sappiamo, ma quando un nano si arrabbia, noi pensiamo che sprigioni tutta la sua repressa voglia di prendersela con il mondo intero per la sua statura. Occhio!

Per quanto attiene, invece, alle molte riforme che Renzusconi ha annunciate, da rimarcare, ancora una volta, le critiche che due sere fa illustri invitati a “Beraglio mobile” di Mentana, hanno esternato senza peli sulla lingua. Civati, Romano e, soprattutto, Rodotà e Ainis. Molte perplessità e qualche stilettata all’indirizzo del presidente del Consiglio e delle sue “visioni” alquanto stupefacenti e troppo frettolose, che di fronte a un qualsiasi ostacolo potrebbero far sfracellare il manovratore.

Ma il giovane pare non voler accettare alcun consiglio esterno e dare seguito ai suoi sogni. E così, anche oggi, ne ha annunciate altre. L’eliminazione, oltre che del Cnel, di altre numerose cattedrali inutili e costose, Aci, Motorizzazione, Consorzi di bonifica e altro. Naturalmente, noi li consideraimo soltanto ulteriori annunci, niente di più.

A Renzusconi, come al suo predecessore, piace galleggiare tenendo tutto il sospeso, soprattutto la legge elettorale, che se approvata, darebbe la stura a ogni possibile scioglimento delle Camere e un chiarimento politico, in termini di voti, che noi riteniamo necessario e indispensabile per l’Italia. Ridare, finalmente al Paese, dei parlamentari legittimati da un voto e un governo non più nominato da Napolitano ma espressione delle forze politiche del Paese.

 

 

 

Beppe Grillo/Ronzino: “Per le sue false dichiarazioni andrebbe applicato il 416bis!” e conferma che, sull’euro promuoverà un referendum popolare per uscire o rimanere nella moneta unica - Fibrillazioni in Fi in vista di giovedì, quando il condannato sarà affidato ai sevizi sociali

 

I numerosi annunci e date che il sindachino continua a sciorinare in ogni occasione cominciano a stufare molti, in special modo Grillo, che da Napoli lo accusa di raccontare troppe balle agli italiani e che, in relazione agli impegni europei annuncia che oltre ai nove punti del proprio programma, si farà un referendum per scegliere democraticamente se rimanere nell’euro o uscirne - Grave, misterioso e inutile incontro fra Napolitano e il pregiudicato

 

Mentre il nostro sindachino continua a menare il can per l’aia dicendosi soddisfatto di quello che la sua pattuglia sta facendo e lui stesso, qua e là per le tv, sciorina gli ancora nebbiosi e inesistenti successi, da Napoli Grillo, dove si trova per la campagna elettorale europea del Movimento 5 Stelle, gli sferra un attacco come sempre veemente, duro ma che coglie nel segno e dà una visione ben definita di come il Movimento vede questa figura. Dice, infatti, Grillo, per ogni enunciazione, per ogni dichiarazione rilasciata alla stampa di regime e sovvenzionata dallo Stato, dovrebbe esserci un reato penale e comminato il massimo della pena possibilmente applicando il 416bis, un articolo del codice penale riservato ai mafiosi. Parole durissime accompagnate poi anche da una promessa inerente la campagna elettorale, cioè, quella di promuovere un referendum popolare per scegliere liberamente se rimanere nell’euro o uscirne. Quest’ultima affermazione, non tanto nuova invero, è naturalmente da aggiungersi all’eliminazione dalla Costituzione del pareggio di bilancio, alla cancellazione del cosiddetto Fiscal compact, Mes e via cantando.

Comunque, la squadra del Ronzino continua imperterrita a dimenarsi e vantare i suoi affondi che qua e là riescono a fare breccia soltanto sulle menti instabili. Infatti, lo stesso sindachino, incontrando i vari personaggi, sia europei, sia italiani, continua a raccontar loro le storielle relative ai provvedimenti annunciati e ancora in fase di “studio” senza mai dire da dove si attingerebbero le risorse. Le stesse che, a un normale cittadino, sembrano essere semplici. Eliminare senza se e senza ma, ogni ente inutile nel giro di 24 ore, tassare le rendite parassitarie, eliminare le Regioni, Riorganizzare con effetto immediato tutta la Sanità, centralizzare gli uffici di acquisto e di spesa, dimezzare i membri di Parlamento e Senato, eliminare tutte le cosiddette partecipate sia dello Stato, sia delle Regioni, delle Province  e dei Comuni. Ritornare, insomma, ai Comuni e alla responsabilità degli amministratori e dei cittadini inasprendo le pene per tutti i reati dei dipendenti pubblici di ogni grado e livello.

E mentre ogni giorno assistiamo a uno spettacolo ignobile per le tante bugie propinate agli italiani, si acuiscono le fibrillazioni in casa FI in vista di giovedì prossimo, giorno in cui il tribunale di competenza dovrà decidere cosa farne del pregiudicato. Se metterlo agli arresti domiciliari, cosa che noi auspichiamo, oppure, affidarlo ai cosiddetti servizi sociali. Il vademecum del condannato, in questo caso, contiene molte limitazioni, soprattutto all’Articolo VII che vieta al delinquente di “frequentare persone pregiudicate o tossicodipendenti ed evitarne anche gli ambienti”. Pertanto, ogni cittadino che viene a conoscenza di un incontro di tale natura, potrà chiedere al giudice la revoca della concessione alternativa e di conseguenza l’arresto definitivo. Una prospettiva che ci auguriamo si verifichi.

Da stigmatizzare, a questo proposito, l’incontro richiesto e ottenuto dal condannato con Napolitano. Un presidente che, secondo noi, anche in questa occasione, si è comportato non proprio correttamente a livello istituzionale. Lo avrebbe potuto incontrare come privato cittadino, non in veste di Capo dello Stato e nella sede di tutti gli italiani, il Quirinale. Misterioso l’incontro quanto i temi trattati. Anche se non occorre essere Cassandra per immaginare di cosa il pregiudicato abbia chiesto all’inquilino del Colle. Esplicito, infatti, il suo commento relativo agli accordi con Renzusconi, fatte oggi: “Se non si mantengono i patti, toglierò la fiducia al governo”. Di quali patti parla l’ex senatore condannato? Non si sono mai saputi! Sono segreti fra lui e il suo “figlio che avrebbe voluto”!

 

 

 

Troppe promesse: Ronzino nella bufera per le “sue” riforme farlocche. Sul Senato, Grasso si dice contrario. Per gli italiani, quelle intese con il condannato sono troppo sospette, interessate e “coperte” - Per attuarle ci vogliono eletti e non nominati! - Il M5S vola, +2,1%, vai sindachino!

 

Per realizzare il programma scaturito dall’incontro “segreto” con il pregiudicato, che noi giudichiamo “interessato”, gli italiani devono sapere che non possono approvarlo né questi parlamentari illegittimi, né il terzo presidente del Consiglio nominato - Per attuare cambiamenti così radicali, occorre la legittimazione del popolo e, perciò, elezioni al più presto. Le corse di questi cialtroni attaccati alle poltrone, generano il peggioramento delle nostre condizioni

 

In tutto il bailamme del progetto Ronzino-pregiudicato, arrivano le prime crepe di una certa entità. Grasso, infatti, si è dichiarato contrario all’eliminazione del Senato così come lo vorrebbe la strana coppia. Questa riforma non avrebbe mai i voti dei senatori, infatti. Ormai è evidentissimo che questo signore di Firenze, altri non è che il tromboncino del condannato e che le sue tante cose annunciate comincino ad incontrare scogli che a noi appaiono ogni giorno di più insormontabili. Del resto, occorre rendersi conto che gli accordi di cui si parla ormai da tempo, quelli con l’appiedato cavaliere, oltre ad essere sospetti, quelli conosciuti sono soltanto una piccola parte di un piano più complesso e che mortificherebbero la democrazia italiana.

Attorno a questa forsennata corsa e, soprattutto, alla blindatura di tutti i suoi progetti, però, c’è un problema di fondo. Nessuno degli ultimi tre presidenti del Consiglio sono stati eletti. E’ un vulnus costituzionale che si è verificato grazie alla connivenza e al placet di un presidente della Repubblica che per primo ha fatto strappi costituzionali gravissimi nonostante la Consulta abbia detto, in sintesi, che soprattutto il capo dello Stato abbia sbagliato apponendo la propria firma a una legge incostituzionale. Parliamo del cosiddetto Porcellum. E’ una fase complicata, difficile, troppo frettolosa, avulsa da ogni contesto parlamentare che un gruppetto di persone, chi non eletto, chi cacciato dalle istituzioni, altri con comportamenti carbonari, altri ancora come fans acefali, cercano di spingere al massimo incuranti degli sfracelli che gli stessi provvedimenti possono arrecare al Paese. L’importante è “vendere” il cambiamento e trarne onori futuri. Stendiamo, a tale proposito, anche un velo impietoso sulle parole della Serracchiani che, in illuminata da improvvisa scempiaggine ha ricordato a Grasso che lui è stato eletto dal Pd e che pertanto deve fare quello che decidono in segreteria, Lei, infatti, è una delle vicepresidenti di questo scellerato Partito democristiano. Sich!

In queste settimane abbiamo assistito alla presentazione di lunghi elenchi di cose da fare in pochissimi mesi. Per dirla con Crozza, l’unica cosa che il Ronzino ha centrato è la sequenza dei mesi, cioè ha dimostrato di sapere l’ordine della sequenza dei mesi dell’anno, per i contenuti, beh, lasciamo perdere…

A questi personaggi interessa soltanto essere in groppa sparandole grosse e arrivare alle elezioni europee per cercare di ottenere un consenso che noi crediamo non ci sarà. Non ci sarà perché troppe sono le nuvole che si addensano sul loro cammino, troppi di segreti di cui non si conoscono i contorni, troppe le “fantasie” politiche che hanno nella propria testolina.

La cosa più grave, comunque, a nostro avviso rimane il fatto che tutti questi personaggi, tutti, stanno “governando un Paese come il nostro senza averne titoli, né consenso popolare. Nessuno dei parlamentari, infatti, è legittimato a fare nulla se non quello di lasciare che il popolo si esprima al più presto con nuove e urgenti elezioni. Naturalmente, in primis, chiediamo che il Quirinale sia sgombrato al più presto da un presidente che, non dimentichiamolo, ha firmato di tutto e si è reso corresponsabile di gravissimi reati contro la Costituzione, compreso il suo conflitto di interesse contro la Procura di Palermo e inerente la trattativa fra Stato e mafia. Quella cosetta, nei tribunali, si chiama omertà, nei Parlamenti normali, alto tradimento.

E intanto, la nave va. A nostro parere va, ma a fondo. E le prime falle, piuttosto gravi, arrivano dal Senato. Infatti, è perlomeno da stupidi pensare che questi dovrebbero votare a favore di una legge che prevede il loro assassinio. Insomma si va a chiedere la pistola a colui che si vuole uccidere. Una cosa pazzesca che soltanto un certo “signori miei” poteva pensare. Ammesso che nella sua testolina ci siano neuroni sufficienti per pensare.

Ultima annotazione. Ogni volta che Ronzino attacca il Movimento di Grillo, questi ha un sussulto verso l’alto nella classifica dei vari istituti di sondaggio. Infatti, dopo l’ennesimo attacco di sabato, il Movimento 5 Stelle ha guadagnato il 2,1 dei consensi. Speriamo che il sindachino lo attacchi più frequentemente per la felicità di Beppe Grillo e degli italiani tutti.

 

 

 

Grillo: tutti appassionatamente a smentire il pasticcio dell’ambasciata inglese, ma c’è qualcuno che crede nella storiella dell’agenda? E Letta a che titolo era anche lui ospite, proprio in quel momento? Ma gli italiani li ritenete davvero dei cretini? - Gli ignobili

stipendi dei boiardi

Tutti i media e i moltissimi cosiddetti politicanti, danno una versione, sui fatti raccontati dal leader del M5S a Bersaglio mobile, con l’evidente obiettivo di demolire i consensi della prima forza politica italiana che ha tutti i numeri per vincere anche le europee - Le polemiche di Moretti riaprono i problemi sui manager pubblici che, pur in presenza di una riforma montiana dei loro guadagni, continuano a percepire somme che offendono la morale pubblica

 

Dopo le rivelazioni di Grillo, esplicitate durante la prima intervista televisiva andata in onda su La7 (Bersaglio mobile), a Mentana, e relative a un invito a pranzo avanzato dall’ambasciatore britannico, e nel quale, guarda caso, avrebbe dovuto partecipare anche Letta, tutti i media e i politici italiani si sono immediatamente, come sempre, coalizzati per “addomesticare” il gravissimo fatto politicamente scorretto. Cioè, che i giochini sulla sostituzione di Letta con il Ronzino, era cosa già fatta e decisa nelle segrete stanze dei bottoni, soprattutto nelle stanze del Quirinale.

E nonostante l’evidenza dei fatti, cioè la prova provata che il patto per il terzo governo alla guida del quale è stato chiamato un altro non eletto da nessuno e, condannato anche lui in primo grado, sia davanti agli occhi di tutti, i media e i nostri politici continuano a raccontarci balle. Tutti hanno espresso solidarietà all’ambasciatore che però non smentisce i fatti raccontati da Grillo, dice soltanto che qualcuno dell’ambasciata ha fatto confusione fra le date e gli orari degli invitati. Ma questa versione è ridicola, è soltanto un modo per giustificare, a posteriori, una manovra non andata a buon fine. Per smarcarsi, insomma.

Soltanto che, nell’affermare tutto ciò, l’ambasciata inglese non ha fatto che, oltre ad avvalorare le parole di Grillo, rendere ancor più veritiere le parole del leader del M5S. E in tutta questa vicenda, l’ennesima offensiva: lo stringersi a coorte dei partiti che le stanno mettendo insieme tutte pur di non far crescere i consensi dei pentastellati nelle prossime elezioni europee. Con grande spregio per le intelligenze degli italiani e degli europei che continuano a giudicare degli imbecilli, dei cretini.

Sul versante governativo, da sottolineare l’affaire dei boiardi di Stato che, in vista delle 350 nomine che a breve dovranno essere rinnovate, e dopo la polemica sui loro stipendi accesa da Moretti (Ferrovie), si è nuovamente infiammata. Infatti, questo signore, ex sindacato Cgil, assurto ai massimi livelli delle Fs italiane, uno dei tanti protetti dal sistema, ha dichiarato che, delle limitazioni al suo stipendio neanche se ne deve parlare. Che a lui 50.000 euro mensili non li deve toccare nessuno, che se fosse così, lui se ne va. Gli ha risposto il ministro Lupi, dicendogli che può anche andarsene.

Insomma, questi miracolati dalla politica, non hanno alcun ritegno, nessuna dignità, né moralità. Dei problemi del Paese se ne infischiano, delle difficoltà degli altri loro non vogliono sentir parlare. Loro vogliono conservare i loro stipendi e i loro “premi di risultato”! Già anche quando dopo la loro finissima opera offerta qua e là presiedendo società che perdono milioni di euro, alla fine del mandato e con le aziende decotte e rovinate grazie alla loro “professionalità” deleteria, vanno via con una barcata di altri milioni di euro di liquidazione. In una frase, anche loro pensano che gli italiani siano tutti imbecilli!

Ma le elezioni europee si avvicinano e, nonostante stiano cercando tutti di ostacolare il terzo incomodo politico italiano, il M5S, noi crediamo che questa forza politica raccoglierà tanti di quei consensi da tramortire, per la seconda volta, i compari che prima erano due, Pd e Pdl, e adesso sono in tre, con l’Ncd, ma tutti accomunati dalla paura di Grillo e di come il suo Movimento vuole cambiare il rapporto con l’Europa. Il cammino dei pentastellati è travolgente e in Europa altri partiti e movimenti antieuropeisti sono sorti e maturati in questi anni.

 In Europa, insomma, Grillo non sarà da solo…

 

 

 

Ronzino: a Bruxelles Barroso e Van Rompuy se la ridono, come fu per il pregiudicato fra Sarkozy e Merkel - I tagli di Cottarelli non piacciono al premier - A Milano altro scandalo per gli appalti dell’Expo con molti arresti - A Torino, contro Chiamparino, il M5S candida Davide Bono

 

Durante il suo discorso al Parlamento europeo i due si scambiano risatine ma il giovane va avanti imperterrito a elencare progetti e idee improbabili che stiano all’interno dei patti siglati e che saranno le linee guida del semestre italiano, mentre a Milano scoppia un ulteriore scandalo per consulenze milionarie - Il Movimento 5 Stelle, alla Regione Piemonte, contro Chiamparino, schiera il consigliere Bono

 

Mentre il nostro premier parlava al consesso europeo, si è ripetuta la scenetta che mise in ridicolo sia il pregiudicato, sia gli italiani tutti. Infatti, questa volta sono cambiati soltanto gli interpreti di quei sorrisi. Sono Barroso e Van Rumpuy. Ma il nostro Ronzino non si è lasciato intimorire e ha continuato a sciorinare il suo elenco di cose che si prefigge di fare nel semestre di presidenza italiana di quell’Europa delle banche e dei grandi industriali non solo europei. Le menzogne di Renzi? Quelle di garantire ai pescecani il rispetto di tutti i trattati che i nostri governanti, negli anni, hanno firmato in nome e per nostro conto senza che ci fosse stato chiesto un parere, se mai con un referendum. Naturalmente in questo “rispetto” ci sarebbe anche il fiscal compact, quella cosetta da circa 50 miliardi all’anno che qualche demente ha firmato recentemente.

Viene da ridere se non fosse che c’è da piangere forte per l’inettitudine dei nostri cosiddetti politici che, dopo aver ridotto la nostra nazione alla povertà e alla derisione da parte di moltissimi Paesi esteri, dopo aver abbassato la nostra onorabilità, la nostra dignità, oggi litigano per trovare ora un milione, ora un miliardo, ora poche centinaia di migliaia di euro.

Come sta succedendo con la lista della spesa presentata dal kapò Cottarelli, ex Fmi ed ex Bce, messo a controllarci come si fa con i monelli e con gli spendaccioni. Bene, quella lista al Ronzino non piace e a tale proposito ha tenuto a dichiarare che i tagli li fa la politica e non il tecnico controllore. Così, percossi e attoniti, gli italiani aspettano di sapere dove il nostro giovane taglierà per trovare i dieci miliardi di cui parla, parla, parla, senza mai dire quale sarà esattamente la copertura. Una storiella che si ripete da sempre. Si fanno leggi, decreti e decretini senza la copertuta finanziaria, come semplici slogan, spot pubblicitari in vista di qualche elezione. E alle porte ci sono quelle europee…, appunto. Staremo a vedere.

E mentre il premier parlava a quelli d’Europa, se mai di come vuole aggredire la corruzione, esplodeva un ulteriore scandalo legato all’Expo milanese. Oggi, infatti, sono stati arrestati una decina di persone, fra le quali l’ex vicesindaco di Rimini, De Sio, e Rognoni, uomo di fiducia di Maroni, per le solite consulenze facili e milionarie. Una ennesima figura di m…

Anche a Torino, dove il fulminato Cota, leghista, ha fiducia dell’ultimo giudizio in relazione allo scioglimento del Consiglio regionale, continuano le polemiche e le dichiarazioni ora a favore di Bresso, ora di un cavallo di razza zoppa, Chiamparino. Una persona non rottamata dal suo suo nuovo protettore segretario del Partito democristiano e tenace fiancheggiatore della Tav. Per farli cessare di esistere, il M5S schiererà il giovane consigliere regionale, Davide Bono, alla presidenza della Regione Piemonte. Uno dei pochi che, durante i consigli regionali accusò Cota degli sprechi e degli abusi (mutande verdi, viaggi camuffati da incontri istituzionali e via cantando), ricevendone spintoni e qualche schiaffo. I fatti, poi, gli hanno dato ragione!

 

 

 

Il Pd si accorge che gli F35 sono inaffidabili e inutili. Quando i grillini si opposero, loro votarono a favore (Monti, Letta) - Il pregiudicato disarcionato - Ronzino, sui tagli dice che spetta alla politica individuare come e dove risparmiare - Nulla contro la corruzione e chi ruba

 

Si continua a parlare di ridimensionamento della spesa pubblica senza intaccare i moltissimi enti inutili, veri e propri serbatoi di consensi. Camusso avverte che reprimere ancora di più l’occupazione è pericoloso. Se arriveranno nelle tasche dei lavoratori e pensionati soldi in più, forse, si rimetteranno in moto i consumi che hanno raggiunto livelli preoccupanti - Intanto, Genovese, Pd, ruba 6 milioni e, forse, la Camera darà l’autorizzazione all’arresto

 

Quando fu portato un attacco, da parte del Movimento 5 Stelle, all’acquisto degli F35, tutti si strinsero a coorte attorno ai favorevoli a quella spesa. Ora che siamo alla frutta e non sanno dove prendere soldi, anche il Pd si accorge che, in fondo, questi aerei sono inaffidabili, dispendiosi, costosi da mantenere, non redditizi dal punto di vista dell’incremento occupazionale che deriverebbe per il montaggio delle ali in  Italia (Cameri). Insomma, un dissanguamento delle nostre casse che si poteva evitare sul nascere. Già, perché comunque, nel frattempo abbiamo speso tantissimi euro grazie all’inettitudine dei nostri cosiddetti governanti, gentaglia prezzolata e chiacchierata a più non posso non soltanto in Italia ma anche fuori dei confini.

Ronzino, intervenendo oggi alla Camera ha detto che i tagli ipotizzati dal guardiano Cottarelli (ex Fmi, ex Bce, ecc.), saranno studiati e definiti dalla politica. Il finissimo politico improvvisatosi premier grazie a un nugolo di faccendieri che hanno trovato il lui il loro trombone acefalo, ha concluso questa comparsata affermando che non si può immaginare che il fiscalista di una famiglia decida se tagliare la palestra o la scuola, oppure se risparmiare nella quarta settimana del mese. Deve essere la politica a farlo. Siamo a posto!

Sul versante che interessa il pregiudicato, invece, oltre alla conferma da parte della Consulta dell’inibizione dai pubblici uffici per due anni, oggi è rimasto disarcionato. Infatti, si è autosospeso dal titolo di cavaliere. Beh, tanto, per legge, sarebbe stato cacciato lo stesso. Naturalmente, i suoi accoliti hanno subito gridato allo scandalo di una giustizia ingiusta con il loro leader dimenticando che anche la Ue aveva recentemente dato lo stesso responso a prescindere dalla sentenza della Consulta.

Il Pd, udite, udite, oggi ha dichiarato che, per quanto attiene alla richiesta di arresto per il deputato Genovese, inoltrata dai giudici e arrivata in commissione per le autorizzazioni a procedere, loro, il Partito democristiano, voteranno a favore! Ma come? Alcuni li salvano e altri li condannano? Loro che sono garantisti a fasi alterne, a seconda dell’umidità dell’aria, della nebbia, della neve? Gli stessi che hanno salvato la Cancellieri, e altri compari, oggi anticipano la loro sentenza di colpevolezza nei confronti del loro amico Genovese? Un nome che è tutto un programma!

 

 

 

Ronzino dalla Merkel: “rispetteremo tutti gli accordi” (anche il fiscal compact), mentre Cottarelli indica tagli per 5 miliardi. L’Europa è un tranello per molti e un affare per pochi. Ha ragione Grillo: una volta vinta l’elezione di maggio, deve cambiare tutto!

 

Tornato dal tour europeo con il solito pugno di mosche, il nostro cosiddetto premier deve rifare i conti e trovare i soldi per le riforme annunciate ma senza copertura. Si comincia a pensare di dimezzare gli impegni per gli F35 ma è soltanto una goccia in un mare di debiti e di sprechi dove nessuno ha l’onestà di usare la mano pesante per i troppi interessi lobbistici - Il taglio di 100 auto blu? Un esempio stupido, soltanto uno spot, uno dei tanti! Ridicolo…

 

In Italia, ormai, è diventato uno sport nazionale quello di spararle grosse, così grosse da rimanere ammutoliti. Cominciò il pregiudicato con il milione di posti di lavoro e il suo contratto con gli italioti. Oggi, abbiamo un sindachino assurto con tradimenti vari alla massima carica di governo che, in casa racconta palle, all’estero anche, sapendo di mentire. Almeno lo speriamo perché, altrimenti, dovremmo pensare che questo personaggio, ha assoluto di bisogno di un Tso urgentissimo. Infatti, durante il suo giro turistico in Europa, di propositi piuttosto evanescenti ne ha illustrati a iosa. Con Holland ha intavolato una ipotetica intesa per rilanciare l’occupazione in Europa. Un’occupazione che gli stessi partner hanno depresso con premeditazione e per arricchire sempre più i loro idoli che si chiamano grandi potentati economici e industriali, mentre con la Merkel lo scolaretto ha tenuto subito a rassicurare la Germania che l’Italia rispetterà tutti gli accordi firmati da una classe politica becera, scellerata e acefala. Politici da processare al più presto.

Il nostro supervisore ex Fmi ed ex Bce, Cottarelli, controllore per conto dei potenti dei nostri conti pubblici, il nostro insegnante, insomma, che risponde agli appetiti di terzi e non degli italiani, oggi ha presentato un suo modo di risparmiare circa 5 miliardi di euro tagliando 85mila posti pubblici, una riduzione delle forze di polizia, un taglio alla Difesa, bloccare tutti i turnover della Pa, e via cantando. Per individuare questi tagli e contribuire allo sfracello ulteriore del tessuto sociale italiano, sarebbe bastato un semplice padre di famiglia, una mamma che deve far quadrare i conti famigliari, un qualsiasi ragioniere di una sperduta campagna del profondo sud o nord, che non devono avere una visione generale del Paese ma soltanto della loro casa. Certamente, non un titolato come il signor Cottarelli. Ma poi, chi è costui? Chi lo ha nominato? Non abbiamo già un ministro delle Finanze? E’ un eletto dal popolo? Che c…o ci fa nelle stanze dei bottoni? Chi gli ha dato le deleghe?

Se si riescono a trovare 5 miliardi tagliando i posti di lavoro, come pensano queste aquile di crearne di nuovi? Se si riescono a trovare 5 miliardi con 85mila posti di lavoro in meno e altrettanti disoccupati in giro, facendo una proporzione rapidissima, per il fiscal compact dell’anno prossimo, come pensano di fare, tagliando ancora un milione di posti di lavoro? Abbiamo dei geni e non ci eravamo accorti…, oppure è ora di prenderli a calci nel sedere?

In Europa la fibrillazione aumenta di giorno in giorno ed è proporzionale ai giorni che mancano alle elezioni europee. Infatti, la grandissima paura dei potenti è soltanto una: il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. E’ questa la formazione politica che può scompaginare i loro piani di sfruttamento dei cittadini europei a favore delle lobby, è questa la spina nel fianco che richiede la massima coesione per non farla contare sui tavoli europei.

Infatti, questo Movimento ha già espresso da tempo, e a chiare lettere che, se dovesse vincere questa competizione elettorale, in Europa cambierà tutto. Proprio tutto. Si prevede, infatti, di rivedere e ritrattare tutti gli accordi fin qui firmati dai vari Stati, la validità della moneta unica, il rapporto di sovranità nazionale che, così com’è è un insulto alla libertà tanto decantata in Europa, e all’autodeterminazione che gli stessi trattati hanno calpestato e annullato. Insomma, una Comunità europea e non un’Unione di banchieri e lobbisti che hanno ridotto i cittadini europei in veri e propri sudditi senza voce, né dignità.

Per questi, e tanti altri motivi, noi siamo con il M5S e con Grillo. Affinché queste nuove forze, pur inesperte, ma oneste, possano ridare sorriso e dignità a tutti i cittadini a cui questa classe politica ghiottona e affamata li hanno precipitati. Auguri grillini!

 

 

 

Passa l’Italicum grazie ai due compari condannati e al pugno duro con i loro deputati - Molti quelli che dicono di voler fare la guerra al Senato: mentono? - Le responsabilità della Consulta che dovrebbe dare un parere preventivo sulle leggi e non a posteriori

e con ritardi biblici

 

Dopo l’approvazione alla Camera, Ronzino sciorina le prossime mosse che contemplano una riduzione dell’Irpef dalle buste paga di chi guadagna fino a 1500 euro mensili, il 10% in meno per le imprese in relazione all’Irap, la vendita di 100 auto blu e delle case pubbliche, una cedolare secca che si abbassa al 10% e, scadenzate di mese in mese, le riforme della Pa, risparmi dalle Forze dell’ordine, la riforma della giustizia e tanto ancora

 

Così, una legge che sostituisce il triste Porcellum e che è molto peggiore di quella, ha passato il vaglio di una Camera “controllata” dai due boss. Renzusconi e il pregiudicato se la ridono e il primo si lancia immediatamente a inveire contro i suoi stessi amici di partito, quella formazione democristiana alla quale ascrivere questo primo successo. Infatti, alle elucubrazioni del sindachino, sparate a destra e a manca, ha dovuto rispondergli Bersani che lo ha rassicurato e invitato a ringraziare tutto il partito. Nessuno ha guffato contro il Ronzino. Se mai sono state posizioni trasversali, soprattutto donne, che per un momento hanno dato seri grattacapo all’enfant prodige. Comunque, dicevamo, oggi i due compari e un altro indagato, Verdini, se la ridono. Gli italiani, ancora una volta, sono stati ignorati, le loro volontà disprezzate, la Consulta aggirata.

Sull’onda di questo mezzo successo, quello di una legge ignobile, peggiore di quella che la Consulta ha bocciato, noi pensiamo che la Corte dovrebbe cambiare urgentissimamente le sue regole. Cioè, su leggi fondamentali per la democrazia del Paese, va varata una via preferenziale e immediata che preventivamente dia un parere di costituzionalità ai provvedimenti in modo che non si debba intervenire a posteriori, e dopo anni, per la verifica di costituzionalità delle leggi suddette.

Insomma, la Consulta va riformata di corsa, da domani! O questi signori si mettono a lavorare alacremente e danno pareri celeri su alcune leggi fondamentali, oppure vanno cacciati. In fondo anche loro, come tutti, non sono intangibili. Devono fare di più e devono farlo in fretta. I guasti prodotti dal loro sopire per ben 8 anni, prima che si esprimessero sul Porcellum, ha determinato squassi nella società italiana che noi riteniamo incalcolabili. Il Porcellum ha creato la mentalità, appunto in otto lunghissimi anni, che in Italia si può governare con condannati al governo, con pregiudicati nelle stanze dei bottoni, con leggi che sono state confezionate ad hoc per la loro sopravvivenza al potere. Tanto, prima che la Consulta si svegli, c’è tempo, tanto tempo…, tantissimo!

Anche questa legge, l’Italicum, voluta da Ronzino e il pregiudicato e messa a punto con l’aiuto di Verdini (altro elemento che, a nostro parere, non dovrebbe essere parlamentare), conserva in sé tutti i difetti della prima con sprezzo sia di chi vuole tornare alle preferenze, sia della Corte medesima che, per il momento, ne riceve uno schiaffo.

Così, sull’entusiasmo di questo primo responso della Camera, e in attesa della votazione del Senato, il giovane si spinge forse troppo oltre. Infatti, ha parlato immediatamente di una sua vittoria personale contro chi voleva affossarlo e metterlo fuori gioco, ha detto che ora si affronteranno, ancora una volta mese per mese, molte riforme. A cominciare dai risparmi che si possono ottenere tagliando 100 auto blu, vendendo il patrimonio immobiliare pubblico, abbassando la cedolare secca per far emergere gli affitti in nero, tagliando l’Irpef di chi guadagna fino a € 1500 mensili in modo da ritrovarsi in busta paga circa 80 euro in più, tagliando l’Irap alle imprese, mettendo mano a una riorganizzazione della Pa e agli stipendi dei manager pubblici, alla riforma della giustizia. Già quella voluta dal pregiudicato. Forse perché spera attraverso questo rimescolamento di carte, di trarne dei vantaggi personali. Per esempio la cancellazione della sua condanna, o la non menzione, o una qualsiasi “invenzione” che la riabiliti.

Vedremo presto se questi intenti potranno essere portati a compimento. Già dalle prime battute al Senato. Dove, a detta di molte deputate e senatrici, saranno ripresentati molti emendamenti, soprattutto, quelli sulla parità di genere. Già, delle preferenze, ormai, nessuno se ne ricorda più.

Intanto, Cottarelli, ex Fmi, tutore della Bce e della Merkel, autorizzato a controllarci senza che nessuno abbia avuto uno scatto di orgoglio, ha detto che si potranno risparmiare, nell’anno in corso, altri 3 miliardi di euro. Insomma, stanno venendo fuori tanti di quei soldi che si stenta a crederci. Forse sono dei sognatori oppure altri glieli avevano nascosti sia a Monti, sia a Letta. Ma non al Ronzino.

 

 

Rinviato a lunedì l’Italicum, 100 parlamentari donne

vogliono che ci sia parità nelle liste - Ora Renzusconi dice che ci sono buchi nei conti di Letta, Saccomanni lo smentisce. Soldi solo alle famiglie, e il Pd si spacca - Grillo, forse è una provocazione, parla di macroregioni

 

I problemi di questo governicchio aumentano giorno per giorno, ora qualcuno vuole far credere che, nell’eventualità di una nuova manovra, la colpa sarebbe di Letta - La Confindustria vuole che i 10 miliardi devono essere sgravi per le aziende, Ronzino li vuole in busta paga per lavoratori e pensionati. Naturalmente, il Partito democristiano non sa che fare e si divide - Grillo spariglia le carte: macroregioni. E trova subito la Lega d’accordo

 

Sacrosanta la battaglia che un nugolo di parlamentari donne, trasversali ai partiti, stanno conducendo affinché l’Italicum preveda la parità di genere nelle liste. Una presa di posizione oltre che legittima, finalmente seria, almeno così a noi pare. C’è un neo, però, anche in questa pur giusta battaglia: queste donne non mettono in discussione le preferenze, l’incostituzionalità di questa ennesima legge che noi riteniamo una copia riveduta e corretta del Porcellum, ma vogliono la garanzia dai segretari che loro siano elette. In ultima analisi, garantirsi la poltrona. Questa è la pura verità. Insomma, la loro battaglia sarebbe più incisiva che soltanto si rendessero conto che anche questa legge è a rischio cancellazione da parte della Consulta. E proprio su questo punto, pur condividendo la loro battaglia, noi invitiamo queste signore a rispettare in primis i dettati costituzionali e l’interpretazione della sentenza della Corte. Sul versante del governo, da registrare la volontà di Renzino di ridistribuire un po’ di reddito nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati. Infatti, la sua proposta è quella di dare 10 miliardi di sgravi Irpef nelle buste paga per stimolare gli acquista e rimetter in moto il comparto produttivo. La Confindustria, invece, vorrebbe che quei soldi fossero dati alle aziende.

Il Partito democristiano, naturalmente, su questo dilemma si è diviso e, per il momento, non sa che pesci prendere. E in questo ennesimo bailamme spunta una frase sibillina che, forse, nasconde la volontà di mettere a punto una nuova stangata, una manovrina fuori programma. Infatti, il premier ha affermato che i conti dello Stato presentati da Letta sono falsati. Insomma, nascondono buchi vistosi. Naturalmente, Saccomanni si è subito ribellato dicendo che il giovane dice balle, che i conti sono a posto e che le considerazioni di Renzusconi sono false e tendenziose. Inutili e dannose.

Grillo, da parte sua, ieri nel suo post ha annunciato di essere favorevole al rivoluzionamento della Carta costituzionale parlando di macroregioni. Insomma, il leader del Movimento 5 Stelle ipotizza delle grandi aree che facciano da sé, tanti staterelli, ognuno per sé, con propri parlamenti. Non più un’Italia unita. La lega si dice subito d’accordo, naturalmente. Noi, onestamente, non riteniamo sia questa la soluzione per un’Italia allo sfascio. L’obiettivo è quello di riformare lo Stato in tutte le sue parti cacciando via, e processando, tutti coloro i quali ci hanno portato fin qui, ritrattando con l’Europa tutti i trattati, favorendo un referendum popolare, senza quorum, che dica con chiarezza se rimanere nel vortice deleterio dell’euro o no, ricostruire una coscienza nuova, aggredire la corruzione e le mafie, e tante, tante altre cosette che prevedano punizioni più severe per chi sbaglia.

Vedremo da domani cosa succederà alla Camera su questo provvedimento che, ripetiamo, per noi è da scartare per incostituzionalità palese.

 

 

 

Al governo molti indagati. Ma, non ce n’erano di “puliti” fra i 60milioni di italiani? - L’Italicum, anticostituzionale, alla Camera - Si dimette Gentile. Il M5S, Lega e Sel presenteranno sfiducia per tutti i ministri e sottosegretari indagati o in

conflitto di interessi

 

Pur sapendo, Renzusconi ha nominato qualche delinquente. Dunque, non è una svista dei premier, ma una precisa volontà. In Parlamento il difficilissimo cammino della legge elettorale che viene contestata da alcuni partiti e che escluderebbe il Senato dalla stessa con il placet del pregiudicato. Processo Tav: una condanna pesante per Grillo: 4 mesi e €100 di multa. Mentre nel governo e nel Parlamento ci sono indagati e condannati

 

Il Ronzino, comincia a essere già in declino: da centrodestra e da Fi, ma anche dallo stesso Partito democristiano, bordate a fiumi minano l’immagine del ragazzo condottiero, il rottamatore che non ha rottamato un bel nulla, lo show man che pensa di essere in una delle trasmissioni televisive alle quali partecipò alcuni anni orsono. Gli emendamenti presentati da alcuni esponenti del Partito democristiano, infatti, sono stati ritirati dopo l’accordo che il premier ha raggiunto con il condannato che, pur con grande disappunto, ha abbozzato. Su questa legge messa su fra un sindaco e un pregiudicato noi abbiamo più volte espresso duri giudizi. Restiamo di questo avviso. Infatti, con l’eccezione di questa ultima trovata, quella che varrebbe soltanto per la Camera, per noi rimane una legge anticostituzionale che non ottempera alla sentenza della Consulta dove sono espliciti i richiami affinché il premio di maggioranza sia rivisto al ribasso e, soprattutto, si dia il diritto agli elettori di scegliersi i propri parlamentari. Insomma, nessuna lista preparata dai segretari di partito. Renzi fa il finto tonto, i giornali nicchiano e nascondono la verità sull’argomento, le televisioni anche, i vari talk show e i loro ospiti sembrano arrivare da Marte e parlano di stupidaggini stratosferiche senza mai sfiorare il problema. E quando, incidentalmente, lo fanno, si sbracciano a glorificare una legge attraverso la quale poter essere rimessi in lista dal loro capo. E’ un’indecenza la quale dovrebbe essere all’attenzione del capo dello Stato che, invece, si tiene alla larga in silenzio. Ma anche la Consulta non scherza in fatto di latitanza. Pur essendo a conoscenza di cosa si stia discutendo alla Camera, nessun ammonimento preventivo, nessun “consiglio”, nessuna raccomandazione.

Sul versante della composizione del governo, dopo le dimissioni di Gentile i guai non sembrano essere finiti. Infatti, Lega, M5S, Sel e alcuni altri deputati e senatori, stanno studiando un fronte comune per presentare mozioni di sfiducia per quei ministri e sottosegretari che hanno pendenze con la giustizia o che hanno palesi e gravi conflitti di interessi.

Continua, all’interno del M5S la diatriba sulle espulsioni o le dimissioni in qualche caso volontarie, di alcuni senatori ai quali sembrerebbe accodarsi uno sparuto numero di deputati. Persone sfiduciate da Grillo e Casaleggio e che hanno l’intenzione di creare un gruppo a sé stante. Nel peggiore dei casi dovranno aderire al gruppo misto.

Quello che ci lascia perplessi è che questi signori, anziché dimettersi e tornare a casa, si dimettono dal gruppo del M5S. Cioè, non danno un seguito credibile alle loro giustificazioni. Infatti, se un parlamentare prende atto che il suo partito o movimento che sia, lo ha sfiduciato con un atto ufficiale, lo stesso non può assolutamente rappresentare quella forza che lo ha cacciato. E’ ridicolo. La dignità di ognuno detterebbe alla propria coscienza di rinnegare i principi e la filosofia, nonché la linea politica di quel movimento per la quale sono divenuti senatori o deputati. Insomma, a noi viene il dubbio che le giustificazioni che ognuno di loro argomenta malamente, non siano veritiere. Sono parlamentari che oggi, esprimono dubbi, perplessità, contrarietà politica, propensione a tradire il mandato ricevuto da quasi 9milioni di elettori, per conservare la poltroncina famosa e, soprattutto, alla luce di questa stupida e furbesca scelta, preservarsi tutto lo stipendio.

Perché i soldi fanno comodo a tutti, in special modo a coloro che, prima di essere catapultati dalla strada al Parlamento, non se la passavano troppo bene. Naturalmente, parliamo di alcuni di loro.

Le espulsioni rimangono un fatto gravissimo, ovunque ciò si determinino. Nessuno parla delle espulsioni che in silenzio avvengono negli altri schieramenti, Si parla molto, invece, di quanto accade in casa del M5S perché questa è la formazione che fa paura alla vecchia e stantìa politica. Il Movimento di Beppe Grillo, dovrebbe ritrovare la propria unità attorno ai programmi e ai temi cari a tutti gli aderenti, promuovendo un convegno che dia un minimo di organizzazione a livello regionale e provinciale affinché nessuno possa più speculare sulle notizie frammentarie come i fantomatici comunicati dei meetup sparsi qua e là in tutta la penisola e non sempre limpidi. Occorre eliminare ogni ulteriore mossa che dia il fianco e motivo di inficiare una forza politica arrivata prima alle elezioni dell’anno scorso. Un assetto migliore che dia all’esterno sia l’immagine di una ricomposizione delle diatribe, sia un migliore biglietto da visita che riconquisti coloro i quali, nel frattempo, hanno raffreddato i loro entusiasmi.

Da encomiare, infine, Beppe Grillo che, pur di aiutare i No Tav ed essere in prima linea in loro difesa, si è visto appioppare 4 mesi e €100 di multa per un sigillo “staccato dal vento” che proibiva l’ingresso a chi l’aveva costruito perché sotto sequestro della Magistratura. Noi riteniamo questa condanna un insulto all’intelligenza umana. Ecco, questi parlamentari dovrebbero avere i coglioni di Grillo prima di mettere in dubbio la linea politica del M5S!

 

 

 

Renzie, dopo equilibrismi, nomina 35 sottosegretari e 9 viceministri - Varato nuovo Dm salva Roma con i soliti sconti per il Vaticano - Boldrini sospende per 25 sedute una ventina di Grillini mentre a Dambrosio ne infligge soltanto 15 - Bankitalia: la Ue contesta il decreto

 

Dopo la minaccia di Marino di fermare la capitale da domenica, il fiorentino ha avuto uno scambio di vedute piuttosto acceso con il sindaco di Roma e alla fine tutto sembra essere rientrato nella norma. La Ue mette sotto accusa il decreto Imu-Bankitalia perché intravvede nello stesso “aiuto di Stato” alle banche. Esattamente quello che denunciarono rumorosamente i grillini e oggetto della ghigliottina

da parte di Boldrini

 

Dopo le minacce lanciate dal sindaco di Roma al governo che ieri ha ritirato il decreto salva Roma affossato dalla Camera e già bocciato da Napolitano, Renzie si è risentito per i toni forti usati dal primo cittadino della capitale che, dopo una riunione piuttosto accesa, ha salutato con favore l’intesa raggiunta col capo del governo. In giornata, infatti, il Cdm ha varato il nuovo decreto che prevede l’innalzamento della tassa sulla casa escludendo terreni e quelle proprietà ecclesiali previste dai Patti Lateranensi. Insomma, il solito regalo alla chiesa da parte dei democratici cristiani e a scapito dei cittadini italiani.

Lo stesso consiglio dei ministri ha varato le nomine di ben 35 sottosegretari e 9 viceministri che andranno a completare la squadra di governo. Naturalmente, le nomine hanno avuto un iter non proprio idilliaco in quanto occorreva accontentare tutte le componenti che, come nel passato, giocano al rialzo senza badare a spese. Quelle le pagano sempre i cittadini. Molti coloro i quali, si dentro il Pd, sia negli altri gruppi che compongono la maggioranza, sono rimasti a bocca asciutta e molto delusi. Alcuni, furiosi. Ma anche questa partira è stata chiusa e il giovane si è detto soddisfatto del lavoro fatto.

Dall’Unione europea, però, arriva una grana imprevista per lui che non ne ha alcuna responsabilità. Lui non c’era al governo. Lui, però, era segretario del partito che esprimeva il governo. Infatti, la Ue contesta il decreto convertito in legge chiamato Imu-Bankitalia. Già proprio quello che ha visto la signora Boldrini porre in atto, per la prima volta nella storia della Repubblica, la ghigliottina. Una robetta antidemocratica che è vergognoso soltanto il pensare che negli lunghi anni addietro, nessuno ha mai cancellato quale norma anticostituzionale. Comunque, in sintesi, la Ue contesta al governo italiano quel decreto perché nella rivalutazione del capitale di Bankitalia si individuerebbe un palese aiuto di Stato a favore delle banche.

Proprio quello che i rappresentanti del M5S avevano contestato a gran voce e a forti toni e che aveva suscitato una bagarre non proprio edificante in Parlamento, finita con spintoni e schiaffi a una deputata grillina e, infine, la mannaia da parte della presidente che, in quella occasione, riteniamo non abbia brillato in fatto di democrazia e del rispetto delle libertà costituzionali che deve garantire a tutti i parlamentari.

Per non parlare delle sanzioni che proprio oggi sono state rese note e relative a quell’episodio. Sospensioni che, visti i risvolti europei che quel decreto ha avuto, appaiono soltanto ridicoli. Coloro che hanno approvato quel decreto dovrebbero oggi porre delle scuse ai deputati del Movimento 5 Stelle ed elogiarli per la loro lungimiranza.

 

 

 

 “Buffone!”, l’aggettivo più usato dai dimostranti che hanno accolto a Treviso Renzusconi nella sua prima uscita ufficiale - Bufera nel M5S per l’espulsione di quattro senatori dissidenti, che assicurano: “ce ne sono altri pronti a lasciare” - 350 nomine pronte sul

tavolo di Renzie

 

Sempre più impervio il cammino del premier che vede crescere i suoi problemi sia a Treviso, sia per alcuni ministri che non appaiono compatibili con il ruolo che gli ha assegnato il giovane che, comunque, con le nomine che in tanti enti sono alle porte, potrà allargare il suo consenso attraverso la scelta di suoi fedelissimi in posti chiave che producono i soliti consensi - Grillo e Casaleggio, dopo le espulsioni,

nell’occhio del ciclone

 

Durante la sua visita in quel di Treviso, il fiorentino ha trovato molte persone ad attenderlo per gridargli a pieni polmoni “buffone” e altri insulti, soprattutto per i suoi tradimenti nei confronti di Letta, ma anche per il suo scarsissimo senso dell’onore e della parola data che lui medesimo ha tradito con una disinvoltura becera e con l’aiuto della sua combriccola che si chiama direzione del Partito democristiano.

Sul fronte governativo, non accennano a placarsi le polemiche attorno ad alcuni ministri che appaiono, oltre che inadeguati, in palesi conflitti di interessi e, per alcuni versi, posti in ruoli non rispondenti alla professionalità che gli stessi richiederebbero. Non ultimo, anche quello de ministro Madia che, fra pochi mesi diventerà mamma e mal si dovrebbe conciliare quel ruolo con quello istituzionale. Almeno, in termini di impegno ministeriale.

E mentre per il giovane i problemi sono appena iniziati, e sono tanti, ecco una provvidenza che dovrebbe aiutarlo ad allargare la sua ragnatela di consensi in modo gratuito e per grazia divina. Infatti, sul suo tavolo sono giacenti ben 350 nomine di altrettanti cosiddetti boiardi di stato. Una manna che gli consente di piazzare i suoi amici dietro il paravento del forte rinnovamento necessario e che dia un segno di cambiamento. Tutte frottole dei soliti stereotipi da politicanti per nascondere i piani di rafforzamento della propria onnipotenza e del piazzamento in posti di potere e di incetta di consensi in grado di soddisfare la propria sete di potere che, nel caso di Renzusconi, è unica.

Intanto, nel M5S, dopo le votazione on line che ha dato la stura per espellere i quattro senatori dissidenti, molti sono i meetup che dissentono da questa decisione che viene messa in discussione soprattutto per la mancanza di controllo. Infatti, chi detiene il server, cioè la Casaleggio & associati, non consente a nessuno di verificare se non ci siano state manipolazioni sia per questo ultimo sondaggio, sia per tutti  i precedenti consulti. Questa notte, inoltre, alcuni hacker hanno nuovamente violato il sito di Casaleggio proprio per dimostrare, ancora una volta, come questi metodi di consultazioni non siano e non possono essere affidabili. Se possiamo fare un invito al duo che “governano” il Movimento, consigliamo di fare un chiarimento allargato a tutti gli attivisti d’Italia, affinché queste epurazioni possano essere evitate e nel contempo, non creare, involontariamente, “fieno” pronto a essere mietuto da altri. Per esempio una terza stampella a Renzie, oltre a quella naturale del Ncd, e a quella variabile del pregiudicato.

 

 

 

Renzusconi al Senato: 169-139, quattro voti in meno di Letta - Il compare Verdini si complimenta - Oggi, replica alla Camera

 

Un discorso pieno di promesse e di tempi di attuazione che soltanto una grande coalizione alla tedesca potrebbe in qualche modo garantire. Rinnovato il suo giudizio sull’Italicum con il quale si vuole neutralizzare il Movimento 5 Stelle. Infatti, se nessun partito dovesse ricorrere alle primarie, non avremmo di nuovo dei nominati? E’ una legge per il Pd, Ncd e Fi, o una riforma elettorale che deve riguardare il Paese, e non le fazioni oggi in campo?

 

Dopo un lungo discorso nel quale sono prevalse le enunciazioni e le promesse che nel giro di pochi mesi dovrebbero portare il Paese a modificare profondamente il sistema governo-istituzioni, dopo non aver battuto ciglio sui neo ministri Poletti e Guidi che, a nostro parere, hanno evidenti e gravi conflitti di interesse, e non sono i soli, fra uno sbadiglio e l’altro il giovane ottiene la fiducia. Una fiducia che però è già un campanello d’allarme. Infatti, i voti favorevoli sono stati 169, quattro meno di quelli che ottenne il suo predecessore, mentre quelli contrari sono stati 139. Insomma, da subito dopo il voto di fiducia della Camera, in onda oggi, Renzusconi ha promesso che, nel giro di 3 mesi metterà mano a tutte le riforme che il pregiudicato gli ha dettate e blindate.

Oggi, intanto, ha dichiarato che ci saranno da subito lo sblocco per il pagamento dei debiti della Pa, il taglio del cuneo fiscale pari a 10miliardi, il ritorno del bonus per l’università e, fra l’altro, la riforma della giustizia. Cosette, insomma.

Noi continuiamo a nutrire forti e pesanti dubbi sulle capacità di questo giovanotto che, abituato a governare Firenze con una opposizione inesistente, pensa di trasferire lo stesso metodo nella fossa dei leoni. E questa forza, naturalmente, non gliela infonde il Partito di riferimento, cioè la Democrazia cristiana, ma l’amico pregiudicato che lui ha voluto in qualche modo rilegittimare. Non a caso, dopo il discorso, il primo a complimentarsi con lui, è stato l’indagato Verdini.

Oggi, inoltre, si è aggiunto un mal di pancia previsto ma non con tale virulenza. C’è agitazione, infatti, attorno alla lista dei 46 sottosegretari. Si rinnoverà un rito già tristemente famoso visto ogni volta che si forma un nuovo governo. Questa volta c’è in ballo non tanto la loro professionalità o specificità, ma il loro peso politico unitamente all’età che, come sappiamo, Renzusconi vorrebbe soprattutto giovani.

Aspettiamo gli esiti della Camera dove Renzie può contare, grazie a una legge scellerata ma fuori legge, in una larghissima maggioranza.

 

 

 

Renzusconi è in sella ma il cavallo comincia a imbizzarrirsi. Infatti, il pregiudicato parla di elezioni - Il rito della campanella dimostra la stizza di Letta e l’imbarazzo del giovane - Governo giovane, ma con lievi cambiamenti rispetto ai ministeri chiave - Siamo per le elezioni subito!

 

Nonostante le belle speranze, la squadra appare del tutto inadeguata e, da subito, chiacchierata. Il protettore di Renzie, il condannato, si sfila e comincia a parlare di elezioni - Barroso dice che gli antieuropeisti fanno paura

 

Dopo il giuramento il governo è operativo. Già, il sindachino è saltato in groppa ma il cavallo comincia a dare segni di nervosismo. A cominciare dal rito della campanella durante il quale Letta e Renzie non si sono guardati per nulla e che, dopo alcuni secondi, sia Mauro, sia Letta, si sono subito dileguati. Un brutto segno, un segno di guerra sopito ma vivo sotto la cenere. Infatti, oltre a non sembrare un rinnovamento, nel senso del nuovo assoluto, questo è senza dubbio un governo fotocopia con ministeri chiave occupati comunque dalla vecchia guardia. Come i Lupi, Alfano, Lorenzin, ecc, con la sola esclusione di Quagliariello. Da notare che uno dei ministeri di peso, quello della Sanità, un dicastero che “governa” oltre 100 miliardi l’anno, dove si realizzano i sogni degli amici degli amici, dove girano fiumi di denaro, un settore che recentemente ha visto tagliare la testa a un ministro che, pur essendo titolare di un altro ministero, in Campania si occupava di bar e di nomine nell’ambito della Sanità pubblica, è rimasto alla signora Lorenzin, con buona pace di coloro che speravano in un cambiamento radicale.

Un ministro certamente nuovo agli allocchi, è Padoan. Questo signore è stato imposto dai poteri forti sia italiani, sia europei. Infatti, se si pensa alle quasi tre ore che Renzie ha impiegato per risolvere questa posizione, è legittimo pensare che le telefonate verso l’Europa, e precisamente con Barroso e Draghi, non siano state per nulla serene. Insomma, dopo tanti proclami, ecco un personaggio a cui non si poteva dire di no. Un ulteriore controllore voluto dall’Europa, oltre a Cottarelli, affinché gli scolaretti italiani non sbaglino i conti. Quelli che stanno a cuore alla Merkel, a Barroso, a Lagarde, a Holland e compagnia bella.

Per dirla in breve, questo signore fiorentino, se fosse stato “pesato” prima, molto tempo prima, non avrebbe mai fatto neanche l’impiegato comunale di uno sperduto e piccolo paesello dell’Aspromonte. Invece, grazie ai tanti stolti e ai finti Pd che lo hanno votato nelle primarie, si è ritrovato prima segretario della Dc, poi, sempre per battaglie fra democristiani, presidente del Consiglio. Una parabola ascendente che fa riflettere molti sulla congruità della persona e sull’intelligenza di coloro i quali lo hanno elevato a questi ruoli.

Che dire. Noi siamo convinti che, viste le prime avvisaglie del suo più forte alleato, il condannato, non andrà molto lontano. Noi siamo con Beppe Grillo che da tempo, dopo la sentenza della Consulta, chiede di andare al voto. E che voto sia!

 

 

 

Dopo 2 ore e 40’, nasce il governo Renzie, Napolitano si augura che duri ma non mette la mano sul fuoco

 

Otto donne e altrettanti uomini. Padoan, garantisce i poteri forti, Bonino e Mauro silurati, perde la vicepresidenza Alfano, confermati Lupi e Lorenzin - Saremo ancora sudditi dell’Europa - Domani il giuramento

 

Dopo lunga gestazione nello studio di Napolitano, Renzie esce e presenta la sua squadra. Naturalmente, il ministro dell’Economia non lo ha scelto lui ma la troika che senza dubbio gli ha chiesto di garantire i diktat sia della Merkel, sia dei poteri forti che da sempre impone i propri desiderata ai Paesi europei, compreso il nostro.

Nella squadra manca il nome di Gratteri che qualcuno aveva indicato come l’eventuale ministro della giustizia. Lo hanno impallinato dietro “suggerimento” del pregiudicato. Infatti, mentre Renzie pensava a un ministro magistrato, altri hanno imposto un “garantista”. Garantista nel senso che per loro, fino al terzo grado di giudizio di abbandonare le cariche manco se ne parla.

Bonino su tutte le furie per la mancata comunicazione che lei non sarebbe più stata ministro degli Esteri. Ma non è il solo nome cancellato dalla nuova lista. Anche Mauro è stato messo da parte. Al suo posto ci va una donna, Roberta Pinotti. Poi, per altri versi, è un Letta bis.

Napolitano, forse alla sua ultima presentazione, ha voluto rimarcare che mentre il presidente incaricato svolgeva freneticamente il suo lavoro e telefonava a dritta e a manca, lui svolgeva le sue solite incombenze istituzionali. A rimarcare, forse, una malcelata irritazione per alcuni nomi che lui aveva caldeggiato e che Renzie, invece, ha scartato. Ha aggiunto, infine, che si augura che il governo duri ma che non mette la mano sul fuoco.

E di castagne sul fuoco Renzusconi ne ha tante da sbucciare. Sono quelle che da oltre venti anni si sono accumulate grazie alla politica di destra e sinistra e che ha visto crescere, sotto i governi a guida pregiudicato, il nostro debito pubblico per 557miliardi di euro e una disoccupazione unica in Europa.

Staremo a vedere. Domani il giuramento dal capo dello Stato.

 

 

 

Renzusconi incontra l’ex senatore che gli dice: “vai avanti tu che a me viene da ridere” pensando all’utile idiota che lo ha resuscitato - Beppe Grillo, che non lo avrebbe mai incontrato, dopo le consultazioni in rete, vede il giovane e lo zittisce

 

Un match, quello andato in onda oggi, fra il leader del M5S e il nominato dal re Giorgio per formare un governo. “Non abbiamo tempo da perdere con te. E’ finita, caro”. Grillo attacca il giovane sulle alleanze che ha stretto con il pregiudicato e non concede la parola al presidente incaricato che alla fine, comunque, stringe la mano all’ex comico

 

Che Grillo non volesse avere nulla a che fare con Renzie lo si sapeva da tempo. Lo aveva ripetuto in tutte le salse. Poi, ieri, dal pomeriggio alle ore 22, ha deciso di interpellare la rete sul quesito: incontrare o no il presidente incaricato? E la rete, per pochissimi voti di scarto, ha optato per il sì. Lui, ligio al risultato del sondaggio, oggi si è presentato a Palazzo Chigi accompagnato dai due capigruppo di Camera e Senato. E’ stato un faccia a faccia a volte duro, a volte con scambi di cortesie. Un approccio che, naturalmente, non ha prodotto alcun risultato se non quello di aver dato la possibilità a Grillo di ribadire che con questa accozzaglia, il M5S non vuole avere alcun contatto, tanto meno ricercare accordi.

"Io non ti faccio parlare, non sono democratico con voi. Non abbiamo tempo da perdere per te. È finita caro" è il saluto di Grillo. "Buona giornata, è stato un piacere vederti", e Renzie gli stringe la mano. Dura dieci minuti il summit tra il premier incaricato e il leader del Movimento 5 stelle.
Un batti e ribatti che si è trasformato da subito in un comizio a favore di Beppe Grillo e del suo Movimento che da sempre ha ribadito: con questi partiti nessun accordo, devono andare a casa tutti e ai politici gli faremo il polito metro!

"Sono venuto a dimostrarti la nostra totale indignazione per quello che rappresenti: noi siamo coerenti tu non sei credibile. Tu sei una persona buona, però rappresenti un potere marcio. Noi faremo degli errori, ma siamo coerenti. Noi non prendiamo soldi e i nostri parlamentari hanno creato un fondo per aiutare le Pmi" ha infierito Grillo. Renzie ha balbettato: "Non è il trailer del tuo show, non so se sei in difficoltà sulla prevendita e se mai ti do una mano. Questo non è Sanremo. Esci da questo blog".

"Sei qui perché il tuo popolo sul tuo blog ti ha detto che dovevi venire quando tu avevi detto il contrario", ha affermato Renzie. Grillo ha risposto: "Se era per me non sarei mai venuto. Abbiamo votato e siamo qui perché abbiamo un principio di democrazia. Ma non avevo una scaletta di punti perché non mi interessa colloquiare democraticamente con un sistema che voglio eliminare".

Il segretario del Pd aveva accolto Grillo chiarendo: "Noi non vi chiediamo alcun accordo, non siamo a chiedervi il voto di fiducia". A questa affermazione, la replica di Grillo è stata sferzante e ironica: "Mi stai spiazzando per questa gentilezza, non mi chiedi nulla? Allora, perché siamo venuti?".

E’ finito in questo modo un confronto che, crediamo, tutti e due sapevano che non avrebbe prodotto un bel nulla.

Uscendo dalla sala dei Cavalieri dove era assiepata la stampa, Grillo ha arringato anche i giornalisti.  "Metà programma di Renzie è un copia-incolla di quello del Movimento 5 Stelle. Non è un problema di programma ma di chi vanta questo programma: non avendo credibilità. Non hanno capito dove stiamo andando".

Grillo, infatti, rivendica il ruolo di opposizione del M5S: "Hanno scoperto una cosa che non pensavano esistesse, l'opposizione. Chi si aspettava di più dal M5S, ha sbagliato a votarci".

Un ruolo importantissimo, dimenticato dal Pd per vent’anni nei quali sono stati soci del pregiudicato dimenticandosi che in questo modo davano la stura per la rinascita della Democrazia cristiana. Una politica tanto imbecille che oggi li vede al lumicino e assolutamente soccombenti rispetto ai democristiani che da tempo si sono piazzati qua e là sia nel governo, sia nei vari consigli d’amministrazione.

 

 

 

Ronzino riceve l’incarico dal re e annuncia una riforma al mese mentre in Calabria cominciano a venire fuori i brogli e l’incetta di voti a suo favore - Entro sabato il governo, che continuano a chiamare di centrosinistra e invece e a guida Dc, con il placet della troika europea

 

Ed ecco in sella un novello condannato in primo grado, non eletto da nessuno, che dovrebbe miracolare il Paese e appianare le divergenze fra le tante anime agitate che siedono in Parlamento, anche loro nominati da 5 segretari di partito, senza averne alcuna legittimazione - Renzusconi formerà il governo con l’aiuto “costruttivo” del pregiudicato e con altri soggetti di destra con buona pace degli imbecilli del cosiddetto Pd

 

Il re Giorgio ha chiamato al Colle Ronzino e gli ha conferito l’incarico per la formazione del governo. E’ cominciata da subito, per l’ex sindaco di Firenze, la ricerca affannosa per la formazione sia della squadra di governo, sia per la stesura di un programma che dovrebbe avere l’ambizione di essere un progetto valido fino al termine della legislatura. Durata che ci permettiamo di dubitare, visti i nodi politici presenti e passati e le varie sfumature di grigio, che sono evidenti e alla ribalta ogni giorno.

Renzusconi ha annunciato che entro febbraio vuole che si approvi l’Italicum, a marzo si affronti il problema lavoro, ad aprile le riforme istituzionali. Un sogno! Infatti, da anni, altri hanno promesso queste cosette e non le hanno fatte per interessi incrociati. Noi crediamo che anche il novello capo troverà sulla sua strada buche e imboscate di vario genere che non gli consentiranno di portare a compimento il suo disegno. Un programma che, senza prendersi in giro, lo può realizzare soltanto un governo che abbia ottenuto un fortissimo consenso popolare e non un’ulteriore accozzaglia di interessi incrociati e disomogeneo come quella che si è realizzata a partire da Monti, e poi, Letta, e oggi il fenomeno fiorentino.

Un fenomeno che, senza alcuna legittimazione del voto, come gli altri due premier, ma con la forza del milione e 600mila voti ottenuti alle primarie, crede di poter risolvere qualche problema italiano. Noi non lo crediamo. Infatti, se è vero che la troika ha caldeggiato il Ronzino, che Blair ha dato il suo placet e via dicendo, è anche vero che questo governo nasce già suddito dei voleri di quella stessa combriccola che governa l’Europa rispondendo in primis ai bisogni delle grandi gole, cioè dei poteri forti.

Da considerare, inoltre, che appena il giovane ha ricevuto l’incarico da altre parti del Paese cominciano ad affiorare scandali per quanto attiene alla compravendita di voti. In Calabria, a Diamante. Cuperlo ha denunciato questi brogli, a Salerno con De Luca, e in tante altre sezioni del Pd. Oggi vengono fuori atteggiamenti e comportamenti non proprio esemplari. Ricordiamo che però, la direzione del Pd, nonostante di questi presunti brogli se ne fosse parlato in abbondanza durante le primarie, alla fine dei congressi aveva dichiarato che tutto si era svolto nella massima trasparenza e che i congressi, escluso qualche rarissima eccezione, erano da considerare validi e corretti. Sich!

Intanto il giovane è alle prese con la formazione del governo e, soprattutto, con gli appetiti soliti dei compari. Lui si dice fiducioso e assicura che entro sabato presenterà la squadra degli aggiustatori. Noi crediamo che anche questo “bravo” ragazzo non riuscirà a concludere granché, aggravando ancora una volta la situazione soltanto per soddisfare la sua sete di ambizione smisurata. Una ambizione che il re ha voluto assecondare infischiandosene dei veri bisogni degli italiani.

Loro, i compari, si dicono contrari al voto e il re li ha assecondati. Loro, quelli non eletti, impongono le formazioni più disarticolate pur di non andare al voto e mantenere i loro stipendi. Così, in Italia, per la terza volta, avremo un governo di nominati, alcuni direttamente dalla troika, che per soddisfare le manie di grandezza di Renzusconi, affosseranno ancora un pochino, gli italiani. Mah…, giudicate voi! Noi siamo con Grillo, elezioni subito!

Re Giorgio chiama i suoi compari per la comparsata di rito - M5S e Lega si negano. Beppe Grillo e i parlamentari pentastellati manifestano il loro disappunto in piazza, con la gente - La troika europea, naturalmente, appoggia Renzusconi - Nomina non immediata

 

Un pregiudicato condannato a 7 anni di reclusione e bandito dai pubblici uffici per 3 anni, per il fatto di aver fondato un partito, rientra nei giochi grazie a un presidente della Repubblica che gli concede di presentarsi al suo cospetto. Una vergogna e un’offesa per tutti gli italiani, un vero e proprio insulto - Più passano i giorni e più le questioni si ingarbugliano per il sindaco. Ncd e Sc, all’assalto per le poltrone,

alzano i loro prezzi

 

Oggi Napolitano ha ricevuto i partiti per le consultazioni di rito. Ha cominciato dai partitini, frutto di liste appositamente costituite per appoggiare ora il Pdl, ora, il Pd qua e là nel Paese. Gli stessi che il sindaco, con la sua legge elettorale, impallinerà per sempre e ai quali chiede il voto per farla passare. Insomma, l’assassino che chiede la pistola a colui il quale vuole uccidere. Comunque, rito o non rito, per la prima volta nella storia della Repubblica, due formazioni politiche, il Movimento 5 Stelle e la Lega, in polemica con il Quirinale, non si sono presentati. Beppe Grillo ha spiegato che questa farsa era da evitare, che il suo Movimento non si sarebbe fatto prendere per i fondelli da un presidente che ha già ottenuto gli accordi necessari per garantire e spianare la strada a un altro fenomeno, il terzo, che si vede catapultato alla presidenza del Consiglio senza avere né arte, né parte.

Insomma, senza essersi sottoposto al giudizio degli elettori, e senza un programma già definito in ogni sua parte, ivi compresa la lista dei ministri. E’ stata una cosetta fra amici più che a livello istituzionale. I leghisti, dal canto loro, hanno declinato l’invito perché avrebbero voluto parlare con il capo dello Stato di ripresa economica, di lavoro, di aiuti alle imprese e via cantando, e non essere coinvolti, ancora una volta, in una rito di insediamento di un ennesimo signore miracolato da re Giorgio. Un presidente che anche in questa occasione ha mancato, a nostro avviso, ai dettami costituzionali. Noi crediamo che sarebbe stata buona norma prendere atto delle dimissioni di Letta e dare l’incarico a qualcuno che, seguendo i dettami costituzionali, doveva esplorare se in Parlamento c’erano forza sufficienti per creare un nuovo governo. In caso contrario, avrebbe dovuto indire, senza se e senza ma, nuove elezioni.

Ma re Giorgio è un europeista “convinto” e mai avrebbe fatto una cosa senza il consenso dei suoi amici dei poteri sovrannazionali. Del resto lo stesso enfant prodige ha senza dubbio chiesto e ottenuto il placet della troika per silurare Letta e proporsi come nuovo autista.

Cos’, mentre la direzione del Pd mandava letta a casa e osannava il sindaco, quello che rimane del Pd è allo sbando e già cominciano a susseguirsi notizie e rigurgiti relative a una probabile rivolta non soltanto di qualche dirigente come Civati, ma di iscritti che qua e là nel Paese non hanno gradito la svolta. Cioè, non hanno gradito che la nuova Dc li abbia asfaltati. Beh, se questi sono i dirigenti, cosa si poteva aspettarsi da cotanti geni!

Concludendo, i partiti oggi sono saliti al Colle e hanno dichiarato la loro disponibilità ad appoggiare un governo guidato da non si sa chi, con un inesistente programma, con una compagine di governo tutta da scrivere. Una cosetta strabiliante, non trovate?

 

 

 

Renzi fa fuori Letta che oggi si dimette - E’ il terzo governo di re Giorgio - Le colpe della Magistratura che, se per i reati dei politici avesse una via preferenziale celere, forse, avrebbe evitato che si avesse un altro condannato in primo grado, e non eletto, alla guida del Paese

 

Un affare a tre, fra il capo dello Stato, Letta e Renzi, si è concluso, renzusconi guiderà Palazzo Chigi con il terzo placet del re - Si ripeterà anche per il nuovo premier quanto è già accaduto per il pregiudicato? - Perché non mettere in piedi una pool che esamini in fretta tutti i gradi di giudizio degli eventuali condannati in modo da sbarrare la strada ai possibili delinquenti?

 

Dopo mesi di schermaglie, a volte amichevoli, altre virulente, ecco compiuto il disegno di un signore che, dopo aver vinto un congresso che tutto il Partito democristiano ritiene essersi svolto regolarmente, ma che noi riteniamo truccato in molti casi con la compravendita delle tessere e dei voti, ieri, con un vero e proprio colpo di mano studiato ad hoc per silurare l’altro democristiano, si vede aperta la strada, con il beneplacito di Napolitano, verso Palazzo Chigi.

Così, l’Italia avrà alla sua guida un altro condannato in primo grado per danno erariale, cioè un altro personaggio in attesa dei due altri processi a suo carico. E se anche questi due processi si dovessero concludere con la sua condanna definitiva, avremmo di nuovo un capo del governo che sarebbe cacciato dalle stanze dei bottoni. Naturalmente, i grandi tromboni della democrazia, tranne Beppe Grillo e alcuni altri, ora non suonano più quelle note stonate che a tratti ricordavano come non fosse possibile tollerare oltre la nomina dei governi, oltre a quella dei parlamentari. Ricordiamo, infatti, che oltre a un Parlamento di nominati, questa è la terza volta che re Giorgio nomina anche il governo.

La Magistratura, a nostro modo di vedere, ha delle grandissime colpe. A cominciare dalla Consulta che, per stabilire se una norma è anticostituzionale impiega otto anni, per stabilire se in Piemonte le elezioni fossero state truccate ne impiega quatto, e via cantando. Per i probabili reati politici, questa istituzione deve immediatamente creare un pool che nel giro di poche settimane possa concludere i tre gradi di giudizio per costoro e restituire l’onorabilità o meno a coloro i quali siano indagati e processati nei vari gradi di giudizio fino alla sentenza definitiva. E’ il solo mezzo che garantirebbe una giustizia vera e compiuta con la quale assicurare l’integrità morale e penale di chiunque svolga ruoli politici in ogni ordine e grado della rappresentanza pubblica del Paese.

E i cittadini? Gli italiani, avvitati e sconvolti dalla povertà in cui i politici li hanno precipitati, non hanno più né la voglia, né la forza di una qualsiasi reazione. Nonostante i tre governi nominati da re Giorgio, non hanno la forza di chiedere che questo teatrino finisca e si vada alle elezioni di corsa. Senza se e senza giustificazioni di sorta. E’ la Costituzione che prevede questo ricorso al voto. Infatti, i governi nascono in Parlamento e se in questa assise non è possibile crearne uno, il capo dello Stato scioglie il Parlamento e indice nuove elezioni. Questo recita la Costituzione. Quella che Napolitano sta violando da tempo!

 

 

 

Ma che Italia è questa? La nuova Dc decide la staffetta tra Letta e il renzino e tutti affossano l’mpeachment di Napolitano, il re - Gravissimo che tutti i compari stiano in silenzio e si dicono d’accordo: su cosa? L’Italia è allo sbando e loro pensano alle poltrone! - Elezioni subito!

 

Per l’ennesima volta il re Giorgio stringe accordi privati per conto degli italiani, tradendo la Costituzione, e favorendo l’ascesa della novella Democrazia cristiana – Gli unici a dissentire rumorosamente sono i grillini che ora raccoglieranno le firme per riproporre la messa in stato d’accusa di questo ex comunista oggi

inquilino del Quirinale

 

Dopo l’archiviazione della richiesta di impeachment del nostro capo dello Stato, a cura della commissione, il Movimento 5 Stelle raccoglierà le firme per riproporre l’argomento prossimamente. Naturalmente, noi prendiamo atto che attorno al presidente della Repubblica si sono stretti a coorte tutti quelli della Casta, cioè, coloro che considerano il potere come “Cosa loro”, un termine molto simile a “Cosa nostra”. E così, nonostante le rivelazioni ultime scritte in un libro di Alan Friedman, dal quale si evince il come il nostro presidente re Giorgio, si comporti da monarca in una repubblica democratica, la richiesta di messa sotto accusa del Movimento di Grillo, pur suffragata da molti argomenti documentati, passa in silenzio, anzi, viene letteralmente annullata con un voto dell’apposita commissione. Naturalmente.

Ieri, lo stesso capitano della squadra di governo, Napolitano, ha incontrato Letta e Renzi per una ennesima consultazione fra amici. I due Dc, forse, andranno allo scontro per stabilire se è ora che il primo vada a casa e subentri, ripetiamo, subentri, il fiorentino alla guida del Paese. Una cosetta fra amici, dicevamo, perché in altri contesti, il capo dello Stato avrebbe sondato i partiti per capire se poteva essere formato un nuovo governo e, in caso di impossibilità, mandare tutti a casa e indire nuove elezioni.

Invece no. Si deve far di tutto per garantire che la nuova Dc possa riprendere in mano le redini del governo grazie a lui, il vecchio comunista migliorista, re Giorgio.

Noi, comunque, crediamo che questa ennesima scelta scellerata di Napolitano, sarà la tomba per il fiorentino, un po’ come quello che accadde per D’Alema. Anzi ce lo auguriamo Per il bene del Paese. Un’Italia che è allo stremo e che è costretta ad assistere a queste sceneggiate di bassissima lega dove ormai, bande di affaristi, lobbysti, cinici e lugubri personaggi, si contendono la leadership per resistere e insistere al comando della barca che però sta affondando da tempo.

Naturalmente, ad appoggiare questo ennesimo “colpo di stato morbido” sono stati subito riattivati i vecchi tromboni, a cominciare dall’ex direttore di Repubblica, Scalfari, che questa sera sarà in onda su una delle televisioni del potere, La7. Insomma, tutti, appassionatamente, attorno a un novo corso, quello della Dc!

 

 

 

Letta vedrà il suo capo Napolitano, Renzi: bene - C’era un piano del Quirinale, per mandare a casa il pregiudicato, fin dall’estate 2011 - L’ira di Fi e la riproposizione dell’impeacement del M5S - Mandare a casa tutti, a partire dal capo dello

Stato - Elezioni subito!!!

 

Non passa giorno che non si scopra un ennesimo scandalo. Oggi tocca, come ormai da un po’, di nuovo a Napolitano. Un ulteriore suo ruolo anticostituzionale messo a segno con la nomina del suo amico Monti - Il M5S aggiusta il tiro e trova sponde più numerose per la messa in stato di accusa dell’inquilino del Quirinale - Ma, siamo stanchi di soprusi e questi scandali, o no? - E’ ora che gli italiani votino per un Parlamento di eletti!

 

Per i giornalisti, i continui e sempre più gravi scandali che, ogni ora, scuotono il mondo politico ed economico di questa povera Italia, sono linfa e manna vitale per la loro sopravvivenza. Compresi i finanziamenti che il potere politico non ha mai pensato di cancellare. Ma che il popolo italiano sia stufo e che si accinga a prendere iniziative più incisive per far cessare questo sfracello, forse, non ci si accorge, ma il rischio c’è ed è immenso.

Un libro scritto da un economista internazionale noto, Alan Friedman, oggi svela alcuni retroscena della cacciata del caimano con attore protagonista, ancora una volta, il nostro amato Napolitano. La notizia non è stata smentita da nessuno degli interessati e interpellati. Naturalmente, anche Monti non ha smentito e ha aggiunto che in questa prassi, seguita dal suo amico presidente della Repubblica, non ci vede nulla di strano. Insomma, re Giorgio non avrebbe fatto nulla contro l’applicazione della Costituzione. Noi la pensiamo in modo diverso. Avvalora, questo atteggiamento, la tesi dell’impeachment con la quale il M5S chiede la messa in stato di accusa del capo dello Stato. Ma non solo il Movimento di Beppe Grillo. Infatti, di fronte a questo ulteriore abuso di potere di Napolitano, anche Brunetta e Romani, capigruppo di Camera e Senato di Fi, si dicono esterrefatti, contrariati, offesi. Minzolini, miracolato del condannato, addirittura, si spinge oltre chiedendo che anche il partito del pregiudicato si schieri per valutare se appoggiare la richiesta grillina.

Insomma, non c’è giornata che non si colori di qualche grosso scandalo politico, sociale, privato, pubblico, mafioso ecc., che non faccia trasparire il come questa nazione è stata ridotta da una classe politica abietta e becera che, attraverso leggi, decreti, regolamenti, burocrazia inamovibile e corrotta, non abbiano fatto altro che garantirsi il loro perpetuarsi alla guida di un Paese che hanno ridotto allo stremo e zimbello mondiale.

E non c’è Renzino che tenga, o i falsi profeti che ora si avvicendano qua e là a spiegare come venire fuori da questa falsa crisi creata ad hoc dai poteri forti e transnazionali. Sono tutti responsabili. Sono tutti da processare per alto tradimento e imprigionarli per un lungo periodo di tempo, se mai all’ergastolo.

Già, lo stesso che Speranza (Pd, partito della democrazia cristiana), e altri suoi amici, oggi dichiarano di voler abolire per i condannati a vita della mafia, compreso la soppressione del 41bis. Noi riteniamo, invece, che occorra inasprire le pene e che vadano cancellate tutte le norme relative agli sconti di pena. Tutte queste leggi, in fondo, sono state studiate ed approvate proprio per parare sé stessi dai fulmini della magistratura. Esempio? Uno viene condannato a cinque anni, perciò, deve aver commesso reati gravissimi, meno quattro (sconto di pena), ne deve scontare uno, dove? Lo sceglie lui. Ma siamo impazziti?

Ci deve essere la certezza del diritto ma anche della pena. Il resto è soltanto fantasia e imbroglio per difendere coloro i quali assicurano loro i voti.

Cosa dire, dopo aver appreso anche oggi, una nuova ciliegina? Siamo stanchi di tutti questi scandali e giochi politici messi in atto per assicurarsi la loro permanenza nella stanza dei bottoni? Noi crediamo che ora basti. Si vada immediatamente alle elezioni e si eleggano, finalmente, parlamentari eletti e non nominati, sperando che questa volta gli italiani mandino a casa coloro i quali li hanno precipitati un una povertà infinita e soprattutto senza sbocchi.

 

 

 

Grasso costituisce il Senato parte civile nel processo napoletano contro il pregiudicato - Renzi alla riunione del Pd illustra il suo futuro Senato con 150 fra sindaci e presidenti di Regione senza stipendio. Alle critiche della minoranza aggiorna la seduta fra due settimane

 

Critiche furibonde, all’indirizzo del presidente del Senato per la sua decisione, da parte di Fi che riparla di persecuzione - Il sindaco, in direzione democristiana, sprona ancora il nipote e alle critiche di Cuperlo aggiorna il confronto. Fra due settimane si decide cosa farne di questo governo - La Confindustria chiede a Letta un cambio di passo deciso, in caso contrario, si rivolgerà al capo dello Stato

 

Nonostante il voto contrario in consiglio di presidenza, dove si discuteva se costituirsi parte lesa nell’ulteriore processo al condannato per la compravendita di senatori, che si celebra a Napoli, Il presidente del Senato, cui spetta l’ultima parola, ha deciso, invece, che il Senato della Repubblica, sia parte civile lesa in tale processo. Ora la parola passa all’approvazione dei senatori. La cui approvazione, però, non dovrebbe avere problemi. Naturalmente, Brunetta, capogruppo dei forzisti, ha subito alzato la voce dicendo che la persecuzione contro il suo capo non è mai finita, che questa ulteriore provocazione, comunque, non riuscirà a demolire l’accordo che il segretario del Pd-Dc si è fatto dettare dal capo di Fi, e altre, tantissime, amenità.

Oggi pomeriggio c’è stata, inoltre, la riunione della direzione del Pd-Dc nella quale, in un primo momento, sembrava andare tutto per il meglio. Poi, dopo l’intervento di Cuperlo, gli animi si sono accesi e c’è stata un’accesa contestazione dei vecchi quasi rottamati contro i diktat del segretario. Tanto che in serata, Renzino ha dovuto fissare una nuova riunione, a quindici giorni, per definire meglio il ruolo e le prerogative di questo governo a guida Letta. Naturalmente, il sindaco spera in una approvazione della proposta di legge elettorale dettata dal pregiudicato e presentarsi a quella riunione più forte di oggi. Vedremo.

Sul fronte degli scandali, nulla di nuovo. Abbiamo più volte asserito che in Italia, non c’è un settore sano. Bene, dopo lo scandalo di Mastrapasqua, oggi anche l’agenzia Spaziale italiana è caduta sotto il fuoco incrociato di Gdf e carabinieri che hanno consegnato avvisi di garanzia a molti manager fra i quali il presidente Saggese. Nelle varie società collegate indagati anche due nomi illustri, i fratelli Sette. L’indagine è appena partita e su questo fronte, per il momento, le notizie sono frammentarie e scarse. Rimane il fatto che si continua a nominare persone davvero ignobili senza alcun ritegno e, soprattutto, non si accenna a cambiare passo. In sfregio ai cittadini e agli elettori. Gli stessi che prima o poi saranno richiamati a votare e che in quella occasione si spera che si ricordino di questi sfracelli e, soprattutto, del loro stato di indigenza nella quale questi signori li hanno precipitati.

Anche da Confindustria, arriva un segnale forte che dice al nipote che la loro pazienza è finita. Infatti, dopo i ripetuti inviti di Squinzi al governo, affinché varasse provvedimenti atti al rilancio dell’industria italiana con sgravi e agevolazioni fiscali, nulla è accaduto. Il presidente della Confindustria ha detto che se Letta non si presenterà con proposte in tal senso nella riunione prossima dell’associazione, si rivolgerà direttamente al capo dello Stato.Letta torna dalla gita a Dubai con ben… 500milioni di investimenti - La Camera, fra tensioni (Lega), dà la fiducia al dl svuota carceri e i pentastellati, dopo il voto, illustrano i loro odg - L’Italia penultima in tutto, peggio di noi solo Haiti!

 

 

 

Il nipote torna con una promessa di investimento di 500milioni e contrabbanda il suo tour per un successo - Alla Camera un paio di manette sul banco della Cancellieri - I grillini continuano a presentare i loro odg costringendo i deputati a una notturna - Nella classifica mondiale, l’Italia dietro tutti, anche ai Paesi da terzo mondo.

Tutto da rifare!

 

Letta, un premier dimezzato dal segretario del cosiddetto Pd, oggi Dc, torna dal Dubai con in tasca una promessa di investimento, da parte araba, di mezzo miliardo di euro e la contrabbanda come un successo insperato. Molti economisti e osservatori, dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio., storcono il naso e girano la testa guardando altrove. Oggi, è cominciata l’altra sceneggiata governativa che, in serata, ha visto approvato il suo dl svuota carceri, con la fiducia. Anche in questa occasione c’è stato parecchio spettacolo, sempre gratuito, con attori, questa volta, i leghisti che oltre a vociare e inveire contro questo provvedimento, hanno deposto sul banco del ministro Cancellieri, un paio di manette in segno di protesta contro il decreto legge.

Il M5S ha motivato la sua indignazione per un provvedimento, anche questo, presentato all’ultimo momento e sul quale appunto, è stata posta la fiducia dal governo in spregio, ancora una volta, ai diritti delle minoranze. Infatti, i loro odg li stanno illustrando in questo momento, dopo il voto di fiducia già votato. Si prevede che si andrà avanti per una buona parte della notte.

E mentre in Italia, da decenni, si sprofonda, da domani, finalmente, gli imprenditori potranno compensare i loro crediti con la fiscalità dovuta allo Stato. Una buona notizia che si spera possa ridare fiato alle aziende che ormai sono allo stremo delle loro forze e delle possibilità di riprendersi. Ma, come ogni volta si verifica, per una notizia quasi buona, quasi perché non si conoscono ancora i dispositivi di questa dichiarazione saccomaniana, di cui ricordiamo le 37 variazioni della mini Imu, ecco una notizia non brutta, non cattiva, soltanto deleteria per l’immagine italiana nel mondo. Infatti, in una classifica stilata da un ente internazionale che analizza gli stati mondiali sia dal punto di vista socioeconomico, sia politico, sia della credibilità internazionale, l’Italia viene classificata al penultimo posto, prima di Haiti.

Probabilmente, per colpa dei grillini che, come è noto, sono al potere da moltissimi…, mesi. Quasi dieci, che con le loro proteste, i loro emendamenti, le loro prese di posizione nei confronti dei corrotti e delle coperture offerte da parte dei due compari a tutte le mafie in tutte le sue sfaccettature, hanno fatto perdere tempo prezioso ai democristiani di turno, per riguadagnare qualche posizione in questa classifica che ci disegna come uno dei peggiori stati del mondo rispetto al contesto internazionale. Però, almeno la Banca d’Italia, l’hanno salvata. L’hanno appena regalata ai loro amici banchieri, loro soci in affari.

 

 

 

E’ l’Europa che ce lo chiede… Ci chiede, infatti, il commissario Malmstrom, di cancellare le norme ad personam, di fare una legge ferrea sulla corruzione dei settori pubblico e privato, di inasprire le pene, combattere con serietà la mafia, rivedere le prescrizioni di comodo, rifare la legge sul falso in bilancio, e altro… Loro, le faranno???

 

Il commissario per gli affari interni d’Europa, ha stilato e reso noto un report che, per quanto attiene all’Italia disegna un Paese da rifare sotto tantissimi punti di vista. A cominciare dalle tante leggi di berlusconiana memoria, alle prescrizioni, istituzioni non più governate da condannati, da una lotta durissima contro le tante mafie, alla lotta dura contro la corruzione, lo scambio di voti, e tante altre amenità di italica prerogativa

 

Il nostro Paese è stato analizzato, dal punto di vista della legalità, dal commissario europeo per i problemi interni all’Unione stilando un report che, per quanto attiene al nostro Paese, è a dir poco sconsolante. Nel documento, infatti, si “consiglia” di mettere mano urgentemente all’eliminazione di tutte le leggi ad personam (lodo Alfano, Cirielli, Schifani e via cantando), una certezza del diritto non viziata da infinite scappatoie che i potenti non disdegnano mai di percorrere per vedersi ridotte o annullate le pene, una nuova e più incisiva legge sulla corruzione (quella attuale fa sorridere), combattere con leggi nuove questa piaga (60 miliardi l’anno, metà di tutta la corruzione dei 27 Stati aderenti), affinché si possa ristabilire un respiro che possa trainare l’economia, quella sana, su strade più in discesa, più sane e, pertanto, con prospettive di una ripresa della fiducia da parte di eventuali investitori.

Il rapporto, che interessa la totalità degli stati europei, mette a fuoco soprattutto le nefandezze italiane. C’è un Movimento, quello di Beppe Grillo, che da anni denuncia come nelle massime istituzioni del Paese, ci siano persone indagate, condannate in primo o secondo grado, e alcuni con condanne definitive. Si batte per un Parlamento pulito. Noi siamo d’accordo con Grillo. Chi è coinvolto in questi fulmini giudiziari, per ragioni di opportunità, deve essere allontanato dalle stanze del potere. Qualsiasi potere, piccolo o grande che sia. Ripetiamo, per ragioni di opportunità politica, deve togliersi di mezzo. Molte volte abbiamo assistito a manfrine e sottigliezze giuridiche impugnate ad hoc per “resistere” salvo poi essere condannato definitivamente. Ma anche in questo caso, le persone che si riesce ad assicurare alle patrie galere, sono pochissime, gli sfigati. Infatti, loro, il potere, si allungano e si accorciano alla bisogna le prescrizioni, si fanno approvare leggi e leggine a proprio piacimento e pochissimi processi riescono a vedere la fine in modo rapido. E’ quello che è accaduto al pregiudicato. Avevano scommesso tutti che quel processo non sarebbe mai andato a conclusioni. Sarebbe stato prescritto. Mancavano pochissimi mesi. Poi, la doccia fredda. La Consulta si è messa di buzzo buono, ha lavorato sodo, è arrivata a definire un verdetto di condanna. Ed è venuto giù il finimondo.

Sulla stessa falsariga potremmo citare i Dell’Utri, Cuffaro, e altri che per anni ci hanno “governato” in accordo con le mafie.

Per il condannato, però, è arrivato il delfino democristiano, sindaco di Firenze, segretario dei novelli diccì. Lui ha pensato bene di rimettere in sella il pregiudicato e farsi dettare i suoi desideri per quanto attiene sia alla legge elettorale che farebbe fuori il M5S, sia alle altre “riforme”  alle porte, fra cui quella della giustizia, molto cara a lui e compagni.

Noi non crediamo che questi signori siano in grado o, meglio, vogliano mettere mano seriamente alle leggi “consigliate” dalla Malmstrom. Non ne hanno né l’altezza morale, né l’interesse, né intendono cambiare le regole del gioco che metterebbe fuori gioco i loro amici e, di conseguenza, loro medesimi. Questi signori, nominati da sei segretari di partito, non ne hanno nemmeno i titoli e l’autorità. Dovrebbero andare a casa in fretta e lasciare che con un voto democratico e una legge ragionata e non esclusiva di altri, si componesse un nuovo Parlamento di persone perbene, che si assumano la responsabilità di legiferare con più attenzione alle cosette di cui al report europeo e, soprattutto, alle aspettative del popolo italiano.

 

 

 

Letta a Dubai ricerca soci per Alitalia e attacca Grillo salendo in cattedra e dettando le sue regole per la democrazia - Mastrapasqua si dimette dopo il decreto sulla esclusività dell’incarico varato dal Cdm. In corsa Treu e, rieccolo, Bonanno (Cisl), altro sindacalista…

 

Il presidente del Consiglio “suggerisce” a Grillo le sue regole democratiche mentre non si placano le ire contro la Boldrini e il Pd che ha tradito, ancora una volta, i cittadini a favore delle banche amiche – il dimissionario presidente dell’Inps sarà sostituito da un ex ministro, Treu, o da un sindacalista della Cisl, Bonanni. Un altro fiancheggiatore di ogni governo di centro, destra e la fu sinistra

 

La bagarre per il regalo dei 7,5 miliardi di euro, regalati agli amici banchieri di Intesa, Unicredit, e compagnia bella, non accenna ad affievolirsi. Ciò che è accaduto alla Camera, oltre alle giuste rimostranze del Movimento 5 Stelle, è un ulteriore schiaffo agli italiani. Provate a immaginare cosa si sarebbe potuto realizzare con quella montagna di soldi. Dal lavoro al cuneo fiscale, dalla stabilizzazione di migliaia di precari agli incentivi per incrementare i consumi, dal rilancio di alcune aziende alle quali le banche non finanziano più i progetti agli interventi per il riassestamento del territorio, e via cantando. Loro, Pd e compari, con un colpo di mano, fra un manrovescio e qualche spintone, accompagnati da un sopruso antidemocratico da parte del presidente della Camera, Boldrini (Sel), con 236 voti a favore, 27 in più dei voti contro, quei soldi li hanno regalati alle banche. Potevano, ultimo esempio, abbattere il debito pubblico. Invece, no. Gli amici banchieri erano ben più importanti dei 60milioni di italiani!

Per quanto accaduto al Parlamento, invece, oggi da Dubai, dove Letta è giunto per catturare qualche allocco che metta petrodollari nella nostra Alitalia, che altri amici hanno spolpato a dovere, è tornato sulla piaga sparando lezioni di democrazia all’indirizzo del M5S, segnatamente a Beppe Grillo. Tralasciamo le frasi della lectio magistralis del nipote. La sintesi è che le minoranze devono avere rispetto delle maggioranze. Giusto! Ma, anche quando le maggioranze si fanno dei regali fra di loro con i soldi degli italiani? Mah! Chissà quali università hanno frequentato questi signori che oggi, sotto mentite spoglie, si spacciano per piddini… Forse quella della banda bassotti.

Per quanto attiene all’ennesima bufera di un boiardo doc, Mastrapasqua, presidente dell’Inps e con altri 26 incarichi vari, dopo il varo di un decreto del Cdm di ieri, ha deciso di dimettersi “spontaneamente”. Giannini, altro ministro piuttosto chiacchierato ma ancora al suo posto, ha accettato le dimissioni ringraziando l’ex presidente per il lavoro svolto.

Di che cavolo parla Giannini? Degli imbrogli fatti da Mastrapasqua e dei quali si congratula e lo ringrazia! Inaudito. Per quel posto si dice che i papabili siano l’ex ministro Treu, e, rieccolo, il responsabile dello sfascio sindacale italiano, Bonanno, un altro sindacalista. Sich!

Che l’Italia non abbia gente che li sappia rappresentare per la loro integrità morale, il peso politico adeguato, la preparazione altissima a ricoprire ruoli di primo piano in seno al Governo, ce ne siamo accorti da un bel pezzo, da un ventennio, almeno. Ma che avessero preso, con l’ultima piena del Po, anche dei boccaloni cerebrolesi, è davvero ridicolo! Ma loro, i democristiani, possono fare questo e altro intanto che gli italiani dormono. Devono soltanto augurarsi che all’improvviso non si sveglino e sentano irresistibile una certa voglia che pervase i cuori dei cugini francesi nel 1789!

 

 

 

Passa il dl Imu-Bankitalia, una truffa ai danni dei cittadini, e si infiamma la bagarre con spintoni e schiaffi a una deputata del M5S da parte di Dambruoso (Sc) - Decisiva la scelta di Boldrini che ha ubbidito ai poteri forti - Impeachment per Napolitano - Grillo a Roma con i suoi “eroi”

 

Per la prima volta, un presidente della Camera applica la cosiddetta “ghigliottina” e fa approvare il dl - Complimenti a Vendola e Co., spieghino il loro comportamento a chi li vota - Grillo a Roma per caricare i suoi guerrieri - Ormai è “guerra” contro una riforma elettorale che è creata ad hoc per mettere fuori gioco 9milioni di italiani, anch’essa incostituzionale - Napolitano: arrivata la richiesta di accusa per attentato alla Costituzione

 

Dopo la decisione della presidente della Camera, la rappresentante di Sel, Boldrini, di adottare un provvedimento (unica volta nella storia d’Italia), chiamato “ghigliottina”, l’imbroglio Imu-Bankitalia, passa alla Camera per pochi voti di scarto e viene convertito in legge. Subito dopo l’annuncio della sua decisione, i deputati del M5S si sono diretti verso i banchi del governo, deserti, per occuparli in segno di protesta e sventolando manifesti e bandiere. Ne è nata una grandissima confusione durante la quale sono volati insulti, spintoni, e una deputata pentastellata, Lupo, è stata colpita da un manrovescio di un suo collega di Scelta civica, Dambruoso che ha negato, fino all’evidenza del filmato, il suo gravissimo e indegno atto di violenza privata.

Da oggi, insomma, abbiamo una presidente, Boldrini, che si è macchiata di una gravissima prevaricazione nei confronti dei rappresentanti di milioni di cittadini, applicando una possibilità che mai nessuno, nessuno in assoluto dal dopoguerra a oggi, aveva mai osato imporre, la “ghigliottina”. Un meccanismo che sospende la democrazia per far votare in fretta, senza più permettere il libero e democratico confronto fra le parti. Una decisione che nessuno dimenticherà mai. Una meschina e ignobile decisione presa per favorire Pd e Fi senza nessun pudore, né onore. Una macchia della quale Sel e il suo capo Vendola, porteranno per sempre indelebile vergogna e che, pensiamo, pagheranno cara al prossimo giro elettorale. Un partitino che, dopo questo ignobile atto, scomparirà. Noi faremo di tutto perché ciò accada. Da oggi sarà nel nostro mirino politico e informativo.

Naturalmente, la sommossa grillina, che noi condividiamo, non accenna a placarsi. E’ troppo grave quello che i compari hanno combinato ai danni di milioni di italiani. Né le loro false dichiarazioni, rilasciate qua e là ai mezzi d’informazione amica “se non si approva, domani gli italiani pagheranno l’Imu”, hanno trovato beoti che se le sono bevute. Infatti, il M5S aveva chiesto che i due provvedimenti fossero scorporati in modo da votare subito per l’Imu e ragionare sull’altro, quello del regalo agli amici banchieri di Pd e Fi. Ma, siccome il loro obiettivo grosso era quello di regalare 7,5 miliardi ai loro amici banchieri, si sono opposti trincerandosi dietro la barzelletta dell’urgenza Imu. Una presa per i fondelli, una ulteriore presa in giro che ormai non convince più nessuno, neanche il più becero degli italiani. Ma loro, che sono contaminati, forse, dall’imbecillità, hanno tirato dritto, facendo deragliare e sfracellare anche uno dei loro piccoli alleati distratti, quelli di Sel, ormai da considerare estinto dopo questo gravissimo e stupido atto che di politico ha soltanto l’idiozia.

Proprio per tenere alta la guardia e non far scemare la protesta dei 106 deputati grillini, domani piomba a Roma Beppe Grillo che caricherà a più non posso i “propri guerrieri”. Così li ha definiti. Il clima è accesissimo, quello che i compari hanno ottenuto ieri è di una gravità immensa e, soprattutto il modo con il quale è stato votato, è oltraggioso e inaudito, unico nella storia!

Nel bailamme infuocato è cascato anche il Colle sul quale da oggi, ufficialmente, pende una richiesta di incriminazione per attentato alla Costituzione, presentata dal Movimento 5 Stelle. Lo avevano promesso, l’impeachment. Eccolo servito. Insomma, le tre istituzioni più alte dello Stato sono nella bufera. Vengono fuori la Boldrini al servizio di Pd e Fi, Grasso che nasconde segreti per l’affaire trattativa Stato-mafia, il presidente Napolitano che accese il conflitto di attribuzione per mettere a tacere il tutto e chiedere la distruzione di tutte le conversazioni fra l’allora suo stretto collaboratore e l’ex presidente del Senato Mancino. Insomma, un’Italia da rifare in tutto, mentre la gente sta sempre peggio. Pd e Fi, comunque, non sembrano preoccupati. Loro pensano soprattutto a neutralizzare la prima forza politica del Paese (25,5%) che, grazie a una legge studiata dal pregiudicato e contrabbandata per una idea comune dal sindaco fiorentino, garantirebbero ai due soci la permanenza al potere per diversi anni. Vedremo come le cose si evolveranno nelle prossime ore.,

 

 

 

Imu-Bankitalia, ostruzionismo M5S e un duro intervento di Sorial che dà del boia a Napolitano - Renzi chiama il condannato per limare la loro legge elettorale che comunque è incostituzionale - L’Electrolux ricatta i lavoratori: 800 euro mensili e tre anni di “pace”

 

Sulla bagarre andata in scena oggi alla Camera, per la conversione in legge del decreto cosiddetto Imu-Bankitalia, la ferma opposizione dei grillini ha fatto naufragare l’approvazione e chiedono di scorporare lo stesso in due distinti provvedimenti. Ieri, Franceschini, ha negato questa possibilità - L’Electrolux detta le condizioni per restare Serracchiani chiede l’intervento di Letta

 

Al Parlamento, dovrebbero istituire al più presto una biglietteria. Già, si dovrebbe far pagare un biglietto d’ingresso, e anche salato, per assistere a spettacoli unici, mai noiosi, sempre vivi, qualche volta troppo, ma illuminanti di come questi signori abbiano scambiato il loro ruolo per un gioco sulla pelle e a spese dei cittadini. Per come in tutte le loro azioni agiscano non già come rappresentanti degli italiani ma di sé stessi, del proprio ego, continuando a considerare le massime istituzioni quali palazzi loro per svolgere i fatti e gli affari loro.

E’ di antica indegna tradizione presentare decreti disomogenei e che nulla hanno a che vedere con la contingenza del momento. Recentemente, il decreto salva Roma, dopo l’approvazione, per le troppe idiozie e affari personali che, attraverso emendamenti i più disparati e inammissibili di questo mondo, avevano visto alzarsi il tono da parte del Colle inducendo il governicchio di Letta, a ritirarlo in fretta, oggi, alla Camera, si discuteva del cosiddetto decreto Imu-Bankitalia. Una conversione in legge che si annunciava difficile vista l’assoluta opposizione del M5S e, soprattutto l’imbroglio evidente di questo decreto. Infatti, il problema della seconda rata Imu, nulla ha a che vedere con la faccenda della Banca d’Italia che, attraverso questa operazione porterebbe nelle tasche dei banchieri oltre 7 miliardi di danaro pubblico. Attorno al problema, c’è stato un episodio di grave intolleranza di parte del deputato Sorial da quale è giusto dissociarsi per le parole, non per i fatti citati dallo stesso.

Ieri, quando qualcuno si è permesso di ipotizzare lo scorporo di questo decreto, il ministro per i rapporti con il Parlamento, il fenomeno Franceschini, aveva detto che non era possibile. Assolutamente impossibile! L’illustrissimo signor ministro è fra coloro che vogliono assolutamente mantenere questo modo di fare, riguardo ai decreti che poi vengono confezionati ad hoc in modo che, non disgiungendo nulla, possano essere approvate leggi del tutto disomogenee dall’obiettivo del decreto stesso. Insomma, mischiare le carte per abbattere la democrazia parlamentare, presentare cose che non c’entrano con altre che invece sono urgenti. Questo è il trucco che ormai si usa sistematicamente nei “loro” palazzi. Così, una legge che doveva essere approvata per definire le questioni attorno ai casini fatti dal governo e relativi all’Imu, forse, la dovranno ripresentare,questa volta da sola, mentre l’altra, quella dei regali ai banchieri, avrebbe, in questo caso, un iter a parte e distinto. Ieri, ricordiamo, l’esimio e illustrissimo ministrucolo, aveva escluso assolutamente questa eventualità. Bisogna approvare il decreto così com’è!

Insomma, questo governo di democristiani sono davvero incredibili. Rispetto ai dc di una volta, questi sembrano omini acefali catapultati nelle stanze dei bottoni senza arte né parte. Eppure, molti giornali, televisioni, agenzie, settimanali, continuano a chiamarlo governo a guida Pd, cioè di sinistra. Uno stranissimo governo. Un governo di democristiani e basta..Questa è la verità. Come fanno a raccontarci ancora la storiella che questo è un governo di centrosinistra? Ncd come lo si considera? Secondo noi è una formazione di democristiani doc, anzi, qualcuno è addirittura più in là, è della Compagnia delle Opere (Cl). E allora, se Letta, Renzi, Franceschini, Saccomanni, Giannini, e compari sono democristiani, dove sono i Pd che contano? Già, dimenticavamo, questi non ci sono più da un pezzo, da almeno venti anni! Loro a forza di inciuciare si sono autoestinti.

Nulla di nuovo sulla proposta elettorale che pare sia frutto del pregiudicato e non del fiorentino. Ci sono state molte telefonate fra i due per alzare la soglia al 37%, poi il ritiro degli emendamenti da parte del pd e non da parte di Fi, il tutto condito dal solito ritornello del sindaco: o questo progetto o tutti a casa. Sembra di sentire il caimano di qualche mesetto fa. Mah, misteri delle commistioni e delle contaminazioni. Anche se molti commentatori e Costituzionalisti, continuano ad affermare che questa proposta è comunque incostituzionale perché non accoglie, o fa finta di non averlo capito, il principio della scelta dei propri rappresentanti da parte dei cittadini, un premio di maggioranza limitato e che non sia quello che anche questa legge becera prevede.

Un’azienda molto nota, l’Electolux, ha annunciato una delle non più rare condizioni capestro per i suoi lavoratori. Diminuzione dello stipendio attorno agli 800 euro mensili, blocco per tre anni di ogni richiesta e degli scatti di anzianità, obbligo di lavorare per almeno 23 domenica all’anno, e altre amenità antisindacali. Altrimenti, è già pronto uno stabilimento in Polonia. Ormai ogni garanzia del mondo produttivo, per padroni senza scrupoli e senza assilli di onorabilità, sembra debba non essere ridiscussa, ma abolita. Tutti hanno definito questa proposta una vera e propria porcata e il presidente di quella regione, Serracchiani, stizzita e irritata da questa ulteriore fuga dal suo territorio, ha invocato l’interessamento di Letta. In rivolta i sindacati.

 

 

 

Si dimette De Girolamo e Alfano alza la voce con Renzusconi: vuole le preferenze - Verdini smentisce Brunetta circa la crisi imminente - Mastrapasqua nella bufera per frode fiscale e i tanti stipendi in oltre 40 società pubbliche e private - Vendola attacca il fiorentino

 

Si dimette un altro ministro chiacchieratissimo di questo sgangherato governicchio mentre si accende la polemica contro la proposta elettorale che, ora, pare essere del pregiudicato e non di Renzi - Brunetta parla per sé e non come capogruppo di Fi, Verdini, infatti, lo smentisce clamorosamente circa una eventuale crisi di governo se non si accettano i diktat del condannato - Il capo del Pd, in dissenso con Vendola, diserta il congresso di Sel a Riccione

 

Così, un altro ministro, nella bufera per le cosette beneventane relative all’Asl e altre nomine, fra le quali alcune ministeriali, elargite agli amici ed ex fidanzati, si è dimessa dal suo dicastero. L’ennesimo. Infatti, di questo scassatissimo cosiddetto governo, molti sono stati coloro i quali hanno dovuto “lasciare”. A nostro parere i guai per Letta non sono finiti. Infatti, nel suo strano governicchio ha una strana accozzaglia che ancora non è stata risolta. In molti dicasteri i sottosegretari appartengono a Fi che, invece, è all’opposizione. Il comune cittadino, e noi, ci chiediamo: ma Letta vuole continuare a tutti i costi a emulare Simenon e le sue tre scimmiette? Non vedo, non parlo, non sento? E’ certamente in malafede. Non si può tollerare la sua codardia rispetto a questo miscuglio fra minoranze e maggioranze, fra coloro che vengono tenuti all’interno dei ministeri per non crearsi problemi, per non farsi disturbare dal suo obiettivo, quello di resistere nonostante le storture e le contaminazioni che la politica subisce in una situazione anomala e intollerabile dal punto di vista politico.

Insomma, pur di non andare a casa, tiene nel suo seno una banda di oppositori che nei vari ministeri esercitano pur un ruolo: quello di guastatori. Ma per non fare un dispetto al condannato, e soprattutto a suo zio, ne tollera la permanenza. Un coacervo politico ignobile, uno schiaffo alla limpidezza della propria azione, un atto di prevaricazione contro tutte le aspettative del mondo politico e degli italiani in genere.

Per mesi ha tenuto duro contro qualsiasi rimpasto di governo e il cambio dei “suoi” ministri chiacchierati o asettici. Ora, forse, visto il personaggio, dovrà mettere mano alla compagine e mandare a casa i vari Zanonato, Cancellieri, Giannini, Saccomanni, ecc. senza se e senza ma. Noi siamo sicuri che gli mancherà il coraggio e che anche in questa occasione dimostrerà di avere le palle d’acciaio. Appunto, non muovendo un bel nulla.

Dopo le dichiarazioni del pregiudicato, che si attribuisce il vanto delle riforme siglate dal giovane fiorentino, si accentuano i distinguo di molti personaggi dei partitini a rischio per via degli sbarramenti e della mancanza delle preferenze della proposta sulla nuova legge elettorale. Oltre al 25,5% dei cittadini italiani rappresentati da Beppe Grillo, infatti, torna all’attacco Alfano, Vendola, Sc, Fratelli d’Italia, e altri, che si dicono sempre più contrari a queste “intese” renzusconiane. E nel mezzo di questi “disturbi” arriva anche una dichiarazione di Brunetta che paventa una crisi di governo se non si fanno le cose dettate dal suo padrone condannato. Peraltro, queste scellerate dichiarazioni sono subito state smentite da Verdini, cucciolo del signore di Arcore.

Un altro segnale di tempesta arriva dal congresso di Sel, in svolgimento a Riccione, dove il giovane ha mandato un tale Bonaccini il cui intervento, confezionato in sintonia con Renzi, è stato fischiato e interrotto più volte dalla base dei congressisti. E’ dovuto intervenire più volte Vendola per sedare gli animi e lasciar finire il suo intervento al messaggero renziano. Nella stessa assise, comunque, Vendola ha tenuto a precisare che l’eventuale alleanza con questo Pd non è affatto scontata. Si vedrà strada facendo.

Già, come noi staremo a vedere quanto accadrà nei prossimi giorni a questa accozzaglia che di governo non ne ha i connotati neanche lontanamente. Ma soprattutto seguiremo con interesse quello che maturerà all’interno del M5S, l’unica grande forza che questa proposta scellerata vuole tentare di zittire e, possibilmente, eliminare. Ce la faranno? No, non crediamo che ciò si possa verificare. Il virus è ormai diventata un’epidemia politica, di quelle sane e dure a morire!

Intanto, uno dei boiardi più protetti d’Italia, con tanti stipendi presi qua e là da imprese e società pubbliche e privare, nonché presidente dell’Inps, è caduto nella rete della GdF per frode fiscale e false fatturazioni per oltre 85 milioni di euro. Anche lui una brava persona raccomandata e protetta da destra e sinistra, in groppa a fiumi di soldi che gli fruttano ogni anno circa 1milione e 200mila euro di emolumenti. Mentre l’Italia muore…, di fame.

 

 

 

Letta regala Bankitalia agli amici di Intesa e Unicredit nonostante l’opposizione dura del M5S e appoggia le preferenze contro Renzi e Verdini. Ha annunciato anche che metterà mano al conflitto di interessi - De Luca (renziano), decade da sindaco di Salerno ma fa opposizione

 

Sempre più critico il cammino della legge elettorale voluta da Renzusconi, molti i dissenzienti - Grillo denuncia il silenzio del Colle e ripete: “Se non vinciamo, ce ne andiamo”. Il M5S è al 23%, sarà dura eliminarlo con una legge!

 

Nonostante l’opposizione ferma e plateale del Movimento 5 Stelle, Letta e i suoi accoliti, oggi, sono riusciti a svendere anche la Banca d’Italia. Infatti, nell’aula, insieme al decreto per l’Imu, ormai è prassi, c’era anche la svendita di Bankitalia ai soliti amici di destra e di sinistra, cioè Intesa e Unicredit che hanno vinto la gara drogata. Se questa non è l’Europa dei banchieri, lo spieghino loro agli italiani e, in generale, agli europei. Non è stata, come si suol dire, una passeggiata. Ci sono stati momenti di tensione durante i quali i parlamentari a 5 stelle hanno esposto cartelli contro questa ennesima “immondizia politica”, toni accesissimi e qualche espulsione. Ma loro, i compari, hanno votato compatti per regalare ai loro “padroni” un altro pezzo della nostra ex sovranità. Con tanti saluti e molti brindisi, alla faccia degli italioti.

Sul fronte, invece, della legge elettorale blindata da Renzusconi, anche Verdini, plenipotenziario del pregiudicato, oggi ha riaffermato che di preferenze non se ne parla. Questa è la loro democrazia, che piaccia o no agli elettori. Nonostante Letta, abbia affermato che per come lui la vede, nella legge dovrebbe essere prevista, invece, questa possibilità. Ma non è il solo. Infatti, anche Sc, Sel, Ncd, Fratelli d’Italia e altre formazioni minori, si sono schierati, anche loro, per introdurre le preferenze. Ma senza il placet del condannato, ha detto Renzi, questa legge non si tocca! Insomma, l’Italia, ancora, è ostaggio di un delinquente, una persona che, invece di essere in galera, tiene per le palle tutti. E loro fanno finta di starci ai suoi diktat. Fanno finta in quanto loro stessi sono contentissimi che il cosiddetto cavaliere tenga duro su questo punto. Insomma, per dirla con un vecchio detto burlesco: “va avanti tu che a me vien da ridere”. E fin quando costoro potranno ridere delle loro malefatte?

Fino a quando una forza politica come quella di Beppe Grillo non otterrà una percentuale che gli consenta di governare. Dopo saranno c...i acidi. Non ci sarà pietà per nessuno.

Infatti, a tale proposito, ieri Grillo ha ricordato alla stampa estera che questa proposta di legge serve innanzitutto a far fuori il suo Movimento e che è assordante il silenzio dal Colle, sul quale pende la richiesta di messa sotto accuda, che sarà presentata a breve, contro il presidente Napolitano. Ha aggiunto che, se nelle prossime elezioni il suo Movimento non prendesse la maggioranza dei voti, mollerà. Lascerà al suo destino l’Italia. La prova d’assaggio saranno le prossime elezioni europee, dove spera di ottenere un risultato eclatante e che, in sintonia con altre formazioni europee, cercherà di scardinare questa Europa in mano alle banche e ai poteri forti.

Intanto, anche in questo caso il potere giudiziario surroga quello politico, i giudici del napoletano hanno dichiarato decaduto il sindaco di Salerno De Luca, renziano. Lo stesso che nella sua città sembra abbia comprato i voti di tutte le sezioni del Pd per portarli a Renzi. Uno smacco per il novello segretario del Pd? Manco per niente. In un’Italia conciata così come oggi la conosciamo, simili notizie non suscitano più alcuna reazione, proprio nessuna.

Come la notizia data da Letta e relativa a una probabile rivisitazione della legge sul conflitto di interesse. Ma va là? La legge c’è già! E’ del 1957 e nessuno la conosceva e la conosce. Men che mai il degno nipote del braccio destro del condannato.

 

 

 

Proposta Renzi: sorgono dubbi sia politici, sia per il rischio che anche questa sia illegittima - Al Senato, grazie a Zanda (capogruppo Pd), passa la legge truffa che impedirebbe l’abbattimento delle costruzioni abusive - Il M5S restituisce altri 2 milioni (in totale oltre 4) che, con i 42 di “rimborsi elettorali” rifiutati, fanno 46 (90miliardi di lire!). La rete sta votando per scegliere quale legge elettorale è meglio per il Paese

 

Rischio di costituzionalità e primi sintomi di indigestione da parte della Lega, ma non soltanto leghista, per la proposta Renzusconi - Il Senato, dopo bagarre nel Pd, approva una norma che, se passasse anche alla Camera, condonerebbe tutte gli abusi edilizi del Paese in barba a tutti coloro che invocano, ormai inutilmente, serietà ferrea contro chi delinque e deturpa i nostri paesaggi in barba alle sentenze

della magistratura

 

Il problema della proposta Renzusconi, relativa alla nuova legge elettorale, comincia a produrre molte perplessità e, soprattutto molte prese di distanza. La Lega ha fatto sapere che non la voterà, Sel pure, Ncd e Sc vogliono le preferenze. Insomma, un coacervo di dinieghi trasversali che sta facendo franare l’impianto anche dal punto di vista logico. Infatti, una formazione che, ad esempio, in coalizione con cinque partiti minoritari, raggiungesse il 20%, e per caso fosse la prima forza del Paese, si vedrebbe frodata del risultato per via delle percentuali di sbarramento. Infatti, in questo caso, siccome ognuno avrebbe il 4% o poco più, e nessuno supererebbe la soglia, quella coalizione non conterebbe nulla.

Comunque, a tale proposito, seguiremo gli sviluppi nei prossimi giorni.

Invece vogliamo informare i nostri lettori su una ennesima cosetta che fa davvero la differenza fra la malafede e il buonsenso. Fatto davvero emblematico ma per noi che conosciamo bene le vecchie volpi, una cosetta dejà vu. Oggi al Senato si discuteva una proposta di legge relativa agli abusi edilizi di Napoli, ma non soltanto di questa città. Bene, i senatori del Pd, in rivolta fra loro, hanno espresso la volontà di non votare compatti quella norma. Allora, il capogruppo, un certo signor Zanda, un fenomeno della vecchia guardia del Pd, li ha riuniti e dopo accesa discussione, li ha fatti votare compatti. Questa norma, se dovesse essere approvata anche alla Camera, impedirà di fatto, alla magistratura, e a tutti gli enti pubblici, di emanare decreti di abbattimento per tutte le opere edilizie abusive sparse in grandi numeri in tutto il Paese. Oltretutto, con questa norma in vigore, tutti i tribunali si vedrebbero annullati i relativi atti già avviati, nonché quelli futuri per il rispetto delle leggi e delle norme vigenti. Insomma, una robetta alla Pd, quella del giovane e dei non più giovani.

Una buona notizia in fatto di democrazia, per fortuna che Grillo c’è, viene invece dal Movimento Cinque Stesse che, da stamane, in rete, sta facendo votare, in piena libertà di coscienza, gli iscritti al Movimento, circa il quesito: proporzionale o maggioritario? Questa consultazione servirà poi a preparare una bozza da presentare quale proposta alternativa al Renzusconi e che sarà votata dai parlamentari pentastellati.

Lo stesso M5S oggi ha restituito altri 2 milioni di euro che sommati a quelli restituiti pochi mesi fa, fanno 4 milioni per le Pmi. Ma il conto economico del M5S non è soltanto determinato da queste cifre che vengono restituite ormai con cadenze più o meno regolari. Occorre sottolineare che il Movimento di Beppe Grillo, unica forza politica italiana in fatto di coerenza, ha rifiutato ben 42 milioni di “rimborsi elettorali” che sommati ai 4 e rotti confluiti in un fondo per aiutare le piccole e medie imprese, fanno ben 46 milioni di euro. Poco più di 90 miliardi di una volta!

 

 

 

La direzione del Pd approva a maggioranza le proposte Renzi sulla legge elettorale che non prevede le preferenze ma liste corte e bloccate scritte, comunque, dalle segreterie - E’ un proposta che offende la dignità dei cittadini e a rischio di nuova incostituzionalità

 

Rischio scissioni sia nel Pd sia nella Fi, che qualcuno ha denominato Forza infamia, che a tale proposta opporranno il voto contrario nelle due Camere - Beppe Grillo considera questo accordo il “pregiudicatellum” mentre da più parti si stigmatizza la mancanza della possibilità, da parte degli elettori, delle preferenze - In fibrillazione i piccoli partitelli che con questa norma (soglia al 5%) potrebbero scomparire

se non si alleano

 

E’ andata come prevedibile, la direzione del Pd per l’approvazione delle intese raggiunte con il pregiudicato. Renzi, sventolando i 3 milioni di voti ottenuti alle primarie, ha imposto a maggioranza il suo disegno di napoleonica memoria dimenticandosi che quel successo è viziato da brogli e compravendita di tessere operati qua e là in tutta Italia. Un’onta vergognosa di cui nessuno ha più parlato. L’unica alternativa proposta oggi e pattuita nell’incontro con il condannato, è il doppio turno. Se un partito non raggiungerà il 35%, infatti, dovrà sottoporsi al ballottaggio con l’altra forza politica di maggior peso percentuale. Ma delle preferenze, niet! Ogni segretario compilerà la propria lista di amici e parenti e tutto resterà come prima con una parvenza di legalità ridicola e, soprattutto, ignorando la sentenza della Consulta a tale proposito.

Ci saranno le cosiddette liste corte. Cioè, più piccoli collegi con tante listine e con i nomi prestampati dei “loro” candidati, di quelli, cioè, scelti dalle segreterie.

Beppe Grillo ha subito battezzato questo nuovo inciucio come il nuovo “pregiudicatellum”, in omaggio al pregiudicato, appunto, dicendosi contrarissimo. Ma anche la Lega, il Ncd, Fratelli d’Italia e altri, si sono detti d’accordo in parte. Anche loro vogliono che torni la possibilità per gli elettori di esprimere le preferenze. Ma non solo. Sono contrari alla soglia di sbarramento che ritengono essere un rischio per i partitini che non raggiungono tale risultato. Insomma, la considerano una costrizione ad allearsi per non scomparire. E in questo contesto, a non contare più nulla politicamente.

E’ presto per dare giudizi approfonditi e seri. A noi pare, al momento, un trucco, una buttade, un modo per stanare i commenti e le critiche di tutti i partecipanti alla torta infinita che ormai ha lasciato sul vassoio soltanto le briciole,

Da ricordare che assieme a queste proposte c’è anche l’abolizione del Senato e la modifica di alcune prerogative regionali che non convincono nessuno. Vedremo nelle prossime ore come si evolveranno le situazioni e le prese di posizione dei vari partiti e movimenti che, comunque, dai primi commenti, in primis quelli di una parte del Pd, si dicono perplessi da queste proposte e che nei prossimi giorni potranno dire la loro più compiutamente.

 

 

 

Ed ecco riconsegnato il Paese al centrodestra! - In “sintonia” su tutto con il pregiudicato - E i cittadini? Dormono nonostante lo sfracello!

 

L’accordo fra il giovane, democristiano, e il condannato, resuscita, garantisce e ricompatta sia la Dc, sia Alfano, sia Fi che, insieme, possono contare su una sicura vittoria in una elezione non più tanto lontana

 

Oggi è una grande giornata per coloro i quali, lentamente ma inesorabilmente, hanno agito e perpetrato l’obiettivo di ricompattare la vecchia Balena bianca facendo fuori in solo due orette i vecchi tromboni del pur chiacchierato Pci, oggi Pd. Una partito che ha saputo traghettare al potere gli esponenti della Democrazia cristiana. Un grande successo a capito del Paese – Rimane il premio di maggioranza abnorme che la Consulta ha bocciato ma tanto, per la sua messa in mora, ci vorranno ancora un decennio prima che un’altra sentenza la dichiari, anche questa, fuori legge

Così, l’inciucio che cominciò due anni orsono a casa del condannato a Macherio, fra Renzi e l’ex senatore oggi decaduto e pregiudicato, ieri si è concretizzato in poco più di due ore, mettendo a punto una nuova legge elettorale che, in una parola semplice e chiara, anche per i meno dotati, vuole dire soltanto una cosetta: riconsegnare l’Italia a un governo di centrodestra a guida democristiana.

Il patto prevede, infatti, che alla coalizione che prende oltre il 35% di consensi venga garantito il 55% dei parlamentari alla Camera. Si elimina il Senato! La farsa, invece, prevede che, tramite una modifica costituzionale, dovrebbe accogliere nel suo seno i sindaci e i presidenti di queste Regioni, quasi tutte delegittimate da scandali indicibili e che ormai da molte parti si vorrebbero cancellare anch’esse. Altra chicca, con buona pace dei partiti minori che, se non raggiungono il 5% scomparirebbero, mentre per quelli in coalizione la soglia di sbarramento è dell’8%.

Escluso Beppe Grillo, che ribadisce la sua contrarietà all’accordo con un pregiudicato e che conferma la sua scelta per il voto subito con il proporzionale puro, quello, appunto, definito dalla Consulta, tutti gli altri, pian piano, si dicono d’accordo pur se con qualche sfumatura. Insomma, tutti sono d’accordo nell’accaparrarsi i posti di potere attraverso la testa d’ariete di Renzi. Una grandissima testa non si sa di cosa.

Pertanto, dopo la grande fibrillazione per questa scontata e scellerata alleanza con Fi e il centrodestra, le questioni relative ai ministri chiacchierati e correi dei poteri forti, sembra passata in secondo piano. Forse, questo incontro con l’ex senatore, è stato voluto ad hoc.

Timidissimi rigurgiti da parte dei cosiddetti ex comunisti che si vedono la loro storia cancellata in un battibaleno, le loro prerogative politiche e per le quali molti dei loro padri e dei loro nonni, hanno dato la vita, annullate. Tutte sciocchezze del passato. Un passato sempre ripudiato dai loro detrattori, fra i quali, appunto, il giovane.

Molti gli stolti che, speravano in un cambiamento a sinistra quando hanno dato la preferenza alla primarie del Pd, a Renzi. Troppo cretini l’8 dicembre, ancor più fessi oggi. Si mettano l’anima in pace. Sono complici e stupidi!

E con queste alleanze, fra corrotti, condannati, pregiudicati e le non più larghe, ma larghissime intese, se non succederà una rivolta a breve, ci aspetta un futuro costellato di ancora più aspri sacrifici e di pene infinite. Anche perché, con un popolo come il nostro, è facile per tutti mettere in atto golpe morbidi e striscianti. Nessuno se ne avvede. Soltanto quelli del Movimento 5 Stelle!

 

 

 

De Girolamo parla, parla, parla, a una Camera deserta - Il giovane incontrerà il pregiudicato contro il parere della minoranza Pd - Continuano a venire fuori le spese pazze dei consiglieri regionali - Il Ncd avverte Renzi: prima facciamo un accordo fra noi, poi con gli altri

 

Il ministro dell’Agricoltura non ha chiarito un ben nulla, rimane la sfiducia del M5S e di altri che la voteranno - Il segretario Pd sentirà il condannato sulla legge elettorale, la vecchia guardia è contraria, mentre dal Ncd avvertono Letta: la riforma deve essere prima discussa e messa a punto dalla maggioranza e, successivamente, presentata agli altri partiti, altrimenti... Insomma, una cosetta fra loro, i soliti,

non una legge per l’Italia

 

Stamattina la signora De Girolamo, ministro dell’Agricoltura eccetera, ha affrontato una platea affollatissima di qualche decina di deputati, per raccontare la sua versione dei fatti scaturiti dalle registrazioni effettuate di nascosto da un ex dirigente delle Asl napoletane ora nemico del ministro. Ha parlato molto ma non ha detto nulla. Questo il nostro giudizio. Ha raccontato bugie soprattutto quando ha detto che lei, quale rappresentante della comunità di riferimento che l’ha eletta, si è interessata, come fan tutti, di agevolare alcuni suoi concittadini che avevano bisogno di cure, e di altro. Chiariamo: lei non è stata eletta da nessuno, è stata messa nella lista dal pregiudicato. Lei non è autorizzata ad agire in nome e per conto dello Stato italiano in nessuna parte e in nessuna istituzione se non quella del Parlamento. Per le questioni di cui ha parlato c’è il presidente della Regione e l’assessore alla salute! Punto e stop.

Pertanto, per noi, la signora deve lasciare il suo dicastero al più presto possibile. Sperando, fra l’altro, che la magistratura la inquisisca per i reati eventualmente commessi.

Sul versante delle diatribe interne alla maggioranza, ma soprattutto del Pd, il giovane, dopo aver detto a Letta che ora, dopo le motivazioni della sentenza della Cassazione, non c’è più alibi che tenga e che occorre andare immediatamente a confezionare una legge elettorale fra quelle da lui prospettate, incontrerà il pregiudicato contro il volere della sua minoranza e contro il diktat di Ncd. Il quale, per bocca di Alfano, Quagliariello, e altri, la legge deve scaturire innanzitutto da una accordo fra loro da sottoporre, in seguito, agli altri partiti. Per quanto attiene al job act, invece, per il momento il fenomeno del Pd, si accontenta di partecipare a un giochino con la Bignardi su La7, dove attraverso un’altissima scuola di sci, fa slalom con alta acrobazia.

Continua la caccia alle spese pazze da parte della magistratura. Vengono fuori ogni giorno, cosette davvero ignobili. Ci chiediamo e lo chiediamo soprattutto ai giudici affinché in qualche loro illuminata sentenza ne tengano conto: ma loro, i giudici, e tutti coloro che lavorano e hanno uno stipendio, le calze se le pagano, i pranzi se li pagano, l’autostrada se la pagano, i figli se li mantengono dal loro stipendio, la moglie anche ( a meno che non cavalchi anche lei la politica, caso non sporadico in Italia, dove non è mai stata pensata a una legge che lo vieti), ecc. Insomma: tu vieni pagato per quello che fai, per tutte le spese, quelle sono a tuo carico.

Perché il legislatore, la magistratura, i partiti, non hanno mai messo mano a questa babilonia? Perché sono i primi a usufruirne, ad abusare e a non sollevare mai un dubbio di legittimità. Noi siamo per l’abolizione di tutti gli emolumenti extra a qualsiasi titolo elargiti, sia ai politici, sia a chiunque altro.

E Letta cosa pensa in queste ore convulse? Forse al fatto che le navi contenenti armi chimiche siriane, si stanno dirigendo verso Gioia Tauro e che il ministro Bonino ha tenuto nascosta questa decisione ai sindaci, o forse, alla questione dei nostri marò che ci ha visti pupazzetti in mano all’India per colpa di certe commesse belliche dell’Agusta Westland e Finmeccanica? Mah, lui, dopo le critiche feroci di Renzi, che lo accusato di non far nulla e di aver prodotto danni enormi per quel poco che ha fatto (Imu), si è zittito aspettando di sferrare un colpo per fare la pari con il suo competitor. Forse. Ma se così fosse, sarebbe già un segnale che un presidente del Consiglio noi ce lo abbiamo! Peccato: le sue povere palle, non erano di acciaio!

 

 

 

Letta torna dal Messico e deve affrontare subito il pressing di Renzi sia sulla riforma elettorale, sia sul versante di una compagine governativa inadeguata - Casaleggio e Grillo si dicono d’accordo con la decisione della Consulta, maggioritario puro. Deciderà la rete

 

Chi non ha testa, deve correre: e Letta ha un mare di problemi, a cominciare dal rimpasto, dal quale però il giovane si smarca. Troppi i ministri inetti o molto “chiacchierati”. Cancellieri, Zanonato, Giannini, Saccomanni, Alfano (caso Shalabayeva/Ligresti), e ora anche De Girolamo (affaire Als campana). Per quest’ultima è pronta una mozione di sfiducia da parte del M5S. Insomma, una situazione insostenibile che suggerirebbe elezioni al più presto

 

Tornato a Roma dopo una visita ufficiale in Messico, dove è in corso uno scontro fra il governo e le frange armate che difendono i cartelli della droga, il nostro presidente del Consiglio deve immediatamente immergersi nei problemi del suo traballante governicchio. Infatti, le fibrillazioni sono sempre più acute e le recenti ultimissime rivelazioni di stampa necessitano, oltre che di chiarimenti, di un taglio definitivo di taluni nomi dalla rosa della compagine guidata da Letta. Ci riferiamo ai ministri Cancellieri, Zanonato, Giannini, Saccomanni, ai quali, si aggiungono Alfano e De Girolamo. Alfano, oltre al caso Shalabayeva, tempo fa aveva, anche lui, telefonato a Ligresti per chiedergli un appartamento in quel di Roma. Forse anche lui anelava un affare alla Scaiola, trovarsi proprietario a sua insaputa. Mah, non lo sappiamo, forse lo voleva soltanto affittare. Naturalmente a prezzo di favore, stracciatissimo se mai. E poi c’è l’”affaire Asl” della Campania, nella quale, da registrazioni effettuate da un ex dirigente ora agli arresti, sembrerebbe che la signora Nunzia De Girolamo,fosse colei che decideva su tutto, soprattutto sugli affari, comprese le spartizioni nelle quali, naturalmente, una parte consistente, era riservata a lei o a suoi famigliari.

Che le registrazioni fossero abusive e illegittime, non v’è dubbio. Però, dal punto di vista dei contenuti e delle conversazioni intercorse, che differenza pensate ci sia realmente fra una intercettazione legale, cioè autorizzata da un magistrato, e una privata? Se i contenuti prefigurano dei reati, occorre soltanto far controllare che queste registrazioni non siano state manipolate. Infatti, se queste sono integre, secondo il nostro modesto parere, hanno la stessa validità, nelle aule di tribunale, di quelle, diciamo, legittime. In sintesi: se quello che dalle registrazioni si appura essere vero, allora non bisogna tanto cavillare sulle autorizzazioni o meno. Se mai, appunto, occorre verificare che quei reati siano stati realmente commessi. Punto e basta. Senza considerare, inoltre, che il costo è davvero nullo, mentre quelle ufficiali costano moltissimi soldi, tanti!

E su questa ultima vicenda, nella presa di distanza silenziosa di tutti, il M5S presenterà una mozione di sfiducia individuale nei confronti della signora De Girolamo che, con tutta probabilità, sarà discussa venerdì prossimo al Parlamento.

Sul versante dell’eventuale rimpasto che qualcuno vuole (noi siamo per le elezioni immediate con il Mattarellum), Letta nicchia, Renzi scalpita ma ci tiene a dire che è un problema del premier. Insomma, lui non vuole sporcarsi le mani né, tanto meno, parteciparvi o indicare qualche nome in sostituzione dei silurati. Vuole tenersi le mani libere mentre preme sull’acceleratore per una legge elettorale scelta e “aggiustata” fra quelle che lui ha indicato, non scartando l’ipotesi di incontrare il condannato.

Già, e fra quelle proposte dal giovane, a Grillo e Casaleggio non ne va bene neanche una. Nel senso che il duo ha optato, in caso di elezioni a breve, per quella scaturita dal dispositivo della sentenza della Consulta. Punto e stop. Comunque, da parte del M5S non ci saranno proposte o accordi. Sarà la rete a esprimersi in merito. Come ha già fatto per il reato di clandestinità sul quale gli attivisti del Movimento hanno votato in netto contrasto con le prime indicazioni date sull’argomento sia da Grillo, sia da Casaleggio. E come ribadito oggi, durante una sua visita lampo al Parlamento, Casaleggio ha affermato che il voto espresso in rete è il massimo della democrazia partecipata e che si andrà avanti con questo metodo.

E intanto le elezioni europee si avvicinano a spron battuto. E il nostro Paese, anziché prepararsi a una tenzone elettorale che sia all’insegna della discontinuità con il passato, sia interno, ma soprattutto all’esterno, cioè nei confronti di questa Europa dei banchieri, è attanagliato da una crisi becera e falsa che nessuno vuole risolvere ma che tutti cavalcano senza porre rimedi radicali. Insomma, per uscire da questa crisi, creata ad hoc dai potentati economici, occorre che si abbandonino i vecchissimi meccanismi delle alleanze e delle lobby e che si metta mano urgentemente cambiando le leggi relative, si ridiscuta tutto l’impianto di questa Europa promuovendo un referendum sulla moneta unica, si pongano nuove basi in relazione all’evasione fiscale, alla condisca immediata dei beni di ogni mafia, alla corruzione, alle pensioni d’oro, all’eliminazione immediata delle Province e, soprattutto, delle Regioni, ai finanziamenti pubblici per i partiti e dei giornali, periodici, radio e televisioni di regime, vendere due reti Rai, tassare le rendite finanziarie, confiscare soldi, beni e arrestare chiunque esporti illecitamente capitali all’estero. Avvertire gli stati che custodiscono capitali italiani che se non rendono noti i nomi dei possessori di tali patrimoni, dall’Italia saranno ritenuti stati complici dei reati ascritti agli stessi responsabili di evasione fiscale. Qualcuno obietterà che per fare queste cose occorre tempo, accordo sugli obiettivi, uomini capaci, ecc. Non è vero! Diffidate di chi vi racconta simili idiozie! Sono complici! Quattro massaie di buon senso, ricordiamo, sanno fare cose che questi ignobili cosiddetti politici non sognano nemmeno…

 

 

 

Letta vede Renzi e dice, bene; Alfano, matrimoni gay? ce ne andiamo; Saccomanni sempre più ridicolo, la Tasi è ormai un’amara barzelletta; mazzette a L’Aquila; De Girolamo nel ciclone per un bar d’ospedale; il Tar azzera la Regione Piemonte,

il pregiudicato vuole l’election day

 

Lo scriviamo ormai da anni: in Italia non c’è un settore sano né nella Pubblica amministrazione, né nel privato. C’è corruzione dappertutto e nessuno dei governi succedutisi nei decenni passati ha mai voluto metterci mano perché in molti casi erano conniventi, se non attori, delle ruberie e del malaffare con la copertura di una stampa asservita, come ha dichiarato in giornata Beppe Grillo - Sbocchi? Elezioni il più presto possibile!

 

Dopo l’incontro andato in onda a palazzo Chigi fra Renzi e Letta, quest’ultimo ha dichiarato che tutto è andato bene, senza aggiungere altro ma dicendo che questi cinque mesi sono stati un terremoto e che adesso si cambierà passo. Tutto quel rumore per un intento, fumoso, non tratteggiato da un bel nulla. Soltanto da una di quelle frasi di cui Letta, pian piano, è diventato un artista. Un artista del nulla e del rinvio.

E mentre Saccomanni avverte i dirigenti del suo dicastero che non tollererà oltre un pasticcio come quello consumatosi nei giorni scorsi attorno alla Tasi, guadagnandosi ancora un paio di punti di ridicolo, Alfano, nell’occhio del ciclone per le dichiarazioni dell’ex capo di gabiletto del suo ministero e relativo al caso Shalabayeva, avverte il presidente del Consiglio che sul matrimonio gay non se ne deve parlare. Altrimenti, il governo va a casa. Il solito ritornello di berlusconiana memoria che poi si è rivelato non essere attendibile, come il personaggio autore della minaccia.

Ma in questo caso, la politica sporca deve essere entrata con il piede pesante. Infatti, noi pensiamo che non a caso, proprio in questo momento di grande confusione politica nella quale si è inserito il giovane con le sue idee di Paese e al cui interno c’è anche la soluzione per le coppie gay, guarda caso, c’è una dichiarazione che mette nelle grane Alfano. Insomma un piccolo segnale mafioso a non andare oltre su quelle sue uscite perché lui è sotto scacco, è inguaiato fino al collo con quella faccenda kazaka.

E intanto a L’Aquila, sono scattate le manette per alcuni dirigenti comunali e imprenditori, compreso l’ex vicesindaco Pd, per le solite mazzette prese in occasione della ricostruzione. Una ignominia che ormai è perpetrata un po’ ovunque senza ritegno alcuno, in tutti i settori sia privati, sia pubblici. Ma c’è chi prende soldi o appartamenti a sua insaputa, e chi impone negli ospedali del napoletano suo zio per la gestione di un bar all’interno di uno degli ospedali cittadini. Ne è rimasta coinvolta il ministro dell’Agricoltura, la signora De Girolamo.

Che dire poi del caso Piemonte? Cota, ha governato senza aver vinto le elezioni ma grazie a imbrogli di una delle liste collegate. Lo ha stabilito il Tar dopo quattro anni di ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, alla Consulta. Alla fine, insomma, il Tar ha dato ragione ai numeri. Aveva vinto la rappresentante del Pd, Bresso. Pertanto, a meno di colpi di scena, in quella regione si voterà, con tutta probabilità, in occasione delle europee.

Infine, il pregiudicato ha riunito il suo stato maggiore e in serata ha annunciato che vuole l’election day. Cioè, andare al voto per le politiche unitamente al voto per il Consiglio europeo. Ha aggiunto che, avendo presentato una richiesta di deroga al suo stato di condannato, se questa sarà accolta, lui sarà il capolista in tutto il Paese. Mah, è un Paese bellissimo il nostro. Un condannato che anziché essere in galera, annuncia che vuole le elezioni, che le vuole in un certo momento, che sarà capolista dappertutto, che continua a muoversi liberamente attorniato da scorte che non si capisce da chi sono pagate, che nomina qua e là il suo staff. E gli altri, i nostri politicanti da due soldi, un presidente della Repubblica, e una magistratura addormentata, stanno a guardare…

E così, anche oggi, Beppe Grillo ha affermato che se l’Italia è conciata così com’è, una grande colpa l’hanno i giornalisti della carta stampata, delle agenzie, delle radio e delle televisioni che, anziché fare inchieste e servizi adeguati e veri, leggono o pubblicano veline. Del resto un organo di informazione che prende finanziamenti dallo Stato, che informazione libera può propagare?

 

 

 

Un governo ridicolo. Saccomanni (soldi agli insegnanti): “sono soltanto un esecutore”? - La comm. Affari costituzionali boccia il decreto Enti locali nel quale oltre all’Imu, erano confluiti anche il salva Roma e i molti regali per interessi politici, il Senato lo approva lo stesso - Renzi vuole accelerare l’iter di una riforma che nascerebbe da un Parlamento comunque illegittimo… - Ha ragione Grillo, si voti con il Mattarellum e i parlamentari eletti legittimamente varino una nuova legge elettorale!

Saccomanni, l’uomo della Luna, è a sua insaputa, ministro di questa povera Repubblica - Legge elettorale: il giovane pressa qua e là per raggiungere un accordo con parlamentari che, a nostro parere, non hanno alcuna autorità di fare un bel nulla né sotto questo profilo, né in nessun altro. Sono tutti illegittimi e pertanto devono soltanto decidere una data per il voto con il Mattarellum. Saranno i parlamentari regolarmente eletti e rappresentanti legittimi dei cittadini,

a farne un’altra. Grillo docet!

 

Una ulteriore gag di uno dei ministri di questo “sfortunato” e sciancato governicchio. Sul problema soldi degli insegnanti, infatti, Saccomanni, un ministro che non vorremmo neanche come fattorino, ha detto “che il ministro Carrozza sapeva, e che lui è un esecutore”. Inutile perdere tempo prezioso per stigmatizzarne la figura e la sua confusa azione di governo. Ne ha accumulate così tante che la gente ne ha piene le cosiddette tasche.

La commissione Affari costituzionali, invece, che doveva dare un parere di costituzionalità al decreto Enti locali, nel quale oltre alle nuove modifiche dell’Imu, erano confluite le famose elargizioni pro politici ma anche il salva Roma, lo ha bocciato. Il Senato, solerte come mai, con 156 voti a favore lo ha resto, come per incanto, costituzionale. Già, basta un voto e tutto può diventare rosso, verde, profumato, puzzolente, legittimo, assurdo e via cantando. Questi sono i regolamenti sui quali basano il loro lavoro i nostri “rappresentanti”. Mettiamoci una pietra sopra. Questi signori, prima vanno a casa, meglio è per tutti.

Poi, c’è il giovane fenomeno toscano che si prodiga con grandi bracciate per raggiungere una riva che gli assicuri un successo: quello della nuova legge elettorale. Una legge, quella che lui chiede di discutere con tutti, che però non ha alcuna legittimità di essere né studiata, né tantomeno accettata e votata da questi abusivi che si aggirano sia alla Camera, sia al Senato. Infatti, se si parte dal presupposto che la sentenza della Consulta, dopo 8 lunghissimi anni, scopre che il sistema con cui si è votato negli anni scorsi è illegittimo, non si capisce che razza di legittimità possano esercitare nel voler modificare o aggiustare il Mattarellum a loro modo e piacere. A ben guardare e valutare questa sentenza, questi signori non sarebbero autorizzati a mettere mano su nulla, men che mai su una legge fondamentale che regolamenta la nostra democrazia.

Noi ci troviamo in sintonia con Beppe Grillo il quale, da tempo, oltre ad aver dichiarato l’illegittimità di tutti gli eletti del passato e attuali, sottolinea la necessità di tornare immediatamente al voto con l’attuale Mattarellum in modo che siano i legittimi rappresentanti eletti liberamente e con preferenze a vararne una che rispecchi le volontà e la democrazia che reclamano da anni i cittadini italiani. Insomma, se uno è un delinquente, un eletto illegittimamente, un poco di buono, vogliamo affidargli anche il compito di legiferare? E’ vero che vent’anni di vari beceri governi hanno annebbiato le menti degli italiani, ma a tutto ci deve essere un basta! Non è più possibile porgere la pistola a chi vuole ucciderti. E loro, i politici che si sono avvicendati dal ’48 a oggi, hanno ucciso il nostro Paese, non lo dimentichiamo nelle prossime elezioni!

 

 

 

Il “giovane” finge di non conoscere Fassina che si dimette da vice dell’economia e pone un altro problema a Letta - Bersani, colto da aneurisma cerebrale, operato d’urgenza a Parma. Bene il decorso, la prognosi rimane riservata - Grillo gli scrive: “non fare scherzi!”

 

Dopo la battuta infelice espressa a Firenze nei confronti di Fassina, il viceministro si è dimesso con effetto immediato e irrevocabile creando un nuovo “buco” nella compagine di questo inutile governicchio. A Bersani molte attestazioni di affetto da tutti i leaders politici per una pronta e immediata guarigione - Le tasse sulla casa di nuovo nella bufera: è un rebus sia per l’entità, sia per le scadenze. Come al solito!

 

Dopo la becera gaffe di Renzi nei confronti di Fassina, proferita in una conferenza stampa fatta in quel di Firenze, il viceministro dell’economia non l’ha presa bene, giustamente aggiungiamo noi, e si è dimesso da un governo traballante e senza bussola. Così, a Letta si è aggiunto un nuovo problema per il suo governo che fra sottosegretari di Fi che non si sono dimessi pur essendo all’opposizione, e qualche mal di pancia al loro interno, si aggiunge un nuovo problema sia di governo, sia politico.

Da registrare che, a proposito di governo, Saccomanni continua a dirsi ottimista per l’anno in corso, prefigurando un calo delle tasse in generale, mentre lui stesso non sa come venirne fuori dalla ormai tristemente nota Tasi. Infatti, attorno a questa nuova tassa sulla casa, si dice che sarà aumentata l’aliquota e spostati in là i pagamenti. Insomma la solita sceneggiata, il solito sistema delle scimmie di Simenon.

L’ex segretario del Pd, Bersani, che ieri era stato colto da malore, dopo un primo esame da parte dei medici di Piacenza, è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Parma dove, in serata, è stato sottoposto a intervento chirurgico per un aneurisma cerebrale. L’intervento è durato molte ore e dopo aver trascorso una notte tranquilla, stamane ha potuto parlare con la moglie e con i figli. Si è anche informato circa la partita di ieri fra Roma e Juventus della quale, prima dell’intervento, aveva chiesto che gli si registrasse la partita. E’ autonomo, non intubato e si prevede un decorso di alcune settimane. Molte le attestazioni di stima dal mondo politico. Fra le più significative, il messaggio di Grillo che alla fine conclude con “non fare schezi!”.

 

 

 

Renzi vuole accelerare l’iter della legge elettorale e scrive ai segretari dei partiti - Grillo respinge l’offerta/tranello, gli altri sono possibilisti ma Fi vuole le elezioni a maggio (con quelle europee) - Il “giovane” potrebbe rimanere stritolato dalle sue stesse impellenze

 

Alfano dice che il testo dovrebbe nascere all’interno della coalizione attuale ed essere poi allargata a Fi e agli altri attori politici. Il segretario del Pd, dopo aver lanciato la sfida al leader del M5S, ha ottenuto soltanto un ineludibile “vaffa” con il conseguente invito ai propri parlamentari a non esprimere alcun giudizio in merito per non pregiudicare, forse, le elezioni europee dove sperano di ripetere il successo delle nazionali e cambiare i giochi della Ue

 

L’agitarsi di Matteo Renzi, attorno alle accelerazioni sulla legge elettorale, sullo stop definitivo al finanziamento dei partiti, sulle nuove norme per il lavoro, ecc., potrebbe rivelarsi un boomerang che avrebbe il risultato di veder tramontare, come una passeggera meteora cadente, la sua figura di leader del Pd. Questo è il rischio che corre il sindaco di Firenze che, pur volendo mantenere le promesse delle primarie, si rende conto che, se Letta e Alfano giocassero le loro carte in modo cinico, potrebbero lasciare il “giovane” con il cerino in mano.

Ma è assai probabile che, più che cercare di capire le intenzioni dei capi degli altri partiti, Renzi tenta di accalappiare e riportare in casa Pd, gli elettori del M5S. Infatti, la proposta fatta direttamente a Beppe Grillo ieri, tesa a ricercare un accordo attorno ai punti da lui esplicitati nei giorni scorsi, non ha trovato alcuna sponda. Anzi, il leader del Movimento ha invitato i suoi parlamentari a ignorare e non raccogliere alcuna polemica attorno ai temi lanciati da Renzi. Del resto, a pensarci bene, per questo Movimento non ci sarebbero le opportunità politiche di immergersi in un accordo eventuale con il segretario del Pd. Primo, perché Grillo non fa accordi con nessuno, secondo perché il disegno, non tanto nascosto, del “giovane”, è quello di scompaginare il M5S e riportare voti al Pd, terzo, le elezioni europee sono vicine e, visti i propostiti politici del Movimento per quanto attiene al modo di essere in Europa, dal punto di vista dei consensi e della diversa visuale attorno ai temi di politica europea da parte del Pd, non avrebbe alcun senso arrivarci con un M5S diviso.

E’ Renzi che non capisce molto, o pensa di poter togliere le castagne dal fuoco del suo promesso movimentismo con l’aiuto di chi è contro i partiti e invoca da anni il fatidico “tutti a casa!”?

Fra i programmi del Pd e quello del M5S, infatti, c’è un abisso! Un baratro che il sindaco cerca di superare mettendo sul piatto, a modo suo, alcune delle proposte in parziale sintonia con il mondo “grillino” ma che nascondono un unico obiettivo. Non un accordo di governo, non un inciucio sottobanco per dispiacere sia Letta, sia Alfano. Ma l’assicurazione dei voti del Movimento alle Camere, attorno alle sue proposte che, se non fossero approvate in fretta, vedrebbero la sua figura appannarsi e relegata fra i più. Stritolato dallo stesso suo agitarsi.

 

 

 

I discorsi di fine anno: fra quello di Morfeo e l’altro di Grillo, preferiamo quello del leader del Movimento 5 Stelle. Non ha letto le letterine di Natale ma ha bocciato la classe politica e tracciato un nuovo orizzonte per l’Italia e, soprattutto, un nuovo modo di

essere in Europa

 

Un discorso retorico e condito da una repulsione nei confronti di Grillo e dei parlamentari pentastellati con fumosi accenni al suo ruolo e alla sua legittimità. Gli ha fatto da contraltare quello di Grillo, un discorso, invece, politico e di grande spessore in quanto, oltre a individuare i mali del nostro Paese, ha messo delle vere e proprie ipoteche per la nostra permanenza all’interno della moneta unica e dei tanti trattati firmati senza un consenso popolare

 

Nella “corsa” per il discorso di Capodanno, a noi pare aver vinto Grillo. Infatti, fra le sue parole e quelle di Napolitano, c’è una profondissima differenza. Il primo, partendo dagli sfracelli in cui i politici hanno sprofondato il Paese ne individua gli aggiustamenti non solo interni ma, soprattutto, esterni, cioè la Ue. Il secondo, se l’è cavata, o pensa di averlo fatto, citando alcune anomalie dei politici e restando fermo nelle sue convinzioni, cioè quelle che occorre fare di più ignorando in malafede sia gli interessi lobbistici dei politicanti, sia i vincoli che questa Europa dei banchieri ci impone. L’uno individuando i mali da estirpare, l’altro leggendo letterine prese ad hoc per intenerire, in una serata festaiola, i cuori e le menti assopite degli italiani.

Un presidente della Repubblica, che con voce tremolante, roca, battuto dalla sua veneranda età, cercava di difendere le sue scelte scellerate a partire dal governo Monti e finito per consegnare il governo a un nugolo di democristiani che non sanno fare altro che difendere i loro interessi e quelli dei poteri forti. Due governi che ci hanno dato il colpo di grazia. Il primo, quello montiano, che ha fatto approvare da Pd e Pdl leggi vergognose, la più becera delle quali quella sulle pensioni e sugli esodati. Per non parlare dell’impegno, firmato da Monti, che a partire dal 2015 ci vedrà impegnati a rastrellare dai cittadini italiani, ben 50 miliardi l’anno per 20 anni! Una cosa talmente assurda che fa sorgere forti dubbi sull’integrità fisica e intellettiva dello stesso ex presidente del Consiglio. Il secondo, Letta, che pur di barcamenarsi per garantire gli stessi poteri forti, prepara prima un decreto di stabilità nel quale i lobbisti ci infilano dentro di tutto, poi, a fiducia accordata, è costretto al ritiro vista la tirata di orecchi di Morfeo. Ma lui non desiste. Attraverso il milleproroghe, aggiustando un po’ il tiro, comunque riesce ad accontentare i suoi amici sparsi qua e là sia in Italia, sia in Europa. Insomma, una presa per i fondelli ulteriore. Soldi a pioggia qua e là in rivoli che non risolveranno un bel niente, mentre concede aumenti dei pedaggi all’amico Benetton che non serviranno per rendere le autostrade più sicure ma per avere maggiori liquidità da investire in speculazioni borsistiche o altro. Aumentata anche l’energia elettrica. Un dato che, invece di rimettere in moto i consumi di energia nelle industrie, appioppa loro un altro colpo per tarpale loro le ali. Insomma, non c’è che dire: questi sono davvero dei fenomeni da baraccone. Niente a che vedere con dei mediocri politici!

E allora? Allora noi speriamo che si avverino le aspettative di Grillo. Dopo 6 lunghissimi anni, la Consulta ci ha finalmente detto che la legge voluta dal condannato e dal Centrodestra di allora, è anticostituzionale. Bene. Grillo chiede che a presto si torni al voto con la legge precedente, il cosiddetto “mattarellum”, proprio perché tutti i parlamentari sono illegittimi. Naturalmente, anche Napolitano che è stato eletto da chi non ne aveva titolo.

Per quanto attiene ai rapporti con l’Europa, noi siamo d’accordo con le parole dell’ex comico. Infatti, auspichiamo una grande vittoria del Movimento 5 Stelle affinché si possano ridiscutere tutti i trattati europei e la moneta unica sia sottoposta al giudizio degli italiani con un referendum popolare. Occorre riconquistare la nostra libertà, la nostra sovranità, il nostro futuro su basi nuove. Dentro o fuori da questa Europa di lupi!

 

 

 

Varato il “milleproroghe” al cui interno ci sono soldi per Roma ma anche interventi per abbassare il cuneo fiscale, soldi alle imprese, al lavoro e la norma che permette di annullare gli affitti d’oro - Napolitano contro Boldrini e Grasso: “Vigilare e, se occorre, cambiare i regolamenti” - Già, i due presidenti di Camera e Senato, non si erano accorti della natura privatistica degli emendamenti dei loro colleghi…!

 

Dopo la presa di posizione, alquanto strana, di Napolitano, riveduto in toto il nuovo decreto che prevede l’uso degli aiuti europei (6 miliardi) che altrimenti sarebbero stati persi - Un po’ di ossigeno alle aziende, un sostegno all’occupazione, insomma, capitan Findus ha spalmato su ogni cosa le poche risorse disponibili - Il gas rimane sui livelli attuali nonostante un vistoso calo dei prezzi, mentre l’energia e le spese postali aumenteranno

 

Dopo il casino partorito da una classe politica becera, ignorante, affaristica e inetta, con il decreto del 24 dicembre, e lo stop di Morfeo Napolitano che, per questa volta, ha detto no, oggi Capitan Findus ha chiuso un ennesimo provvedimento, il milleproroghe, usando sia le poche risorse italiane, sia i circa 6 miliardi della Ue che altrimenti sarebbero stati persi.

I beneficiari non sono le fondazioni personali di qualche deputato, o associazioni più o meno lecite sparse qua e là nel Paese del bengodi, ma le aziende, piccole e grandi, il cuneo fiscale che viene ridotto se pur ancora lontano da un vero e proprio colpo di spugna, alcune centinaia di milioni di euro vengono messi a disposizione delle aziende che assumono, altri a sostegno dei lavoratori anziani rimasti disoccupati.

Insomma, hanno fatto quel che potevano? Certamente no. Infatti, da questi provvedimenti non si capisce come la nostra economia possa finalmente lasciare il porto e cominciare una navigazione più tranquilla e con mete sicure. E’ troppo poco. Non si sono toccati i veri sprechi, gli enti inutili, le fondazioni, un riassetto del comparto pubblico, una vera e propria rivoluzione per quanto attiene al turismo, l’unico vero patrimonio tangibile di questo Paese, il cui sviluppo armonico e ficcante potrebbe da solo risanare la nostra sgangherata economia per un lunghissimo lasso di tempo.

Del resto, da un governo illegittimo, abusivo, con Camera e Senato delegittimate, un presidente della Repubblica, anch’egli abusivo e per di più, a breve sotto processo (impeachment da parte di Grillo), non si poteva aspettarsi un granché. Occorreva bivaccare e aspettare. Resistere quanto più a lungo è possibile guardando al semestre di presidenza europea, se mai, aspettando l’Expo (anche a questo evento sono stati riservati soldi).

Nessuno, escluso Grillo, vuole ammettere che con un governo così conciato, che riceve il consenso di parlamentari illegittimi, che cerca soltanto di rimanere aggrappati alle proprie poltrone senza se e senza ma, non si va da nessuna parte. Men che mai si potrà rimanere in Europa. Una invenzione bancaria deleteria e che ogni giorni di più sta dimostrando il suo volto truce. E le elezioni europee sono vicinissime… Se questa Europa è il problema non soltanto dell’Italia, ma di molti stati che vi aderirono speranzosi, beh, il problema va estirpato alla radice. Insomma, questo problema o si risolve o lo si rimuove.

Non è un segreto per nessuno che in tutti gli stati aderenti si siano infiltrati personaggi che più che rappresentare i propri cittadini, sono esponenti di banche, potentati economici internazionali, interessi d’oltreoceano. E queste personcine non fanno altro che porre o opporre i loro diktat ai vari governi affinché in tutte le loro leggi vengano salvaguardati soprattutto gli interessi che rappresentano. A loro il resto non interessa. E per questo motivo che oltre ai controlli da vicino che esercita la Ue sul nostro operato, abbiamo anche un certo Cottarelli, nominato dal Fondo Monetario Internazionale, quale supervisore del nostro governo con poteri di controllo e di veto su tutto. Ribadiamo: su tutto!

L’onore, la dignità, la sovranità? Ce l’hanno svenduta coloro i quali si sono avvicendati alla guida del Paese soprattutto grazie a milioni di italiani stolti e poco attenti che però votano. Tanto per essere gentili con il popolo italiano…

 

 

 

Il decreto “salva Roma”, affossato da Napolitano dopo che i lobbisti si erano esibiti nel chiedere ogni cosa - Letta abbozza e lo ritira - Una ennesima figuraccia di un governicchio comatoso - Le minacce del M5S sono state determinanti!

 

Dopo la fiducia striminzita di ieri (158 voti soltanto), e un incontro con il capo dello Stato, Letta, un premier inutile e accondiscendente prima, si vede costretto, dopo, a ritirarlo. Dentro, infatti, ci era finito di tutto, cose ignobili e comunque a difesa degli interessi lobbistici. Nel cosiddetto “mille proroghe” si definiranno meglio quei punti indispensabili per renderlo più adeguato. Insomma, una marcia indietro che la dice lunga su un governo al servizio degli affaristi e dei loro protettori parlamentari

 

Toh, chi si risente…, Napolitano. Sì proprio lui, il nostro capo dello Stato che dopo aver preso atto di come si sono svolte le cose in seno al Parlamento, ha chiamato il suo presidente del Consiglio e gli ha comunicato che quel decreto, diventato legge oggi, lui non lo firmerà. E’ un decreto completamente stravolto e che appesantisce il costo previsto. Insomma, nel documento ci è finito di tutto, cose astruse, benefici a tizio e a caio senza merito né titolo, una marea di benefit per i propri sponsor, per gli affaristi di turno.

Un esempio? La sanatoria per le costruzioni sull’arenile che con questo decreto sarebbero state “sanate” con l’aumento del 3% (3 per cento!) da parte di coloro che, invece, hanno commesso abusi edilizi. Un altro che puniva quei comuni che avrebbero ostacolato gli affaristi delle slot machine, E poi le norme e le contronorme relative alle Province, la cancellazione dell’incompatibilità fra le cariche (sindaco, deputato, assessore, presidenti di regione, di provincia ecc.), e ancora, un altro emendamento che sullo stesso problema stabiliva che la cancellazione del divieto dovesse essere addirittura retroattivo. Altro che porcate, queste sono nefandezze. Cose ignobili che comunque sia il Pd, sia il governo, avevano tollerato e infine approvato con un voto di fiducia. Una fiducia scellerata e complice.

Il Movimento Cinque Stelle, fin dalle prime battute, aveva combattuto con foga contro queste porcate ma, dalla maggioranza, i loro emendamenti erano sempre stati bocciati. Già, bocciati perché andavano contro i favori che il Pd deve nei confronti delle lobby che in modo virulento ed esplicito attanagliano tutto il quadro politico italiano, escluso, appunto, i cosiddetti “grillini”. Anche la Lega, il partito del porcellum, aveva minacciato ostruzionismo a oltranza seguito da Sc. La maggioranza e il governo sono stati fulminati dal capo dello Stato che, ogni tanto, fra un cognac e un po’ di lucidità, riesce a provare ancora un senso di nausea per una politica che tutti si affannano a dire di voler cambiare e che, invece, seguendo reconditi pensieri, si ostinano a lasciare così com’è. E i fatti parlano da soli!

Capitan Findus, in serata ha fatto sapere che il decreto sarà ritirato e che nel “mille proroghe”, altro minestrone che ogni anno viene servito agli italiani, si affronteranno i problemi di Roma e degli altri aspetti sollevati dal M5S e relativi agli affitti d’oro dei palazzi del potere. Mah, che dire? In questo mare di cose maleodoranti non possiamo che augurare ai cittadini, quelli che ancora si ostinano a votare questi imbecilli, un sereno Natale nella speranza che, in caso di elezioni, aprano una volta per tutte gli occhi. Ormai, è un imperativo!

 

 

 

I “grillini” restituiscono altri 2.600.000euro per l’aiuto alle pmi e chiedono al governo di istituire un fondo apposito - Letta vuole tassare il web, un ulteriore regalo agli editori e alla Siae, quest’ultima da abolire immediatamente - Renzie chiede la cancellazione di questa norma - Gasparri indagato per peculato - Napolitano: “potrebbe andarsene”. Speriamo!

 

Come da impegni presi con gli elettori, il M5S oggi ha restituito oltre 2milioni e 600mila euro per l’aiuto alle piccole e medie imprese chiedendo al governo di creare un fondo dove far confluire queste somme e definirne gli aiuti - Capitan Findus si inventa una tassa sul web a favore dei soliti amici (editori e Siae) che però riceve l’aut aut del Renzie - Guai giudiziari per Gasparri

 

Come promesso in campagna elettorale, oggi i parlamentari del M5S hanno restituito simbolicamente oltre 2milioni e 600mila euro chiedendo che il governo crei un fondo per aiutare le Pmi. Nell’altra occasione, i “grillini” avevano restituito altrettanti euro che comunque giacciono improduttivi per quanto attiene agli aiuti che gli stessi prevedono. La causa? Il governo nicchia e al momento non ha ancora messo mano alla creazione di un fondo che possa gestire e cominciare a salvare alcune delle tante imprese che versano in gravi difficoltà. Questa è l’Italia del fare… Sic!

Dal consiglio dei ministri, a sorpresa come sempre, è stato partorito, oltre alla messa in libertà di 1700 detenuti, un decreto che imporrebbe alle imprese che gestiscono il web, di aprire una partita Iva in Italia e di controllare che nessuno adoperi testi, immagini, filmati e ogni altra comunicazione visiva o stampata. Una cosetta per salvare sia la Siae, che versa da anni in gravissime difficoltà visti gli sprechi che essa produce, sia gli editori amici degli amici.

A tale decreto però, si è opposto il neo segretario Renzie che ha intimato al democristiano Letta di cassarlo immediatamente. Insomma, una guerra fra Dc.

Napolitano, tornando sul suo discorso fatto ieri, ha oggi ribadito che lui si sente legittimato da un voto a Camere unite che lo ha eletto su un progetto ben chiaro a tutte le forze politiche del Paese: mettere insieme Pd e Pdl, escludendo il M5S. Questo l’obiettivo neanche malcelato del trio: condannato, Bersani, Napolitano. Con buona pace di oltre 9milioni di elettori che hanno fatto del M5S la prima forza politica italiana. Un presidente davvero anomalo che interpreta la Costituzione come meglio crede e con piglio presidenzialista. Insomma uno che pensa che la nostra non sia una Repubblica parlamentare ma qualcosa da adeguare a seconda della sua visione. A proposito di Napolitano, in serata il caimano ha asserito che “forse ha ragione Grillo, occorre preparare le carte per l’impeachment”.

Ciliegina finale. Gasparri è stato iscritto nel registro degli indagati perché si è appropriato indebitamente di 600.000 euro del fu Pdl per farsi un’assicurazione sulla vita. La somma poi è stata restituita ma il reato è rimasto ed è per questo che sarà processato.

 

 

 

Letta: abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Falso come Giuda. Come al solito, parte dal 2018 e non si restituisce nulla! - Grillo: cominci a restituire i 45 milioni presi a luglio e cancelli la norma per le “donazioni” delle aziende e dei gruppi di potere!

 

L’ennesima presa per i fondelli nei confronti dei cittadini italiani. Capitan Findus annuncia trionfante la solita bufala nascondendo i punti a favore dei partiti e la data dalla quale il decreto, sempre che sia convertito in legge, entrerà in vigore, il 2018, appunto - Il leader del M5S furente contro questa ennesima pataccata: “Per rinunciare ai finanziamenti basta non prenderli quei soldi, come abbiamo fatto noi!”, tuona

 

Ancora un vanto inesistente da parte di Letta, quello di aver eliminato i finanziamenti ai partiti. Infatti, la norma entrata in vigore oggi, oltre a dover essere convertita in legge entro 60 giorni, prevede che l’eliminazione parta dal 2018 e che le aziende o i gruppi di potere, leciti e illeciti, possano contribuire nella misura del 2 per mille e con massimali assurdi. Assurdi perché nessuno regala nulla, in special modo i gruppi industriali ed economici che in cambio si aspettano sempre una contropartita. Non si rendono conto che i giochini sono finiti. La gente non ci casca più. E’ più sveglia, più attenta, più critica. Anche grazie al M5S che dalle stanze del potere informano i cittadini sulle malefatte di questo governo illegittimo.

Il professionista del rimando e dello spostamento in là dei propri “provvedimenti” non si rende conto che è alla frutta.

Glielo ricorda con furore Beppe Grillo che, non appena la notizia si è propagata, ha intimato a Letta e i suoi sostenitori che per rifiutare i soldi pubblici basta fare come hanno fatto loro, cioè, semplicemente, non prenderli e restituirli.

Anche Napolitano oggi si dice preoccupato dalla scarsa e sempre più incisiva lontananza del popolo italiano nei confronti dei partiti. Ma non accenna a mollare la sua poltrona e lasciare che il corso della storia e della democrazia, faccia il suo corso. Il re Giorgio pensa alla brutta figura che ne trarrebbe la sua persona e la sua azione politica ormai troppo schierata a favore di un governo democristiano. Ne uscirebbe con le cosiddette ossa rotte.

Intanto, monta sempre più la protesta dei cosiddetti “Forconi” che stanno decidendo se fare una marcia su Roma o soltanto un presidio. Ma anche i cittadini sono furenti per colpa di una legge, quella che trasferisce ai comuni l’Imu e al vero e proprio casino creato dai soliti illuminati che hanno redatto le norme attuative. Una robetta da manicomio. Good night & good luck Italy…

 

 

 

Forconi? Chi sono? Forse sono gli stessi che hanno appoggiato per anni i governi di centrodestra e che oggi si ribellano perché non più protetti? - Grazie al voto del M5S, la legge elettorale viene strappata al Senato e passa alla Camera - Grillo ancora contro Napolitano

 

Il Movimento 9 dicembre e quello dei Forconi sta mettendo a dura prova il governo e le istituzioni in generale. Nessuno se ne assume le paternità, anche se molti li definiscono di destra. Boldrini e Grasso spostano la discussione per la riforma elettorale alla Camera fra le ire di Casini, Sc e altri che vedono in questa mossa la volontà di fare seriamente una nuova legge con grave danno per coloro i quali non la vogliono - Ferrante, Pd, prepara un emendamento per salvare il pregiudicato da un eventuale arresto e dalla galera

 

Cresce sempre più la protesta dei Forconi che sempre più si colora di nero, nel senso che ormai è tesi comune, li si considera gruppi di destra. Che siano di destra o meno, al momento, poco importa. Resta il fatto che questa protesta sta riscuotendo successo e adesioni da tutto il mondo del lavoro, dei disoccupati, dei commercianti, degli artigiani e altri. Alfano, oggi alla Camera, ha dichiarato che nel Paese c’è un clima di ribellismo. Che lungimiranza! Invece, dopo anni, decenni di allegra gestione, cosa ci si aspettava un ballo in maschera sulla falsariga di quelli messi in piedi dagli eletti alla Regione Lazio con la Polverini in testa!

Non l’hanno presa bene, invece, la decisione presa alla Camera grazie ai voti favorevoli del M5S, di spostare la discussione sulla nuova legge elettorale dal Senato al Parlamento. Anche gli alfaniani, infatti, si sono irritati per questa scelta e, come un ritornello, minacciano la crisi di governo. Ma non soltanto questa fazione ha sollevato gli scudi. Si sono associati subito, infatti, anche l’Udc, Sc e altri che speravano in un iter lunghissimo affinché potessero giocare un ruolo ricattatorio nei confronti del governo. Invece, i due presidenti di Camera e Senato, si sono detti d’accordo e, dopo il voto, è stato deciso che la nuova legge comincerà il suo iter dalla Camera dove i voti del Pd contano molto grazie a un premio di maggioranza ignobile.

Nel Pd, comunque, si lavora alacremente per salvare il soldato Ryan (condannato). Infatti, la parlamentare Ferrante ha pronto un emendamento da inserire in uno dei tanti ddl e che semplicemente reciterebbe che se un cittadino è settantacinquenne, nessuno può imprigionarlo, per nessun motivo. Cioè, dopo aver compiuto 75 anni, possiamo anche farci una piccola guerra, ricattare chiunque, commettere qualsiasi reato. La galera non c’è più. Un’altra cosetta ad personam questa volta non presentata dai dipendenti del pregiudicato ma dall’alleato Pd.

Anche oggi, ancora, Beppe Grillo attacca Napolitano citando le parole dell’allora parlamentare espresse contro Cossiga, le stesse identiche accuse. Però rivolte contro re Giorgio che, comunque, per il momento non raccoglie. Anche dalle frange di Fi, comunque, si fa strada la convinzione che occorra mettere sotto processo il presidente della Repubblica. Infatti, Brunetta, in alcune sue dichiarazioni, non lo esclude.

 

 

 

Morto Mandela, unico al mondo a essersi imposto un solo mandato! Un esempio di cristallina e ferma volontà di non voler diventare un professionista della politica - Napolitano, invece, sempre più napoleonico, dice che il Parlamento è legittimo, giustificando così il suo secondo mandato - Renzi, grazie all’incetta di tessere, facile vincitore. Dal voto, nelle casse del Pd altri finanziamenti, gli unici leciti

Nelson Mandela, l’unico presidente al mondo che, dopo un mandato, ha fermamente respinto l’offerta di ripresentarsi e ha ceduto il passo. Un esempio non imitato ancora da nessuno degli altri politicanti, in nessuna parte del Globo – Intanto, il capo dello Stato, continua a seminare certezze tutte sue e senza alcuna legalità Costituzionale. Più che un presidente di una repubblica parlamentare, sembra un imperatore. Come Renzi che dopo i discutibili congressi e le polemiche sulle tessere comprate, è il nuovo segretario della Democrazia cristiana, cioè del Pd - Grillo, chiede di allontanare i 150 parlamentari entrati con il premio di maggioranza e ridistribuire i seggi in proporzione

 

Se ne è andata una delle persone più rispettabili del Mondo, un presidente (Sud Africa), eletto subito dopo la sua scarcerazione, durata 27 lunghissimi anni, e rimasto alla guida di quel Paese per un solo mandato. Fermo nei suoi principi, inflessibile nella sua azione morale, un faro per i suoi cittadini e per il mondo intero. Un esempio di come la politica deve, o dovrebbe, essere. Un cittadino si offre alla politica per un mandato, dice quello che vuol fare, lo fa e dopo se ne va. Insomma il contrario di tutti gli altri politicanti che ovunque nel mondo, una volta sedutisi in comode poltrone ben retribuite, se non si cacciano a calci, o si uccidono, non se ne vanno. A Mandela va il nostro ringraziamento per essere stato uno di quelle persone che si è guadagnato la stima e il rispetto di tutti, il nostro in modo particolare.

Venendo alle cosette di casa nostra, registriamo con dispiacere, anche per le cose dette su Mandela, che non la pensa in questo modo il nostro presidente della Repubblica. Che, ogni giorno di più, somiglia a un re o un imperatore. Infatti, nonostante la Consulta abbia dichiarato incostituzionale una legge con la quale da anni si eleggono parlamentari illegittimi, e questi hanno eletto Napolitano, ebbene, il capo dello Stato continua a menare il can per l’aia asserendo ogni giorno che i parlamentari sono legittimi, che il governo può andare avanti. Avanti dove? Verso il baratro! Un governo illegittimo e,rincarando la dose, inutile, dannoso, immobile, seduto, alla ricerca di tutte quelle condizioni che gli permettano di rimanere in sella il più possibile, in un grande vuoto di idee, di azione politica nei confronti di cittadini che ormai cominciano a non tollerarlo più. Se mai lo hanno mai accettato. Già, un governo di Napolitano, appunto, che da vero re del Paese, una bella sera di alcuni mesi orsono, ha riunito un gruppetto minuscolo di amici, e ha deciso assieme a loro, di far nascere uno dei governi più inutili che si sia mai visto in giro. Non gli era bastato lo sfracello che un'altra sua invenzione politica, aveva prodotto nel 2011. In quell’occasione aveva tirato fuori dal suo cilindro magico un certo Monti e, dopo averlo nominato senatore a vita, gli aveva affidato le redini del Paese, cacciando il condannato. Quello che ha prodotto quel governo lo stiamo scontando e durerà un bel pezzo. Meglio metterci una croce.

Quello che vent’anni di governi alternati ora di sinistra, ora di destra, hanno prodotto, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista politico, sia sotto il versante dell’industria e dello sviluppo del Paese, è stato, in una parola, indegno. Hanno svenduto il nostro Paese cedendo non soltanto sovranità, ma sottoponendosi a un vero e proprio ferreo controllo da parte di un comitato d’affari camuffato sotto il nome di Ue. La decadenza maggiore la abbiamo accusata dal 2002, quando, entrato a regime l’euro, il governo del pregiudicato non si curò minimamente di controllare che un euro diventasse per i soliti furbetti suoi amici, semplicemente, mille lire. Ma questa è storia recente di cui tutti ne conosciamo gli esiti nefasti. E dei cui guasti, nessuno è stato ancora imprigionato. Speriamo che i responsabili di questo tradimento vengano processati, condannati a risarcire il popolo italiano e garantito loro un futuro a strisce.

E mentre il Titanic affonda alla Scala di suonava e si cantava La Traviata, quella per i ricchi e i soliti noti. Così, il nostro presidente della Repubblica, invece di telefonare a qualche sfigato padre di famiglia per invitarlo al palco d’onore, ha chiamato S. Vittore per assicurare i detenuti che lui sta esercitando le giuste pressioni affinché i Cuffaro, i mafiosi, i corrotti, i politici condannai e finiti in galera, quelli che hanno frodato il fisco, quelli che non hanno mai pagato le tasse, i furbetti dei vari quartierini, lo stesso condannato, possano trovare una strada che li porti fuori dai fulmini della giustizia. Davvero stupefacente, non c’è che dire. Pertini, ne sono certo, avrebbe incitato gli italiani a riprendere le armi per combattere contro una nuova e più pericolosa fase di strisciante dittatura. Ma Sandro Pertini non c’è più!

C’è l’enfant prodige, però. Un certo Matteo Renzi, democristiano come Letta, Alfano, Franceschini, Bindi, Rotondi, Mastella, Lupi, Giachetti, Rutelli, Lusi, Violante, e compagnia bella, che da oggi prende la guida del Pd. Cioè della Democrazia Cristiana, perché, lo abbiamo spiegato in altri nostri articoli, oggi, dopo la caduta del berlusconismo, il Pd non ha più ragion d’essere. E proprio per questo, già si parla di scissione. Già, proprio come è avvenuto nel Pdl. Il disegno della grande rinascita della balena bianca, continua a farsi strada. Ora, anzi, la strada, con Renzi alla guida del Pd, appare molto più agevole. Avanti verso il baratro, allegramente.